BELA BARTOK 1881 – 1945

Pioniere dell’etnomusicologia, compositore e pianista ungherese, Bartok aveva l’orecchio assoluto e molta memoria per la musica. Era anche un esperto botanico e grande conoscitore di farfalle. E in più era straordinariamente dotato per le lingue: ne parlava correntemente otto.

Il padre di Bela Bartok, anche lui di nome Béla come il primo figlio di Bartok, anche lui di nome Bela (insomma, in famiglia c’erano tre Bela di tre generazioni diverse – quello che stiamo raccontando era quello di mezzo: figlio del precedente e padre del successivo) era musicista dilettante; la madre, insegnante di pianoforte.
Grazie a loro a otto anni già suonava e componeva.

Bartok stava tentando una carriera solistica (che non riuscì mai a decollare), quando, nel 1907, ottenne il sospirato posto di professore all’Accademia Reale. Questo gli permise di rimanere in Ungheria, di mandare al diavolo i concerti e di dedicarsi a quello che gli piaceva veramente: la raccolta delle musiche contadine ungheresi.

Bartók aveva anche scritto un’opera, “Il castello di Barbablù”, con la quale partecipò a un concorso della Commissione Ungherese per le Belle Arti: respinta perché considerata ineseguibile! Adesso piace a tutti. Negli anni venti dovette affrontare, malgrado non ne avesse nessuna voglia, una serie di tournée concertistiche per l’Europa che gli procurarono “molto onor, poco contante”.

Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, finalmente Bartók decise di andarsene dall’Ungheria e traslocò (malvolentieri) in USA. Anche se fu accolto con molto rispetto come professore alla Columbia University, non si sentì mai a suo agio in America.

Per un po’ tirò avanti con una borsa di studio per la raccolta di canzoni tradizionali iugoslave, e questo gli piacque parecchio; ma poi la sua situazione economica precipitò verso la miseria profonda. Per fortuna un bel giorno il famoso direttore d’orchestra Koussevitsky  gli commissionò il “Concerto per Orchestra”, che divenne il suo lavoro più popolare e gli portò perfino qualche dollaro in tasca, ma mai abbastanza da stare tranquillo.

Bela Bartok morì di leucemia a New York il 26 settembre 1945, senza un soldo. Il funerale fu a spese dell’ASCAP, la Società degli Autori Americana. Presenti non più di una decina di persone.

Ma dopo la caduta del comunismo, ebbe il postumo onore di essere riportato a Budapest per i funerali di stato e lì finalmente riposa in pace.

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