Mentre nella camera ardente sfilano autorità e semplici cittadini per rendere omaggio al Presidente Napolitano, i giornali raccontano della sua biografia al servizio dello Stato e dei valori più alti di umanità e di democrazia. Il sottoscritto non è uno storico e nemmeno un politico, sono solo un umile cantastorie che un giorno di tanti anni fa incontrò il Presidente quando mise intorno a sé un gruppo di persone qualificate per raccontare la storia di come nacque la Costituzione Italiana. Una storia di idee, di studio, di lotte, di dialogo, una storia che sembra ricalcare “gli attriti” che secondo Platone possono generare la scintilla della conoscenza.
Fu un periodo magico, esisteva la Fondazione della Camera dei deputati che aveva il compito di raccontare agli italiani il dietro le quinte delle idee che muovevano il motore politico del paese e, la magia di cui parlavo, non aveva nulla di trascendentale, era la coincidenza di avere insieme storici che si occupavano di storia, organizzatori che si occupavano di organizzazione, comunicatori che si occupavano di comunicazione e cantastorie che mettevano insieme i pezzi per il pubblico. Una magia teoricamente facile da fare: integrare competenze e saperi per uno sforzo comune a produrre. Ne nacque una mostra ed un racconto audiovisivo.
Lo intitolammo “Voci dalla Costituente” perchè, grazie all’opera delle teche RAI, trovammo in radio le voci dei maggiori leader politici estratte dalle interviste dei programmi di allora. Il lavoro più grande fu estrarre frasi significative che decontestualizzammo e a volte tagliammo nel finale affinché fosse il pubblico a completarle o a chiedersi “di chi fosse” oppure scoprirlo grazie al contrappunto e alla contemporaneità delle immagini. Tutta la colonna sonora fu costruita con voci fuori campo, ma senza un guida coerente tenuta insieme dalla musica originale composta sulla storia che fungeva da collante proprio per permettere alle immagini di volare in libertà.
Il Presidente puntualmente nelle riunioni indicava una strada e forniva a tutti la forza di essere un gruppo coeso. Con tenerezza e commozione ho ancora negli occhi l’immagine del Presidente di fronte al mio portatile, con la cuffia in testa a verificare lo stato di avanzamento di un qualcosa che chiamavamo “multivisione” e che esulava dagli schemi dell’audiovisivo tradizionale.
Ci indicava la strada, mai oltre la strategia, il suo gruppo era stato scelto come capace di tradurre in pratica le indicazioni e la capacità di ciascuno finiva dove cominciava quella dell’altro, questa era la magia di cui parlavo.
Non rubo tempo a chi legge per nominarli tutti, sono in copia a questo messaggio come in copia lascio la possibilità di vedere l’audiovisivo che uscì da quella strategia. I giornali raccontano delle grandi cose che il Presidente ha fatto nel mondo e per il mondo, ne aggiungo una piccola, fatta attraverso di noi, per dirgli un ultimo grazie, che fortuna esserci stato anche solo di passaggio, buon viaggio Presidente.
SEGNALIAMO