Santo NATALE E Santo CONSUMISMO potrebbe sembrare un accostamento ardito,fra “sacro&profano”.Ma se il consumismo di Natale è SOLIDALE:evviva! Il Natale è una magia che riesce sempre a far sognare: desideri, propositi, cibo speciale, pensamenti e ripensamenti, natività. Il Natale ha una funzione di purificazione e pacificante perché ci fa vivere le esperienze (belle e brutte) nell’oblio costruttivo della festa.
Il Natale scalda sempre il cuore ed è sentimento “addicted”.E’ una dipendenza dai valori.
Per esempio anche quest’anno i mercatini delle Associazioni della” porta accanto”,delle fondazioni,degli atelier solidali,dei presepi e degli alberi di Natale inducono a consumare e comperare per guadagnare un po’ di valore solidale che non si limita a farci essere ‘un po’ più buoni a Natale’, ma costruisce un futuro di risultati sociali e di solidarietà per il futuro. Sono investimenti solidali ed una sussidiarietà che esprime un effetto moltiplicatore:con quesi danari si fa assistenza,ricerca,integrazione sociale.Si riparano situazioni contingenti per costruire situazioni strutturali. La solidarietà presente come cornucopia per il futuro.
Quindi, il consumismo, un ismo considerato negativo ed una propensione negativa al consumo, paradossalmente,a Natale, diventa un fenomeno positivo e da incentivare qualora sia collegato alla solidarietà in modo diretto . Se leggete un po’ di cronaca cittadina, le occasioni di ‘consumismo solidale’ sono numerose, legate a marchi storici della solidarietà laica e cattolica, alla ricerca scientifica e sanitaria,all’aiuto per i profughi
Questo Natale deve essere più sociale di tanti altri perché “non ci si salva da soli” e ci si è accorti che l’altruismo solitario è meno efficace di quello organizzato ed anche l’aiuto ha bisogno di risorse.
“Dare per vivere tutti” è lo slogan di un giovane economista emergente Will MacAskill ,ascoltato consulente di molti miliardari nel mondo e fondatore del movimento “Effective Altruism”(Altruismo efficace).
L’altruismo deve essere strutturato e gestito per essere efficace;qualcuno bolla questo approccio come economicismo,salvo vivere sulla propria pelle il bisogno di aiuto e ricredersi.
Ci attende un futuro -presente dove la bontà è rivalutata come investimento.
E’ la bontà che affronterà le criticità economiche e sociali del 2025, in logica di sussidiarietà che, piaccia o non piaccia, è ormai un dato del sistema socio economico imprescindibile.
E’ una offerta di prodotti e di servizi il cui acquisto crea le condizioni per mantenere l’attività di non profit che per tutto l’anno continuano a svolgere la propria attività a favore di fasce deboli della popolazione.
Incrementare il “cause related marketing” ove le imprese profit offrono una quota dei loro ricavi per i progetti sociali nonché attivare delle sedute di”borsa della solidarietà” ove si crea “un recinto delle grida” in cui si espongono i progetti sociali da finanziare.
Creare nelle città spazi per il business solidale;come abbiamo dato il permesso per spazi gratuiti davanti ai ristoranti durante il COVID, così dovremmo avere spazi gratuiti per il business solidale e per tutto l’anno.
Anche il mondo economico delle imprese ha capito che l’intervento solidale continuativo e per tutto l’anno trasforma la donazione da albero di Natale in una solidarietà “costituente” e capace di generare partendo dai vuoti che si riempiono.
Post scriptum:”Chi non puo’ acquistare il cibo lo può ricevere in dono”: è un diritto umano.
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