La prima volta che ho incontrato Silvio Berlusconi è stato al padiglione di Canale 5 alla fiera Tv del Mip di Cannes nel 1979. Lavoravo per la rivista TV/RadioAgedi Saul Paul e Berlusconi minacciava di farci causa per un articolo che riteneva oltraggioso. Ma cambiò subito idea e mi invitò invece a recarmi alla sua sede di Via Rovani a Milano. Nel suo ufficio, si offrì di mettermi in contatto con i suoi banchieri per dimostrare che i suoi affari, allora per lo più nel settore immobiliare, erano solidi. Da allora, lo andavo a trovare ogni mese e, mentre era in vacanza a Portofino, mi dava persino il suo numero di telefono al fine di creare assieme degli annunci pubblicitari per Canale 5. A Berlusconi stavo simpatico, ma non mi offrì mai un lavoro perché ero considerato “inaffidabile”. Invece finí per assumere alcuni collaboratori della nostra rivista. Inoltre, contribuì con 9.000 dollari di pubblicità alla creazione della mia rivista VideoAge nel 1981. Per me lui era “Il cavaliere” e per lui ero “Mr. Serafini”.
Berlusconi è morto lunedí a Milano all’età di 86 anni a causa di una leucemia cronica.
Era diventato ricchissimo grazie al suo impero mediatico dopo aver aperto l’Europa intera alle televisioni private. Quando ha fondato Forza Italia nel 1994, ho perso i contatti con lui. Successivamente, è diventato primo ministro italiano (per quattro volte), e i suoi atteggiamenti poco ortodossi sono stati poi adottati con successo anche da Donald Trump. Mentre era in politica, Berlusconi è stato coinvolto in numerosi scandali e ha persino scontato gli arresti domiciliari.
Oggi l’impero mediatico da lui creato è gestito dal figlio Pier Silvio, amministratore delegato di Mediaset, e dalla figlia Marina, presidente di Mondadori, la divisione editoriale del gruppo. Gli altri tre figli – Barbara, Eleonora e Luigi – detengono tutti quote nella holding Fininvest.
SEGNALIAMO