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Allarme Libano in Medio Oriente, alta tensione fra Russia e Stati Uniti d’America in Ucraina, di Giampiero Gramaglia


Nel suo consueto aggiornamento sul fronte dei due principali conflitti che affliggono l’Occidente, Giampiero Gramaglia rileva due pericoli di escalation ben riassunti nel titolo “Allarme Libano in Medio Oriente, alta tensione fra Russia e Stati Uniti d’America in Ucraina”, il tutto “Mentre Putin si reca in Corea del Nord”. “Sul fronte ucraino, la routine di combattimenti e bombardamenti ha avuto il 23 giugno una brusca impennata – scrive l’ex direttore dell’Ansa – con l’attacco ucraino sulla Crimea, tradottosi in una strage di civili su una spiaggia di Sebastopoli, e quelli russi su Kharkiv; e le azioni terroristiche di matrice ancora incerta nel Daghestan dirette contro due chiese ortodosse, una sinagoga e un posto di polizia […]”. Contemporaneamente crescono “I rischi di contagio e di escalation fra Israele e Hezbollah in Libano”. Come osserva Gramaglia “La messa in guardia agli Hezbollah che una guerra a tutto campo è possibile viene da Israele, dopo che la milizia filo-iraniana ha pubblicato un video di 9 minuti, probabilmente preso con droni, che mostra installazioni militari e civili israeliane in diverse città. ll video, che suona implicita minaccia, segue quasi nove mesi di reciproche scaramucce sul confine israelo-libanese, con lanci di razzi verso Israele e raid sulle postazioni degli hezbollah, costante contrappunto in tono minore della guerra nella Striscia”. L’articolo prosegue soffermandosi su “Frizioni in Israele tra politici e militari e sviluppi sul terreno” a Gaza” evidenziando “Gli attacchi contro i campi profughi e un convoglio della Croce Rossa” prima di prendere in esame “La crescita della tensione fra Russia e Stati Uniti d’America”. Per Gramaglia “L’attacco ucraino in Crimea – cinque missili, quattro intercettati, uno ‘deviato’ con ricadute letali – viene attribuito da Mosca a sistemi a lunga gittata forniti da Washington a Kiev e alimenta tensioni russo-americane, in una fase in cui la diplomazia occidentale pesta nel mortaio di formule trite e sterili, mentre al fronte nulla accade, a parte il consueto stillicidio di morti (anche civili) ammazzati nei combattimenti in prima linea e sotto i bombardamenti nelle retrovie. Stati Uniti e Paesi europei paiono attendere di analizzare la situazione al Vertice della Nato a luglio a Washington, dopo i voti politici in Francia e in Gran Bretagna”. Il tutto mentre “Dopo la visita di Putin si rafforza l’alleanza fra Russia e Corea del Nord”: “Il presidente Vladimir Putin va in Corea del Nord e restituisce la visita fattagli nel settembre 2023 dal dittatore nord-coreano Kim Jong-un: obiettivo, un’accresciuta cooperazione per contrastare l’effetto delle sanzioni che colpiscono entrambi i Paesi nel confronto inasprito con gli Stati Uniti d’America e con l’Occidente. E la marina di Mosca fa vedere la bandiera nei Caraibi con una visita a Cuba che evoca la crisi dei missili dell’ottobre del 1962, che portò Usa e Urss sull’orlo dell’olocausto nucleare” – conclude il giornalista di Saluzzo.


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