Il 2025 è l’anno in cui inizia la generazione BETA. Dopo la ZETA e la ALFA ecco i nuovi sapiens sapiens, sempre più digitali e sempre di più con il mondo in tasca.
L’INNOVAZIONE
Quando si pensa all’innovazione e alle grandi trasformazioni che hanno segnato la storia dell’umanità si pensa normalmente alla tecnologia e alla scienza, capaci di determinare punti di rottura che hanno cambiato il modo di vivere e di pensare delle persone.
L’innovazione però non è solo tecnologica, anzi. Tutta l’innovazione e tutta la tecnologia, compresa quella digitale, è prima di tutto una questione culturale.
Senza un senso ed un direzione non c’è innovazione, né alcun tipo di progresso, ma solo movimento. Serve rimettere al centro del processo l’uomo e l’umano, cosa che non dovrebbe essere difficile per noi sapiens, capaci in poche migliaia di anni di inventare la ruota, l’aratro, il telaio a vapore, l’energia nucleare e oggi i computer superintelligenti e le IA.
LA COMPLESSITÀ
La “crisi” di senso che deriva da ogni cambiamento, compreso quello generato dal digitale non dovrebbe stupirci: le transizioni richiedono un pensiero nuovo altrimenti non se ne colgono le complessità e le potenzialità. Non basta quindi dire che viviamo in un mondo complesso e che siamo in una fase di transizione.
La complessità non è una novità di oggi e la transizione fatta di tante transizioni, quella digitale, quella ambientale, quella demografica, tutte connesse tra loro e tutte importanti in ugual misura. Per comprendere e dare senso a questa transizione serve un paradigma nuovo, cioè un nuovo modo di guardare a tutto il sistema nel suo insieme, un nuovo quadro interpretativo e una nuova metrica che ci consentono di capire dove siamo e di decidere dove si vuole andare.
LE TRANSIZIONI
I computer quando diventano vecchi fanno fatica ad aggiornarsi, fino a bloccarsi completamente. Ad un certo punto il sistema non si aggiorna più e serve cambiare il computer, a meno di rinunciare ai nuovi aggiornamenti. Purtroppo cambiare il pc costa e i sistemi nuovi vanno studiati, cosa che implica l’avere la voglia, il tempo e le risorse per farlo.
Lo stesso vale per il mondo che cambia, o per il mondo nuovo come lo abbiamo chiamato noi. Quando si ragiona di transizioni quindi non ci si riferisce solo al passaggio tra diverse fasi dell’umanità ma anche e soprattutto agli strumenti che si usano per leggere questi cambiamenti.
Le soluzioni adottate si sono quasi sempre risolte in piccoli aggiustamenti a schemi classici, fino a che ci si riesce. Esattamente come il pc, che comunque prima o poi va cambiato. Oggi si usano gli strumenti o i paradigmi del passato per leggere il contemporaneo perché non abbiamo, ancora, nulla di meglio.
Per affrontare la transizione invece serve mettersi radicalmente in discussione.
IL MONDO NUOVO
Il mondo nuovo stampato e distribuito in edicola vuole essere questo spazio in cui si può partecipare al cambiamento, in cui si prova a guardare all’insieme dei fenomeni per cercare il senso e la direzione dell’innovazione tanto nel materiale quanto nell’immaginario del contemporaneo, tenendo insieme la memoria e il futuro, che dipende da quello che le persone fanno oggi e da nient’altro. Il primo numero del Mondo Nuovo di Marzo è stata assieme una scommessa ed una palestra. Oggi, ad un anno dalla prima uscita, pensiamo di aver gettato le fondamenta per la costruzione di questo spazio di partecipazione e di libertà.
Il 2025 è l’anno in cui inizia la generazione BETA. Dopo la ZETA e la ALFA ecco i nuovi sapiens sapiens, sempre più digitali e sempre di più con il mondo in tasca. Il mondo nuovo del 2025 è pensato e dedicato soprattutto a loro.
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