‘NA TAZZULELLA E CAFE’

Il caffè, gustato e apprezzato in tutto il mondo, grazie alle proprietà corroboranti, lo troviamo anche al centro di attività e relazioni sociali.

Bere caffè è sinonimo di incontri e dialoghi rilassati in compagnia di piacevoli persone.

Un accenno alla storia

La presenza del caffè è testimoniata da molti viaggiatori che sostengono la diffusione in tutto l’Oriente islamico fin dalla fine del XVI secolo.

Il botanico francese Albanus, che insegnava all’Università di Padova, nel suo trattato sulle piante d’Egitto, pubblicato nel 1592, così ne parla: Ho visto nel podere di un turco di nome Haly-Bey un albero che dà dei chicchi con i quali Arabi ed Egiziani preparano una bevanda, che usano al posto del vino e che vendono in taverne pubbliche come noi il vino, la chiamano Caova. Albanus parla di “taverne” eleganti, chiamate Kahave-kanes, luoghi di incontro e di degustazione del caffè, dove si recitavano poesie, si disquisiva di politica e si predicava. Le autorità religiose ortodosse non accolsero di buon grado tutto questo. Anzi, alla Mecca finirono per dichiarare il caffè bevanda del diavolo nel 1511 e nel corso di un concilio di teologi venne marchiato. Varie le proibizioni che seguirono. A Costantinopoli venne preso un provvedimento simile dal muftì, verso la fine del XVI secolo. Seguirono opposizioni in Persia e in Turchia dove si avvicendavano momenti di libertà e momenti di proibizioni.

Il caffè si sparse in Italia, proveniente dalla Turchia, attraverso Venezia, dove sembra che la prima Bottega del Caffè nasca nel 1640. Alcuni testimoniano la nascita di una bottega analoga, prima di questa, a Livorno. Comunque sia il successo sorrise al caffè e altri locali trovarono spazio in altre città italiane. In Occidente la bevanda è accolta non solo come degustazione, ma i luoghi dello “spirito” diventano l’occasione per trattative d’affari, fermento politico e letterario.

Il papa Clemente VIII riceve la richiesta del clero di bandire la “bevanda del diavolo”. In effetti il Papa, amando il caffè, non lo mette al bando, al contrario, lo benedice.

Locali dove viene servito il caffè. A Parigi il Caffè Procope diventa la culla dell’Illuminismo. Ad Oxford, in Inghilterra, nasce la prima Coffee House nel 1637. A Londra, colte le potenzialità del caffè, nascono le Coffee Houses, all’inizio del XVIII Secolo. Sempre a Londra il Lloyd Coffee è sede del consorzio delle maggiori assicurazioni del mondo, altre House sono aperte da banche, giornali, e la Borsa di noli delle navi A questo punto i padroni delle taverne vedono con sconforto diminuire i clienti spostati nei caffè. In Europa il caffè diventa luogo di incontro di intellettuali e artisti.

Il “Caffè” diventa una rivista filosofico-letteraria nata nel 1764 dai fratelli Verri e il Beccaria e dedicata alla bevanda che illumina lo spirito e rasserena l’anima. Continuano le contestazioni. Tuona così Francesco Redi nel Bacco in Toscana: Beverei pria del veleno che un bicchier che fosse pieno dell’amaro e rio caffè.

Un accenno alla mitologia, alle leggende

Il caffè e le sue origini ci riconducono alla leggenda nata nello Yemen, e che vede protagonista un capraio abissino, Kaldi, che un bel giorno vede le sue capre saltellare come capretti. Le capre sembravano impazzite dopo aver brucato foglie e bacche di un arbusto di collina. Incuriosito provò ad assaggiare le bacche con il risultato di comportarsi come le capre. La scena venne osservata da un abate di un monastero musulmano, che riportò ai monaci le bacche, anche loro si incuriosirono e provarono a fare un infuso. I monaci pregarono tuta la notte senza addormentarsi.

Una leggenda racconta di Maometto coinvolto dall’Arcangelo Gabriele, chiamato in aiuto da Allah, per donargli una pozione nel tentativo di dare sollievo al Profeta gravemente ammalato. La bevanda, scura come la Sacra Pietra nera della Mecca, da Maometto chiamata qawa, lo fece rianimare subito dopo averlo bevuto e lo lanciò in nuove avventurose imprese. Si pensa che Maometto bevesse una specie di vino ottenuto dalla polpa fermentata delle bacche. Dal XIII secolo prese l’avvio di tostare e macinare i chicchi di caffè per ricavarne un’infusione, divenuta pratica popolare in Arabia.

Un’altra leggenda ci raggiunge facendo risalire le origini del caffè sugli Altipiani dell’Abissinia, dove si immagina vadano ricercate le sue vere origini. E’ possibile che alcune tribù nomadi abbiano notato le proprietà stimolanti del caffè e che abbiano prima mangiato i chicchi interi oppure stritolati, amalgamate con del grasso animale e ridotte in polpette. A seguire le bacche vennero utilizzate con l’acqua per ottenere un infuso.

Coltivazione del caffè

La pianta del caffè cresce in una zona compresa tra il 25° parallelo nord e il 30° sud. Richiede pioggia abbondante, una temperatura va dai 18 ai 24°, sono assenti le gelate. La èianta può raggiungere un’altezza fino ai 7 metri, salvo nelle piantagioni dove le piante necessitano di potatura per permettere di fermarsi ai due metri. Le foglie sono scure, spesse e appuntite, i fiori assomigliano al gelsomino, risultano delicati e profumati. Le piante di caffè danno il frutto dopo 3-5 anni e si vedranno maturare più volte nell’anno in diversi periodi di maturazione, rendendo impossibile la raccolta meccanizzata. Cosa diversa accade in Brasile dove il clima consente la maturazione dei frutti nello stesso momento. I frutti assomigliano alle ciliegie, cambieranno colore dai sei agli otto mesi partendo dal verde scuro per giungere al rosso scuro. In media sono duemila le ciliegie prodotte all’anno, al loro interno crescono due chicchi di caffè, a volte uno che viene chiamato chicco perla.

Cinquecento grammi di chicchi possono provenire da duemila ciliegie. La separazione della polpa dal tegumento seminale può avvenire in due modi, il più semplice e antico avviene quando le ciliegie vengono distese al sole per circa tre settimane, radunate e rigirate di frequente in modo da consentire l’essiccamento omogeneo. Le ciliegie, al termine del processo, subiscono un trattamento in macchina per venir sbucciate ed eliminando pellicole e la polpa secca. Segue la cernita dei chicchi e la scelta a mano. Successivamente un assaggiatore verifica la qualità dei campioni tostati in precedenza. L’altro procedimento, “in umido”, appartiene ai chicchi provenienti da regioni molto piovose. E’ prevista la raccolta a mano, alle ciliegie viene tolta la polpa e successivamente vengono messe a mollo per due giorni e lasciate fermentare. A seguire vengono lavate e asciugate al sole o in modo meccanico. Si prosegue eliminando la pellicola che ricopre le ciliegie e, a questo punto, si scopre il chicco verde del caffè.

Una cosa è certa, e nonostante le origini del caffè siano velate da qualche mistero, resta un prodotto diffuso in tutto il mondo. I maggiori produttori mondiali appaiono Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia, seguiti da Messico, Guatemala, Honduras, Perù, Etiopia e India.

Le aree di produzione donano tipologia e qualità differenti in base al tipo di coltura adeguata al clima del luogo.

Specie di caffè in commercio

  • Il caffè Arabica di qualità superiore dal ricco sapore e da un eccellente aroma. Riveste importanza l’altitudine della piantagione. Più sale e piove in misura maggiore, migliore sarà il caffè.
  • La robusta individua il caffè che proviene da altitudini minori. Le piante risultano resistenti e la crescita è più rapida. I chicchi saranno destinati alla realizzazione di caffè solubili e a miscele con altri tipi di chicchi.

Il caffè arriverà in casa dei consumatori in stato di conservazione perfetta grazie alla cura con cui verrà confezionato, in sacchetti o in contenitori scelti allo scopo.

Diffusione del caffè

La diffusione del caffè ha vissuto una lotta tra chi desiderava conservare l’esclusiva sulle piantine e chi voleva assicurarsi profitti che queste potevano procurare. Gli arabi fecero di tutto per mantenere e controllare il mercato fino a quando alcuni pellegrini trasportarono i chicchi verdi altrove. Va detto che da quel momento ha inizio la coltivazione del caffè alla Mecca e a Medina e successivamente in Persia, Egitto, Turchia e Nordafrica. Ovunque nacquero locali per gustare il caffè, locali criticati, calcolati centri di vizi e immoralità, incolpati di allontanare le persone dalla religione.

Nel 1690 sulle coste dello Yemen, a Moka, sbarca un gruppo di marinai olandesi e si impadronisce di alcune piantine che condussero a vere e proprie piantagioni a Giava, Sumatra e ai Caraibi dopo alcuni anni. Il governo olandese inviò nel 1714, all’Orto Botanico di Parigi, una piantina di caffè, per entrare nelle graziedeil Re sole. Altre piantine si riprodussero, tanto da inviare nel 1723 il tenente De Clieu nella Colonia francese della Martinica per diffondere il caffè. La vicenda subì avventure con pirati all’opera e sabotaggi, che non distolsero il tenente De Clieu dall’incarico, che portò a termine con la nomina a Governatore di Guadalupe e l’incontenibile espansione del caffè.

I francesi difesero e conservarono gelosamente i semi, fino a quando una spia brasiliana sedusse la moglie del Governatore e riuscì a farsi consegnare alcuni semi sufficienti per lo sviluppo dell’industria brasiliana del Caffè.

Torrefazione

La torrefazione è un passaggio importante, per poter gustare appieno le caratteristiche del caffè. Si tratta di un processo che permette di trasformare un chicco di caffè crudo e verde in un chicco marrone scuro, destinato ad essere utilizzato come caffè. Il processo cambia la forma e sviluppa il carattere della nostra bevanda. In effetti, un chicco tostato si differenzia totalmente dal chicco verde, poiché è soggetto a cambiamenti chimici, appaiono oli aromatici, si forma il caramello e si liberano gas. Inoltre, il caffè è disposto ad assumere caratteristiche profonde e aromatiche, che ne esaltano il sapore, l’aroma, la morbidezza e la corposità. La forza sarà, infine, determinata dall’equilibrio tra il caffè e l’acqua. Vediamo ora più gradi dii torrefazione:

  • Leggera o chiara. L’aroma e il sapore appaiono più delicatiIl chicco diventa di colore marrone chiaro. Avremo un caffè dal gusto leggero, indicato per la prima colazione, da aggiungere al latte.
  • Media. Il caffè assume un sapore più intenso rispetto alla precedente torrefazione con il risultato di valorizzare le qualità di alcuni caffè che si possono gustare ad ogni ora del giorno.
  • Piena. Il caffè risulta con chicchi marroni scuri, poco oleosi nella parte esterna. Il sapore è deciso e tende all’amarognolo. Si consiglia di berlo evitando il latte e preferendo la panna, da gustare dopo pranzo o nel pomeriggio.
  • Forte. I chicchi si presentano oleosi, lucenti e di colore tendente al nero. Il gusto è aromatico. Si serve dopo i pasti e senza latte. Si tratta e viene chiamata “torrefazione doppia”.

Torrefazione realizzata in casa. Se volete cimentarvi in un’impresa recatevi nei negozi specializzati e acquistate i chicchi verdi, consigliamo quelli chiamati perla. Con la torrefazione otterrete un risparmio e nello stesso tempo avrete la sicurezza di un prodotto fresco. Se volete mettervi alla prova, per vostro uso personale, consigliamo di ricorrere a una padella con il fondo pesante. Suggeriamo di tenere la finestra aperta ad evitare odori forti. Vi aspetta una tostatura veloce, con i chicchi che verranno smossi in continuazione, così da scurirsi in modo uniforme e la padella dal fuoco verrà tolta un momento prima che i chicchi rischino di scoppiare e aprirsi. Una volta pronti i chicchi versateli dalla padella in una superficie fredda e soffiate per disperdere la pula dalla superficie. Altra cosa sarà se parliamo di torrefazione di quantitativi importanti. In questo caso si ricorre a macchine per uso domestico, che sono particolarmente costose.

Il caffè può essere impacchettato fresco dopo la torrefazione e rimanere fragrante per sei mesi purché sia garantito il confezionamento e la chiusura che permetta la fuoriuscita di gas residui. Il caffè in chicchi verdi si mantiene nel tempo, con il rischio che si inumidisca o che assorba odori forti, mentre dopo la torrefazione i chicchi cominciano a perdere l’aroma e nel giro di un paio di settimane l’avranno perduta del tutto. Altra cosa è la conservazione del caffè macinato che acquistiamo al supermercato e che, una volta aperta la confezione, va consumato nel giro di due settimane e conservato in recipienti sottovuoto.

Sono diversi i cambiamenti dei chicchi durante il processo di torrefazione. Il più visibile è il colore, che da verde diventa marrone, sviluppa l’aroma di caffè, il chicco perde circa il 15-20% del suo peso, mentre il volume aumenta del 50-100%. C’è da aggiungere che la caffeina rimane invariata e che ii chicchi di caffè possono essere decaffeinati dopo la tostatura. Suggerisco di godetevi i benefici del caffè decaffeinato senza rinunciare al gusto!  

La macinatura del caffè.

Essenziale è la scelta della macinatura che potrà essere:

  • Grossa, per ottenere il caffè nel bricco
  • Media, è la più adattabile, per il bricco, per il bricco con filtro a stantuffo, per macchinette da caffè a vapore e caffettiere Moka
  • Fine, vien usata per il metodo del filtro
  • Fine da espresso, usata per macchine espresse e napoletane
  • Polverizzato, usata per preparare caffè turco, greco e arabo

Potrete macinare il caffè in casa e sarà della giusta quantità, rimarrà freschissimo senza perdere il suo originale aroma.

Suggeriamo di comperare un macinino nel quale si regola la macinatura da grosso a fine.

Preparare un buon caffè

Fare il caffè è anche questione di esperienza, ricorriamo a piccoli segreti partendo da acqua e caffè nella giusta proporzione e scegliendo il metodo che preferiamo:

  • Il bricco. Ponete a riscaldare il bricco o la cuccuma, versate la dose giusta di caffè macinato, grosso o medio. Versate l’acqua bollente, lasciate riposare due minuti, mischiate, lasciate riposare altri due minuti, poi versate il caffè nella tazza munita di colino.
  • Il bricco con filtro a stantuffo. Versate acqua bollente nella cuccuma e sopra al caffè macinato, inserite il pistone, ma non schiacciate, lasciate riposare per alcuni minuti e poi spingete lentamente fino in fondo.
  • A filtro. Richiamiamo l’attenzione sui filtri di carta monodose che consentano di essere appoggiati sul bordo della tazza oppure più grandi da appoggiare direttamente sul bordo del bricco. Versate acqua calda a filo sul caffè macinato, il filtro si gonfierà mentre voi, da un lato riempite il filtro fino all’orlo e dall’altro l’acqua gocciola nella caffettiera, mantenuta calda sul fornello o su una piastra.
  • Tisaniera. Prendete una cuccuma munita di un contenitore cilindrico che porrete sopra la stessa. Riscaldate la cuccuma, fornitela di un filtro e copritela con il contenitore cilindrico che chiude dopo aver versato acqua calda. Quando l’acqua sarà scesa, togliete la parte superiore, ponete il coperchio sulla cuccuma e servite.
  • Napoletana. Due sono i recipienti cilindrici di alluminio, una scatola filtro va riempita di caffè, l’altra va riempita d’acqua e quando bollirà andrà capovolta facendo scivolare il liquido sul caffè. Terminato il passaggio al recipiente inferiore il caffè può essere servito.
  • Espresso. Il metodo è stato creato da Achille Gaggia,nel 1946. Nella versione domestica acqua e vapore vengono spinti a pressione attraverso il caffè, il risultato è di avere a disposizione un prodotto più forte di quello ottenuto solo con acqua bollita.
  • Caffettiera Moka. La cuccuma viene riempita di acqua, l’imbuto filtro viene riempito di caffè tostato due volte e macinato fine. Avvitare il bricco, porre sul fuco e tenerla fin quando l’acqua sale, diventa caffè e si sposta sul bricco.
  • Caffè turco. E’ un contenitore, con il manico lungo, di rame, ottone o di smalto, che si chiama ibrik eche verrà utilizzato con il caffè tostato due volte e macinato in polvere. Versate acqua e zucchero nel bricco, portare a ebollizione, togliere il liquido dal fuoco, versare il caffè, mischiare, rimettere sul fuoco a bollire e questo per due volte. Poi servite.

Servire il caffè caldo e appena fatto, servito in tazzine, qualcuno lo preferisce con il latte.

Il caffè servito nel mondo. Vari sono i modi di servirlo, a partire dalla scelta della tazzina e dal colore del caffè. A Vienna la tradizione vuole che sopra al caffè venga aggiunta panna montata spolverata di cannella o noce moscata. Qualcuno aggiunge al caffè fichi secchi. E’ universale l’accostamento del caffè con il cioccolato. In Belgio si unisce un pezzetto di cioccolato al caffè che si scioglie a contatto con il liquido caldo. In Svizzera e in Germania uguali sono le porzioni di caffè e cioccolato. In Turchia e in Grecia il caffè si serve in piccole tazzine senza manico inserite in tazzine d’argento o di ottone. Il caffè degli arabi viene servito in modo moltoelaborato. In Africa e Medio Oriente al caffè aggiungono le spezie, cardamomo e cannella. In Marocco si aggiungono chicchi di pepe nero. In Etiopia si versa un pizzico di sale. Negli USA si insaporisce il caffè con frutta secca.

Surrogati. In Francia viene proposto l’amarognolo caffè di cicoria, In altre parti del mondo troviamo il caffè al malto, che si ottiene aggiungendo al caffè orzo tostato, e il caffè al tarassaco proveniente da radici tostate e macinate.

I liquori e il caffè, un abbinamento a fine pasto. In Normandia il Calvados, in Svizzera il Kirsh. Ottimi il Rum, il Brandy o la Grappa in abbinamento con il caffè. Sottolineiamo il Whisky unito al caffè.

Caffè solubile è un caffè pratico, economico, già pronto, quindi utile, gustoso e da usare in cucina per insaporire le ricette. La base nasce da una miscela di chicchi delle specie Robusta e Arabica. Deriva da un’infusione di caffè e acqua, quest’ultima eliminata per evaporazione, in grandi tinozze.

Caffè decaffeinato. E’ disponibile in chicchi, macinato e solubile.

I pareri sull’assunzione del caffè, la salute

  • La caffeina offre benefici: migliorare lo stato di veglia, aumento dell’attività intestinale, diminuzione dell’affaticamento, e migliora le funzioni celebrali.
  • Il caffè, oltre alla caffeina, contiene i polifenoli che aggiungono benefici, prevengono le malattie cardiovascolari, il tumore al fegato, al colon retto, all’endometrio e la cirrosi epatica.
  • Bere il caffè può aiutare una persona a mantenersi in forma e migliorare il suo stato di benessere generale e migliora la longevità
  • il caffè agisce sulla memoria, sulla prevenzione del Morbo di Alzheimer.
  • Il caffè contiene antiossidanti, allontana la depressione, e il rischio del suicidio, purché assunto in misura ridotta.
  • Il caffè ha effetti benefici sulle prestazioni fisiche, migliora le prestazioni sportive, o fare esercizio fisico più a lungo. Secondo i ricercatori della Coventry University per riuscire a migliorare le performance sportive è necessario bere almeno 5 caffè espressi.
  • L’uso del caffè diminuisce l’appetito, si consiglia di berlo durante la dieta, ovviamente senza zucchero.

Teniamo conto che sono importanti le dosi, più caffè al giorno possono avere effetto contrario, consigliamo al massimo quattro tazzine al giorno.

  • A tutte le persone adulte e in buona salute e grazie ai benefici, un uso corretto del caffè fa bene all’organismo ed è consigliato. Le controindicazioni sono legate a un uso eccessivo di caffè. Lo ripetiamo, non bisogna eccedere nel consumo, si consiglia di bere da 3 espresso sino a un massimo di 5 al giorno. Eccedere sulla dose di caffeina può diventare un problema, e i benefici rischiano e le controindicazioni prevedono perdita dall’organismo di vitamine e sali minerali, aumento del nervosismo, insonnia, irritazione all’intestino, problemi di dissenteria e nausea. Quindi, per chi soffre di queste disfunzioni il consiglio è di bere al massimo uno o due caffè al giorno, indichiamo quelli senza caffeina, Riguarda nevrotici, artritici, cardiopatici, chi soffre di aritmia, di problemi alla prostata, di infiammazioni alle vie urinarie, problemi di circolazione, colite, ulcera gastroduodenale e gastriti. La presenza di capsule e cialde ha portato a un aumento del consumo di espresso, e abbiamo visto comparire problemi di salute se assunto in dosi esagerate per l’eccesso di caffeina, che potrebbe dare fastidiose controindicazioni.

Curiosità

Alla nascita dei locali per la degustazione del caffè in Inghilterra, alle donne era vietato l’ingresso. Nel 1674 presentarono una petizione denunciando l’allontanamento dei mariti da casa e che il caffè li rendeva impotenti.

In Italia la prima coltivazione del caffè è avvenuta in anni recenti, nel 2018 in Sicilia, dove un coraggioso agricoltore ha avviato la prima coltivazione di caffè italiano, nonostante il clima non proprio adatto. Non si è perso d’animo, il Signor Rosolino Palazzolo e, grazie alla coltura in serra, è riuscito a portare a termine la raccolta e la tostatura della prima partita di chicchi italiana. I costi sono apparsi subito proibitivi.

Il Italia il Caffè più antico è il Caffè Sport Borghetti nato a Torino intorno al 1860. Segue, in Messico il Kahluà e in Giamaica il Tia Maria. Sembra che alla Mecca siano apparsi i primi Caffè alla fine del Secolo IX. Poi aprirono Caffè a Il Cairo, in Siria, a Costantinopoli e, in tempi più recenti, in Europa. Al giorno d’oggi i Caffè sono soppiantati dai più moderni Bar.

La Caffetteria, chiamata all’inglese Cafeteria, è il reparto dell’albergo destinato alla prima colazione.

In cucina

Ingrediente indispensabile in cucina. Dal sapore sofisticato trova spazio in numerose ricette.

Non solo espresso: il caffè può diventare un ingrediente speciale per la preparazione di piatti.

Un buon caffè inizia al mattino, al risveglio, per affacciarsi di nuovo nelle pause fra colleghi, nel dopo pranzo e, a volte, anche dopo cena. In effetti, da sempre, le giornate degli italiani sono scandite dall’aroma energetico del caffè. Oggi non si riduce solo ad essere apprezzato esclusivamente nelle pause, ma lo troviamo anche in cucina, dove la sperimentazione offre nuove ricette sia dolci che salate.

Le ricette

Tiramisù

200 ml di caffè

500 g di mascarpone 

125 g di Pavesini o Savoiardi

6 uova

100 g di zucchero

150 g di cioccolato fondente

Cacao in polvere

Preparate il caffè nella moka, lasciate intiepidire.

Tritate il cioccolato fondente e fatelo sciogliere a bagnomaria. o nel microonde.

Prendete le uova a temperatura ambiente, separate i tuorli dagli albumi. In una ciotola versate i tuorli, aggiungete lo zucchero e lavorate con la frusta elettrica in modo da ottenere un composto omogeneo. A parte montate gli albumi, tanto da farli diventare spumosi. Altrettanto fate con il mascarpone. In una ciotola più grande, unite mascarpone e tuorli con lo zucchero, amalgamate con la frusta fino ad uniformare i composti, aggiungere metà degli albumi e mescolate, aggiungete l’altra metà e mischiate leggermente. In ultimo aggiungete il cioccolato per amalgamare il tutto.

In una pirofila sistemate sul fondo i biscotti inzuppati nel caffè freddo e leggermente zuccherato. Versate il composto preparato e spalmatelo con una spatola. Proseguite con lo stesso schema fino a terminare gli ingredienti. Chiudete la pirofila con pellicola da cucina, spostate in frigorifero e lasciate riposare per 6 ore. Al momento di servire togliete la pirofila dal frigo, rimuovete la pellicola e spolverate il tiramisù con il cacao in polvere. Servite.

Gelato di castagne

150 g di purè di castagne senza zucchero

3 uova

80 g di zucchero a velo

5 cucchiaini di brandy

3 dl di panna

Per il sorbetto

30 g di caffè macinato fine

50 g di zucchero

3 dl di acqua

1 uovo

Per guarnire

Foglie di cioccolato in foglie

Per il gelato. In una ciotola versate i tuorli e uniteli allo zucchero per renderli densi e spumosi. In una ciotola a parte unite il purè di castagne con il brandy. In una terza ciotola montate la panna. Montate il purè con i tuorli e amalgamate con la panna. In una ciotola pulita montate a neve gli albumi e aggiungeteli al composto, che sposterete in frigo dopo aver chiuso ermeticamente il recipiente. Lasciate nel freezer 2 ore, mischiando il composto un paio di volte.

Per il sorbetto versate acqua e zucchero in una casseruola, a fuoco basso mescolate per far sciogliere lo zucchero. Portate a ebollizione e lasciate bollire per cinque minuti. Togliete la casseruola dal fuoco, versate il caffè e lasciate in infusione per ¼ d’ora. Passato il tempo versate, attraverso un colino, il liquido in un contenitore, lasciate raffreddare poi spostate in freezer per 2 ore. Montate a neve l’albume e aggiungete il preparato al composto liquido, versandolo al centro.

Ponete il tutto nel freezer per 2 ore affinché il sorbetto si raffreddi del tutto. Spostate il contenitore in frigo 1/2 ora prima di servire. Posizionate il preparato su un piatto da portata e guarnite con foglie di cioccolato.

Semifreddo con amaretti

6 cucchiaini di caffè solubile

24 amaretti

5 dl di panna densa

150 g di zucchero a velo

4 uova

60 g di cioccolato fondente

Triturate gli amaretti. In una ciotola mischiate panna, caffè sciolto in tre cucchiaini d’acqua, preparato e raffreddato, unite lo zucchero a velo. Sbattete il tutto, fate addensare la crema, unite goi amaretti.

In una ciotola a parte sbattete gli albumi a neve, uniteli alla crema e amalgamate. Versate il composto in uno o due recipienti lunghi e stretti., tali da formare uno o due tronchetti. Lasciate solidificare in freezer per due ore. Passato il tempo estraete il composto dal freezer, rovesciate il gelato su un foglio d’alluminio e dategli la forma di un tronchetto, che avvolgerete stretto e rimetterete in freezer a solidificare per 3 ore.

Sul piano di lavoro grattugiate il cioccolato fondente, togliete la carta al tronchetto e rotolatelo nel cioccolato facendo attenzione a ricoprirlo completamente. Tagliate il tronchetto a fette e servite.

Granita di caffè con panna

250 ml di caffè espresso

250 ml acqua 

70 g di zucchero 

Per guarnire

200 ml di panna fresca liquida 

30 g di zucchero a velo 

Preparate il caffè espresso e fate raffreddare. Versate in una casseruola l’acqua con lo zucchero, che farete sciogliere a fuoco basso. Giungete a ebollizione e mantenetela per 5 minuti. Unite caffè e acqua zuccherata, amalgamate. Versate il composto in una terrina, spostatela nel freezer per 2 ore. Togliete il recipiente dal freezer, smuovete con una forchetta il composto e ripetete più volte l’operazione ogni mezz’ora, fino a quando non avrete la consistenza desiderata.

A parte preparate la panna, montatela ben fredda con le fruste, anch’esse ben fredde, e a tratti versate lo zucchero a velo e incorporate.

Servite la granita di caffè in bicchieri freddi con sopra la panna appena fatta.

Cocltail al caffè, 1 porzione

Café Alexander

6 cucchiaini di caffè dolce

6 cucchiaini di crema cacao

8 cucchiaini di brandy

6 cucchiaini di panna densa fredda

ghiaccio tritato

riccioli di cioccolato

Ponete in uno shaker il ghiaccio tritato, aggiungere il caffè freddo, la crema cacao, il brandy e la panna densa e fredda. Scuotete bene il recipiente, versate il composto nel bicchiere attraverso un colino.

Servire spargendo sulla superficie riccioli di cioccolato.

Irish Coffee

1,25 dl di caffè caldo

  1. cucchiaino di zucchero di canna grezzo

6 cucchiaini di panna densa

6 cucchiaini di whisky irlandese

Ponete lo zucchero in un bicchiere, versate il whisky, il caffè e infine ponete la panna in superficie.

Caffè Giamaicano

  1. dl di caffè freddo

05 dl di rum scuro

6 cucchiaini di panna montata

noce moscata grattugiata

cubetti di ghiaccio

In una caraffa unite rum e caffè freddo, versate sopra i cubetti di ghiaccio, Coprite con la panna e cospargete di noce moscata la superficie. Servite con una cannuccia.

Brani e frasi famose

Carlo Goldoni

Ecco il caffè, signore, caffè in Arabia nato, e dalle carovane in Ispaan portato.
L’arabo certamente sempre è il caffè migliore; mentre spunta da un lato, mette dall’altro il fiore.
Nasce in pingue terreno, vuol ombra, o poco sole. Piantare ogni tre anni l’arboscel si suole.
Il frutto non è vero, ch’esser debba piccino, anzi dev’esser grosso, basta sia verdolino, usarlo indi conviene di fresco macinato, in luogo caldo e asciutto, con gelosia guardato.
A farlo vi vuol poco; mettervi la sua dose, e non versarlo al fuoco.
Far sollevar la spuma, poi abbassarla a un tratto sei, sette volte almeno, il caffè presto è fatto.

Na tazzulella ‘e cafè di Pino Daniele

Na’ tazzulella e’ cafè e mai
Niente cè fanno sapè
Nui cè puzzammo e famme, o sanno tutte quante
E invece e c’aiutà c’abboffano e’ cafè
Na’ tazzulella e’ cafè ca sigaretta
A coppa pe nun verè
Che stanno chine e sbaglie
Fanno sulo mbruoglie
S’allisciano se vattono se pigliano o’ cafè
E nui passammo e uaie e nun puttimmo suppurtà
E chiste invece e rà na
Mano s’allisciano se vattono se
Magniano a città
Na’ tazzulella e’ cafè acconcia a
Vocca a chi nun po’ sapè
E nui tirammo annanz che rulore e’ panze
E invece e c’aiutà c’abboffano e’ cafè
Na’ tazzulella e’ cafè ca’ sigaretta
A coppa pè nun verè
S’aizano e’ palazze fanno cose
E’ pazze ci girano
C’avotano ci iengono e’ tasse

Honoré de Balzac

Il caffè giunge nello stomaco e tutto mette in movimento: le idee avanzano come battaglioni di un grande esercito sul campo di battaglia; questa ha inizio… I pensieri geniali e subitanei si precipitano nella mischia come tiratori scelti…

Michail Aleksandrovic Bakunin

Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, dolce come l’amore e caldo come l’inferno.

da “Er caffettiere filosofo” di Gioacchino Belli

L’ommini de sto monno sò l’istesso che vaghi de caffè ner macinino c’uno prima, uno doppo, e un’antro appresso, tutti quanti però vanno a un distino.


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