Mi piace descrivermi come “un vagabondo borghese”, alpinista ‘de Roma’; amo esplorare le montagne: rocce impervie ed isolate, dove il primo centro urbano sia il più possibile lontano.
E come per i luoghi, sapersi adattare a diversi contesti e culture, mi ha dato la fortuna di relazionarmi con le più svariate sfaccettature umane: “dai ladri ai Re” che, come tutti gli estremi, spesso si toccano; dal Sacro al profano, dai militanti underground all’establishment.
Il mio pensiero va spesso alle storie ai bordi, alle minoranze, ai “deboli”, alle ingiustizie sociali. Anche nella musica non smetto di esplorare sonorità da tutto il mondo, suono il basso elettrico e ogni tanto vado a vela per mari. Amo leggere Emmanuel Carrere e la storia: mio figlio si chiama Giulio Cesare. In Rai dal 2005.
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