IN PRINCIPIO ERA TELETHON

PAOLA LUCIDI

La storia delle raccolte fondi televisive nasce con quel Telethon fondato da Jerry Luis, in America, nel 1966, con lo scopo di devolvere i fondi raccolti alla ricerca e alla cura della distrofia muscolare.

Il successo fu enorme e fino al 2010, quando Luis morì, furono raccolti oltre due milioni e mezzo di bilioni di dollari, bilioni non semplici milioni.

Nel 1990 Telethon prese vita anche in Italia sotto la illuminata presidenza di Susanna Agnelli, il Telethon italiano si è posizionato sulla ricerca delle malattie generiche rare.

Così partì anche la Maratona Televisiva, fu il primo impatto con le raccolte fondi attraverso la televisione e per qualche anno fu l’unica. Tutto il palinsesto i primi di dicembre si mobilitava per ospitare la raccolta attraverso le testimonianze di ricercatori, famiglie dei bambini colpiti da malattie genetiche rare e i suoi testimonial.

Si mobilitarono parecchi partener attraverso i quali si poteva donare, carte di credito, conti correnti bancari, ferrovie dello Stato, Lottomatica.

Da lì a poco molte altre Ong capirono l’importanza di tale operazione……non solo raccolta fondi ma anche comunicazione a un pubblico che allora poteva contare su numeri molto importanti.

Rai e Mediaset che si organizzarono con gli enti preposti: Rai per la Sostenibilità e Mediafriends, per poter vagliare le richieste e assegnare una settimana in cui entrare nei programmi proponendo le varie raccolte.

I primi a seguire l’esempio di Telethon furono AIRC, FAI, AIL, SAVE THE CHILDREN e tanti, tantissimi altri, forse troppi.

Piano piano gli strumenti delle prime raccolte fondi furono accantonati a favore del SMS solidale, un numero di 5 cifre con il quale donare attraverso l’invio di un SMS del valore di 2 euro.

Qualcuno una volta disse: con questo strumento le persone si lavano la coscienza con 2 euro. Aveva ragione!

Inizialmente le telefoniche assegnavano, dopo aver vagliato i vari progetti, in forma gratuita, il numero così detto solidale, per loro il ritorno era la presenza dei loro loghi, nei vari cartelli televisivi che andavano in onda.

Più tardi intuirono un business e iniziarono a farsi pagare l’uso di tali numeri…… diciamo che per l’uso del numero per 3 settimane il costo si aggira tra i 15 e i 20 mila euro.

Ma i loghi continuano ad andare in onda senza nulla dovere alle emittenti.

Ad oggi la Rai assegna quasi una campagna a settimana, il cui ambito spazia tra la ricerca, il sostengo ai più fragili e ai malati, il recupero di opere d’arte, il sostegno agli animali abbandonati etc. etc. Molte di queste associazioni sono di matrice internazionale che hanno sede anche in Italia. Queste ultime sono concentrate agli aiuti nei Paesi del terzo mondo.

Negli ultimi anni le cose sono cambiate parecchio, vuoi per i costi di produzione ed organizzazione di ogni singola Campagna, vuoi perché l’inflazione di questa pratica ha certamente disaffezionato il telespettatore ma anche e soprattutto le singole produzioni televisive, i suoi autori e gli stessi conduttori sono tutti molto meno disponibili, a meno che non gli si proponga un nome di testimonial per loro irraggiungibile…..

A questo proposito è giusto specificare che i testimonial che abbracciano le ONG lo fanno a titolo assolutamente gratuito e che sono, quotidianamente, tampinati da richieste.

Anche la Protezione Civile si serve, nelle varie emergenze che negli ultimi anni non sono mancate: terremoti, alluvioni, pandemia e guerre, del SMS solidale, impattando moltissimo sul fronte delle raccolte fondi.

Se si aggiunge che negli ultimi 10 anni, i dati d’ascolto delle televisioni generaliste sono in netto calo, i costi lievitati e gli incassi dimezzati, è chiaro che le oltre 240 mila ONG ufficialmente riconosciute solo in Italia, dovranno trovare altri mezzi per raccogliere fondi.

Tutto cambia, anche in questo ambito e bisognerebbe essere pronti a proporre un nuovo e più attuale sistema.


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