ENRICO MATTEI. UN GRANDE ITALIANO, UN GRANDE VISIONARIO

In queste settimane ricorrono 60 anni dalla tragica morte di Enrico Mattei, presidente dell’ENI, partigiano, deputato eletto nella Democrazia Cristiana,  imprenditore di stato che attraverso  l’azione per l’indipendenza energetica dell’Italia, pose le basi e rese possibile  quello che tutto il  mondo riconosce come “il miracolo economico italiano” nel secondo dopoguerra.

Nella recente dichiarazione del presidente Sergio Mattarella vengono  magistralmente delineate  la figura, l’opera e l’attualità di Mattei:

La sera del   27 Ottobre 1962 esplose in aria il bireattore di Enrico Mattei, un Morane-Saulnier MS.760 Paris. Lui morì insieme al pilota, il comandante Irnerio Bertuzzi e il giornalista di Time Life  William F. McHane.

“Enrico Mattei moriva sessant’anni fa in un incidente aereo sul quale grava l’ombra di un criminale attentato. Mattei fu un protagonista della costruzione della Repubblica. Componente del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà sfilò a Milano con gli altri comandanti alla testa del corteo che celebrava, il 6 maggio 1945, la liberazione della città dalle forze nazifasciste. Fu uomo delle istituzioni, eletto Deputato al Parlamento dell’Italia democratica”.


“Mattei mise a disposizione la sua esperienza di dirigente industriale dando impulso alla ricostruzione con una forza e una capacità di leadership che lo hanno reso una personalità simbolo della ripresa produttiva del Paese nel dopoguerra – sottolinea Mattarella -. La sua visione fece del gruppo, che gli era stato affidato per liquidarlo, uno strumento rilevante di progresso del Paese e di definizione di un nuovo assetto nei rapporti internazionali, superando ogni tentazione neo-coloniale e puntando alla pari dignità tra i diversi attori, promuovendo e sostenendo le istanze di liberazione dei popoli. L’Italia e l’Eni divennero così interpreti di un atteggiamento costruttivo di sostegno al processo di decolonizzazione in atto, come nel caso dell’Algeria, per accordi equi nell’interesse reciproco”.

Il 25 ottobre, nel suo primo discorso alla Camera dei Deputati, la Premier Giorgia Meloni ricordava che

“Il prossimo 27 ottobre ricorrerà l’anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande artefice della ricostruzione post bellica, capace di stringere accordi di reciproca convenienza con nazioni di tutto il mondo. Io credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “Piano Mattei per l’Africa”, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area sub – sahariana. E ci piacerebbe così recuperare finalmente, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il ruolo strategico che l’Italia ha nel Mediterraneo”.

Il 16 novembre, alla Camera dei Deputati, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante l’informativa urgente per conto del Governo sulla gestione dei flussi  migratori, ha citato   il “Piano Mattei per l’Africa”:

“(…) In questa prospettiva, sul solco dei contatti con i paesi del Med 5, ho condiviso l’intenzione di presentare un piano volto a rilanciare l’impegno europeo in favore dei principali paesi terzi di origine e transito dei flussi migratori. L’Italia è a favore di un piano complessivo di sostegno e sviluppo del Nord Africa, che coniughi le misure per la crescita con quelle per la sicurezza e il contrasto al traffico di esseri umani, che soprattutto sia condizionato ad una maggiore collaborazione per la prevenzione delle partenze e per l’attuazione dei rimpatri. (…) serve un “Piano Mattei“ per l’Africa, cioè programmi di investimento di ampio respiro verso i paesi destinatari che hanno dinamiche demografiche esplosive, e che devono essere coinvolti nella gestione delle risorse messe a disposizione affinchè si realizzino processi di crescita duraturi e sostenibili. E questa è una scelta strategica per il futuro dei cittadini e delle istituzioni europee, ma anche per assicurare la realizzazione delle speranze delle giovani generazioni africane”.

Molte sono  le  iniziative pubbliche per questa ricorrenza, vari  i servizi dei TG, le presentazioni di saggi, gli speciali televisivi andati in onda su Rai – Rai Storia  e su  La7- Atlantide, le tavole rotonde e i convegni, non ultimo l’articolo di Gigi Riva “Mattei e Ustica- Misteri francesi” pubblicato dall’Espresso il 13 novembre 2022 e del quale tratteremo in seguito.

    In particolare vorrei segnalarvi una iniziativa  che si distingue dalle altre, la “Maratona Mattei per sempre”, promossa dalla ANPC – Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, un percorso in tre tappe a Roma il 27 ottobre, a  Rieti il 1 dicembre  e a  San Donato Milanese il 4 dicembre.

            Perché mi sembra interessante segnalarvi questo omaggio a Mattei ? Perché il filo conduttore è quello della assoluta attualità in questo momento storico dell’opera di Mattei e delle sue intuizioni, di quanto il suo esempio potrebbe esserci di insegnamento e guida  per affrontare le drammatiche crisi determinate dallo scontro planetario per l’energia, dall’emergenza climatica, dai problemi epocali posti dall’esodo dei migranti che fuggono da guerre, carestie, desertificazione e sconvolgimenti ambientali.

            Ma anche perché questo anniversario non sia uno dei tanti  che vengono dimenticati il giorno dopo, ma diventi uno stimolo di riflessione e di azione, che non si dimentichi quel periodo storico e lo spirito costruttivo che lo caratterizzò ma si traggano insegnamenti validi per l’oggi e per il futuro dell’Italia e dell’Europa.

            Basti ripensare alle parole pronunciate da Enrico Mattei davanti ad un uditorio di studenti africani alla Scuola di formazione ENI:

            «Noi italiani dobbiamo toglierci di dosso questo complesso di inferiorità che ci avevano insegnato, che gli italiani sono bravi letterati, bravi poeti, bravi cantanti, bravi suonatori di chitarra, brava gente, ma non hanno le capacità della grande organizzazione industriale. Ricordatevi, amici di altri Paesi: sono cose che hanno fatto credere a noi e che ora insegnano anche a voi. Tutto ciò è falso e noi ne siamo un esempio. Dovete avere fiducia in voi stessi, nelle vostre possibilità, nel vostro domani; dovete formarvelo da soli questo domani».

            Perché l’azione e l’opera di Mattei affonda le sue radici nella Resistenza, nella lotta per la libertà condotta da patrioti che combatterono insieme in guerra e che dopo  lavorarono insieme per il bene e il progresso della Patria e dell’umanità, in una visione di politica economica che vedeva lo stato/comunità  investire nelle grandi infrastrutture, nella sanità, nella educazione scolastica, nei beni pubblici sociali, esprimendo una guida politica  che sa guardare ai decenni futuri  per  uno sviluppo economico e sociale equo e solidale,  che diventa strumento indispensabile per combattere povertà,  disugualianze sociali, cambiamento climatico, guerre, sottosviluppo, analfabetismo.

             Concetti espressi  dall’On. Maria Pia Garavaglia, Presidente Nazionale dell’ANPC,  durante l’intervento introduttivo  il 27 ottobre scorso:

“A noi dell’ANPC, di cui Enrico Mattei è stato il fondatore, tocca un compito speciale, fare in modo che non sia solo la celebrazione di quel grande italiano, di quel grande imprenditore ma anche del partigiano. Ci interessa fare in modo che in qualsiasi maniera, parlando di lui, emerga una memoria che non è una data nella storia, ma è una concezione del modo di stare in una comunità da cittadini, di stare in una comunità come è descritta nella Carta costituzionale, che è il risultato della lotta partigiana; la Costituzione che  vige in Italia non è venuta  da nessuna altra fonte se non dalla lotta partigiana. (…)

E da partigiano Mattei  è stato scelto per cominciare un’avventura che l’ha portato all’ENI,  perché è stato il CLN che gli ha affidato l’AGIP da commissariare e quindi da chiudere, ma ha trovato degli statisti che non si impiccavano sulle loro idee. De Gasperi non ha detto è da liquidare , si liquida:  quando Mattei ha spiegato il progetto ha capito che era un progetto coraggioso, e il coraggio a chi aveva messo in gioco la propria vita con la lotta partigiana era un coraggio che costava molto meno che lavorare all’interno del paese”.

Nel programma sopra riportato,  oltre alle testimonianze e ai  ricordi postumi  di quanti hanno operato con Mattei durante la lotta partigiana o  sono stati protagonisti della nascita e della  grande avventura imprenditoriale del gruppo Eni ( tra i quali  Pionieri e Veterani Eni), sono da segnalare tre interventi:

la lectio magistralis il 27 ottobre del prof. Aldo Ferrara,” Enrico Mattei .
Il visionario”, una documentata disamina delle sfide imprenditoriali  ispirate dal Codice di Camaldoli, 18-24 luglio 1943, dove si riunirono alti esponenti di quella che diventò la Democrazia Cristiana,  della azione nel contesto geopolitico del tramonto del colonialismo, della centralità dell’Italia e della Sicilia nello scacchiere Mediterraneo come palcoscenico centrale della politica estera occidentale e della geo-politica energetica. Il Prof. Ferrara, saggista ed editorialista, è autore tra gli altri di tre saggi che indagano su salute, economia e equilibri geopolitici legati ai combustibili fossili :”La vita al tempo del petrolio” (2017), “Oil Geopolitics” (2019) e “Enrico Mattei – Il visionario” (2022). Di seguito vi proporrò alcuni punti salienti del suo intervento.

Il secondo appuntamento della “Maratona Mattei per sempre“  si tiene il 1 dicembre a Rieti con l’inaugurazione della mostra fotografica con materiali dall’Archivio ENI, e il terzo appuntamento  a San Donato Milanese il 4 dicembre, dove sono previsti tra le altre testimonianze: 

la lectio magistralis sulla figura di Enrico Mattei che terrà il dott. Maurizio Gentilini, saggista, dirigente del CNR e consigliere nazionale ANPC;

gli interventi “Da Mattei all’Ucraina” dell’On. Patrizia Toia, parlamentare europea nelle liste del Partito Democratico, e del dott. Vincenzo Calia – il Magistrato che alla Procura di Pavia negli anni 2003 /2005 condusse la terza inchiesta sulla morte di Mattei dimostrando che l’esplosione in volo fu causata da un ordigno nascosto sull’aereo – autore con Sabrina Pisu del libro “Il caso Mattei- Le prove dell’omicidio del presidente dell’Eni dopo bugie, depistaggi e manipolazioni della verità”.

Di seguito riporto alcuni estratti dalla lectio magistralis del prof. Ferrara, che ha ricordato come Mattei sia  una figura che si staglia come un gigante tra passato e futuro. 

Il percorso di ricerca storico scientifica del prof. Ferrara  riguarda l’economia internazionale, “un percorso nato nel 2016 con il primo volume “Oil Geopolitics. Le condotte insostenibili” che prefigura con tre anni di anticipo lo scenario che si sarebbe verificato : la guerra in Ucraina, lo strapotere di Putin, lo strapotere dell’Eurasia nella geopolitica internazionale del petrolio; la coincidenza di questi elementi geopolitici  fa sì che se oggi si parla di geopolitica si parla di geopolitica del petrolio”,    e poiLa vita al tempo del petrolio. Oil lifestyle – 2018e  il nuovo libro di prossima pubblicazione “L’economia nella crisi energetica”.

Il prof. Ferrara individua alcuni punti di quella che, delineata da  una figura poliedrica ed assolutamente straordinaria come Mattei,   si può definire come “Dottrina Mattei”.

  1. Mattei partigiano

Mattei si avvicinò alla Resistenza nel 1943, allontanandosi da Milano per la natale Matelica nelle Marche  dove entra nelle formazioni partigiane “bianche”. Sfugge ad un rastrellamento e ritorna a Milano e in val d’Ossola entrando in clandestinità e  nel 1944 , su richiesta di Giuseppe Spataro ( tra i fondatori della Democrazia Cristiana, già vicesegretario nazionale del Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo), diventa componente  del comando Generale CVL-Corpo Volontari della Libertà del Nord Italia quale esponente del Partigiani Cristiani in sostituzione del comandante Galileo Vercesi fucilato a Fossoli ( MO) . Con Mattei le Brigate del popolo di estrazione democristiana, nel giro di due  mesi passano da 2.000 a 20.000 unità combattenti e alla liberazione  conteranno  oltre 65.000 unità (  su un totale stimato di circa 200.000 combattenti partigiani).

Arrestato a Milano dai nazi-fascisti, portato nel carcere di Como diretto dal “famigerato Saletta”, viene condannato alla fucilazione, ma riesce a scappare con l’aiuto di una suora.

Su Mattei partigiano troviamo riflessioni interessanti nel libro “All’Agip io c’ero- La tragica fine di Enrico Mattei non fu un incidente”,  pubblicato postumo nel 2022. L’autore, Giuseppe Accorinti, dal 1960 al 1996 dirigente Agip,  poi Amministratore Delegato e Vice Presidente Estero e presidente della scuola Enrico Mattei, è stato per molti anni  membro del Consiglio Nazionale dell’ANPC. Accorinti ricorda che (pag 28)

            “ Oltre alla attività operativa di lotta, nella Resistenza (Mattei) aveva anche la funzione di intendente e tesoriere del comando generale: si conquistò nell’ambiente partigiano apprezzamenti per la puntualità quasi “maniacale” (espressione usata anni dopo in un’intervista all’archivio storico dell’ENI da Luigi Longo del PCI, importante componente del CLN) nel presentare a guerra finita i rendiconti delle cifre ricevute a sostegno dei costi della lotta partigiana e i relativi importi di spesa” (…)

Mattei svolge un ruolo molto importante tra la componente cristiana dei partigiani al punto da essere uno dei  capi che sfilarono, alla testa del corteo dei partigiani vittoriosi a Milano il 6 maggio del 1945, insiemeaGiovan Battista Stucchi (Partito Socialista Italiano), Ferruccio Parri (Partito d’Azione), Raffaele Cadorna (comandante CVL, monarchico), Luigi Longo (Partito Comunista Italiano), Mario Argenton (Partito Liberale Italiano), Fermo Solari (vice-comandante CVL, Partito d’Azione) .

Parate partigiane del 6 maggio 1945 vertici del Clnai [Fonte Istituto Nazionale Ferruccio Parri – Milano Libera]

Va ricordato che  Mattei fondò e fu il primo presidente della  ANPC Associazione Nazionale Partigiani Cristiani  nel 1952 e che  nel periodo 1959/1962 (dopo Raffaele Cadorna),  fu Presidente  della Federazione Italiana Volontari della Libertà, quindi nel periodo del governo Tambroni e dei moti a Genova il 30 giugno 1960 contro il Congresso Nazionale del MSI, e del primo governo Fanfani che aprì la strada ai governi di Centro-sinistra.

Il prof. Ferrara su Mattei partigiano sottolinea come

“la presenza dei cattolici nella Resistenza  ha un suo razionale scientifico, che nasce nella dottrina del “Codice di Camaldoli “– 18-24 luglio 1943, dove si riunirono alti esponenti di quella che diventò la Democrazia Cristiana . Tra questi alcuni giovani economisti tra cui Sergio Paronetto che introdusse concetti di carità cristiana nell’economia dello Stato, che neanche noi socialisti abbiamo saputo concepire.  Se guardiamo agli enunciati del codice di Camaldoli ci sono tutte le premesse per cui questo gruppo di “mascalzoni economisti” potevano concepire il percorso che l’Italia libera avrebbe fatto negli anni successivi. Introducendo il concetto fondamentale della famiglia come nucleo essenziale e portante della comunità che si chiama Stato. In pratica riassume tre  secoli di storia, da Luigi XIV ( Lo stato sono io) alla Rivoluzione Francese (lo stato siamo noi) , introduce il concetto di libertà, di eguaglianza e di solidarietà nella dottrina economica dello stato. E questo Mattei lo ha recepito in modo totale”.

Si ricorda l’importanza dell’approvvigionamento autonomo italiano di combustibili fossili  al più basso prezzo possibile, il carburante, il petrolio, la benzina, il metano, il gas, un  concetto fondamentale per far ripartire l’industria. Costruisce nel giro di 6 mesi la rete di metanodotti che passa da 2 chilometri a duemila chilometri in tutta la  Lombardia e alimenta il motore propulsivo industriale  italiano.   Senza quel metano non ci sarebbe mai stato il miracolo  economico .

Il suo obiettivo era la centralità del Mediterraneo, per due grandi motivi: la centralità della Sicilia che è parte dell’Italia, la vicinanza con i paesi arabi del Nord Africa, la voglia spasmodica di rendere questi paesi, da partigiano, liberi dal colonialismo. A cominciare dagli  accordi di collaborazione  con il presidente egiziano Nasser dal 1955 ”.

  • La presenza dello stato in economia.

“La presenza dello Stato nell’economia. Il concetto keynesiano aveva avuto una battuta d’arresto con Bretton Woods, dove era prevalsa l’ipotesi liberista di Mc Kinley, l’abolizione del Gold Standard. Keynes aveva una idea molto lucida sul ruolo degli investimenti,  più lo Stato investe    più si attiva un fattore di moltiplicazione del reddito e sull’occupazione e lo sviluppo, sul singolo individuo di quello stato .

Il fattore di moltiplicazione di Keynes diventa un elemento straordinariamente positivo, non solo per lo Stato ma per la sua comunità statale. Più sono gli investimenti tanto maggiore è il rendimento, è il contrario di una politica esclusivamente economica che si può riassumere nel diamo danaro a tutti . E’la scelta economica di investire per creare lavoro, occupazione  e per la distribuzione paritetica dell’investimento”.

  • Energia bene pubblico sociale.

“Andare a ricercare le fonti energetiche con il prezzo più basso possibile, quindi oltre la regola del 50/50 che era delle holding petrolifere,  con la”formula Mattei” del 75/25, introducendo il concetto che l’energia è un bene pubblico sociale sul quale investire perché tutti noi italiani quando andiamo alla pompa del carburante siamo tutti uguali. E l’Eni doveva consentire a tutti i cittadini il prezzo più basso possibile.

Si ricorda il 1962 per il governo Fanfani che volle l’ENEL Ente nazionale energia elettrica , perché gli italiani avevano diritto ad avere l’energia al prezzo più basso. E furono introdotte le fasce sociali, per le quali si paga in funzione del reddito.

Fu la politica del centro sinistra che portò avanti Moro, e generò risultati straordinari , in particolare nella sanità e nella educazione. Un percorso che portò alla legge  Luigi Mariotti  del ’68,  gli ospedali pubblici per tutti. Ed è  del 1978 la legge 833 Anselmi che riassettava la Sanità come concetto ubiquitario e universale.

Questo percorso si  iscrive nella politica di Mattei con l’ENI , proprio con la legge 136 del 1953 che  applica il concetto dello Stato come gestore di un ente  nazionale di energia che diventa bene pubblico sociale”.

Il welfare aziendale.

“Il welfare aziendale esteso ha anticipato quello che nei nostri giorni è l’azionariato e partenariato diffuso . Un tempo c’era la compartecipazione agli utili nelle aziende, oggi si deve parlare di cointeressamento del personale nello sviluppo e nella politica aziendale”.

La fase storica della fine del colonialismo

“Esportazione della democrazia nei paesi ex coloniali. Mattei finanziò l’FLN algerino,  il rapporto con Nasser e il tentativo di entrare in Iraq. Di  particolare rilievo il ruolo di Mattei nel promuovere la conferenza di Bandung del 17-24 aprile 1955, l’Asian-African Conference , la politica dei paesi non-allineati che  costituiva la molla di scarico tra i due blocchi, e in particolare nel Mediterraneo per neutralizzare la guerra fredda. Un percorso  che continuò promuovendo la conferenza di Belgrado nel 1961  dei Paesi non allineati.

Mattei ebbe un ruolo nella crisi di Suez contro gli anglo/francesi,  premeva perché il canale fosse libero per consentire il passaggio delle petroliere dall’Iran e la prima petroliera a percorrere il canale fu la “Ravenna” dell’ENI con il greggio iraniano destinato all’ Italia”.

L’importanza dei rapporti con l’URSS.

“Mattei intuì l’importanza dell’URSS per la politica energetica italiana, nonostante i contrasti politici. Nel  1960 l’incontro con Aleksej Nikolaevič Kosygin, primo vice ministro e poi dal 1964 premier  dell’URSS, con il quale stabilisce un rapporto di proficua intesa. Con il risultato di ottenere il  prezzo di 0,67 dollari al barile quando la Russia esportava petrolio in Europa a 1,59 dollari al barile . Oggi noi paghiamo 120/150 dollari al barile .

“Mattei  fu  colui che intuì il potenziale dei giacimenti  in Russia: attualmente ci sono in Russia 72 giacimenti Gazprom ciascuno dei quali porta più di un trilione di metri cubi l’anno.

Mattei sapeva che c’erano, e quando andò a trattare con Kosygin la fornitura di greggio la Russia produceva 3 milioni di barili all’anno,  oggi produce 13 milioni di barili al giorno, come gli USA, che con il sistema fracking di ricerca e perforazione obliquo, (…) arrivano  ad un surplus rispetto al fabbisogno”.

Petrolio pagato con tecnologia.

“Ma Mattei ebbe un’altra grande intuizione che nacque da un altro “mascalzone democristiano” che era quel genio di  Giorgio La Pira. Il quale gli fece la famosa telefonata per salvare il  Nuovo Pignone di Firenze . Mattei era contrarissimo a prendere delle industrie decotte, tuttavia accettò e  trasformò il Nuovo Pignone facendolo diventare una sorta di  banca tecnologica dei pagamenti. Perché il Nuovo Pignone costruiva materiali industriali, pompe, manometri, tutto quello che serviva per l’estrazione del greggio e del gas. E  spesso, soprattutto con i paesi arabi,  invece di pagare in contanti, Mattei pagava con la tecnologia che offriva l’Italia: gomma sintetica, acciaio, saracinesche, pompe, manometri, tecnologie realizzate dalle industrie italiane.

Il prof. Ferrara illustra come siano mutati i cartelli dell’energia nel mondo, ponendosi la  domanda “ Ma cosa avrebbe fatto Mattei in una situazione come quella di oggi?” .

“Difficile dare una risposta, ma oggi la competizione è molto complicata. Per la presenza di vari scacchieri planetari : Mediterraneo, Eurasia,  Artico- Nord Atlantico , gli Stati Uniti e i BRICS , i paesi emergenti che non hanno una collocazione di vicinanza  geografica- petrolifera, ma  la hanno dal punto di vista geopolitico ( Brasile, Russia, India Cina ,  e Sud Africa) . Il cartello di ieri era quello delle 7 sorelle. Oggi abbiamo le  componenti Russe dominanti nel mercato della geopolitica che sono Gazprom, Socar, Lukoil, Rosneft, Transneft, Novatek.”

“Noi possiamo fare tutte le sanzioni possibili, ma non possiamo abolire i contratti ENI con Gazprom, non possiamo abolire le concessioni che sono state fatte  a  Lukoil, e soprattutto le concessioni di vendita, perché la Lukoil in Sicilia ha comprato  l’ISAV  da Garrone , ed è la più importante raffineria di Priolo.

E quello che costituisce il nucleo duro della forza russa è il così detto CSTO, patto organizzativo e amministrativo tra Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan, Kirghisistan e Kazakistan con la Russia, che ha trasformato la potenza militare in potenza economica.

E poi c’è il nuovo OPEC con l’ingresso di nuovi paesi come Brasile, Venezuela, Malesia. La centralità del Mediterraneo che ha scoperto Mattei, è una centralità che oggi ci farebbe molto comodo, di fronte al nodo scorsoio russo che sta affogando l’intero continente europeo.

E oggi ci troviamo nella necessità di una grande transizione ecologica ed energetica. I paesi grandi produttori sono extra europei, l’Europa è assediata da paesi produttori di petrolio e costretta ad una transizione energetica, perché la vita che noi conduciamo, la cosiddetta vita Oil Life Style, ha creato problemi ambientali e di salute di gravissima portata.

E’ stata condotta una ricerca complessa per stabilire che l’uso di risorse fossili è determinante per lo sviluppo di patologie tumorali”. E in particolare il prof. Ferrara fa riferimento ai dati pubblicati nel  suo libro del 2017 “La vita ai tempi del petrolio”.

Ma ritorniamo alla domanda: cosa avrebbe fatto Mattei oggi?

“Cosa avrebbe fatto Mattei oggi? Mattei, nel 1955 aveva già strutturato la sua centrale nucleare a Latina, che doveva essere la prima di tre o quattro, che poi non si sono verificate perché anni dopo il presidente del Consorzio Nucleare Italiano Felice Ippolito fu arrestato, perché nessuno voleva che l’Italia seguisse il percorso nucleare, era una potenza che aveva perso la guerra. Oggi ci troviamo in grande difficoltà perché siamo assediati da potenze che hanno una grandissima capacità estrattiva e noi abbiamo una naturale sofferenza per lo sviluppo delle rinnovabili, rispetto alla Germania e all’intera Europa. Se noi non alziamo il livello di queste rinnovabili, avremo problemi per decine d’anni. Ricordiamo l’opera di ricerca dell’ENI sulla produzione dei biocarburanti, che potrebbe essere la via più soft per attenuare la transizione ecologica così rapida e così sproporzionata verso l’elettrico, quando le nostre centrali elettriche vanno a turbo gas o a carbone”.

In conclusione il prof. Ferrara lancia una proposta,  subito accolta dalla presidente Garavaglia, la proclamazione del 27 ottobre come Giornata Italiana dei Pionieri dell’Energia e dello Sviluppo Sostenibile.

“Ho cercato di dimostrare come Mattei sia una figura centrale dello sviluppo dello stato nell’economia. E’ dalla sua attività che si può capire perché lo Stato deve essere presente nell’economia nel fallimento del mercato monopolistico.

La proposta è quella di vivificare la memoria storica, perché domani si saranno dimenticati tutti di Enrico Mattei, ma noi dobbiamo tenere molto ferma la nostra posizione, e fare in modo che siano ricordati l’esempio e l’opera di  personaggi che hanno dato luogo alla Resistenza e che hanno applicato quei principi del Codice di Camaldoli nella attività amministrativa di tutti i giorni, nei  Comuni, nelle Regioni e nel Governo nazionale, e quindi  la proposta è che la ANPC si faccia parte diligente nel promuovere il 27 ottobre Giornata Italiana dei Pionieri dell’Energia e dello Sviluppo Sostenibile. C’è una giornata il 22 giugno dedicata ai martiri del lavoro e al risparmio energetico e alla società sostenibile. Ma questa è un’altra cosa: questa è un’altra cosa: questa è la giornata  è dedicata ai pionieri che hanno dato la vita per il nostro Paese”.

La “formula Mattei”,  l’Agip nucleare.

Prima di avviarci alla conclusione di questo breve excursus sulla figura e la visione di politica economica di Enrico Mattei, vorrei proporvi di ritornare a riflettere su due temi toccati dal prof. Ferrara: la formula Mattei dell’upstreame l’Agip nucleare e la centrale di Latina.

In questo mi faccio aiutare dal già citato libro di Giuseppe AccorintiAll’Agip con il principale io c’ero” , proprio perché l’autore è stato uno dei principali collaboratori di Mattei e ha vissuto in prima persona quella stagione irripetibile della evoluzione della politica energetica italiana in Nord Africa e nel Vicino Oriente.

   Copertina e quarta di copertina del libro “All’Agip con ‘il Principale’ io c’ero” di Giuseppe Accorinti

La “formula Mattei dell’upstream”.

Sappiamo che Mattei lavorò alla indipendenza energetica italiana e a contrastare e a sfidare quello che allora era il monopolio delle “sette sorelle”. Ricordiamo che  l’”upstream”  è la più rischiosa, ma la più redditizia,  attività legata al mondo degli idrocarburi. Si articola in quattro fasi, ciascuna con i suoi oneri caratteristici: acquisizione dei titoli minerari / diritti di sfruttamento; esplorazione (ricerca geologica e sismologica, perforazioni); sviluppo (allestimento dei siti estrattivi di riserve provate); produzione (estrazione a fini di commercializzazione).

Accorinti (pag 74 e segg.) ricorda che nel 1992 invitò a Matelica in occasione del 40° anniversario della morte di Mattei l’americano David S. Walsh dello School of Foreign Service di Washington.

            “Lui stesso scelse il titolo dell’intervento ‘David vs Goliath’: “Enrico Mattei and the ‘seven sisters’. A political and economic challange”. Painters ci spiegò:

Quando Eni nacque le sette maggiori compagnie petrolifere (le statunitensi Exxon, Mobil, Chevron, Texaco e Gulf, l’inglese British Petroleum e la Shell- 60% Olandesi e 40 % inglesi) controllavano più del 90% delle riserve mondiali del petrolio al di fuori degli Stati Uniti, Messico e paesi comunisti; il 90% del petrolio nel commercio internazionale; il che consentiva loro di esercitare un controllo informale dell’economia del petrolio nel mondo mantenendo i prezzi a livelli molto proficui.

Accorinti ricorda come Mattei partì all’assalto delle compagnie internazionali

“portando la concorrenza proprio sui loro territori storici, anche perché già nella seconda metà degli anni ’50 aveva avuto la grande intuizione di applicare una nuova modalità contrattuale per gli acquisti di petrolio greggio. Si trattava di quella modalità poi chiamata ‘formula Mattei’, un sistema innovativo che metteva in società Agip Mineraria con il paese produttore; e anticipava così il fatto che i paesi produttori prima o poi si sarebbero appropriati delle risorse del proprio sottosuolo, il che si è puntualmente verificato dieci anni dopo la tragica scomparsa di Mattei con la prima grande crisi petrolifera del 1973, quando il prezzo del greggio nel giro di un anno era quadruplicato schizzando da 3 a 11,5 dollari/barile, e con una seconda crisi petrolifera che si verificò alla fine degli anni ’70 portando il valore del greggio intorno ai 40 dollari”.

La “formula Mattei”, fu veramente rivoluzionaria,

prevedeva la partecipazione azionaria del paese, in una nuova società a due e, in caso di ritrovamento di petrolio greggio, oltre alle royalties del 50% anche un ulteriore 25 % derivante dalla quota azionaria nella società a due che aveva trovato il petrolio.

Devo essere più chiaro: è vero che il paese produttore con la ‘formula Mattei’ di fatto veniva ad aumentare il proprio introito al 75%, ma questo 25% in più non era un aumento delle royalties ma derivava dal fatto che il paese produttore era entrato con i suoi soldi in società con l’Agip per la ricerca e quindi il 25% era il profitto del successo della ricerca. Soprattutto questo fatto, che faceva diventare il paese produttore anche operatore nel processo di ricerca e di vendita del greggio, fu un elemento che irritò molto le compagnie internazionali che fino ad allora avevano operato in totale autonomia in tutte le fasi della ricerca e della vendita del greggio, limitandosi a pagare royalties riferite a un prezzo base che loro stesse determinavano.

E Accorinti sottolinea  che il grande colpo decisivo

“sarebbe stato il contratto relativo al greggio e al metano algerino, che avrebbe dovuto firmare ad Algeri con l’ex capo della resistenza algerina Ben Bella, il 5 novembre 1962, pochi giorni dopo la sua tragica scomparsa, e ciò a conclusione di una lungimirante politica di sostegno che Mattei aveva sempre perseguito nei confronti dell’FLN (Fronte di Liberazione Nazionale) algerino.  Un contratto anche molto importante dal punto di vista politico perché la Francia del generale De Gaulle (…) aveva accettato l’idea che per lo sfruttamento dei grandi giacimenti scoperti nel Sahara algerino si sarebbe potuta costituire una società a tre fra il nuovo governo algerino indipendente, la società di Stato francese Elf-Erap e l’Eni. Nel programma Mattei aveva previsto -quasi 70 anni fa – la realizzazione di un metanodotto per l’Italia attraverso lo stretto di Gibilterra. La Spagna e la Francia meridionale.

E Accorinti sottolinea come il sogno di Mattei si realizzò venti anni dopo con il gasdotto sottomarino tra Tunisia e Sicilia, con tre tubi posati per la prima volta al mondo a 600 metri di profondità. Una via al rifornimento energetico costante e certo per l’Italia, frutto anche di quella ricerca e innovazione tecnologica alimentata dalla professionalità  di quella generazioni di giovani manager Snam che Mattei aveva voluto e inventato.

Veniamo al secondo punto: 1956-1963  l’Agip Nucleare e la centrale di Latina.

Accorinti (pag. 255) ricorda come Mattei fosse convinto che per lo sviluppo dell’Italia occorressero sempre maggiori quantitativi di energia elettrica a prezzi competitivi. Eni attraverso Agip e Snam copriva già oltre il 35% del fabbisogno energetico attraverso metano e olio combustibile, ma sarebbe stato necessario il ricorso alla nuova fonte energetica rappresentata dall’energia nucleare, in grado di produrre energia elettrica a prezzi competitivi.

Erano gli anni del dibattito, portato avanti dal PSI, in particolare Lombardi, per la nazionalizzazione dell’energia elettrica, e nel 1956 iniziò a ipotizzare un ingresso di Eni nel settore della produzione elettrica da nucleare.

“Costituì la società Agip Nucleare, di cui lui stesso era presidente, e l’amministratore delegato era l’ingegner Gino Martinoli, ex-Olivetti ed ex-Necchi, poi Iri e poi fondatore con De Rita del Censis. Fu dunque avviata la progettazione della centrale di Latina, collocata a distanza utile per portare energia elettrica a Roma.

Su Agip Nucleare ho raccolto qualche anno fa la testimonianza di un giovane ingegnere che aveva lavorato alla centrale e che, appena assunto, era stato mandato ad addestrarsi in Inghilterra a spese Eni, come anche altri ingegneri e fisici, perché nelle università italiane si era cominciato da troppo poco tempo a studiare l’energia nucleare. La tecnologia impiegata per la centrale fu infatti quella inglese: Mattei rinunciò alla tecnologia americana che invece era stata scelta nello stesso periodo dall’impianto sul Garigliano dalla società privata Sme (Società Meridionale Elettricità poi confluita in Enel) che, se non sono stato male informato, ebbe alcuni problemi tecnici. (…) Mi ha raccontato che l’ingegner Mattei, per assicurarsi che i tempi di realizzazione fossero rispettati,  andava di persona  in elicottero a fare un sopralluogo sul cantiere a Latina più o meno ogni due settimane per verificare lo stato avanzamento lavori”.

Accorinti prosegue ricordando come nel 1959 costituì la Somiren (Società Minerali Radioattivi Energia Nucleare) per l’approvvigionamento di uranio, e si scoprirono giacimenti di minerale uranifero a Novazza (BG) e in Val Maira in Piemonte. E si era anche posto (con largo anticipo)  il problema dello smaltimento delle scorie nucleari, per questo era stato individuato il sito di Scanzano in Basilicata.

Accorinti si chiede, visto che l’Italia   importa tra il 15 e il 20 % del proprio  fabbisogno di energia elettrica da Francia, Svizzera e Slovenia che hanno tutte centrali nucleari ai nostri confini, se Mattei fosse stato ancora vivo al momento del referendum sul nucleare nel 1987 ( avrebbe avuto 81 anni),

chissà se ci sarebbe stato lo stesso esito che segnò da parte del nostro paese l’erroneo abbandono del nucleare, con il gravissimo e costosissimo risultato che paghiamo l’energia elettrica mediamente il 30 % in più rispetto ai paesi europei che hanno adottato il nucleare”.

Ma la lungimiranza visionaria di Mattei, che scontò anche gli ostacoli da parte del mondo dell’industria elettrica privata, che lamentava l’ennesima invasione di campo da parte del presidente Eni, viene descritta da Accorinti in un suo colloquio nel 1996 con l’anziano ingegner Martinoli ( l’A.D. della allora Agip Nucleare). L’anziano dirigente raccontò che

“in uno degli studi richiesti da Mattei nel 1958 su una prospettiva di fabbisogno di centrali elettronucleari in Italia, in uno scenario che Mattei aveva chiesto di spingere sino al 2000, si ipotizzava la necessità di 40 centrali elettronucleari in Italia da 250 megawatt ciascuna delle dimensioni di quella di Latina. Martinoli mi aveva raccontato che con franchezza a quei tempi aveva considerato quella prospettiva assolutamente fantasiosa, ma poi Martinoli aggiunse:

‘ Mi sembravano troppe 40 centrali, ma a ripensarci bene la Francia, che quando fu avviata la centrale di Latina nel 1958 non aveva programmato nessuna centrale nucleare, invece dalla metà degli anni ’60 al ’90 aveva in funzione ben 55 centrali nucleari che rifornivano l’energia in Italia e per lo più ubicate a poca distanza dalle nostre frontiere”.

Le ultime ipotesi sui mandanti dell’attentato all’aereo di Mattei e l’inchiesta del dott. Vincenzo Calia.

Attraverso le testimonianze di Giuseppe Accorinti e le riflessioni evocate nella lectio magistralis del prof. Ferrara, (contenute in modo più ampio e dettagliato nel suo libro “Enrico Mattei Il visionario”), spero di aver offerto qualche elemento di riflessione sulla attualità della figura e sull’opera di Enrico Mattei. Sicuramente avremmo bisogno di avere altri italiani così visionari e così geniali come lui (e come Adriano Olivetti).

Come ricordato all’inizio, la scelta di privilegiare il racconto di Mattei delineato dalla iniziativa “Maratona Mattei- Mattei per sempre” si sviluppa in tre appuntamenti. L’ultimo il 4 dicembre a San Donato Milanese, la città simbolo dell’Eni.

In quella occasione , tra gli altri sarà possibile ascoltare l’intervento del dott. Vincenzo Calia,  il  magistrato di Pavia (oggi in pensione) che nel 1994 riaprì le indagini e dieci anni dopo nel marzo del 2003, smontando la tesi dell’incidente, accertò che l’aereo era stato sabotato, senza però riuscire a risalire agli esecutori e ai mandanti.

Recentemente, in un articolo pubblicato sull’Espresso il 13 novembre 2022, “Mattei e Ustica. Misteri francesi”, il giornalista  Gigi Riva riporta alcune recenti dichiarazioni di Calia relative al possibile coinvolgimento dei francesi nell’attentato a Mattei, che si era inimicato la Francia per il sostegno alla lotta di liberazione dell’FLN algerino, “tanto da ricevere minacce dall’OAS (Organisation de l’Armée Secrète) che combatteva contro l’indipendenza del paese africano”.

Le prime tre  pagine dell’articolo di Gigi Riva sull’Espresso del 13 novembre 2022  

 Abbiamo sopra ricordato che  il presidente dell’Eni era pronto a siglare un importante accordo con l’Algeria di Ben Bella per il petrolio e il gas nel Sahara algerino, e Calia commenta che “I francesi hanno sempre ritenuto l’energia del Nord Africa roba loro. Mattei era un elemento di disturbo”. Nell’articolo Calia ricorda che nella sua inchiesta aveva ascoltato anche la deposizione dell’ammiraglio  Fulvio Martini, ex direttore del Sismi, il quale

aveva parlato senza indugi di responsabilità francese, tenuto conto della determinazione con cui agivano nel continente africano. Considero la sua deposizione significativa e meditata”.

E Calia riporta il parere del professor Francesco Forte, vicepresidente Eni dal 1971 al 1975, “secondo il quale all’interno dell’ente di Stato era pacifico per tutti che Mattei fosse stato ucciso dai francesi”.

Ma nell’articolo si passa dalla cronaca alla letteratura:

            “Solo di recente l’ex magistrato Vincenzo Calia è venuto in possesso di un libro pubblicato nel 1968 da Fayard in Francia “Le Monde parallèle ou la Vérité sur espionage”. Una raccolta di storie raccontate dal comandante di vascello Henri Trautmann, ex ufficiale dello Sdece (servizi segreti per l’estero e il controspionaggio), usato l’anno prima per una serie di documentari  poi riprodotti in volume da tre autori, Yves Ciampi, Pierre Accoce e Jean Dewever.

Al capitolo dieci una folgorazione. Perché è trasparentemente riprodotta pur con nomi e luoghi mutati, la vicenda di Mattei con un dettaglio che poteva essere noto solo a chi come minimo sapeva molto dell’attentato. Il meccanico di fiducia  di Mattei, Marino Loretti, era stato rimosso dall’incarico con una falsa accusa ( morirà in seguito in un altro incidente aereo dai contorni sospetti) e sostituito. Nella finzione letteraria è tale Laurent (…) che manomette il bimotore per provocare il finto incidente. Per il loro volume di recente pubblicazione (“L’Italia nel petrolio e il sogno infranto dell’indipendenza energetica”,  Feltrinelli) Giuseppe Oddo e Riccardo Antoniani hanno rintracciato nel 2020 Pierre Accoce, l’unico dei tre autori del libro francese ancora vivente, il quale confermò:

‘Le storie che pubblicammo erano adattamenti televisivi di una serie diretta da Yves Ciampi. Erano vicende di spionaggio al limite della realtà in cui alla fine di ogni episodio appariva, come garante della veridicità narrativa un uomo sempre lasciato in penombra, il capitano Trautmann soprannominato l’ammiraglio’.

            E assicurò che i fatti narrati sono  autentici. Morì tre mesi dopo”.

            Dopo aver riascoltato  le parole dell’ex giudice Calia nell’intervista di Andrea Purgatori,  aver riletto  le sue parole nell’intervista di Gigi Riva, e aver riletto il suo libro “Il caso Mattei- Le prove dell’omicidio del presidente dell’Eni dopo bugie, depistaggi e manipolazioni della verità”, penso che possa   essere molto interessante ascoltare l’intervento dell’ex giudice Vincenzo Calia a San Donato Milanese il 4 dicembre. Forse potrà aiutarci a capire meglio il mistero della morte di Mattei.

E per chi non potesse partecipare il 4 dicembre,  ricordo che tutte le video registrazioni di “Maratona Mattei per sempre”, sono  visionabili al link del sito dell’ANPC:

Sarà mia cura riportare in un prossimo articolo una breve cronaca dell’evento “Maratona Mattei per sempre”  del 4 dicembre.

            In allegato ho raccolto alcuni link di materiali fotografici e televisivi su Enrico Mattei dagli archivi   della Rai e dall’archivio Eni.

Gianfranco Noferi – 19 novembre 2022

Alcuni materiali fotografici e televisivi relativi a Enrico Mattei.

  • Durante gli appuntamenti della “Maratona Mattei per sempre”, l’ANPC in collaborazione con l’ENI ha allestito una mostra fotografica relativa a Mattei. Le date e i luoghi degli eventi sono riportati nella locandina all’inizio dell’articolo o al link
    https://anpcnazionale.com/2022/10/10/maratona-mattei-per-sempre/
  • L’ APVE – Associazione Pionieri e Veterani Eni, pubblica sul sito Enrico Mattei sequenza 118 foto (pionierieni.it) una sequenza di 118  foto d’archivio destinate  ad una proiezione durante le attività pubbliche dell’associazione stessa senza necessità di autorizzazione.

Sui portali Rai Teche, Rai Play e Rai Cultura sono numerosi i contenuti dedicati a Enrico Mattei

Sul Portale Rai Cultura i  contenuti dalle Teche Rai e le produzioni Rai Cultura- Rai Storia dedicate a Enrico Mattei, da Passato e Presente, Blu notte, Il tempo e la storia, alle schede biografiche e tematiche di Rai Cultura, agli speciali delle testate giornalistiche, alla fiction Rai dedicata a Mattei.

Alcuni contenuti disponibili sul sito Rai Teche e Rai Play

Il film di Francesco Rosi, Palma d’oro a Cannes,  nella versione restaurata dalla Fondazione Cineteca di Bologna.

Il  caso Mattei (1972), regia di Francesco Rosi, tratto dal libro “L’assassinio di Enrico Mattei” di Fulvio Bellini e Alessandro Previdi su soggetto di Tonino Guerra, si apre con la sequenza della morte di Enrico Mattei che il 27 ottobre 1962 precipita con il suo aereo nelle campagne del pavese durante un viaggio di ritorno dalla Sicilia in circostanze mai chiarite.

Rosi ricostruisce la vicenda intrecciando abilmente le informazioni provenienti da diverse fonti con interviste in video da lui stesso condotte. Un film-inchiesta montato come fosse un mosaico, magistralmente interpretato da Gian Maria Volonté (menzione speciale a Cannes) nel ruolo dell’imprenditore marchigiano che dalla fine della Seconda Guerra mondiale è stato prima commissario straordinario dell’Agip e in seguito presidente dell’ENI.

Enrico Mattei, l’uomo che guardava al futuro – Liberati o comprati?

Tratto dalla mini serie del 2009 di Giorgio Capitani: “Enrico Mattei, l’uomo che guardava al futuro”

Enrico Mattei – L’uomo che guardava al futuro è una miniserie televisiva italiana andata in onda in prime time su Rai 1 il 3 maggio e il 4 maggio 2009.

Nello spezzone il drammatico colloquio con il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi per evitare la liquidazione dell’Agip.

Brano intervista tratto dall’archivio del Giornale Radio 1960 al presidente dell’ENI Enrico Mattei sulla speculazione del prezzo del petrolio.

Brano intervista al regista Francesco Rosi sul film “Il caso Mattei” uscito nel 1972, pellicola che ripercorre la vicenda del presidente dell’ENI Enrico Mattei (interpretato dall’attore Gian Maria Volontè), morto nel 1962 in un incidente aereo in circostanze mai chiarite.

Il giorno dopo la tragica scomparsa di Mattei la Rai, in un programma a lui dedicato, rimanda in onda una delle sue ultime interviste. Per commemorare la sua scomparsa, Rai Teche ripropone l’intervista a Mattei ne “I Servizi Speciali del Telegiornale”, in onda il 28 ottobre 1962.

  • Dalla intervista a Enrico Mattei  di Gianni Granzotto a Tribuna Politica del 1960  sono state tratte alcune testimonianze  suddivise per  tematiche.

L’arroganza dei potenti – Incontro con Enrico Mattei | Eni Video Channel 

Durante l’incontro con Gianni Granzotto a Tribuna Politica, nel 1960, Enrico Mattei racconta della riunione con un magnate del petrolio per la realizzazione di alcune importanti infrastrutture; ne emerge, lampante, tutta la diversità culturale di Enrico Mattei rispetto al mondo delle 7 sorelle.

La parabola del gattino – Incontro con Enrico Mattei | Eni Video Channel

Nel 1960 Enrico Mattei partecipa ad una puntata di Tribuna Politica, il programma condotto da Gianni Granzotto, per spiegare l’operato dell’Eni. All’inizio della trasmissione Mattei fa una similitudine tra l’Eni e un gattino in mezzo a cani feroci: una mossa mediatica riuscita, che crea un’onda di simpatia e solidarietà intorno alla compagnia italiana.

La rivoluzione del petrolio – Incontro con Enrico Mattei | Eni Video Channel

Durante l’incontro con Gianni Granzotto a Tribuna Politica, nel 1960, Enrico Mattei spiega la nuova politica energetica dell’Eni, volta a rompere gli equilibri del mercato petrolifero tradizionale per sostituirli con politiche di cooperazione con i paesi produttori.

Eni lavora per l’Italia – Incontro con Enrico Mattei | Eni Video Channel

Mattei risponde alle accuse che i soldi stanziati dallo stato per Eni siano stati uno spreco: l’importanza di importanti investimenti per lo sviluppo dell’economia italiana stanno già ripagando gli italiani.

dur. 11 min.

Il 27 ottobre muore , in un misterioso incidente a Bascapé, Enrico Mattei. Fondatore e Presidente dell’Eni, imprenditore, politico e dirigente pubblico, personaggio centrale nella storia italiana del dopoguerra. Innovazione, passione per le sfide, fiducia nei giovani, integrazione e ricerca sono solo alcune delle parole chiave dei valori che Mattei ci ha lasciato. Era nato ad Acqualagna il 29 aprile 1906.

Videografica: Testimoni del nostro tempo-Enrico Mattei 81982), Incontro con Enrico Mattei (1961), Servizi speciali del Telegiornale-Enrico Mattei (1967), Speciale TG1Enrico Mattei un protagonista diverso (1982), TV7 Enrico Mattei (2002).

Blu notte  Il caso Mattei. 2001 – dur. 48 min
In questa puntata viene raccontata la storia di Enrico Mattei, protagonista del miracolo economico postbellico, che fece dell’Agip una multinazionale del petrolio mutandola in Eni. L’imprenditore perse la vita il 27 ottobre 1962 in un misterioso incidente aereo, insieme con il pilota Irnerio Bertuzzi ed il giornalista statunitense William McHale, a bordo con lui.

Sul sito Eni si possono trovare molti documentari su Enrico Mattei. Ne propongo alcuni:

La visione di Enrico Mattei

La visione di Enrico Mattei, fondatore dell’Eni, in un documentario in occasione del centenario della sua nascita: “Ho ristabilito la legge della domanda e dell’offerta perché ho tagliato tutti i nodi gordiani, tutte le strozzature alla produzione, al trasporto, al raffinaggio, alla distribuzione. Ho visto diminuire la benzina in Italia a 100 lire al litro facendo risparmiare miliardi al consumatore italiano. Voglio far risparmiare anche agli altri se si associano con me. [… ] Io voglio creare qualcosa di più di una raffineria: voglio creare un polo di sviluppo economico nel Sud tunisino. Voi mi avete chiesto delle pompe di benzina Agip: io vi ho offerto una rete di stazioni servizio e di motel che vi risolverà il problema turistico. Voi mi avete chiesto di farvi una raffineria e io vi offro una industria petrolchimica. Ma vi offro anche un mercato per l’ eccedente della vostra produzione e vi offro soprattutto la parità, la cogestione, la formazione di una élite tecnologica perché non siate il ricevitore passivo di una iniziativa straniera, ma siate soggetto non oggetto di economia”.

I combattenti di Mattei | Eni Video Channel

L’esperienza della Resistenza segnò profondamente Enrico Mattei, un importante capo partigiano dell’area cattolica. I suoi compagni lo ricordano a 20 anni dalla sua scomparsa. Video tratto da “Un uomo chiamato Mattei” di Massimo Mida, del 1982

  • “Ricordo di Enrico Mattei” ( parte 1 e 2) Un programma Rai del 1968, realizzato da Sergio Zavoli.

La personalità di Enrico Mattei raccontata dai suoi cari e dai collaboratori. Molti contributi nel documentario di Zavoli  con le parole di Mattei sono tratti dall’intervista di Gianni Granzotto a Tribuna Politica del 1960.

  • Dal programma Ricordo di Enrico Mattei di Sergio Zavoli del 1968  è possibile visionare le singole testimonianze suddivise per tematiche:

Giorgio La Pira – Ricordo di Enrico Mattei (10/12) | Eni Video Channel

Giorgio La Pira, all’epoca sindaco di Firenze per la Democrazia Cristiana e importante attivista per i diritti umani, ricorda le spinte etiche dietro all’agire di Mattei ( Intervista di Sergio Zavoli)

Carlo Zanmatti – Ricordo di Enrico Mattei (5/12) | Eni Video Channel

Carlo Zanmatti, commissario dell’Agip epurato perchè repubblichino (ma non collaborazionista con i tedeschi), ricorda l’alleanza con Mattei, dirigente  partigiano, per salvare l’Agip: il simbolo di un’Italia che torna ad unirsi dopo la Seconda  Guerra Mondiale.

Arrigo Boldrini – Ricordo di Enrico Mattei (8/12) | Eni Video Channel

Arrigo Boldrini, ovvero il comandante “Bulow” dell’Armata delle Valli, ricorda il contributo di Mattei alla guerra di Resistenza e il raduno nazionale dei partigiani organizzato a Torino nel 1961, sottolineando come l’esperienza della Resistenza lo rese poi una parte attiva anche delle successive lotte internazionali contro il colonialismo

Giorgio Ruffolo – Ricordo di Enrico Mattei (9/12) | Eni Video Channel

Giorgio Ruffolo, segretario generale della programmazione in Eni, fu per diversi anni responsabile del Servizio Studi economici e Relazioni Pubbliche dell’ENI. ricorda il Mattei “capitano d’industria”, e il suo obiettivo di far “vincere la pace” all’Italia, portando il paese ad essere uno dei più industrializzati al mondo. Tra gli episodi citati, l’incontro con Kossighin, vice primo ministro dell’URSS

Ferrari Aggradi – Ricordo di Enrico Mattei (7/12) | Eni Video Channel 

Ferrari Aggradi, ex ministro per le Partecipazioni statali, ricorda la politica attuata insieme con Mattei, durante la Resistenza e poi in politica: le idee spregiudicate, la ribellione contro l’immagine dell’Italia come un paese povero e la fiducia nei giovani

Ettore Bernabei ricorda il suo amico Enrico Mattei, la nascita di Eni e il formidabile boom italiano.
Sempre sul sito Eni si possono trovare altri documentari molto interessanti:

Per la prima volta Eni è partner del Ravello Festival. In occasione del tema di quest’anno, dedicato alla “memoria”, Valerio Castronovo, grande storico dell’età contemporanea, ricostruisce la figura di Enrico Mattei accompagnando gli spettatori attraverso il racconto delle tappe più significative del suo progetto innovatore nel quadro della politica energetica italiana

La formula Mattei e l’intuizione del metano.

Il neoatlantismo e la nascita del centrosinistra in Italia

Estratto dall’intervista a Valerio Castronovo. Lo storico ricorda il fondatore di Eni, Enrico Mattei, e i mutamenti nella società italiana che portarono alla nuova formula politica del centrosinistra.

Intervista a Giuseppe Accorinti: (1) – il ribasso dei prezzi del carburante

Giuseppe Accorinti, ex Amministratore Delegato di Agip Petroli, racconta gli escamotage di Mattei per abbassare il prezzo del carburante all’insaputa delle altre compagnie petrolifere, coordinando operazioni di “marketing segreto” in tutta Italia

La partenza per l’Africa – Intervista a Mario Pirani (1)

L’europeismo di Mattei 

La simpatia per gli italiani – Intervista a Mario Pirani (3)

Mario Pirani racconta il rifiuto di Mattei di cooperare con la Francia alle estrazioni nel sottosuolo algerino: una grande vittoria d’immagine per l’Italia in vista delle future collaborazioni con i paesi di nuova indipendenza

Benkhedda e il cappotto di Mattei 

Eni, si gira! 

Nel 1958 nasce l’Ufficio Attività Cinematografiche di Eni, che raccoglie alcuni maestri affermati come Joris Ivens e altre giovani promesse del cinema italiano come Bernardo Bertolucci. In questo documentario, grazie all’archivio cinematografico, si raccontano sessant’anni di storia.

Conversazione con Francesco Rosi 

Francesco Rosi, racconta il film “Il caso Mattei”, dedicato alla figura di Enrico Mattei, presidente di Eni, scomparso tragicamente il 27 ottobre 1962. E’ considerato uno dei migliori film inchiesta del cinema italiano e uno dei più personali del regista. Il film è stato restaurato con la collaborazione di Eni, in occasione del cinquantenario della morte di Mattei e della consegna a Rosi del Leone d’oro alla carriera al Festival del Cinema di Venezia 2012.


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