AORISTO, OVVERO: SENZA LIMITI

REDAZIONE

Ho ricevuto da un mio amico questo messaggio che ti giro perché lo trovo molto bello. -“”Lo sapevate che… nel greco antico c’era una cosa che pochissimi conoscono ma che racchiude un messaggio straordinario: l’aoristo! L’aoristo non è né il presente né il passato ma indica qualcosa di più prezioso, di più raro: un momento, un’azione che si tende verso l’infinito. Che diventa «per sempre». Aoristo significa letteralmente «senza limiti», senza fine.

Ecco, vi ricordate il famoso «conosci te stesso» di Socrate? Chi non conosce il greco, però, non sa che questa esortazione è costruita con l’imperativo aoristo. Perché? Perché mentre certe azioni sono destinate a finire, altre invece no. Non smettiamo mai di conoscere noi stessi, ecco cosa volevano dirci gli antichi greci. «Ci sono uomini che sanno tutto, peccato che questo è tutto quello che sanno.» La conoscenza invece è imparare qualcosa ogni giorno. Non importa quanto sai o quanto credi di sapere, da qualche parte c’è qualcosa di incredibile che attende di essere conosciuto.

Lo stesso vale per crescere, per imparare, per diventare. Per amare. Non smettiamo mai di amare. Ecco, un giorno una mia alunna mi chiese: a che scopo studiare il greco antico? Ma vedete in questa lingua ci sono delle cose, come l’aoristo, che ci ricordano qualcosa che noi abbiamo perduto: l’eternità. L’aoristo è il modo verbale di chi non si accontenta dell’orizzonte ma cerca l’infinito.

Ma questa forma verbale indica anche qualcos’altro, di altrettanto prezioso: il «qui ed ora.». Nell’aoristo non c’è né un prima né un dopo ma solo l’adesso! Che si protrae all’infinito. Ecco perché Omero usa l’aoristo per descrivere il commovente addio tra Ettore e Andromaca. Perché quel momento è tanto intenso e l’amore che li unisce è tanto forte che trascende il tempo, che vince il tempo fino a diventare eterno. Vedete, i greci quando usavano l’aoristo volevano dirvi una cosa: io non vivo né nel mio passato, né nel mio futuro. Ma nell’adesso. Perché anche il ‘per sempre è fatto di tanti adesso’.


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