Quindici/A Hermes Storie di geopolitica – Mondo
Giampiero Gramaglia
Giornalista,
co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e a Bruxelles
Democrazia futura raccoglie le cronache degli ultimi 45 giorni di campagna elettorale scritte dall’ex direttore dell’Ansa Giampiero Gramaglia.
Iniziamo con le ultime nove corrispondenze quotidiane scritte nel mese di settembre per la precisione fra il 20 e il 30 settembre 2024. Gramaglia dapprima osserva come “I timori di guerra in Medio Oriente pesano sulla campagna elettorale a 45 giorni dal voto” mentre “Musk [è iscritto] sul registro degli indagati del Secret Service”. Nonostante le tensioni derivanti dalle reazioni dei due candidati di fronte alla “altalena dei sondaggi” e la “Campagna “turbolenta”” nel corso della quale “Trump attacca Zelens’kyj” alla vigilia del suo discorso all’Assemblea Generale dell’Onu e il successivo “scambio di frecciate” sull’Ucraina minacciando inizialmente di non incontrare il presidente ucraino, l’ex presidente repubblicano alla fine decide di incontrarlo e Gramaglia rileva “Prove di dialogo fra Trump e Zelens’kyj”. Al contrario nessuna schiarita sul fronte medio-orientale sull’atteggiamento degli Stati Uniti: “Dopo l’assassinio di Nasrallah” l’ex direttore dell’Ansa titola il suo pezzo “Il silenzio di Trump, l’impotenza di Biden e Harris”. Le preoccupazioni dei due candidati, nonostante il discorso di Biden alle Nazioni Unite e le dichiarazioni quotidiane dedicate alla situazione in Medio Oriente, sono tutte concentrate per la conquista dei voti degli elettori negli Stati in bilico in una “Una corsa che rimane incerta”.
11 ottobre 2024
Nelle nove corrispondenze quotidiane scritte fra il 20 e il 30 settembre 2024, Giampiero Gramaglia dapprima osserva come “I timori di guerra in Medio Oriente pesano sulla campagna elettorale a 45 giorni dal voto” mentre “Musk [è iscritto] sul registro degli indagati del Secret Service”. Nonostante le tensioni derivanti dalle reazioni dei due candidati di fronte alla “altalena dei sondaggi” e la “Campagna “turbolenta”” nel corso della quale “Trump attacca Zelens’kyj” alla vigilia del suo discorso all’Assemblea Generale dell’Onu e il successivo “scambio di frecciate” sull’Ucraina minacciando inizialmente di non incontrare il presidente ucraino, l’ex presidente repubblicano alla fine decide di incontrarlo e Gramaglia rileva “Prove di dialogo fra Trump e Zelens’kyj”. Al contrario nessuna schiarita sul fronte medio-orientale sull’atteggiamento degli Stati Uniti: “Dopo l’assassinio di Nasrallah” l’ex direttore dell’Ansa titola il suo pezzo “Il silenzio di Trump, l’impotenza di Biden e Harris”. Le preoccupazioni nonostante il discorso di Biden alle Nazioni Unite e le diciarazioni quotidiane ino tutte concentrate per conquistare i voti degli elettori negli Stai in bilico in una “Una corsa che rimane incerta”.
I timori di guerra in Medio Oriente pesano sulla campagna presidenziale[1]
I timori di un allargamento del conflitto in Medio Oriente, che “sembra ormai inevitabile”, sostiene il Washington Post, sovrastano questa mattina sui media americani cronache e analisi in previsione delle elezioni presidenziali di novembre.
Il discorso di Trump all’Israel American Council
In un commento, la Cnn scrive che
“gli Stati Uniti non potrebbero rendere più chiara la loro ansia per un’escalation della guerra”, ma “Israele non ascolta”.
L’inefficacia dell’azione diplomatica dell’Amministrazione Biden mette una freccia all’arco dell’ex presidente Donald Trump. Parlando il 19 settembre della situazione in Medio Oriente all’Israel American Council, un’organizzazione ebraica, Trump – riferisce la Bloomberg – ha ribadito che, se lui non vincerà il 5 novembre, Israele sarà sradicato e non esisterà più nel giro di due anni: per combattere l’antisemitismo, bisogna innanzi tutto battere la candidata democratica Kamala Harris. Se sarà eletto, il candidato repubblicano ripristinerà il bando di ingresso negli Stati Uniti da alcuni Paesi musulmani e lo amplierà per impedire ai rifugiati da Gaza di entrare nell’Unione.
“Vieterò – dice – l’insediamento dei rifugiati dalle zone infestate dal terrorismo come Gaza, sigillerò il confine e ripristinerò il ‘travel ban’”.
Nelle stesse ore in cui Trump parlava all’Israel American Council, Harris partecipava, in Michigan, a un evento in diretta streaming con Oprah Winfrey e Jennifer Lopez, Julia Roberts, Meryl Streep e Ben Stiller, oltre alla governatrice dello Stato Gretchen Whitmer. Per Oprah,
“la speranza e la gioia stanno aumentando con Kamala”.
Record in borsa e sondaggi ‘impazziti’
Giovedì 19 settembre 2024 è stata una giornata record per la borsa, da settimane in fase di ripresa – scrive il New York Times – dopo alti e bassi tra luglio e agosto e galvanizzata dal taglio dei tassi di interesse deciso mercoledì dalla Federal Reserve, superiore al previsto – mezzo punto invece del quarto di punto preventivato -. Borsa su e costo del denaro giù sono buone notizie per l’Amministrazione Biden e per la candidata democratica. Infatti, Trump bolla le mosse della Fed come “politicizzate”.
Nei sondaggi, che sono talora contradditori fra di loro, Harris e Trump restano testa a testa: pur avendo vinto il dibattito televisivo del 10 settembre, la vicepresidente non stacca l’ex presidente nelle intenzioni di voto. Un rilevamento del The Philadelphia Inquirer, insieme a New York Times e Siena College, dà entrambi al 47 per cento a livello nazionale, con Harris avanti a Trump di quattro punti in Pennsylvania, 50 per cento a 46 per cento. Un sondaggio del Washington Post dà, invece, Harris e Trump pari proprio in Pennsylvania, lo Stato in bilico che molti considerano determinante il 5 novembre […].
20 settembre 2024
Mentre Trump conferma di rinunciare ad altri dibattiti in televisione
Musk sul registro degli indagati del Secret Service[2]
Elon Musk continua ad essere protagonista della campagna elettorale presidenziale americana. Da una parte, fa cospicue donazioni al partito repubblicano – ad agosto, 289.100 dollari, secondo i dati ufficiali pubblicati dal National Republican Congressional Committee – bazzecole, per uno che vanta 250 miliardi di dollari di patrimonio e nulla a che vedere con i 45 milioni di dollari al mese sbandierati a luglio dall’ex presidente Donald Trump -.
Dall’altra, finisce sul registro degli indagati del Secret Service per il suo post su X, poi rimosso, che si chiedeva, dopo il presunto attentato a Trump, perché
“nessuno sta cercando di assassinare Biden o Harris”.
Il Secret Service si chiede se Musk sia una minaccia imminente per il presidente o la sua vice. Minacciare il presidente o il vicepresidente è un reato che può comportare, negli Stati Uniti, una multa o fino a cinque anni di prigione. Intanto, un rapporto interno del Secret Service analizza e dettaglia gli errori compiuti in occasione del fallito attentato al candidato repubblicano il 17 luglio. Ne risultano carenze nella prevenzione e ritardi e inefficienze nella risposta alle segnalazioni di una minaccia che c’erano state.
Elon Musk e Donald Trump insieme, in un’immagine di repertorio (Fonte: Cnbc)
Cnn invita, Harris accetta, Trump declina
Svanisce, sembra definitivamente, l’ipotesi di un nuovo dibattito tra i candidati alla presidenza Kamala Harris e Donald Trump, rilanciata da un invito della Cnn per un confronto il 23 ottobre. Harris ha subito accettato, dicendosi pronta a condivide di nuovo il palco con Trump, che
“non dovrebbe avere problemi a farlo”.
Ma la campagna del magnate ha ribadito che non ci sarà un’altra sfida. Parlando in North Carolina, a Charlotte, l’ex presidente ha detto che gli piacerebbe fare un altro dibattito,
“una buona forma d’intrattenimento”, ma che “ormai è troppo tardi”, perché “le votazioni sono già iniziate”.
Poi, dopo aver ammesso che la Cnn era stata “molto onesta” nei suo confronti nel duello in tv del 27 giugno con il presidente Joe Biden, ha espresso i suoi dubbi che
“non sarebbe di nuovo equa”.
Al comizio di Charlotte non c’era il controverso candidato governatore repubblicano dello Stato Mark Robinson, al centro di polemiche dopo che la Cnn ne ha rivelato una serie di dichiarazioni razziste e sessualmente esplicite fatte anni fa sul sito porno Africa Nude, in cui si auto-definiva
“nazista nero” e “pervertito”.
Confermato, invece, il dibattito sulla Fox il 1° ottobre fra i candidati vice, il democratico Tim Walz e il repubblicano James David Vance. A fare da sparring partner a Walz in allenamento, ‘impersonando’ Vance, è il ministro dei Trasporti Pete Buttigieg, che, nel 2020, fece lo stesso con l’allora candidata vice Harris, ‘impersonando’ l’allora vice di Trump Mike Pence. Il movimento degli ‘Uncommitted’ non è ancora pronto ad appoggiare Kamala Harris, ma chiede ai suoi membri di non sostenere Donald Trump perché farlo accelererebbe la strage nella Striscia di Gaza. In una nota gli elettori ‘non impegnati’, che chiedono ai democratici un cambio di politica sulla guerra a Gaza, dicono:
“La riluttanza della vicepresidente a fare una chiara dichiarazione a sostegno del rispetto delle leggi americane e internazionali sui diritti umani ci rende impossibile sostenerla”.
Gli elettori ‘uncommitted’ sono per lo più arabo-americani, il cui voto, o la cui astensione, potrebbe essere determinante in Michigan, uno degli Stati in bilico.
Le azioni del Trump Media & Technology Group (TMTG) sono crollate al livello più basso che mai, nel giorno in cui Trump poteva iniziare a vendere le sue partecipazioni. La TMTG ha perso il 7 per cento a 13,73 dollari, portando il valore della società a meno di 3 miliardi di dollari. Trump possiede quasi 115 milioni di azioni, più della metà, che almeno sulla carta valgono circa 1,6 miliardi di dollari.
Dopo che Trump ha annunciato la sua intenzione di recarsi a Springfield, la città dell’Ohio divenuta centrale nel dibattito sull’immigrazione negli Stati Unito d’America, il sindaco repubblicano Bob Rue gli ha chiesto di ripensarci, preoccupato che “una visita dell’ex presidente” metta sotto stress gli apparati di sicurezza locali. Anche il governatore dell’Ohio Mike DeWine, repubblicano e sostenitore del magnate, suggerisce di “abbassare la retorica”.
22 settembre 2024
Harris-Trump sull’altalena dei sondaggi, ‘shutdown’ sventato[3]
Kamala Harris e Donald Trump, in una combo dell’ANSA
A sei settimane dall’Election Day, il 5 novembre, Kamala Harris, la candidata democratica, fa meglio di Donald Trump, il candidato repubblicano, nei sondaggi nazionali e nella raccolta fondi, ma la partita resta incerta negli Stati in bilico da cui, per il sistema elettorale negli Stati Uniti, dipende l’esito della corsa alla Casa Bianca. In un’intervista a Full Measure, Trump, 78 anni, ha escluso di ricandidarsi nel 2028, se sconfitto:
“No, basta, non ci penserei proprio”.
In caso di vittoria, Trump non potrebbe più ricandidarsi, avendo già esercitato due mandati. L’ultima decade di settembre la campagna è parzialmente oscurata dal via vai di leader internazionali all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York. Alcuni, come il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, avranno anche incontri con i candidati.
E l’elettorato sembra piuttosto bloccato sulle sue posizioni: né le Convention in estate, né il dibattito del 10 settembre 2024 vinto da Harris né il secondo tentato fallito attentato a Trump del 15 settembre hanno sensibilmente inciso sui rapporti di forza fra i due candidati.
Due rilevamenti diffusi domenica 29 settembre danno risultati analoghi: in quello per conto della Cnn, Harris è al 50 per cento delle intenzioni di voto e Trump al 47 per cento; in quello per conto della Abc Harris è al 49 per cento e Trump al 44 per cento.
Ma il conteggio dei Grandi Elettori fatto dal sito 270towin continua ad assegnarne 226 sicuri o quasi a Harris e 219 a Trump, con i 93 dei sette Stati incerti ballerini.
Lì’, Harris e Trump devono pescare i Grandi Elettori che mancano per arrivare a 270, la soglia della vittoria: più che ai sondaggi nazionali, bisogna quindi guardare alle intenzioni di voto espresse in Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, Arizona e Nevada, Georgia e North Carolina, tutti Stati vinti da Biden nel 2020 tranne la North Carolina.
Mark Robinson e Donald Trump (Fonte: Cnn)
E proprio in North Carolina la campagna repubblicana sta subendo i contraccolpi dello scandalo politico-sessuale che coinvolge il candidato governatore Mark Robinson, un ‘trumpiano’ da cui Trump cerca ora di smarcarsi, dopo che la Cnn ha scovato suoi post su un sito porno in cui, anni fa, si definiva “nazista nero” e “pervertito”.
Quattro pilastri della campagna di Robinson si sono dimessi, ma il candidato non vuole fare un passo indietro, nonostante che sabato il magnate non lo abbia voluto accanto a sé sul palco di un comizio a Charleston, la maggiore città dello Stato.
Kamala Harris, che ha i suoi punti deboli su immigrazione ed economia, farà un discorso sull’economia nei primi giorni di ottobre. Il 30 settembre a New York, ha raccolto 27 milioni di dollari, la somma maggiore fin qui ricavata dalla sua campagna da un singolo evento.
“C’è molto sostegno per ciò che vogliamo fare per evitare le divisioni nel nostro Paese”,
ha commentato la candidata democratica. Oltre 700 funzionari della sicurezza nazionale ed ex alti ufficiali delle forze armate hanno pubblicamente dato il loro endorsement a Harris, con una lettera aperta pubblicata domenica, definendola una candidata che
“difende gli ideali democratici dell’America”
e dichiarando che Trump
“non è adatto” al ruolo – gli contestano, in particolare, l’affermazione di voler essere, se rieletto, “dittatore per un giorno” -.
Accordo bipartisan sventa il rischio ‘shutdown’ prima di elezioni
La campagna elettorale potrà, di qui in avanti, svolgersi senza la spada di Damocle di una serrata, sia pure parziale, dei servizi pubblici federali: leader democratici e repubblicani del Congresso hanno infatti raggiunto domenica un accordo che finanzia la spesa pubblica per i prossimi tre mesi, almeno fino alla vigilia di Natale e che sventa il rischio di uno ‘shutdown’. Negli Stati Uniti, l’anno fiscale inizia il 1° ottobre: a quella data, l’Amministrazione Biden, senza un’intesa nel Congresso, si sarebbe trovata nell’impossibilità di spendere.
Lo speaker della Camera Mike Johnson (Fonte: MsNbc)
Dopo che una prima proposta era stata respinta, lo speaker della Camera Mike Johnson, repubblicano, ha presentato un piano alternativo che non fa più menzione, come i ‘trumpiani’ volevano, di una prova di cittadinanza per votare, una misura voluta dal candidato repubblicano. La bozza d’intesa è stata esaminata nell’ultima settimana di settembre da Camera e Senato. Johnson ha messo in guardia i suoi deputati:
“Anche se questa non è la soluzione che preferiamo, è la strada più prudente da seguire… Come la storia ci insegna, e come dicono i sondaggi, una serrata a meno di 40 giorni dalle elezioni sarebbe un atto di negligenza politica”.
23 settembre 2024
Campagna “turbolenta”, Trump attacca Zelensky [4]
Donald Trump è entrato “in una fase turbolenta” della sua campagna: lo scrive il New York Times, spiegando che l’ex presidente
“agita teorie cospirazioniste, oscilla su questioni chiave, dipinge sempre di più un mondo spaventoso (e immaginario)” – tutte cose che, in realtà, fa d’abitudine -,
mentre Kamala Harris
“sta portando i sondaggi dalla sua parte, ma non ha ancora vinto”
A sostegno dell’analisi del New York Times un rilevamento dello stesso giornale e del Siena College indica che Trump è di nuovo in testa in Arizona e continua a essere davanti in Georgia e in North Carolina, tre dei sette Stati in bilico di Usa 2024. E cresce la percezione, condivisa anche dai due candidati, che la Pennsylvania sia lo Stato cruciale di questa campagna:
“Se vinciamo in Pennsylvania, vinciamo tutto”,
dice Trump, in un comizio in cui promette di tagliare le tasse e di dare una stretta all’immigrazione. L’ex presidente dà giudizi molto negativi sul presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, che il 24 settembre parla all’Onu e con cui si incontra negli stessi giorni, dopo un suo passaggio alla Casa Bianca e colloqui separati con il presidente Joe Biden e la sua vice Harris.
Per Trump, Zelens’kyj è il
“più grande venditore della storia: ogni volta che viene qui se ne va via con 60 miliardi di dollari”;
e, inoltre, ha il difetto di tifare Harris:
“Vuole tanto che vinca lei”.
Quando lui era presidente, sostiene il magnate, gli altri leader lo chiamavano per chiedergli
“se potevano o meno entrare in guerra”.
Harris, che prepara un discorso sull’economia, intende andare a fine settembre, al confine con il Messico. Immigrazione ed economia sono i punti deboli della candidata democratica, quelli su cui il rivale Trump l’attacca più pesantemente.
L’uomo arrestato in Florida voleva davvero uccidere Trump
L’arresto dell’uomo che avrebbe attentato alla vita di Donald Trump (Fonte. Sole 24 Ore)
L’uomo sospettato di avere tentato di assassinare Donald Trump su un campo da golf in Florida, domenica 15 settembre, Ryan Routh, aveva lasciato a un amico una lunga nota scritta a mano, in cui dichiarava l’intenzione di uccidere l’ex presidente e dava già per scontato il suo fallimento, offrendo 150 mila dollari a chiunque fosse in grado di portare a termine il lavoro.
L’esistenza dell’appunto, che risale a qualche tempo fa, è stata rivelata il 23 settembre dai magistrati inquirenti, poco prima che Routh, attualmente accusato solo del possesso di un’arma senza averne il diritto poiché pregiudicato e con la matricola abrasa, comparisse in aula per un’udienza. Routh si sarebbe aggirato per un mese intorno al campo da golf di Trump, aspettando il momento propizio, e sarebbe stato intercettato dagli agenti del Secret Service prima di sparare e senza mai essersi trovato in linea di tiro con il suo bersaglio. L’esistenza della nota conferma le stranezze di Routh, ma cancella i dubbi sul fatto che l’episodio del 15 settembre fosse davvero un attentato alla vita dell’ex presidente.
Nebraska, fallisce il tentativo di modificare la legge elettorale
Il tentativo di modificare la legge elettorale in Nebraska, assegnandone tutti i cinque Grandi Elettori e chi vince, invece di ripatirli su base proporzionale, come attualmente avviene – Nebraska e Maine fanno eccezione, fra i 50 Stati dell’Unione –, è fallito per l’opposizione isolata di un senatore statale repubblicano: il no di Mike McDonnell fa venire meno la maggioranza dei due terzi necessaria all’approvazione della modifica che avrebbe avvantaggiato Trump e penalizzato Harris.
Infatti, con l’attuale sistema Trump dovrebbe aggiudicarsi quattro Grandi Elettori del Nebraska e Harris uno, mentre la modifica li avrebbe dati tutti e cinque a Trump.
24 settembre 2024
Harris-Trump, l’incertezza “confonde le idee” [5]
Kamala Harris amplia il suo vantaggio, a livello nazionale, su Donald Trump: in un sondaggio Ipsos per Reuters, la democratica è al 47 per cento delle intenzioni di voto e il repubblicano è al 40 per cento (il 12 settembre lo stesso rilevamento la dava avanti di cinque punti).
Altri sondaggi danno Harris e Trump statisticamente pari – con distacchi, cioè, inferiori ai margini d’errore – e la media dei rilevamenti fatta dal New York Times dà Harris avanti di due punti.
La corsa, a livello di Grandi Elettori, che sono quelli determinanti, resta estremamente incerta: saranno decisivi gli Stati in biblico, dove i rapporti di forze tra Harris e Trump sono altalenanti,
“così incerti da confondere le idee”,
scrive sul New York Times Jess Bidgood.
Harris è impegnata, in questi ultimi giorni di settembre, a intervenire là dove è percepita come più debole di Trump: sull’economia – il 25 settembre, ne ha parlato a Pittsburgh in Pennsylvania, descrivendo i suoi programmi come quelli di una
“capitalista pragmatica e pro-business”
– e sull’immigrazione – il 27 settembre sarà al confine con il Messico, dove le misure adottate dall’Amministrazione Biden nella primavera 2024 stanno funzionando, con una drastica riduzione del flusso dei migranti -. Martedì 24 settembre, Harris, a una raccolta fondi a Wall Street, aveva aperto alla collaborazione con aziende di criptovalute, con cui Trump sembra fin qui avere un rapporto migliore.
“Incoraggeremo – è l’impegno di Harris – tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale e le risorse digitali, proteggendo al contempo investitori e consumatori”.
Il ritorno di Biden e il fattore Zelens’kyj
In un’intervista al talk show della Abc The View, il presidente Joe Biden ha attaccato Trump, che
“non crede nella democrazia” e non ha “una visione salvifica” di sé stesso e dell’umanità.
Biden, pur dicendosi sereno sulla decisione di ritirarsi, s’è anche mostrato tuttora sicuro che avrebbe battuto Trump:
“E’ un perdente, lo avrei sconfitto”.
In occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in corso a New York, il presidente è uscito dal cono d’ombra in cui era finito, per cui faceva notizia solo quando veniva fotografato, com’è successo, con indosso un cappellino di Trump. Oltre a pronunciare 1l 24 settembre il discorso d’addio di fronte all’Assemblea, Biden ha indetto e gestito eventi sull’Ucraina, il giorno successivo, e sulla lotta alle droghe, in particolare al fentanyl, e il 26 settembre ha ricevuto alla Casa Bianca il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, che vede pure la vicepresidente Harris.
Trump, invece, avrebbe qualche reticenza a incontrare Zelens’kyj, dopo essersi di nuovo detto “grande amico” del presidente russo Vladimir Putin. Secondo fonti della sua campagna, l’ex presidente potrebbe modificare i programmi di viaggio dopo essere stato informato dall’intelligence statunitense che l’Iran sta cercando di attentare alla sua vita.
Il 25 settembre 2024, il Congresso ha definitivamente approvato il compromesso che finanzia la spesa pubblica fino al 20 dicembre: Biden lo firmerà. Il rischio di uno shutdown, cioè di una serrata d’alcuni servizi federali, durante la campagna elettorale è così sventato. Ora, aleggia sul Natale: a decidere sarà sempre l’attuale Congresso, perché quello uscito dalle elezioni del 5 novembre s’insedierà solo a gennaio 2025.
A New York York, una ‘bomba’ giudiziaria non dovrebbe incidere sull’esito delle presidenziali – la città e lo Stato sono feudi democratici -: il sindaco Eric Adams, democratico, è indiziato in un caso di corruzione ad ampio spettro. Lo stesso sindaco ha pubblicato una dichiarazione in cui dice di attendersi di essere inquisito a livello federale
“sulla base di menzogne”.
Adams diventa così il primo sindaco di New York inquisito a livello federale.
Hillary mette in guardia Kamala dalla sorpresa di ottobre
Un’immagine della Convention democratica durante il discorso di Hillary Clinton (Fonte: NYT)
Hillary Clinton mette in guardia i democratici e in particolare Kamala Harris da
“una sorpresa d’ottobre che potrebbe danneggiarne la corsa” alla Casa Bianca,
senza però precisare di che cosa possa trattarsi. Hillary parlava a margine d’un evento della Clinton Global Initiative a New York.
Alcune elezioni presidenziali statunitensi sono state decise nel mese di ottobre da quella che è stata chiamata appunto ‘October Surprise’, a partire dal 1864, quando una vittoria degli unionisti contro i confederati nella Guerra civile risultò decisiva per la rielezione di Abraham Lincoln. In tempi più recenti, Jimmy Carter non riuscì, nell’ottobre del 1980, a ottenere la liberazione degli ostaggi in Iran – furono liberati solo a gennaio del 1981, in coincidenza con l’insediamento alla Casa Bianca di Ronald Reagan -. Nel 2016, Hillary fu danneggiata dalla discussa decisione del direttore dell’Fbi Bill Comey di riaprire il caso delle e-mail mandate da un account privato, quando lei era Segretaria di Stato, per poi chiuderlo pochi giorni dopo. Nel 2020, i repubblicani sperarono nell’impatto del ritrovamento di un computer di Hunter Biden, il figlio di Joe, che poteva contenere informazioni imbarazzanti, ma che però non cambiò l’inerzia delle elezioni.
Cnn, Melania fa campagna per sé più che per il marito e viene pagata
ANSA – Per una rara apparizione a un evento politico la ex First lady Melania Trump è stata pagata 237 mila dollari, ma non è chiaro chi abbia staccato l’assegno. Lo riferisce la Cnn, notando che si tratta di un fatto altamente inconsueto per la moglie di un candidato.
Melania ha parlato nei mesi scorsi a due eventi di raccolta fondi per le presidenziali dell’organizzazione Log Cabins Republicans, un gruppo che si batte per i diritti dei gay, e per l’appuntamento di aprile 2024 ospitato alla Trump Tower è stata pagata. Il compenso è stato poi elencato sotto la voce “per un discorso” nell’ultima dichiarazione finanziaria di Donald Trump, che non dà indicazioni sulla provenienza dei fondi. Charles Moran, presidente dei Log Cabin Republicans, ha detto alla Cnn che il gruppo non ha pagato per fare parlare Melania.
Prima dell’altro evento di raccolta fondi nel luglio 2024, sempre secondo la Cnn, un donatore sarebbe stato avvicinato con la richiesta di un simile pagamento, ma non è chiaro se Melania sia stata o meno compensata. La fonte della Cnn ha detto che la richiesta sarebbe stata atta da Ric Grenell, ex ambasciatore in Germania e sodale di Trump, che avrebbe assistito l’ex first lady in altre iniziative finanziarie.
La dichiarazione finanziaria di Trump rivela che Melania ha guadagnato oltre 330 mila dollari per un accordo di licenza sulla vendita di ’non fungible token’. L’ex first lady sta per pubblicare un Memoir che promuove con una serie di video clip in cui commenta tra l’altro il tentativo d’assassinare il marito in Pennsylvania, il risultato del voto del 2020 e il suo passato di modella senza veli. La promozione del libro prevede anche un’intervista su Fox.
26 settembre 2024
Sull’Ucraina scambio di frecciate tra Harris e Trump[6]
L’Ucraina è al centro della campagna elettorale: il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj è stato ieri ricevuto alla Casa Bianca dal presidente Joe Biden e dalla sua vice Kamala Harris e questo 27 settembre vede, dopo varie incertezze, alla Trump Tower di New York l’ex presidente Donald Trump – sarà il loro primo incontro dal 2019 -.
Nei giorni scorsi, Trump aveva criticato Zelens’kyj, lamentando che
“continuiamo a dare miliardi di dollari a quest’uomo che si rifiuta di fare un accordo”.
L’incontro nello Studio Ovale della Casa Bianca tra Volodomyr Zelens’kyj e Joe Biden (Fonte: Bbc)
A Trump, come ha fatto il 26 settembre con Biden e Harris, Zelensky presenterà il suo “piano per la vittoria”. La reazione di Biden è stata l’annuncio della convocazione in Germania in ottobre di un incontro d’alto livello di 50 Paesi alleati dell’Ucraina. Sulle forniture belliche, Biden ha confermato l’estensione dell’addestramento dei piloti ucraini sugli F-16, e l’invio di una nuova batteria Patriot con relativi missili. Si parla di un pacchetto di aiuti del valore di 8 miliardi di dollari, nell’ambito dei fondi già stanziati dal Congresso, compresi missili a lungo raggio. Ma non c’è l’autorizzazione ad usarli contro obiettivi in territorio russo.
Stretta di mano tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump quando l’Ucraina non era stata ancora invasa dalla Russia
Centrale, però, in prospettiva elettorale, è lo scambio di battute a distanza, riferito dai media statunitensi, tra Harris e Trump. Dopo l’incontro con Zelens’kyj, parlando con i giornalisti fuori dal suo ufficio e rivolgendosi al presidente ucraino, Senza mai citare Trump, Harris ha detto:
“Ci sono dei leader negli Stati Uniti che vogliono che l’Ucraina ceda larga parte del suo territorio, accetti la neutralità e rinunci a rapporti di sicurezza con altri Stati… Sono proposte che non sono di pace ma di resa… Hanno la stessa posizione di Putin, il che è pericoloso e inaccettabile”.
“La mia strategia per l’Ucraina non è la resa”,
ha replicato Trump
“Io voglio salvare vite umane”,
ha poi aggiunto, ribadendo che con lui alla Casa Bianca
“la guerra non ci sarebbe mai stata”.
E, come fa spesso, il magnate ha spostato la palla in un altro campo, i conflitti in Medio Oriente, ventilando l’ipotesi di un accordo con l’Iran
“volto a porre fine alle ostilità”,
lui che, nel 2017, fece invece saltare l’intesa già raggiunta con l’Iran sul nucleare. All’ex presidente i giornalisti hanno anche chiesto come impedire una guerra totale tra Israele e Hezbollah:
“Bisogna finirla in un modo o nell’altro – è stata la risposta un po’ generica -… Il mondo non lo accetterà più a un certo punto…. Il 7 ottobre con me non sarebbe mai successo…”.
Il sindaco Adams diventa tema di campagna elettorale
Diventa tema di campagna elettorale verso il voto alle presidenziali anche l’inchiesta sul sindaco di New York Eric Adams, che, secondo Trump, che partecipava a un evento a New York,
“è stato incriminato per avere criticato l’Amministrazione Biden”.
Adams è un democratico e, sulla carta, le sue disavventure giudiziarie dovrebbero danneggiare i democratici. Dopo che i suoi uffici erano stati perquisiti, il sindaco di New York è stato formalmente incriminato per reati federali, corruzione, frode e per avere sollecitato aiuti stranieri illegali alla sua campagna. I fatti risalirebbero fino al 2014, quando Adams era presidente del quartiere di Brooklyn. Il sindaco si dichiara innocente.
Secondo il New York Times, la campagna di Trump ha dovuto spostare al coperto un evento previsto il 28 settembre in Wisconsin, dopo che il Secret Service ha espresso dubbi sulla sicurezza. Il magnate sarà a Prairie du Chien, ma parlerà in una struttura anziché all’aperto. Il Secret Service aveva fatto sapere di non essere sicuro di potere fornire risorse adeguate per mettere in sicurezza il sito, anche a causa dell’elevato numero di agenti impegnati a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Migranti haitiani contro Trump / Vance
L’Haitian Bridge Alliance, un’organizzazione a tutela degli immigrati haitiani negli Stati Uniti, denuncia Donald Trump e il suo vice James David Vance per le false accuse a esponenti della comunità che, a Springfield, in Ohio,
“rapisce e mangia gli animali domestici”.
Lo riferiscono i media americani. Le dichiarazioni di Trump e Vance, si legge nella denuncia, hanno innescato “minacce e allarmi” per gli immigrati haitiani a Springfield.
In risposta alla denuncia, la campagna di Trump dichiara che
“il presidente sta giustamente evidenziando il fallimento del sistema di immigrazione che Harris ha supervisionato, portando migliaia di immigrati clandestini a riversarsi in comunità come Springfield e molte altre in tutto il Paese”.
Il magnate ha ribadito le accuse agli haitiani in un comizio in Pennsylvania dicendo che
“devono essere cacciati”.
Polemiche per dichiarazioni di Trump sulle donne
Stanno scatenando polemiche sui social le frasi di Trump in un comizio in Pennsylvania, dove s’è definito “il protettore delle donne”:
“Non avrete più l’ansia per tutti i problemi che ci sono nel nostro Paese. Sarete protette e io sarò il vostro protettore…Non penserete più all’aborto… Non sarete più abbandonate, sole o spaventate… Non sarete più in pericolo…”.
Diverse organizzazioni per i diritti delle donne hanno contestato le dichiarazioni dell’ex presidente definendole “viscide e inquietanti”. L’associazione bipartisan The Seneca Project, ad esempio, risponde che Trump è
“un predatore sessuale e un mostro che ci ha strappato il diritto di decidere dei nostri corpi”.
Molti account pubblicano la clip della dichiarazione affiancandola al ben noto filmato del 2016, dove il magnate afferma, in modo volgare, di
“potere disporre delle donne” come gli pare.
Suscita pure polemiche il fatto che Trump ha dato 100 dollari per la spesa a una madre di tre figli che assisteva al comizio in Pennsylvania.
“Con questi il conto scenderà un poco”,
dice il magnate, riferendosi all’impatto dell’inflazione sui prezzi. The Donald ha pure fatto i complimenti alla madre per i suoi figli:
“Sono Perfecto! Bellissimi”, ha detto.
27 settembre 2024
Harris, stretta su migranti
Sull’Ucraina prove di dialogo Trump- Zelens’kyj [7]
Mentre il Mondo tiene il fiato sospeso per quanto accade in Medio Oriente, la campagna elettorale negli Stati Uniti ruota intorno alla guerra in Ucraina. Il 27 settembre, prove di dialogo tra l’ex presidente Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, che, il giorno prima, alla Casa Bianca, era stato ricevuto dal presidente Joe Biden e dalla sua vice Kamala Harris.
La candidata democratica è andata in Arizona ad annunciare un’ulteriore stretta sull’immigrazione nel tentativo di recuperare terreno sul suo rivale su uno dei suoi fronti deboli.
Trump e Zelens’kyj d’accordo, la guerra in Ucraina deve finire
Nonostante le ripetute dichiarazioni molto critiche di Trump verso Zelens’kyj nei giorni scorsi, l’incontro alla Trump Tower è stato “un grande incontro”: parole di Trump sul suo sociali Truth. Nell’accogliere Zelens’kyj, Trump ha riconosciuto che il suo interlocutore “ne ha passate tante”. Dopo il colloquio, ha scritto:
“Se sarò eletto la guerra fra Russia e Ucraina finirà rapidamente. Se non lo sarò, la guerra non finirà mai ed entreremo gradualmente nella terza guerra mondiale. La compagna Harris non sarà mai capace di mettere fine alla guerra. Nulla cambierà se non che la morte e la distruzione peggioreranno”.
Più cauto, ma ugualmente positivo Zelens’kyj, che ha invitato Trump a Kiev, Per lui,
“Questa guerra non doveva iniziare… (Il presidente russo Vladimir) Putin ha ucciso molte persone e noi dobbiamo spingerlo a fermare questo conflitto… È sul nostro territorio: è la cosa più importante da capire… Abbiamo una visione comune che la guerra deve terminare…”.
Trump non ha escluso un ulteriore incontro con Zelens’kyj
“Potrebbe accadere”,
ha poi ricordato il suo “buon rapporto” con Putin, ha espresso la necessità di
“un accordo giusto”
e ha ovviamente ripetuto che, se lui fosse stato presidente, la guerra non sarebbe mai scoppiata.
L’aula delle plenarie del Palazzo di Vetro di New York, durante il Vertice del Futuro (Fonte: La Voce di New York)
La settimana dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha offerto a Trump anche l’occasione d’incontrare per la prima volta il premier laburista britannico Keir Starmer: una cena di due ore, svoltasi alla Trump Tower, presente anche il ministro degli Esteri David Lammy.
Dandone notizia, la Bbc ricorda che Lammy, in passato, aveva usato parole durissime contro Trump definendolo “razzista” e “simpatizzante neo-nazista”, prima di cambiare il suo approccio con toni più concilianti.
Dell’incontro, il moderato Starmer ha dichiarato che è stata una “buona” opportunità per conoscere il candidato presidenziale repubblicano e “stabilire un rapporto”. Trump ha definito il premier
“persona molto gentile”
e gli ha fatto i complimenti per il successo elettorale nel voto del 4 luglio 2024. Alla Bbc, Starmer ha precisato che “ovviamente” voleva conoscere la vicepresidente Harris, candidata democratica, ma che non è stato possibile per problemi di agenda.
Harris in Arizona sul confine con il Messico, Trump in Michigan
Parlando di immigrazione, la vicepresidente ha detto:
“Il popolo americano merita un presidente che si preoccupi di più della sicurezza dei confini che di giochi politici”:
una frase critica verso Trump, ma che non suona lusinghiera neppure per Biden.
Harris ha annunciato che non solo manterrà in vigore la stretta sull’asilo del presidente Biden, se andrà alla Casa Bianca, ma che la inasprirà. In primavera, Biden. ha bloccato le richieste di asilo, quando gli attraversamenti della frontiera raggiungono una certa soglia – la misura pare funzionare; gli ingressi sono crollati -.
Harris, se sarà eletta, prenderà ulteriori provvedimenti per garantire che il confine resti sigillato, quando le richieste d’asilo sono bloccate, ed abbasserà sotto il livello attuale di 1500 al giorno la media degli attraversamenti della frontiera prima che la chiusura possa essere revocata.
Tre hacker iraniani accusati per attacchi a campagna Trump
Il Dipartimento della Giustizia statunitense ha desecretato le accuse penali contro tre agenti iraniani sospettati di avere hackerato la campagna presidenziale di Donald Trump e di aver diffuso informazioni rubate a organizzazioni giornalistiche.
I tre hacker accusati, Masoud Jalili, Seyyed Ali Aghamiri e Yasar Balaghi, erano stati assoldati dalla Guardia Rivoluzionaria paramilitare iraniana: la loro attività ha preso di mira un’ampia gamma di obiettivi, tra cui funzionari governativi, membri dei media e organizzazioni non governative.
Trump su Truth se la prende con Google, che avrebbe
“usato illegalmente un sistema di rilevazione e visualizzazione” che segnala “solo storie negative su di me e contemporaneamente evidenzia solo storie positive sulla compagna Kamala Harris”
“Questa è un’attività illegale”,
sostiene Trump, che, quando sarà presidente, se lo diventerà, chiederà che Google sia perseguita.
28 settembre 2024
Dopo l’assassinio di Nasrallah e l’escalation del conflitto in Medio Oriente
Il silenzio di Trump, l’impotenza di Biden e Harris[8]
Silenzio, da parte di Donald Trump; parole che però sono una testimonianza d’impotenza da parte del presidente Joe Biden e della sua vice Kamala Harris: i drammatici eventi dell’ultima decade di settembre in Medio Oriente, tra Israele e Libano, destano echi diversi nella campagna elettorale per le presidenziali negli Stati Uniti. I candidati alla Casa Bianca, la democratica Harris e il repubblicano Trump, continuano a visitare gli Stati in bilico – Harris è appena stata in Arizona, Trump viaggia tra Michigan e Wisconsin -, dove i sondaggi li danno letteralmente testa a testa. Un rilevamento del Siena College per il New York Times li colloca 48 per cento a 47 per cento in Michigan e 49 per cento a 47 per cento in Wisconsin: Harris è avanti, ma rispetto a qualche settimana or sono il suo vantaggio, comunque esiguo, è stato un po’ scalfito dalla persistenza della forza del magnate sull’economia, nonostante esperti e media insistano sulla inefficacia delle ricette dell’ex presidente, che sarebbero, anzi, controproducenti.
Il cratere lasciato dall’esplosione che, a Beirut, ha ucciso il leader di Hezbollah e numerose altre persone (Fonte: ANSA)
Fareed Zakaria, sul Washington Post, scrive che
“le grandi idee di Trump comprometterebbero la crescita e farebbero risalire l’inflazione”.
Nei dati del Siena College, c’è anche una buona notizia per la candidata democratica, in vantaggio di nove punti (52 per cento a 43 per cento) nel secondo distretto congressuale del Nebraska, il cui voto elettorale potrebbe risultare decisivo, ora che è fallito il disegno repubblicano di modificare a favore di Trump in extremis la legge elettorale in quello Stato.
La mappa dei Grandi Elettori
In uno dei vari possibili scenari del voto presidenziale di novembre, quel distretto potrebbe infatti consentire a Kamala Harris di raggiungere esattamente i 270 voti elettorali di cui c’è bisogno per essere eletti, se vincesse in Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, anche se Trump conquistasse tutti gli altri Stati in bilico.
Biden e Harris dopo uccisione leader Hezbollah Nasrallah
Il presidente Biden ha definito l’azione israeliana che ha ucciso il capo di Hezbollah a Beirut, oltre che decine di altre persone, “una forma di giustizia” per le molte vittime di cui Hassan Nasrallah s’era macchiato.
“Gli Stati Uniti sostengono pienamente il diritto di Israele di difendersi contro Hezbollah, Hamas, gli Houthi e qualsiasi altro gruppo terroristico sostenuto dall’Iran”,
ha detto Biden, aggiungendo che
“il nostro obiettivo è la de-escalation dei conflitti in atto a Gaza e in Libano con mezzi diplomatici”.
Hassan Nasrallah (Fonte: Wikipedia)
In una nota diffusa dalla Casa Bianca, Biden afferma che
“Nasrallah e il gruppo terroristico da lui guidato, Hezbollah, sono stati responsabili della morte di centinaia di americani in quattro decenni e più di terrore. La sua morte causata da un attacco aereo israeliano rappresenta una forma di giustizia per le sue molte vittime, tra cui migliaia di americani, israeliani e civili libanesi”.
Per Biden, gli ultimi eventi si collocano
“nel contesto più ampio del conflitto iniziato col massacro di Hamas del 7 ottobre 2023″.
Nasrallah, il giorno dopo, prese la fatale decisione di unirsi a Hamas e di aprire quello che ha chiamato un ‘fronte settentrionale’ contro Israele”. Il presidente ha pure indetto una riunione con la sua vice Harris e il team della sicurezza nazionale Biden e Harris continuano a ricevere aggiornamenti regolari sulla situazione mediorientale.
Rispondendo a domande dei giornalisti, Biden, a chi chiedeva se un’invasione del Libano da parte di Israele fosse inevitabile, ha detto che
“è tempo per un cessate il fuoco”;
e a chi gli chiedeva se l’America replicherà a un eventuale attacco missilistico alle navi da guerra statunitensi nel Mar Rosso, ha detto
“Risponderemo”.
Beirut – Si alza il fumo dopo l’attacco aereo israeliano in Libano giovedì 26 settembre 2024
Dal canto suo, Harris ha diffuso una dichiarazione analoga a quella della Casa Bianca:
“Nasrallah – ha detto – era un terrorista con le mani sporche di sangue americano. Per decenni, la sua leadership di Hezbollah ha destabilizzato il Medio Oriente e ha portato all’uccisione di innumerevoli persone innocenti in Libano, Israele, Siria e in tutto il mondo. Oggi, le vittime di Hezbollah hanno ricevuto una forma di giustizia … Sono incrollabilmente impegnata per la sicurezza di Israele. Sosterrò sempre il diritto di Israele a difendersi dall’Iran e dai gruppi terroristici appoggiati dall’Iran…”.
Harris prosegue:
“Biden e io non vogliamo che il conflitto in Medio Oriente si trasformi in una guerra regionale più ampia. Lavoriamo a una soluzione diplomatica lungo il confine tra Israele e Libano, perché le persone possano tornare a casa in sicurezza di qua e di là del confine. La diplomazia resta la strada migliore per proteggere i civili e raggiungere una stabilità duratura nella regione”.
Una delle maggiori organizzazioni di mobilitazione degli elettori musulmani negli Stati Uniti, Engage Action, ha intanto dato il suo endorsement alla candidata democratica,
“riconoscendo – afferma in una nota – la responsabilità di sconfiggere” Trump.
Secondo Abc, Engage Action opera in otto Stati e ha una significativa presenza in Michigan e Pennsylvania.
“L’endorsment non vuole dire essere d’accordo con Harris su tutto, ma vuole essere un’onesta guida ai nostri elettori riguardo alla difficile scelta alle urne”,
ha spiegato Wa’el Alzayat, numero uno di Engage Action.
“Anche se non siamo d’accordo con tutte le politiche di Harris, in particolare sulla guerra a Gaza, guardiamo all’elezione con pragmatismo e convinzione”.
Sicurezza di Harris e Trump, il Congresso unanime
In questa stagione di divisione e polarizzazione, fa notizia l’unanimità del Congresso su una legge che garantisce che i candidati alla presidenza Harris e Trump ricevano in queste ultime settimane di campagna elettorale lo stesso livello di sicurezza del presidente in carica, da parte del Secret Service. Il provvedimento, suggerito dai recenti falliti attentati contro Trump, ha ricevuto la totalità dei consensi sia alla Camera che al Senato, dopo che sono emerse numerose lacune nella copertura fin qui assicurata ai due candidati.
29 settembre 2024
A cinque settimane dal voto delle presidenziali di USA 2024
Una corsa alla Casa Bianca che rimane incerta[9]
A cinque settimane dall’Election Day del 5 novembre, la corsa 2024 alla Casa Bianca resta incerta, a livello dei Grandi Elettori, che sono quelli determinanti. Conta poco che, nei sondaggi nazionali, Kamala Harris appaia in leggero e crescente vantaggio su Donald Trump. Saranno decisivi gli Stati in bilico, dove i rapporti di forza tra Harris e Trump sono altalenanti,
“così incerti da confondere le idee”,
scrive sul New York Times Jess Bidgood, che pure è una che se ne intende. In un contesto di fibrillazione, s’intrecciano momenti propri di una campagna elettorale – il dibattito in tv del 10 settembre, vinto da Kamala Harris su Donald Trump, e quello di martedì 1 ottobre, fra i vice Tim Walz e James David Vance – e momenti che non dovrebbero invece appartenerle, come il secondo fallito attentato a Trump, a metà settembre, mentre giocava a golfo nel suo club di West Palm Springs, in Florida. Virulenze verbali e violenze fisiche s’intrecciano verso il voto di novembre, in un Paese che resta spaccato e dove i toni sono aspri, specie da parte di Trump e Vance.
Nell’analisi di Foreign Affairs, che dedica al tema il suo ultimo numero,
“lo stile violento della politica americana” è “il nostro proprio peggiore nemico”:
come a dire che il nemico “ce l’abbiamo in casa”, senza bisogno di andarlo a cercare altrove, in Cina o fra i migranti.
Una doppia prova è venuta da Trump, nell’ultimo fine settimana di settembre. In comizi in Wisconsin e in Pennsylvania, due Stati in bilico, ha inasprito la sua retorica contro gli immigrati illegali ed ha appesantito gli insulti personali contro la sua rivale, definendo Harris “mentalmente disabile” e accusandola di non avere fatto nulla in questi quattro anni per rendere sicuro il confine con il Messico dove lei è appena stata. Nonostante le critiche venute anche da vari repubblicani, dopo quanto detto nel Wisconsin, Trump lo ha ripetuto in Pennsylvania, estendendo anzi la qualifica di “mentalmente disabile” al presidente:
“Joe Biden è diventato mentalmente disabile, Harris è nata così”, ha detto. “C’è qualcosa che non va in Kamala, e non so proprio cosa sia, ma c’è sicuramente qualcosa che manca…”.
E ha poi ripetuto che i migranti appena arrivati dall’America centrale sono
“assassini a sangue freddo”.
Il discorso di Prairie du Chien, nel Wisconsin, è stato quasi interamente dedicato ai migranti, definiti “mostri” e “animali vili”. Trump era circondato da poster di immigrati illegali accusati d’omicidio o d’altri crimini violenti e da striscioni con la scritta
“Stop ai crimini dei migranti” e ‘Deport Illegals Now’.
L’ex presidente ha incolpato Harris e Biden d’avere permesso il loro ingresso negli Stati Uniti e ha accusato i migranti di
“stuprare, saccheggiare, rubare, depredare e uccidere”.
La scelta di Prairie du Chien non è stata casuale: qui un venezuelano entrato illegalmente negli Stati Uniti è stato arrestato a settembre perché sospettato di avere abusato sessualmente di una donna e di averne aggredito la figlia. Tutto buono per i ‘discorsi d’odio’ verso le elezioni di novembre.
I dati sulla crisi della democrazia nel Mondo
Le preoccupazioni per il destino della democrazia americana, specie se dovesse vincere Trump, che rivendica
“un primo giorno da dittatore” alla Casa Bianca,
si inquadrano bene nel rapporto[10] dell’International Institute for Democracy and Electoral Assistance di Stoccolma: il 2023 ha visto un declino della democrazia nel Mondo per l’ottavo anno consecutivo e il peggior declino in un anno nell’ultimo mezzo secolo, in termini di credibilità delle elezioni e di potere dei parlamenti. Le cause sono diverse: intimidazioni governative, interferenze straniere, disinformazione e misinformazione e il maldestro o malevolo ricorso all’intelligenza artificiale. Il Global Report on the State of the Democracy misura dal 1975 lo stato di salute della democrazia in 158 Paesi. L’Istituto di Stoccolma nota che, negli ultimi cinque anni, il 47 per cento dei Paesi ha visto declinare indicatori democratici chiave: un’elezione su tre, in media, è oggetto di contestazioni e l’esito di una su cinque viene deciso dopo ricorsi giudiziari; e l’affluenza alle urne media è calata dal 65,2 per cento nel 2008 al 55,5 per cento nel 2023, che è stato l’anno peggiore di tutti. Il segretario generale dell’Istituto svedese, Kevin Casas-Zamora, commenta:
“Le elezioni restano lo strumento migliore per arrestare il declino della democrazia e per rovesciare l’onda a suo favore… Il successo della democrazia dipende da molti fattori, ma diventa pressoché impossibile se le elezioni sono un fallimento”.
30 settembre 2024
[1] Scritto il 20 settembre 2024 per The Watcher Post. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/20/usa-2024-45-timori-guerra-mo/.
[2] Scritto il 22 settembre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/22/usa-2024-43-musk-indagato/
[3] Scritto il 23 settembre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/23/usa-2024-42-altalena-shutdown/.
[4] Scritto il 24 settembre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/24/usa-2024-41-trump-zelensky/.
[5] 26 settembre 2024. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/26/usa-2024-39-harris-trump-idee/.
[6] Scritto il 27 settembre 2024 per The Watcher Post. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/27/usa-2024-38-ucraina-frecciate/.
[7] Scritto il 28 settembre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/28/usa-2024-37-trump-zelensky/#google_vignette
[8] Scritto il 29 settembre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/29/usa-2024-36-mo-limpotenza/.
[9] Scritto il 30 settembre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/30/usa-2024-35-harris-disabile/.
[10] The International Institute for Democracy and Electoral Assistance, The 2024 Global State of Democracy report. Cfr. https://www.idea.int/gsod/2024/