SANITA’ PUBBLICA: QUALE FUTURO ?

POLIS VOGHERA

Autore: Giorgio Barbarini. Consigliere Comunale Lista Civica per Voghera

Questo il titolo dell’incontro organizzato giovedì 12 Maggio a Voghera da “Alleanza Civica per Voghera” con la partecipazione di Michele Usuelli , pediatra presso il Policlinico di Milano e consigliere nella passata amministrazione regionale lombarda , Luca Bellazzi , medico di base e consigliere comunale del gruppo Civico a Vigevano , Roberto Rizzardi , anestesista presso il Policlinico di Pavia dove è anche consigliere comunale del gruppo Civico , e il sottoscritto , già infettivologo presso il Policlinico di Pavia , ora pensionato e consigliere comunale del gruppo Civico a Voghera .

Sono stati affrontati dai relatori , e quindi dibattuti con il pubblico presente , i problemi relativi alla grave crisi del sistema sanitario pubblico ( medici di base in numero insufficiente per garantire l’assistenza sul territorio , reparti ospedalieri che chiudono , locali del Pronto Soccorso presi d’assalto , liste d’attesa infinite……e strada spianata per le strutture private convenzionate…) , evidenziata sempre più frequentemente dalle indagini giornalistiche condotte su quotidiani , riviste e siti webcam che profetizzano lo stato terminale della Sanità Pubblica nel nostro Paese . E’ stato evidenziato da tutti i relatori come alla base del dissesto dell’odierno sistema sanitario pubblico si deve ragionevolmente collocare lo stravolgimento della legge di riforma sanitaria presentata da Tina Anselmi in Parlamento nell’autunno del 1978 e applicata dal 1980 .

La legge 833 era una legge “monumentale” ; al centro dell’attenzione sanitaria era la tutela della salute dell’individuo , garantita da una costante e corretta prevenzione , dalle cure necessarie e dai momenti riabilitativi eventualmente richiesti , garantendo a tutti i cittadini un eguale diritto all’accesso alle terapie a totale carico dell’Ente Pubblico. , con piena rispondenza all’articolo 32 dalla Costituzione , che definisce la salute come bene comune e diritto fondamentale di ogni individuo. Oggi , a distanza di una quarantina d’anni la legge 833 è stata svilita , svuotata dei presupposti costitutivi , svenduta ai privati e tolta al controllo degli Enti Pubblici del territorio ; non ci sono più le Unità sanitarie Locali istituite nel 1980 , con al vertice comitati di gestione eletti dagli amministratori comunali locali , interpreti delle esigenze del territorio e controllori del lavoro prodotto , ma Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere governate da Direttori generali paracadutati dai vertici regionali , avulsi dalle realtà locali , il cui operato non può essere oggetto di discussione né di indirizzo da parte delle realtà amministrative (Comuni , Provincia) presenti sul territorio.

L’obiettivo dei direttori generali non è più la prevenzione delle patologie , né la la risposta terapeutica ai bisogni di salute , ma unicamente il pareggio di bilancio ,cui è legato anche il loro premio retributivo ! L’ingresso dei privati , permesso a partire dal 1999 , e favorito dall’iniquo processo di “convenzionamento” di cui Formigoni fu artefice primario in Lombardia , ha snaturato il concetto di Assistenza Sanitaria Pubblica , giungendo a dirottare i fondi regionali pubblici al pagamento di prestazioni private ; in Lombardia più del 50% dei fondi regionali per la Sanità (l’85% del bilancio complessivo regionale !) sono destinati a strutture private che , di fatto , indirizzano la programmazione sanitaria regionale !

Strutture private pagate con fondi pubblici che ne finanziano la concorrenza con le proprie ! In regione Lombardia , poi , la riforma Moratti ,operativa da oltre un anno , vede i cittadini trattati come clienti , non come portatori di diritti , e all’articolo 1 recita : “…equivalenza e integrazione all’interno del SSL dell’offerta sanitaria e sociosanitaria delle strutture pubbliche e private accreditate….” per cui ogni servizio fornito da regione Lombardia in campo sanitario può essere espletato da un privato , pagato con soldi pubblici ! La medicina territoriale , che il privato non vuole , perché non offre resa economica , ha visto sbandierare sempre in Lombardia la creazione di Case e Ospedali di Comunità inaugurate in pompa magna , in realtà inesistenti e il cui utilizzo non è stato concordato con chi dovrebbe esserne attore principale (medici e infermieri del territorio) , per cui rimangono solo virtuali, mentre il bisogno di assistenza territoriale periferica diventa sempre più pressante , drammatico , vista l’impossibilità di sostituire i medici di base all’atto del loro pensionamento.

La regionalizzazione della sanità Italiana ,iniziata nel 2001, ha poi affossato il concetto di Servizio Sanitario Nazionale ;la pandemia Covid 19 , con protocolli e sistemi sanitari a tutela variabile , in base alla diversa organizzazione delle regioni e al grado di privatizzazione in esse presente , hanno evidenziato il disastro di una scelta “separatista” che l’approvazione della legge di Autonomia Differenziata aggraverà ulteriormente. Infatti il risultato di questo provvedimento legislativo sarà quello , inaccettabile per un paese che voglia definirsi civile , di offrire ai cittadini un’assistenza sanitaria molto diversa (cittadini di serie A , di serie B , C…) a seconda della regione in cui risiedono , disattendendo fra l’altro l’articolo 3 della nostra Costituzione che recita :”Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge” ! Ci sarà dunque un futuro possibile nel nostro Paese per la Sanità Pubblica e quale potrà essere ?

La Sanità Pubblica , oggi in stato comatoso , necessita di una cura IMMEDIATA ! Occorre un programma serio che individui gli obiettivi da conseguire gestendo con intelligenza i fondi PNRR ( stiamo per perderli , non avendo ad oggi presentato adeguati piani per il loro utilizzo ) , adeguando gli stipendi degli operatori sanitari pubblici ai salari medi europei ( di fondamentale importanza bloccarne la fuga) , riorganizzando la medicina di base assieme agli interpreti principali di questa realtà (medici e infermieri di base e del territorio) e integrandola operativamente con l’assistenza ospedaliera , non finanziando con i fondi pubblici strutture private , ma solo acquisendo da queste , in caso di bisogno , solo le prestazioni ritenute necessarie temporalmente , senza convenzionamenti.

Il compito quindi delle forze politiche che intendono difendere i valori costituzionali , morali e sociali già alla base della riforma sanitaria del 1978 , è quello di attualizzarne i contenuti operativi predisponendo il programma sopra accennato , nell’ottica di di tornare a garantire a tutti i cittadini il diritto di fruire di un’assistenza sanitaria pubblica efficiente , universale e gratuita !


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