ANGELIPRESS
Sono state giornate furibonde, senza atti d’amore», cantava Faber. Queste parole nella testa che ci accompagnano oggi, quando perdiamo due avamposti dell’informazione del mondo sociale. Da una parte Riccardo Bonacina, giornalista e fondatore di Vita, mancato a 70 anni, dall’altra la notizia della chiusura di Redattore Sociale il prossimo 10 gennaio, come hanno reso noto lo stesso Cdr e l’assemblea dei dipendenti. Cosa significa perdere questi due pilastri dell’informazione del Terzo Settore?
Significa perdere un po’ di voce, nonché due presidi di democrazia, che hanno dato voce a chi voce troppo spesso, purtroppo, non ha, gli ultimi, i fragili, gli emarginati, i disoccupati, i disabili, tutte quelle categorie di persone che, sia per Bonacina che per tutti i giornalisti di Redattore sociale, «erano i primi a dover essere ascoltati, rilanciati e protetti».
È certo che Bonacina e il Redattore sociale hanno sempre rappresentato tutte queste persone, combattendo battaglie, come scrive il Cdr dei giornalisti del Redattore stesso, «nella convinzione che c’era un mondo fuori dall’informazione mainstream che andava (e va) raccontato». Questo impegno non è mai stato improvvisato e non è durato solo per pochi minuti sui social, come sempre più spesso purtroppo ci tocca vedere in influencer che nulla sanno di questo mondo.
Infine, pur con le dovute differenze di visione, non sempre allineate alle nostre che ci battiamo dal 1996 prima con la rivista “Angeli” e dal 2000 con l’agenzia Angelipress, sia Riccardo che Redattore sociale hanno per noi sempre rappresentato correttezza e affidabilità nel modo di fare informazione. Da oggi quindi ci sentiamo un po’ più soli, in un tempo in cui le battaglie per dare voce a chi voce non ce l’ha si fanno più urgenti e in un mondo in cui l’informazione è sempre più preda di persone incompetenti, improvvisate e superficiali.
Salutiamo con affetto Riccardo Bonacina e mandiamo il nostro sostegno a tutti i colleghi e colleghe di Redattore sociale che resteranno senza lavoro, ma soprattutto promettiamo loro che potranno contare sul fatto che manterremo vivo il nostro percorso di informazione attraverso l’agenzia, la radio, la televisione e il nostro quotidiano impegno, nella convinzione che quanto hanno seminato non andrà perso.
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