Tutto l’arco dei partiti politici ha pagato alle elezioni legislative del 2022 un caro prezzo alla disaffezione, alla crisi di fiducia, all’isolamento reputazionale del sistema dei partiti politici. Insieme alle irrisolte ragioni socio-logistiche degli impedimenti a votare, questi fenomeni hanno alzato la soglia dell’astensionismo (così come in seno al civismo italiano si è colto fin dall’inizio della campagna elettorale) fino al grave dato che sfiora il 40%, pari ad un cifra pesante che separa la partecipazione e il disinteresse nei confronti dell’alimentazione della democrazia italiana: 18 milioni di italiani in “fuori gioco”.
I movimenti, le liste e le associazioni civiche che hanno dato vita alle organizzazioni Alleanza Civica del Nord, Alleanza Civica del Centro e Mezzogiorno Federato si stanno impegnando in un disegno estremamente difficile ed ambizioso, quello di costituire un soggetto politico di tipo nuovo, federale, che dia una prospettiva unitaria al municipalismo del Nord, al solidarismo del Centro e al nuovo meridionalismo basato sulla missione europea del Mediterraneo italiano, proprio per cercare di dare una risposta possibile a questi italiani in “fuori gioco” che la sinistra partitica ha dimenticato totalmente e la Destra fa vanto di rappresentare senza spendere nulla altro che slogan populisti.
L’emergere rapidissimo di una nuova proposizione politica guidata da Giorgia Meloni, che di fatto ha archiviato il vecchio centrodestra e il sovranismo elettorale, non è però frutto di improvvisazione, ma di un disegno lungamente ed accuratamente preparato, che punta alla creazione di una Partito Conservatore Europeo che modifichi gli equilibri dell’Unione Europea, sfruttando la crisi del Pse per ribaltare l’alleanza “Ursula” (popolari socialisti liberali verdi) che governa ancora la Ue.
La crisi irreversibile del Partito Democratico in Italia che segue quella del Ps francese e del Psoe greco e minaccia di precedere quella della Spd tedesca ci fa trovare assolutamente impreparati allo scontro cruciale e determinante delle prossime elezioni europee, che saranno determinati per il prossimo lungo ciclo politico, a fronte di una Destra che dopo la fine dell’era di Angela Merkel ha mutato profondamente gli equilibri interni e sta per trovare una nuova guida proprio nell’area fino ad oggi antieuropeista di Meloni e dei paesi dell’Est Europa maggiormente impegnati nella guerra in Ucraina ed al contempo in una svolta conservatrice e regressiva sul piano dei diritti e della stessa democrazia come la Polonia. Il teatro principale dello scontro politico è diventato quello dell’Europa e delle elezioni prossime, che sono anche le uniche in Italia a svolgersi con un metodo democratico, proporzionale e con le preferenze: una Federazione dei civici deve quindi porsi l’obiettivo politico ed elettorale di una presenza autonoma alle elezioni del 2024.
Non si ritiene al momento credibile l’ennesima operazione di “rinnovamento” di un Pd impegnato in un congresso incomprensibile sotto tutti i punti di vista né si ritiene che l’operazione di “Renew Europa” di Renzi e Calenda abbia l’idea ed il respiro strategico per andare oltre uno solo dei colori del “Semaforo” che abbiamo indicato come possibile alleanza strategica né tantomeno che abbia la vocazione di essere guida di una alleanza quale che sia.
Il ruolo politico della costituenda Federazione civica di federatore di una nuova alleanza attraverso la proposizione di un metodo, appunto quello federativo, e di valori, quelli del civismo dei territori per costituire una formazione politica che si va a costruire deve essere completamente di tipo nuovo, in termini di elaborazione politica, organizzazione e riferimenti valoriali Le tre associazioni promotrici della Federazione hanno costituito una Presidenza provvisoria, affidandomene il coordinamento. Il primo atto di questa Presidenza, composta da Laura Specchio per il Nord, Franco Barbabella per il Centro e Claudio Signorile per il Sud è stato fissare l’assemblea costitutiva per il mese di giugno nella città di Assisi, proponendo che la stessa si tenga attraverso la discussione e approvazione di Tesi politiche che saranno preparate da una commissione rappresentativa di tutte le associazioni, da costituirsi entro il mese di gennaio, a seguito della scelta definitiva di nome e simbologia.
L’assemblea di giugno sarà preceduta da tre assemblee tematiche organizzate da ciascuna delle organizzazioni promotrici ma di lavoro comune, centrate su un argomento di immediata rilevanza politica: AcNord si sta orientando sul tema della partecipazione al voto, astensionismo e leggi elettorali e quindi della democrazia rappresentativa, mentre altre proposte riguardano il tema di autonomia e regionalismo; e quello delle politica economica e disuguaglianze economiche e sociali.
Si tratta di una scommessa politica affascinante, che parte dalle esperienze di “sindacalismo di territorio”,di volontariato solidale e di protesta sociale sviluppate dall’associazionismo di base territoriale, per arrivare a proporre l’applicazione di uno stesso metodo a livello di comunità politica nazionale, che si sta ormai identificando con quella europea. Ma è la giusta sfida per Il vero civismo italiano, quello che non è opportunistico, non è artificioso, non è occasionale, ma è quello di chi nasce nel territorio, attorno a problemi reali riconosciuti dalle comunità.
Non è una “tattica elettorale”, tantomeno quella che spesso i partiti politici si inventano per combinare liste parallele e rincorrere propagandisticamente voti di elettori delusi dalla crisi dei partiti stessi. Il vero civismo italiano viene da lontano, annovera storie di dedizione che si incrociano con quelle dell’associazionismo di scopo sociale, che esprime valori e sollecita diritti. E’ per questo che si può e si deve proporre come una soluzione possibile, come lo è per l’ormai quaranta per cento delle amministrazioni locali, che si reggono sull’impegno civico e civile di persone al servizio della comunità.
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