“Teatro dal latino theatrum ovvero guardare, essere spettatore”
La Biennale Teatro quest’anno si è svolta dal 15 al 30 giugno 20 24 a Venezia.
I curatori Stefano Ricci e Gianni Forte hanno scelto artisti e opere da presentare a coloro che hanno a cuore il teatro e che fiduciosi si apprestano a ricevere notizie interessanti circa il nuovo di cui il teatro ha tanto bisogno.
Ho partecipato alla inaugurazione dell’apertura del cinquantaduesimo Festival Internazionale del teatro Niger et Albus tenutosi presso il padiglione 30 di Forte Marghera in presenza dei curatori Ricci/Forte e rappresentanti del Comune di Venezia nonché della compagnia vincitrice del Leone d’argento Gob Squad.
Nella circostanza è stata presentata dagli stessi artisti una video installazione dal titolo Elephants in Rooms per favorire un momento di aggregazione tra gli astanti e soprattutto quale riferimento al lavoro con il quale sono risultati vincitori. Nel padiglione sono stati installati 14 schermi come altrettante finestre aperte sul mondo; i componenti la Squad insieme ad altri artisti provenienti dalla Cina e dall’India hanno voluto mettere a nudo i loro sentimenti e pensieri che spesso noi nascondiamo per il pudore di esprimere le nostre intime sensazioni. Il pubblico, messo a suo agio anche perché invitato a bere un tè durante la visita della mostra, ha gradito molto questa sollecitazione e il risultato è stato la creazione di una libera e socievole partecipazione. Lo spettacolo è stato poi presentato al Teatro Piccolo Arsenale con il titolo Creations (Pictures for Dorian) una variazione sul tema del testo di Oscar Wilde. I curatori hanno motivato l’assegnazione del premio a questa compagnia per la loro capacità di far interagire il pubblico con gli attori così da tirarlo nella performance rendendolo attivo e partecipe. Il risultato di questa messa in scena si è rivelato un po’ obsoleto; infatti il pubblico lo ha dimostrato con un applauso espresso in modo garbato e rispettoso, ma senza entusiasmo.
L’applauso, si sa, è sovrano!
Per quel che mi riguarda devo ammettere che sono rimasta un po’ delusa, in verità mi aspettavo proposte più innovative; il teatro necessita di radicali cambiamenti sia nella scelta dei testi, sia nella trasformazione attoriale che, inevitabilmente, deve essere a passo con i ritmi e i tempi odierni.
Tra i vari spettacoli presentati ho trovato pressoché interessante quello del vincitore della sezione under 35 del giovane Ciro Gallorano della Biennale College Teatro. Lo spettacolo intitolato Crisalidi rispecchia il tempo che stiamo vivendo, già nel titolo stesso allude ad una rinascita e alla ricerca di una via d’uscita dal tunnel infernale la dove ci siamo ritrovati.
Inquinamento, disagio sociale, perdita di punti di riferimento con la conseguente sfiducia in tutti i settori della nostra vita quotidiana. La pièce fa riferimento alla vita di Francesca Woodman icona della storia della fotografia che morì a soli 23 anni gettandosi da un grattacielo di New York- La crisalide tenta di uscire dal suo stato imprigionata in una casa cubo che nonostante i vari tentativi non riesce a sfondare. Il finale è piuttosto scuro come l’atmosfera che accompagna tutta l’opera durante il suo svolgimento, la crisalide infatti non riesce nel suo intento di divenire farfalla perché muore imbrigliata in una bacheca che ad un certo punto si ammanta di una nube polverosa
E’ questo il futuro?
A questo è destinato il teatro?
Speriamo che con il tempo le cose possano maturare e la rinascita possa verificarsi sia in tutti i nostri ambiti fisici e morali sia nel teatro che altro non è se non l’alter ego nella nostra vita!
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