AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA

Marina è necessario aggiungere il cognome?

Gli amanti dell’arte sanno bene a chi mi sto riferendo sì è proprio lei la Abramovic ovvero la regina delle performance. Di lei sappiamo tutto o quasi fiumi di inchiostro sono stati consumati per descrivere le sue ispirazioni artistiche a cominciare dagli anni Settanta in cui mortificava il suo corpo usato come un foglio bianco sul quale scrivere la sua storia le sue più intime vicissitudini diventate poi, per mano dei vari critici, oggettivazioni universali atte a fotografare particolari momenti. Ricordiamo, a tale proposito, Rhythm 0 studio Morra 1975 consistente in un’azione di sei ore consecutive in cui l’artista, seduta accanto a un tavolino ove erano posizionati settantacinque oggetti di piacere e di dolore, si offriva, priva di volontà, alla mercé del pubblico senza remore, Imponderabilia (Galleria d’arte moderna di Bologna 1977) nella quale Lei e il suo compagno di vita Ulay si presentarono nudi l’uno di fronte all’altro costringendo lo spettatore a strisciare i loro corpi per entrare in galleria, Balkan Baroque1997 che le fruttò il Leone d’oro alla quarantasettesima Biennale di Venezia performance questa molto cruenta; Lei seduta, vestita di bianco su di un mucchio di ossa di animali, li raschiava e li puliva in una sorta di rituale catartico contro la mattanza della guerra nei Balcani. All’inizio poi del nuovo millennio nel 2005 la Abramovic in una performance Nude with skeleton sfidava se stessa. Detta performance rimandava ad un’antica usanza dei monaci tibetani che dormivano accanto a cadaveri per acquisire comprensione con un processo naturale di decomposizione. L’artista evocava tale tradizione stendendosi nuda con uno scheletro finto mentre il suo respiro veniva amplificato. Queste solo alcune delle folli performance di Marina Abramovic descriverle tutte davvero sarebbe difficile.

Ultimamente ha fondato una scuola per giovani artisti allievi che Lei stessa istruisce insegnando loro le sue passate performance affinché queste non vadano perdute, dopo la sua e noi le auguriamo lontana di partita, inoltre ha dato voce a prodotti di bellezza sponsorizzando in particolare creme per il corpo.

A questo punto io sono confusa e mi chiedo: Ma chi è Marina Abramovic?

L’artista spregiudicata, libera e scevra da ogni compromesso con se stessa e con il tempo, che ha abusato del suo corpo mettendolo a repentaglio più volte oppure una persona che, memore delle proprie azioni passate, poi alla fine vuole lenire con creme delicate le ferite procurate al suo corpo e forse alla sua anima dalle sue performance? Cosa spinge un’artista del hink et nunc a lasciare ai posteri i segreti del suo spirito ribelle affinché qualcuno un domani possa ricomporre i suoi gesti, le sue emozioni per riproporre le sue performance? Non vi è scuola che possa insegnare i sentimenti che hanno ispirato un’artista; l’arte è la cosa più spontanea libera e soprattutto inconscia che si possa immaginare. Eduardo scrisse Filumena Marturano in una sola notte non preoccupandosi minimamente del tempo impiegato; Carmelo Bene indicava il teatro come fatto personale per la propria realizzazione tanto che dichiarò che non aveva bisogno del pubblico, né del suo applauso. Quando fu chiamato, quale direttore artistico della Biennale d’arte di Venezia nel 1989, si gridò allo scandalo in quanto egli offrì al pubblico soltanto prove riguardanti l’allestimento del Tamerlano di Marlowe e il Baronetto di Klossowski. E” pur vero che viviamo ormai nell’epoca delle riproduzioni a tutti i livelli, grazie anche alla tecnologia che ci consente qualsiasi disgressione anche in campo artistico; per questo l’opera d’arte primaria ha perso il valore della unicità. Ma tutti i mezzi a disposizione non potranno mai riprodurre i sentimenti e le emozioni che ispirano le performance di un’artista così poliedrica e multimediale come Marina.

Quindi oso rivolgere un appello accorato alla “Regina” rassicurandola sulla tenuta della sua fama nel tempo quale musa ispiratrice per le nuove generazioni. La sua grandezza consisterà proprio nella sua unicità come persona e come artista irripetibile nel suo stile. Oggi più che mai i giovani hanno bisogno di miti e di credere in essi ed un mito non può essere riprodotto, si trattasse pure di Marina Abramovich.

Ai posteri ………..


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