La ricerca filologica sulle persone sopra i 65 anni ci porterebbe a fare un elenco sul come sono chiamate o denominate: anziani, silver, senior, silent generation, greatest generation, terza età, older person e” chi più ne ha, più ne metta”.
Fino ad un ventennio fa,nelle ricerche, l’insieme delle persone sopra i 55 anni venivano chiamate “popolazione matura e anziana”; considerando l’allungamento della vita e l’aumento della speranza di vita si potrebbe far slittare l’età dei 55 anni a quella dei 65 e quindi riprendere quella denominazione che descrive l’opportunità che una parte degli over 65 ha una connotazione di maturità che può essere ancora posta nella filiera della governance ed del government economico-sociale del sistema e questo atttenuerebbe l’approccio liquidatorio del concetto dell’anziano come residualità del sistema e anticipatamente sulla via del tramonto operativo.
Comunque la maggior parte degli anziani vive solo o in coppia senza figli (71,5% degli uomini e 72,5% delle donne).
Oggi fra i bisogni più significativi e quasi dirimenti c’è il superamento del “digital divide” o barriera digitale a sfavore delle fasce deboli, degli anziani, dei vulnerabili e dei malati. Per esempio in Lombardia ci sono 2.3 milioni di anziani over 65 che spesso hanno una plurimorbilità e cioè sono affetti da varie patologie: fra esse le più diffuse sono quelle oncologiche e cardiologiche.
La popolazione matura ed anziana conta circa14 milioni di persone OVER 65 (23% della popolazione italiana); circa 3 milioni riferiscono di avere gravi limitazioni
Per potersi curare gli ammalati e gli anziani devono saper accedere, in modo digitale, ai servizi sanitari e sociosanitari utili per la loro salute. Il lettore sa benissimo le difficoltà che si incontrano per fissare una visita, ed in alcuni casi addirittura si rinuncia. E purtroppo, quando si riesce a contattare ed “entrare” nei siti dopo molti salti mortali, spesso, con il SSN, si hanno appuntamenti improponibili per la salute dei cittadini.
Quasi “il danno e le beffe”
Per ovviare a questo problema si propone e si sta attuando la TELEMEDICINA. Il combinato disposto fra anziani, telemedicina e stato di salute rischia però di fare flop. Perchè?
Si parla di telemedicina però non si è ancora compreso quali sono le difficoltà o quali sono le modalità per coinvolgere, in logica di fruizione dell’ottimo strumento, le fasce più anziane ed economicamente più deboli della popolazione. La telemedicina è un servizio erogato e come tale deve essere “user friendly”(in informatica vuol dire di facile utilizzo anche per chi non è esperto).
E’ innegabile che ci sono dei vantaggi:
1 di mobilità evitando degli spostamenti
2 di continuo monitoraggio senza la presenza della persona
3 eseguire riabilitazione direttamente da domicilio
4 ridurre gli spostamenti e i costi connessi
Purtroppo la realtà supera però l’immaginazione scientifica ed il suo know how applicativo.
Causa di possibile flop 1:
bisogna sottolineare che il “digital divide” è un ostacolo particolarmente importante per anziani, persone poco scolarizzate che hanno un assetto economico di svantaggio che sono in zone nelle quali la banda larga, ma anche internet, sono in deficit di efficacia ed efficienza.
Causa di flop 2:
l’”eleggibilità” cioè il bagaglio di capacità e competenza del paziente e del caregiver per sostenere un servizio di telemedicina dovrebbe essere valutato da chi offre ed eroga il servizio sanitario e rientra nel concetto del “risk management” in sanità. Quindi quale rimedio? quale esigenza operativa? IL VOLONTARIATO DIGITALE. Cioè altruisti digitali che offrono il servizio di assistenza digitale per superare le barriere.
Altrimenti è flop.
SEGNALIAMO