L’argomento dell’Anima e della sua esistenza nel corso dei secoli è sempre stato vivo e al centro dell’attenzione di pensatori e scienziati. Le risposte sono state tante e spesso contradditorie e fra di loro anche contrapposte: si parte dalla sua affermazione alla sua negazione, dalla formulazione del dubbio alla descrizione dell’incertezza.
Nel mondo antico il concetto di Anima (ψυχη) è presente in molte culture. Gli antichi Egizi, per esempio, credevano che l’uomo nascesse con due Anime: il Ba, destinato ad effettuare il viaggio verso l’Aldilà, dove riceveva il premio o la punizione, e il Ka, che rimaneva nella tomba con il corpo per custodirlo. In altre tradizioni (Induismo-Buddismo) veniva e viene affermata la reincarnazione (metempsicosi). Nella Grecia, secondo Platone (Timeo) nell’uomo vi sono tre Anime: vegetativa, sensitiva-volitiva e razionale. L’Anima razionale ha accesso al mondo delle Idee prima di incarnarsi in un corpo, e poiché le Idee sono universali e imperiture, anche l’Anima razionale deve essere imperitura. Aristotele riprende il pensiero di Platone e parla di un tutt’uno (Sinolo) costituito dalle tre Anime (vegetativa, sensitiva e intellettiva). Questo principio vitale contribuisce generalmente alla spiegazione delle funzioni organiche (nascita, crescita, decadenza, morte, nutrizione, riproduzione, sensibilità, mobilità indipendente) e di quelle proprie della mente (percezione, pensiero, volontà). Nell’Ebraismo l’Anima `è il soffio di Dio che dà vita (Ruah, Nesama) e muore quando quest’ultimo cessa: solamente alla fine dei tempi si accenna alla sua risurrezione (Libro dei Maccabei, scritti circa 124-120 a. C.). Nel Nuovo Testamento (I Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi 5,23) si parla di “Corpo, Anima, Spirito” (vedi immagine)
Nella Patristica cristiana (Sant’Ireneo di Lione, Origene) l’Anima è intesa come intermediaria fra lo Spirito e il Corpo. Anche Sant’Agostino la pensa allo stesso modo, pur affermando la presenza del divino all’interno dell’uomo. Nella Teologia Scolastica (S., Tommaso d’Aquino) ci si rifà prevalentemente ad Aristotele. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica (n.362) viene sottolineata l’unità fra Anima e Corpo (“Corpore et anima unis”). Del dove poi sia ubicata questa Anima sono state date varie interpretazioni nella storia, che in realtà dicono ben poco, se non identificandola con qualche sua espressione di somatizzazione (Ippocrate nello “pneuma” dei polmoni, Galeno nel cuore-fegato-cervello, Leonardo da Vinci nel chiasma-nervo ottico, Cartesio nell’ipofisi).
Sulla esistenza dell’Anima ci sono, dunque, varie visioni e non esistono argomenti definitivi né a favore né a suo sfavore, perché probabilmente sfugge a una sua razionalizzazione. A mio parere, se nulla può essere spiegato con se stesso, occorrerebbe allora procedere per via intuitivo-analogica, risalendo cioè dalle sue manifestazioni per giungere ad afferrare le modalità secondo le quali essa si rende perce9ibile e quindi visibile.
Escludendo per il momento quanto sostenuto dalla Filosofia (riflessioni teoriche spesso contrastanti), dalla Scienza (idealismo, scetticismo, positivismo, materialismo) e dalla Teologia (fede), mi piace qui procedere per via empirica presentando i potenziali percorsi di conoscenza circa la sua esistenza: il sogno notturno con le sue caratteristiche, i sogni diurni, la creatività artistica, l’ascolto della musica, l’esplosione della tenerezza (Natura: animali-piante) e della Bellezza, la dinamica dei sentimenti, la mistica, la presenza del Mistero, il tentativo di andare oltre esso, le informazioni provenienti dai “segni”. la capacità interattiva con altre realtà analoghe.
I sogni notturni. In questo contesto prescindo dal parlare sul significato dei loro contenuti: esso può assumere varie colorazioni a seconda delle personali convinzioni e ideologie di partenza, anche se con più semplicità esso va a mettere a fuoco il complesso, frequente e mutevole vissuto del soggetto che sogna. Qui piuttosto mi preme sottolineare e vedere di scoprire le loro funzionali articolazioni costitutive. Queste ultime sinteticamente possono essere fatte risalire alle seguenti: improvvisa e rap9da creazione di luoghi e di tempi con continui spostamenti di ambienti anche e sempre nuovi e non sempre, anzi quasi mai, riferibili a realtà oggettive conosciute “in vita sensibili”; compresenza in più posti senza la percezione del tempo impiegato per raggiungerli; piena consapevolezza della continuità nella conservazione della personale identità presente e operante nei vari eventi; grande morbidezza e leggerezza, prescindendo dal peso della forza di gravità, con le quali ci si muove da un contesto all’altro (come un “volare” a volontà o uno scalare con leggerezza pareti anche impervie e scoscese); incontri e interazioni con persone note e ignote, ancora viventi e non più, non sempre rispondenti alla loro psicologia, in continua novità di luoghi mutati però in altro di più quasi etereo ed evanescente.
Tutto si presenta come profondamente lontano dalle esperienze quotidiane ”in corpore” legate alla quotidianità. Capire un simile dinamismo mi sembra trascendere e come un andare ben oltre la consueta esperienza cui con la fisicità si è soggetti a confrontarsi durante ogni giorno “solare” tramite l’attuale esercizio della sensorialità. Resta un qualcosa di razionalmente ancora inspiegabile: una sorta di assaggio di ciò che sarà o potrebbe essere? Chissà!
I sogni diurni. A occhi cosiddetti aperti quanti balzi fuori tempo e fuori luogo si compiono, tanto che si è costretti a subire qualche “scossone” per essere riportati alla realtà fisica. Si sognano viaggi, panorami, città, persone lontane, momenti ricchi di emozioni, giochi, feste, ricordi di infanzia e quanto di più gradevole si possa immaginare e che comunque spinge lontani dal presente. Ci si lascia portare da memorie di eventi, dal passato e da atmosfere mai viste prima, da volti cari scomparsi da tempo. È come se la mente-fantasia si staccasse dal momento attuale per rifugiarsi in un non-tempo e in un non-luogo. Anche questa è una manifestazione di un “Qualcosa” che sa molto di immaterialità: tutto si interconnette!
La creatività artistica. Nel momento nel quale il proprio Essere si scioglie e si libera nel silenzio allora scatta una sorta di astrazione dalla realtà: si va oltre essa, la mente e l’attenzione si concentrano su mondi sconosciuti, si comunica e si naviga in essi, si interagisce come fossero poco distanti da noi, si dialoga con essi come fossero altre modalità di Esistenza della stessa realtà che scorre sotto gli occhi. In questo dinamismo inconsueto viene costruito un modello di Essere che si situa oltre gli steccati dei comuni limiti quotidiani. È come un “nuovo” angolo di mondo che si schiude allo sguardo: un altro “lato” di ciò che si chiama Anima.
L’ascolto della musica. Forse è uno dei momenti più alti di distacco nella dipendenza dalla fisicità. La fantasia e le emozioni qui raggiungono forse le vette più alte n t5ella loro espressione di vitalità. Penso che non ci sia un bagliore più forte di questo farsi cullare, come sospinti a volare su altri pianeti tutti rivestiti di luce, di fiori, di armonia. La musica, quella naturalmente autentica, resta una invenzione o, se si vuole, una espressione del divino, che nessuna melodia può ricreare in maniera artificiale. Con il suo ascolto si attinge una altezza così sublime di spiritualità e di purezza che sembra non esserci più realtà materiale con la quale si abbia la voglia di confrontarsi perché fuori da un tempo e uno spazio particolare: questi ultimi semplicemente evaporano, si dissolvono, perdono la loro natura di massiività. Si è in uno dei cieli più puliti della umana esperienza di vita.
L’esplosione della tenerezza. Accade che quando ci si trova dinanzi allo spettacolo della Natura nelle sue varie sfaccettature, come anche quando si è davanti a una qualunque Bellezza, allora tutto diventa estasi e pura contemplazione, immersione in un mondo che sa di armonia, di ordine, di riposante piacere. È come un elevarsi a un altro stadio di esistenza, dove si respira una diffusa immacolata innocenza e dove abissi e mari si aprono. Osservare un fiore, un panorama, una foresta, una vallata di verde dall’alto di un monte, un tramonto dagli intensi colori, gli occhi teneri di un cucciolo di animale, la carezza che a esso si dona: tutto questo spinge lo spirito su vette molto lontane dalle paludi. È proprio qui che si tocca con mano l’originale e palpitante presenza dell’Anima.
La dinamica dei sentimenti. In ciò che va oltre la parte comunemente definita dei sentimenti, cioè nella complessità quasi alchemica nella quale essa si esprime, allora il livello di impalpabilità si presenta nel contempo forte e sfuggente: forte perché si avverte il vortice della sua potenza, sfuggente perché non soggetta a nessuna misurabilità. Impercettibilmente e rapidamente ci si muove come spinti da forze misteriose a viaggiare lontani da sé e dalla visibilità. Così accade per l’amicizia, l’amore, gli ideali, la stessa fede dove le coordinate spaziotemporali non hanno più peso e si posizionano su piani assolutamente inafferrabili, tanto che per essi non si risparmia neanche l’offerta della propria stessa vita. Qui l’Anima va a raggiungere uno degli apici della personale inafferrabilità.
La mistica. Il momento supremo durante il quale l’Essere umano supera quasi se stesso staccandosi dalla propria materialità è quello nel quale si esce fuori dal corpo, diventando una realtà a se stante, a diretto contatto con ciò che sfugge a qualunque forma di visibilità. Nella fase della Mistica, l’uomo, pur non perdendo la personale identità, va come a immergersi nel mare di ciò che è intravisto come sovraumano, cioè nell’indicibile e immenso divino. Qui tutto si illumina di una luce mai vista prima, come si avverte la pienezza e la sazietà di uno stato indescrivibile di felicità. É come se si superasse se stessi e la propria natura: un mondo unico nel quale si ha piena coscienza della individuale partecipata Infiniità. Non manca qui il verificarsi di eventi di particolare eccezionalità, come la levitazione, la bilocazione, la lettura del pensiero…A questo punto vengono meno le parole per descrivere una simile Inaccessibilità.
Il Silenzio. Solo l’uomo può avere l’originale esperienza di un Silenzio che parla, che rischiara, che suggerisce qualcosa, che ne fa scoprire tante altre: si tratta di un elemento vitale, la cui voce più impercettibile può essere avvertita unicamente da chi possiede antenne interiori sottili e ultrasensibili, appunto un’Anima.
La presenza del Mistero. L’esperienza quotidiana insegna che oggettivamente si perviene al limitare di una “porta”, oltre la quale diventa un tentativo molto difficile cercare di aprirla: la mente vorrebbe ma gli strumenti e la chiave per l’apertura non sono posseduti. Questa è una tensione che ha attraversato da sempre l’uomo lungo i secoli. Al di là di ogni condizionamento, però, ciò dimostra il fatto che l’Anima è costituita da domande alle quali chiede risposte, cioè bussa e il Mistero quasi mai risponde. Solo una Essenza priva di materia può inoltrarsi fino a questa “porta”.
Oltre il Mistero. Nonostante quando detto sopra, l’uomo in ogni modo e con ogni mezzo ha cercato e cerca di trovare uno spiraglio per andare oltre. Questo sforzo è costituito dalla riflessione filosofica, dalla religione con la sua fede, dalle esperienze sperimentali con le quali si cerca di interrogare un po’ il Mistero: comunque il tentativo c’è, perché si è insoddisfatti del vissuto quotidiano, del già dato, di ciò che si è come costretti ad accettare, ma sempre con tanta riserva, perché la speranza di scoprire il tutto permane sempre. Qualcosa questo che denota l’aspetto infinito della ricerca: di questa sostanza è formata appunto l’Anima!
Le informazioni dai “segni”. La vita è costellata e condizionata da molti processi informativi. Questi possono essere percepiti direttamente dai sensi, ma anche esprimersi solamente tramite “segni”. Tutto sta nell’imparare a capire bene il significato dei primi (voce, social…) e a leggere, comprendere e decrittare il senso profondo e ultimo dei secondi. Una operazione simile è propria di quella realtà nella quale è presente una forza vitale e intelligente capace non solo di discernere, ma soprattutto di captare l’ultimo e nascosto “mistero” del discorso. Questa è esattamente l’Anima.
Le interazioni fra Anime. Ogni Essenza immateriale di per sé non è chiusa in se stessa, ma tende ad aprirai, a comunicare sé e le personali esperienze, pur non esaurendo la totalità dell’Essere in questa attività. Gli strumenti utilizzati nel mondo della visibilità sono vari e a tutti ben noti (telefono, internet…), quelli usati senza il ricorso a quelli fisici in realtà sono di pochi (fenomeni di telepatia, chiaroveggenza e chiaroudienza, possibili interazioni con Energie Sottili…), mentre nel mondo della invisibilità è semplicemente il pensiero. La domanda si pone nella interazione fra anime ancora nel corpo e altre che l’hanno lasciato. Qui gli intrecci sono vari: i segni, le apparizioni, le vibrazioni particolari, le registrazioni, le illuminazioni personali. A questo punto si schiude tutto un mondo straordinario, la cui comprensione e accesso sono purtroppo riservati ancora solo a poche persone, perché rare sono le Anime privilegiate, quelle cioè sensibili, trasparenti, sinceramente aperte alla recettività e disponibili all’ascolto e all’incontro con un “Chi non si è”. Ma qui entriamo sul piano delle maturazioni interiori e delle libere scelte e queste fanno parte del Mistero della Vita di ogni Essere animato.
Escludendo qualunque superficiale spiegazione di natura comunicativa fra neuroni ((il meno non giustifica il più!) e seguendo un argomentare puramente induttivo, quanto osservato sopra non vuole assolutamente costituire una prova razionale dell’esistenza di questo principio vitale, che si è soliti chiamare Anima. Si tratta piuttosto di una serie di indizi convergenti e fra di loro coerenti che indicano la strada giusta da seguire e sono diretti alla stessa unica realtà, che non è definibile né racchiudibile in un “unicum” ben circoscritto: essa è sfuggente a una delimitazione materiale o spaziale e a una “prova” da sperimentare in laboratorio Il motivo è che si è davanti a una Essenza fluida, flessibile, dalle mille sfaccettature, a questo punto si direbbe immensa e infinita. Se questa non si può definire “Anima” spirituale, ci sarebbe da chiedersi: allora che cos’è? Al dire di C. G. Jung “Riprendiamocela”, dunque!
Concludo con un pensiero di Victor Hugo: “C’è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c’è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l’interno di un’Anima”.
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