La prima volta che vidi Enzo Jannacci fu ne La vita agra, il film che Carlo Lizzani nel 1964 trasse dal bellissimo libro di Luciano Bianciardi. Jannacci entrava in scena in una osteria a cantare una delle sue strane e stralunate canzoni, che erano dei nonsense. La canzone era “L’ombrello di fratello” e cominciava così: “Non so se è la prima volta che si sente questa storia,/la storia di uno che cercava un ombrello,/ l’ombrello di suo fratello.”.
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