DIAMO ALLA BANANA IL VALORE CHE MERITA!

Non so da voi, ma a casa mia la banana è sempre stata considerata un frutto di serie B, un ripiego… se proprio non c’era altra frutta. Non chiedetemi perché.

In realtà è un frutto di tutto rispetto con caratteristiche e proprietà nutrizionali eccellenti.

Il suo nome è di origine incerta: potrebbe derivare dall’arabo col significato di “dito” oppure dalla lingua wolof dell’africa occidentale subsahariana, dove esiste la parola banaana.

I portoghesi da quelle regioni africane la introdussero in America e, probabilmente, ne derivarono anche il nome e banana entrò a far parte della loro lingua. In Europa arrivò più tardi.

Il banano è la più grande pianta erbacea con fiore che esiste. È alta dai 6 ai 7 metri e il suo pseudo-fusto produce un solo casco di banane, raramente di più. Dopo la fruttificazione muore, ma si formeranno dei polloni laterali che a loro volta si svilupperanno.

Di solito ogni pseudo-fusto produce una sola infiorescenza detta “cuore di banana”. I fiori femminili che danno i frutti sono posti in alto sul fusto rispetto ai fiori maschili. I petali e le altre parti del fiore sono in cima all’ovario.

Le banane si sviluppano dal cuore di banana a formare una massa pendula fatta di file di frutti altrimenti dette “mani”. I caschi possono avere fino a 20 “mani” e pesare dai 30 ai 50 kg. I fiori sono rivolti verso l’alto. Le banane pesano in media 125 gr. di cui il 75% è acqua e il 25% sostanza secca. Sono protette dalla buccia o pelle e presentano lunghi filamenti sottili tra la buccia e la polpa interna: il floema.

Il clima influenza molto il sapore e la struttura delle banane, infatti i frutti che maturano a temperature più elevate saranno più dolci in confronto a quelli maturati in climi più temperati.

I frutti, tuttavia, vengono raccolti ancora acerbi sfruttando la capacità delle banane di maturare anche dopo la raccolta grazie alla produzione di etilene, un fenomeno anch’esso accelerato dalle alte temperature e più marcato di quello che avviene in altri frutti, cosiddetti climaterici, come la mela e il pomodoro.

Il banano si diffuse in Asia sud-orientale già in epoca preistorica, in Nuova Guinea, Malesia, Indonesia e nelle Filippine, ancora possiamo trovare qualche specie selvatica. Prove archeologiche indicano che in Papua Nuova Guinea si coltivavano banane già tra l’8000 e il 5000 a.C. e la prima scrittura che nomina le banane si trova in testi buddhisti del 600 a.C. Sappiamo, inoltre, che Alessandro Magno scoprì questo frutto nel 327 in India. Nel 650 gli islamici lo portarono in Palestina e da qui i mercanti arabi lo diffusero in Africa.

Nel 1500 i portoghesi avviarono le prime piantagioni di banane nei Caraibi e in America centrale, nel secolo scorso le banane e il caffè hanno rappresentato ben il 75% del volume delle esportazioni per quella regione del mondo, tanto che il termine “Banana Republic” è stato utilizzato proprio per indicare i Paesi del centro America, in particolare la Costa Rica, l’Honduras e Panama.

Oggi la banana è tra i frutti più consumanti al mondo e, come si vede nella tabella FAO, anche se è l’India il produttore maggiore, il commercio mondiale è dominato dall’Equador con il 30% del totale esportato, seguito da Costa Rica, Filippine e Colombia che, insieme, coprono i 2/3 del totale mondiale.

Principali nazioni produttrici di banane – 2013
(in milioni di tonnellate)

 India27,6
 Cina12,4
 Filippine8,6
 Brasile6,9
 Ecuador6,0
 Indonesia5,4
 Guatemala3,2
 Angola3,1
 Tanzania2,7
 Burundi2,2
 Costa Rica2,2
 Messico2,1
 Colombia2,1
 Vietnam1,9
 Thailandia1,6
 Camerun1,5
 Kenya1,4
 Papua Nuova Guinea1,2
 Egitto1,1
Totale mondiale107,4
FONT FAO

Dal punto di vista nutrizionale, la banana è tra i frutti più ricchi di vitamina C, ha proprietà energetiche considerevoli tanto che in un regime dietetico ipocalorico andrebbe consumata con moderazione. La maggior parte delle calorie proviene dai glucidi solubili (fruttosio, glucosio, saccarosio), che rappresentano il 23 % del peso totale. La fibra il 2,6 %, mentre proteine e grassi si attestano tra l’1 % e lo 0,3 %.

Il contenuto vitaminico non è particolarmente significativo, ma piuttosto vario. Va dalla provitamina A, alla B1, B2 e PP, alle vitamina C e E, anche se solo in tracce.

Il punto di forza della banana sono gli oligoelementi, soprattutto il potassio, oltre a calcio, fosforo, rame e ferro. È per questo motivo che la banana viene consigliata nella dieta degli sportivi. Il potassio e il sodio, infatti, sono i due minerali che si perdono con la sudorazione. Una curiosità: le banane sono leggermente radioattive, più di altri tipi di frutta, proprio per il loro alto contenuto di potassio, che presenta anche un certo quantitativo di potassio-40.

Valori nutrizionali della banana

Banana, crudaValori per 100 g
Acqua74,91 g
Energia89,0 kcal
zuccheri12.23 g
Fibre2,6 g
Grassi0,33 g
Proteine1,09 g
B10,031 mg
B20,073 mg
PP0,665 mg
B50,334 mg
B60,40 mg
C8,7 mg
Folati20,0 mg
Colina9,8 mg
Ferro0,26 mg
Magnesio27,0 mg
Manganese0,27 mg
Fosforo22,0 mg
Potassio358,0 mg
Sodio1,0 mg
Zinco0,15 mg

È importante sottolineare anche una componente proteica particolare, composta da Ba1, Ba2 e Mus XP 1, e contenuta nella polpa della banana, che, in alcune persone, può provocare una reazione allergica.

Spesso la buccia presenta chiazze scure: è il processo di maturazione del triptofano in essa contenuto e che porta alla produzione di serotonina. Sulla base di questo, qualcuno ipotizza blande proprietà antidepressive naturali di questo frutto anche se, in realtà, la serotonina viene digerita a livello gastrico.

Purtroppo, anche le banane si ammalano, in particolare sono sensibili ad alcuni funghi terricoli (malattia di Panama) e ad altri che si insinuano tra la buccia e la polpa (male del trasporto). Per questo alcuni esperti temono che nei prossimi decenni la banana commestibile potrebbe rischiare l’estinzione.

Le varietà di banane sono molte, così come i luoghi di provenienza. Tuttavia, una delle più comuni è la banana Cavendish proveniente dall’Asia orientale. Un’altra varietà comune, sempre dal sud-est asiatico, è la Lakatan la cui polpa è molto dolce e per questo usata nella preparazione dei dessert. In Italia, si trova la cosiddetta banana comune di Sicilia. È una varietà che cresce da noi e in altre parti dell’Europa. Anche se è coltivata in Sicilia, è stata importata dal Messico e dall’America centrale nel nostro Paese agli inizi del ’900. 

La produttività della pianta di banane dipende principalmente dal terreno e dal clima. Essendo tropicale non ama i climi rigidi e nelle Regioni più fredde è possibile sopperire a questo problema piantandolo in vaso e tenendolo al riparo durante l’inverno. Puglia, Calabria e Sicilia sono le zone più adatte alla coltivazione dei banani. Quando la temperatura non è costante tutto l’anno, la pianta entra in quiescenza.

Per chi volesse cimentarsi nella coltivazione di un banano, sappiate che esistono le piante nane che non producono frutti commestibili ma sono adatte alla coltivazione in casa come piante ornamentali. Se coltivate in giardino, invece, possono raggiungere un’altezza di circa due metri. Le accortezze per la coltivazione sono le stesse adottate per il banano: un vaso di dimensioni adeguate, un ambiente caldo e umido, una buona quantità d’acqua e particolare attenzione alle foglie che sono molto delicate, crescono rapidamente e temono il vento.

In conclusione, la banana è senza dubbio un frutto utilissimo dalle grandi proprietà nutrizionali, un concentrato di energia, vitamine e sali minerali e perciò particolarmente adatto come spuntino veloce e fonte di idratazione inoltre, come abbiamo scoperto, è anche un’elegante pianta da interni con la quale i “pollici verdi” potranno senz’altro cimentarsi.


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