Ad un turista, l’Italia sembra essere nuovamente il Paese dei fumatori, incuranti dei problemi alla salute causati dalle sigarette. Il motivo, dicono i critici, é forse la sanitá pubblica gratuita, che non responsabilizza i cittadini. Ma una statistica pubblicata dall’americana Philip Morris, una delle maggiori societá produttrici di sigarette, mette l’Italia al sesto posto tra i 27 paesi dell’Unione Europea per numero di decessi di uomini, ogni 100.000 abitanti, causati dal fumo.
In coda alla graduatoria c’é la Svezia con 70 decessi, mentre in cima c’é la Bulgaria con circa 260 decessi per 100.000 uomini. L’Italia ondeggia sui 100 decessi. La regione balcanica é la piú colpita, mentre Finlandia, Francia, Portogallo, Austria ed Irlanda sono i paesi meno condizionati dal fumo. Oltre alla Bulgaria, il Paese piú colpito é l’Ungheria, dove non é raro vedere genitori molto attenti a pulire le mani dei loro piccoli in strada, mentre sbuffano loro addosso il fumo di sigaretta.
Se a suonare l’allarme é addirittura Jacek Olczak, amministratore delegato della Philip Morris, vuol dire che la situazione é drammatica. Infatti in un annuncio di ben quattro pagine sui principali quotidiani americani, Olczak denuncia che “il fumo continua ad essere causa della crisi sanitaria globale”, poi assicura che ‘le alternative al fumo esistono” e che “un mondo senza sigarette é possibile”, e conclude: “Per la guerra contro il fumo, bisogna fare di piú”.
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