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È mai esistito il Molise?

Da venti a diciannove: un referendum può riportare un po’ di razionalità nel disordine del regionalismo all’italiana

Giulio Ferlazzo Ciano, nel suo mini saggio “È mai esistito il Molise?”, osserva come recita l’occhiello che “Da venti a diciannove: un referendum può riportare un po’ di razionalità nel disordine del regionalismo all’italiana”. “[…] dal 1963 esiste una regione ufficialmente riconosciuta con questo nome, incuneata tra l’Abruzzo, il Lazio, la Campania, la Puglia e un breve tratto di litorale adriatico. Non che prima di allora il Molise non esistesse, ma esso era aggregato, da un punto di vista meramente statistico, agli Abruzzi (notare il plurale), formando la regione “Abruzzi e Molise”, espressamente citata all’articolo 131 del testo originario della Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore nel 1948 […]. Il Molise quindi nacque ufficialmente nel 1963 per un motivo quasi esclusivamente politico: la neocostituita regione avrebbe infatti fornito (ex articolo 57 della Costituzione, opportunamente modificato dalle leggi costituzionali 2/1963 e 3/1963) due senatori che, nel complesso, potevano dirsi con una certa ragionevole certezza spettanti quasi sicuramente al partito egemone del tempo, la Democrazia Cristiana (DC). Si titillava l’orgoglio localistico di un territorio rurale con una sua specifica identità e si otteneva in cambio una simbolica stampella che, all’occorrenza, avrebbe potuto assicurare la stabilità di un governo di coalizione o monocolore dominato dalla DC. Quando poi, nel 1970, la regione Molise ebbe vita anche effettiva, con i suoi organi di governo, tali e quali quelli delle altre quattordici regioni a statuto ordinario, non ci fu dubbio alcuno che si sarebbe trattato di un feudo di provata fede scudocrociata. E così fu effettivamente dal 1970 al 1993, venendo ininterrottamente guidata da giunte dominate dalla DC e da presidenti eletti nelle file di quel partito. Insomma, un piccolo giocattolino appenninico che non avrebbe mai recato alcun fastidio ai manovratori”.

Fatta questa premessa, Ferlazzo Ciano, dopo aver ricordato come riportato l’11 marzo dal Corriere della Sera l’esistenza tra i molisani di una “spinta alla riunificazione amministrativa con gli Abruzzi”, ricostruisce l’Origine del compartimento-regione degli “Abruzzi e Molise” a partire dagli anni Venti del Novecento, prima di procedere a una dotta ricostruzione storica di quella che definisce come “genesi  altomedievale” che secondo Ferlazzo Ciano sarebbe “Alle origini dell’identità molisana”: dalla nascita di una contea in occasione  dell’inizio della conquista da parte dei Normanni del Mezzogiorno d’Italia alla “costituzione diuna circoscrizione a carattere giudiziario e fiscale a sé stante” definitiva come giustizierato, successivamente declassato e aggregato alla Terra di Lavoro nel Trecento. Soltanto all’inizio dell’Ottocento il Molise risorge (“Ma solo parzialmente” chiarisce l’autore) in epoca napoleonica con l’istituzione nel 1806 della Provincia del Molise. Il mini saggio si conclude con una riflessione su “Abruzzo e Molise, una cosa sola? Futuro (possibile) di una regione una e bina” ed un “vademecum per non cadere in errore quando si parla di identità regionali”, in cui l’autore evidenzia il trattino della discordia che caratterizza tanti accorpamenti con esiti discordanti. Per qualche altra ragione che non è dato al momento conoscere lo stesso articolo 131 della Costituzione, come si è già scritto, reca la definizione “Abruzzi e Molise”. Si scelse quindi non solo di mantenere la denominazione al plurale per l’Abruzzo, ma anche di frapporre tra i nomi dell’una e dell’altra regione una congiunzione invece del trattino. Quasi a voler rimarcare più che altrove una distinzione tra due regioni che, in fin dei conti, e come ormai si spera che sarà stato ben compreso, si somigliano molto più di quanto appaia”.


  1. Marina Cattaruzza, L’Italia e il confine orientale, Bologna, Il Mulino, 2007, 396 p. [cit. alla p.332] ↩︎
  2. Milena Gabanelli, Francesco Tortora, “Il Molise torna in Abruzzo? L’autonomia è fallita”, in Corriere della Sera, 11 marzo 2024 ↩︎
  3. Il riferimento, abbastanza ovvio e scontato, va a certe riscritture costituzionali, qual è stata la mai abbastanza vituperata revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione, nel 2001, e a leggi mal concepite, qual è il caso dell’altrettanto esecrabile legge 56/2014 recante Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni. ↩︎
  4. Giuseppe Bettoni, Dalle Province all’area vasta: un’incoerenza italiana, in Ida Nicotra (a cura di), Le province dall’Unità alla Repubblica delle Autonomie, Roma, Donzelli, 2012, pp.91-95.  ↩︎
  5. Gran parte delle informazioni sulla genesi storica delle due regioni sono tratte dalle seguenti voci:
    Cesare Rivera, Roberto Almagià, Camillo Giulio Bertoni, Ugo Antonielli, Ignazio Carlo Gavini, Giulio Fara, Abruzzo, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, vol.I, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1929; 
    Paolo De Grazia, Cesare Rivera, Molise, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, vol.XXIII, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1934.
    Consultate in rete agli indirizzi internet: https://www.treccani.it/enciclopedia/abruzzo_(Enciclopedia-Italiana)/; https://www.treccani.it/enciclopedia/molise _(Enciclopedia-Italiana)/ ↩︎
  6. Sulle imprese normanne nel Mezzogiorno d’Italia: Pierre Aubé, Roger II de Sicile, Parigi, Payot & Rivages, 2001, 526 p.; trad. italiana, Ruggero II Re di Sicilia, Calabria e Puglia. Un normanno nel Mediterraneo, Roma, Newton & Compton, 2002, 361 p. [cit. alle pp.21-58]  ↩︎
  7. Sullo Stato feudale dei conti Borrelli: Franco Valente, Un misterioso sarcofago nella chiesa di Pietrabbondante (23 dicembre 2008); https://www.francovalente.it/2008/12/23/un-misterioso-sarcofago-nella-chiesa-di-pietrabbondante/ ↩︎
  8. Secondo alcune fonti l’investitura ad Alcek (Alzeco) sarebbe invece stata concessa dal figlio di Grimoaldo I, Romualdo, nella veste di reggente del ducato di Benevento. Claudio Azzara, Romualdo, duca di Benevento, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol.LXXXVIII, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2017; consultato sul sito internet: https://www.treccani.it/enciclopedia/duca-di-benevento-romualdo_%28Dizionario-Biografico%29/
    Tra le curiosità va annoverata la statua dedicata al khan Alcek (Alzeco), inaugurata il 7 giugno 2016, alla presenza dell’ambasciatore di Bulgaria in Italia e del sindaco di Veliki Preslav, a Celle di Bulgheria (provincia di Salerno), un piccolo paese del Cilento posto anch’esso in un’area interessata da stanziamenti bulgari.
    https://www.infocilento.it/2016/06/05/nel-cilento-arrivano-bulgari-martedi-lo-scoprimento-della-statua-del-principe-khan-alzeco/ ↩︎
  9. David Abulafia, Frederick II. A Medieval Emperor, London, Allen Lane, 1988, 480 p.; trad. italiana: Federico II. Un imperatore medievale, Torino, Einaudi, 1990, 404 p. [cit. alla p.VI] ↩︎
  10. Pierre Aubé, Ruggero II Re di Sicilia, Calabria e Puglia. Un normanno nel Mediterraneo, op.cit., p.221 ↩︎
  11. David Abulafia, The Western Mediterranean Kingdoms 1200-1500. The Struggle for Dominion, Londra, Addison Wesley Longman, 1997, 320 p.; trad.italiana, I regni del Mediteranneo occidentale dal 1200 al 1500. La lotta per il dominio, Roma-Bari, Laterza, 2001, 340 p. [cit. alla p.211]  ↩︎
  12. Giuseppe Caridi, Gli Aragonesi di Napoli. Una grande dinastia del Sud nell’Italia delle Signorie, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2021, 304 p. [cit. alle pp.199-200] ↩︎
  13. Carlo Capra, Gli italiani prima dell’Italia. Un lungo Settecento, dalla fine della Controriforma a Napoleone, Roma, Carocci, 2014, 464 p. [cit. alla p.224] ↩︎
  14. Ibidem ↩︎
  15. Francesco Jovine, “Il Molise”, in Attraverso l’Italia. Illustrazione delle regioni italiane – volume XIV. Abruzzo e Molise, Milano, Touring Club Italiano, 1948, 240 p. [cit. alle pp.199-200] ↩︎

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