Quindici/A Hermes Storie di geopolitica – Europa
Bruno Somalvico
Direttore editoriale di Democrazia futura
Un commento di Bruno Somalvico alle elezioni regionali nel Brandeburgo che smentendo i sondaggi della vigilia, confermano al primo posto i socialdemocratici, nonostante la conferma l’ascesa dell’estrema destra di Alternative fuer Deutschland e a Sinistra dell’Alleanza Sarah Wagenknecht (BSW). Male la CDU. Fuori dal Parlamento Verdi liberali, Linke e le altre forze minori.
23 settembre 2024
I risultati finali del voto nel Land di Brandeburgo
La SPD è ancora una volta la prima forza politica nel Brandeburgo con quasi il 31 per cento, seguita dall’estrema destra dell’AfD sotto il 30 per cento, smentendo i sondaggi che ancora pochi mesi fa davano i socialdemocratici sotto il venti per cento. Olaf Sholz può tirare un sospiro di sollievo. Per ora rimane Cancelliere.
Il nuovo parlamento regionale sarà composto solo da quattro partiti, la neonata Alleanza Sarah Wagenknecht (BSW) diventerà immediatamente il terzo partito più grande del Brandeburgo precedendo i cristiano democratici della CDU.
Si tratta di un successo per il Presidente socialdemocratico uscente Dietmar Woidke che ha subito dichiarato di voler avviare una trattativa con la grande sconfitta del voto CDU in vista della formazione di una nuova coalizione di governo. Successo che per ora evita l’apertura di una crisi sul piano federale per il Cancelliere Sholz che sino alla vigilia molti commentatori davano per scontata in caso di reiterata sconfitta dopo i pessimi risultati per l’SPD delle ultime tornate elettorali.
Nel Brandeburgo storica roccaforte rossa i socialdemocratici non potranno tuttavia contare sui loro alleati verdi e liberali nel governo federale. Gli elettori dei Grünen e della FDP, come del resto quelli della Linke scesi al 3 per cento, non sono più rappresentati nel parlamento regionale.
Anche questa volta dopo Turingia e Sassonia la mobilitazione è stata massiccia con una affluenza alle urne record del 72,9 per cento. Questa volta a contrastare la spinta alla polarizzazione, il voto utile dei piccoli partiti ha premiato la Spd e non la CDU.
Secondo il risultato finale la SPD è tornata ad essere la forza più forte nelle elezioni regionali nel Brandeburgo. Ha quindi ottenuto il 30,9 per cento dei voti precedendo di quasi due punti l’AfD con il 29,2 per cento, e questo nonostante l’affermazione a sinistra della Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) diventata la terza forza politica con il 13,5 per cento – davanti alla CDU, che scende al 12,1 per cento. Non proprio un buon risultato per il nuovo leader democristiano tedesco Friedrich Merz, candidato Cancelliere alle elezioni federali del 202, con la perdita di quasi quattro punti percentuali per il suo partito, in una tradizionale roccaforte rossa.
Nonostante la frammentazione politica e delle liste il nuovo parlamento del Brandeburgo annovera ora solo quattro forze.
I Verdi con il 4,1 per cento, la Linke con il 3,0 per cento e i Freie Wähler, ossia gli Elettori liberi del BVB con il 2,6 per cento sono al di sotto della soglia del 5 per cento e non sono rappresentati nel nuovo parlamento regionale nel quale speravano di poter entrare non essendo riusciti a ottenere nessun mandato diretto.
I liberali della FDP hanno ottenuto ii loro peggior risultato di sempre nelle elezioni tedesche con lo 0,8 per cento preceduti dal Partito per la tutela degli animali che ha conquistato il 2,0 per cento e la neonata Alleanza Plus scesa allo 0,9 per cento. Il partito Plus formato da Volt, Pirati e ÖDP alle ultime elezioni del Brandeburgo del 2019 aveva ottenuto l’1,3 per cento dei voti.
Il vincitore delle elezioni il socialdemocratico Dietmar Woidke, presidente uscente del Brandeburgo
Con questo risultato Dietmar Woidke (SPD) potrebbe continuare a governare dopo undici anni di mandato, ma dovrà trovare una nuova coalizione. I Verdi non sono più nel parlamento regionale e un governo con la sola CDU non dispone della maggioranza assoluta. Per governare la spd ha due soluzioni: un’alleanza con la BSW oppure una coalizione tripartitica con BSW e CDU.
Secondo i risultati preliminari l’AfD, con il quale nessun altro partito vuole formare una coalizione, ha ottenuto più di un terzo dei seggi nel parlamento regionale e dispone quindi di una cosiddetta minoranza di blocco. Ciò consentirebbe all’estrema destra di bloccare le decisioni e le elezioni del parlamento regionale che richiedono una maggioranza di due terzi, quali ad esempio l’elezione dei giudici costituzionali.
La più alta affluenza alle urne dal 1990
L’affluenza alle urne è stata più alta che mai dai tempi della riunificazione e significativamente più alta rispetto alle ultime elezioni di cinque anni fa. Secondo i risultati al termine del conteggio, era del 72,9 per cento. Nel 2019 aveva votato il 61,3 per cento dei partecipanti alle elezioni. Si è trattato chiaramente anche dell’affluenza più alta dal 1990, quando fu del 67,1 per cento.
Le elezioni nel Brandeburgo sono le ultime elezioni nei Laender del 2024 e sono considerate importanti per la politica federale
Il primo ministro Dietmar Woidke (SPD) ha dichiarato domenica sera subito dopo la chiusura dei seggi alla ZDF:
“È stato un lavoro duro”.
Ha usato tutti i mezzi democratici per evitare che
“un partito diventi la forza più forte in questo paese che rappresenta gran parte di ciò contro cui ho sempre combattuto politicamente”,
Woidke in precedenza aveva descritto la performance dell’AfD come un
“enorme segnale di allarme”
Woidke per continuare a governare in Brandeburgo non potrà più contare sui suoi alleati Verdi. Inizialmente i Verdi speravano in un mandato diretto nella prima circoscrizione elettorale di Potsdam per poter entrare nel parlamento regionale con meno del 5 per cento dei secondi voti. Ma Marie Schäffer ha perso il suo mandato diretto dopo lo spoglio di tutti i voti nella circoscrizione elettorale. Anche Freie Wähler, e la Linke (che ha perso quasi otto punti percentuali) non sono riusciti a ottenere l’ingresso nel parlamento regionale tramite mandati diretti.
SEGNALIAMO
-
Ucraina e Medio Oriente tra attacchi efferati e spiragli di tregua
Giampiero Gramaglia Giornalista,co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e a Bruxelles Proseguono le…
-
Carbone, petrolio e gas: il genio della lampada industriale
Inverno 2024-2025, per le risorse energetiche l’Europa naviga a vista Cecilia Clementel-Jones Medico psichiatrico e…
-
L’elogio del tradimento. È quanto resta all’intellettuale dopo la marcia trionfale del XIX° secolo, l’apocalisse del XX e il silenzio di oggi?
Il saggio di David Bidussa sul “ceto dei colti”, per Feltrinelli Salvatore Sechi Docente universitario…
-
Quanto è difficile capire l’Italia
Cosa emerge dal 58° Rapporto del Censis sulla situazione sociale del paese Guido Barlozzetti…
-
Il risveglio dell’Europa
Una replica agli editoriali di Salvatore Sechi e Bruno Somalvico usciti nel fascicolo 12 di…
-
Sulla caduta di Assad Trump è il più cauto di tutti (e, stavolta, forse fa bene lui)
I riflessi ucraini della fine del regime in Siria Giampiero Gramaglia Giornalista,co-fondatore di Democrazia futura,…
-
L’autonomia della Rai nella guerra ibrida della comunicazione
In un contesto di militarizzazione dei media e di privatizzazione delle istituzioni Michele Mezza Docente…
-
Istituzioni al lavoro con bussola a destra
L’Unione europea si sgretola Giampiero Gramaglia Giornalista,co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e…
-
Progressismo versus ebraismo?
La nuova grande pietra di inciampo della sinistra Massimo De Angelis Scrittore e giornalista, si…
-
L’accelerazione impressa dalla vittoria di Trump alle dinamiche belliche e diplomatiche
Giampiero Gramaglia Giornalista,co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e a Bruxelles Giampiero Gramaglia in…
-
Nebbia fitta a Bruxelles
Una possibile crisi si aggiunge alle complesse procedure per la formazione della Commissione Pier Virgilio…
-
Partenza in salita per la seconda Commissione europea von der Leyen
28 novembre 2024 Il 27 novembre 2024 il Parlamento europeo ha dato il via libero…
-
Franco Mauro Franchi, il mio Maestro
È venuto a mancare il 19 novembre 2024 a Castiglioncello (Livorno) all’età di 73 anni,…
-
Stanco o non serve più?
Sulla Fondazione Gramsci e l’intellettuale secondo David Bidussa Salvatore Sechi Docente universitario di storia contemporanea…
-
Il ribaltone dell’Umbria, di Guido Barlozzetti
Guido Barlozzetti Conduttore televisivo, critico cinematografico, esperto dei media e scrittore Guido Barlozzetti commenta il…