L’apertura della 79esima sessione tenutasi dal 22 al 30 settembre 2024
Sedici/A Hermes Storie di geopolitica – Mondo
Giampiero Gramaglia
Giornalista,
co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e a Bruxelles
Giampiero Gramaglia commentando il 23 settembre “L’apertura della 79esima sessione tenutasi dal 22 al 30 settembre 2024” intitola il suo pezzo “Assemblea generale ONU, leader in passerella, zero decisioni”: “inutile sperare che, sui fronti di guerra, il Medio Oriente e l’Ucraina, se ne cavi un ragno di pace dai buchi dei conflitti: non c’è il clima e, soprattutto, – chiarisce l’ex direttore dell’Ansa – non c’è la volontà, né da parte dei contendenti né da parte di chi avrebbe voce in capitolo se volesse farsi sentire”.1
1 ottobre 2024
Via vai di leader internazionali, dal 22 al 30 settembre, a New York, dove si svolge la settantanovesima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ma è inutile sperare che, sui fronti di guerra, il Medio Oriente e l’Ucraina, se ne cavi un ragno di pace dai buchi dei conflitti: non c’è il clima e, soprattutto, non c’è la volontà, né da parte dei contendenti né da parte di chi avrebbe voce in capitolo se volesse farsi sentire.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj porta un suo piano “per una pace giusta”, che intende presentare al presidente statunitense Joe Biden e ai candidati alla presidenza, la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump.
Ma il primo punto del piano Zelens’kyj, stando a fonti di stampa, è compiere attacchi in profondità sul territorio russo con armi occidentali: operazioni che né Washington né Londra hanno finora autorizzato – le forze armate ucraine dovrebbe utilizzare armi loro fornite dall’Occidente – e cui vari Paesi europei, fra cui l’Italia, s’oppongono in modo esplicito; e che mal s’adattano a un piano di pace, ma suonano piuttosto prodromi a un allargamento del conflitto, come Mosca ha più volte avvertito.
A dare una misura della vaghezza e della impalpabilità di quanto avverrà in settimana a New York, basta la dichiarazione programmatica dell’Unione europea, la cui Commissione schiera una pletora di partecipanti, quasi tutti al passo d’addio perché a novembre lasceranno l’incarico.
“L’Unione europea e i suoi Stati membri – recita un comunicato – arrivano a questa 79a sessione dell’Assemblea generale determinati a promuovere soluzioni multilaterali basate sulla Carta delle Nazioni Unite e a farle funzionare per il bene comune… L’Onu si trova in un momento di riflessione fondamentale… L’evento più atteso, il Vertice sul Futuro, in preparazione da quattro anni, rappresenta un’occasione unica per riflettere collettivamente su come le Nazioni Unite dovrebbero adeguarsi per adempiere al loro mandato ed essere pronte per il futuro”.
Non fa sperare meglio una dichiarazione sul Vertice sul Futuro, già in corso, del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres: il problema “è come” attuare le dichiarazioni di intenti che negli anni sono state adottate dal Consiglio di Sicurezza e che, pur essendo vincolanti, sono spesso rimaste lettera morta.
“Per far questo ci servono istituzioni forti e riforme, a partire da quella del Consiglio di Sicurezza”,
dice Guterres, che però sa benissimo che in questa sessione non si raggiungerà nessun compromesso – anche lui è a fine corsa: il suo mandato scade l’anno prossimo –.
La premier Giorgia Meloni all’arrivo a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite
Per l’Italia, a presidente del Consiglio Giorgia Meloni è New York fino a mercoledì 25, col ministro degli Esteri Antonio Tajani. Meloni, che ha voluto affrontare temi che spaziano dalle crisi all’IA, dall’Africa all’immigrazione, ha ricevuto pure un premio dall’Atlantic Council, che le è stato consegnato da Elon Musk. Numerosi, come sempre, gli incontri multilaterali e bilaterali a margine dell’Assemblea generale, i cui discorsi principali sono attesi domani. Nel fine settimana, Biden ha ricevuto a casa sua, a Wilmington, nel Delaware, i leader del Quad – Usa, Giappone, India, Australia – per discutere una serie di questioni regionali, dalla Cina all’energia. Biden ha anche avuto incontri bilaterali con il premier australiano Anthony Albanese e con il giapponese Kishida Fumio, prima della sessione plenaria. Il premier indiano Narendra Modi, invece, potrebbe vedere Trump a New York – anche questo colloquio non è confermato – I leader del Quad hanno espresso le loro preoccupazioni per le tensioni nel Mar cinese meridionale e hanno concentrato la loro attenzione sul Pacifico, anche se la loro cena aveva tocchi mediterranei con una caprese con mozzarella di bufalo e origano siciliano. Nella dichiarazione finale, il Quad non cita la Cina, ma, in un fuori onda a microfono accidentalmente aperto, Biden ha detto che Pechino
“continua a comportarsi in modo aggressivo, mettendoci alla prova in tutta la regione”.
Assemblea generale, il programma
Le maggiori crisi globali saranno evocate nei discorsi ufficiali, con i leader che s’avvicenderanno, da domani, sul podio dell’aula delle plenarie del Palazzo di Vetro. Fronte mediorientale, ci saranno, fra gli altri, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, la cui visita sarà breve per gli sviluppi dell’escalation in Libano, e il presidente palestinese Abu Mazen.
“Vediamo divisioni geopolitiche fuori controllo e conflitti non governati, in Ucraina, Gaza, Sudan e oltre”,
è l’analisi di Guterres.
Zelens’kyj segue l’indomani un incontro ad alto livello del Consiglio di Sicurezza sull’Ucraina; mercoledì, interverrà al dibattito in Assemblea generale; giovedì, incontrare a Washington il presidente Biden e separatamente la vicepresidente Harris. Il presidente ucraino vuole mantenere l’attenzione dei leader sull’Ucraina. Ma, in questo momento, lo scenario che preoccupa di più è quello mediorientale.
Post-Scriptum
Martedì 24 settembre il dibattito è stato aperto, come tradizione, dal presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva seguito da Joe Biden, alla sua ultima passerella Onu; previsti pure interventi dei presidenti turco Recep Tayyip Erdogan e iraniano Masoud Pezeshkian. Mercoledì 25 è stata la volta del presidente francese Emmanuel Macron; giovedì 26 ha tenuto banco il Medio Oriente con Netanyahu e Abu Mazen. Al Palazzo di Vetro, erano pure attesi il premier britannico Keir Starmer, interverrà venerdì 27 novembre, e il cancelliere tedesco Olaf Scholz per una missione lampo. Tra i grandi assenti, i presidenti russo Vladimir Putin e cinese Xi Jinping, rappresentati dai ministri degli Esteri Sergej Lavrov e Wang Yi.
- Scritto il 23 settembre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/09/23/assemblea-generale-onu-leader/. ↩︎