È ARRIVATO IL FREDDO E L’INFLUENZA

E’ arrivato il freddo, le misure restrittive anti-pandemiche si sono allentate, si permane  più a lungo in luoghi chiusi. Quindi, sono iniziate  le infezioni che colpiscono l’ apparato respiratorio,   causate da virus che si trasmettono direttamente  per via aerea o indirettamente per contatto con le secrezioni respiratorie infette. Ci troviamo di fronte a ciò che tutti ci aspettavamo: una stagione invernale come tante altre nel passato. 

Vi sono, però,  due differenze:

  1. Abbiamo a che fare con un  virus in più  rispetto a quelli che da molti anni ci affliggono (Tabella 1):  il virus pandemico SARS-cov2 che dopo oltre due anni di pandemia si avvia verso la fase endemica con picchi epidemici invernali.
  2. Probabilmente avremo una stagione invernale gravata da un numero maggiore di infezioni respiratorie e da infezioni più severe. Il motivo di ciò è che la risposta immunitaria protettiva contro i virus respiratori è di breve durata, ed essendo mancate per due anni,  grazie  alle misure di contenimento adottate contro il virus pandemico, le epidemie stagionali che ci garantivano una specie di “richiamo” annuale, la popolazione è meno protetta.

Tabella 1

ClinicaCause frequentiCause meno frequenti
BronchioliteVirus respiratorio sincizialeOrthomyxovirus Paramyxovirus Adenovirus Rhinovirus
Raffreddore comuneRhinovirus CoronavirusOrthomixovirus Paramyxovirus Enterovirus Adenovirus Metapneumovirus RSV
LaringotracheobronchiteParamyxovirusOrthomyxovirus RSV
InfluenzaOrthomyxovirusParamyxovirus Adenovirus
PolmoniteOrthomyxovirus Virus respiratorio sinciziale Adenovirus CoronavirusParamyxovirus Enterovirus Rinovirus Metapneumovirus
SARS (sindrome respiratoria acuta grave)CoronavirusOrthomyxovirus

La diagnosi differenziale clinica è piuttosto complessa perché, anche se agenti patogeni specifici in genere causano manifestazioni cliniche caratteristiche (p. es., i Rhinovirus causano il raffreddore comune, il virus respiratorio sinciziale  solitamente causa bronchiolite), ognuno di essi può provocare molte delle sindromi respiratorie infettive e la gravità è molto variabile e, in generale, è più grave nei pazienti anziani e nei bambini piccoli.

I virus a cui prestare più attenzione, oltre al SARS-cov 2,  sono i Virus influenzali (Orthomyxovirus) e il Virus respiratorio sinciziale (Paramyxovirus).

I virus influenzali sono sicuramente quelli che preoccupano di più  non solo per le infezioni spesso severe che causano principalmente nei soggetti fragili, ma anche perché degli oltre cento tipi e sottotipi esistenti in natura, solo pochissimi hanno, fino ad ora, fatto il cosiddetto  “salto di specie” causando, ogni volta,  pandemie di notevole entità.  Tutti gli altri sono c presenti nel mondo animale e causano sporadici casi di infezione  umana che, però,  resta localizzata nell’ individuo infettato non avendo, ancora, il virus le caratteristiche per diffondersi a livello interumano. Dimostrano, però, il potenziale trasmissivo interspecie.

La famiglia Orthomixovirus è divisa in sette generi e solo i primi tre interessano l’ uomo.

All’ interno del genere A  i  singoli virus  vengono distinti sulla base del tipo di emoagglutinina (H) e neuraminidasi (N) che hanno alla loro superficie.

Tabella 2 Le pandemie influenzali del XX secolo
Nome della pandemiaDataDecessiSottotipo coinvolto
Influenza spagnola1918-2040 milioniA/H1N1
Influenza asiatica1957-581-1,5 milioniA/H2N2
Influenza di Hong Kong1968-690,75-1 milioniA/H3N2

Grande attenzione è rivolta verso alcuni ceppi  di Influenza A che hanno dimostrato negli ultimi anni un aumentato potenziale trasmissivo interspecie. In particolare: H5N1, H7N7, H1N2, H9N2, H7N2, H7N3, H10N7.

L’ evoluzione dei virus influenzali è tenuta sotto stretto controllo da parte dell’ OMS attraverso una rete di laboratori sentinella che isolano e caratterizzano i virus e li inoltrano alla sede centrale di Ginevra.

Questo viene fatto per controllare l’ eventuale diffusione di ceppi pandemici ma anche per prevenire/attenuare le epidemie stagionali  che colpiscono i due emisferi durante la loro stagione fredda.  I ceppi virali che hanno circolato durante l’ ultima parte della stagione fredda di un emisfero sono quelli che causeranno l epidemia nella stagione fredda dell’ altro emisfero.  E sono proprio questi che l OMS fornisce alle ditte produttrici di vaccini affinchè il vaccino annuale sia aggiornato.

I ceppi virali che si sono diffusi nel corso del 2022 nell’ emisfero Sud,  che ha avuto una stagione influenzale piuttosto severa, e che sono contenuti nell’ attuale vaccino tetravalente per il nostro emisfero, sono:

TipoSottotipoCeppo
AH1N1Victoria/2570/2019
AH3N2Darwin/9/2021
B Austria/1359417/2021
B Phuket/3073/2013

Quest’ anno in Italia l’ epidemia stagionale è iniziata prima del solito e si pensa che raggiunga il picco verso la fine dell’ anno.

Nonostante la diffusione dei virus influenzali sia attualmente predominante, anche le infezioni da SARS-cov2 stanno aumentando. La variante Omicron rappresenta la quasi totalità (99,96%) dei sequenziamenti depositati. Il restante 0,04% è da attribuire a ricombinanti Delta/Omicron.

La subvariante BA.5 risulta predominante (92,41%), e si presenta con oltre  140 differenti stipiti.

A livello clinico le  infezioni da Sars cov 2 non sono facilmente distinguibili  da quelle causate dai virus influenzali   poiché i sintomi sono alquanto sovrapponibili (Tabella 3).

TABELLA 3. DIFFERENZE NELLA SINTOMATOLOGIA DELLE INFEZIONI DA SARS-COV2 E INFLUENZA A.

SintomiSARS-cov2Influenza A
Incubazione5-7 gg2-3gg
Febbre oltre i 38+++++++
Diffusi dolori muscolari/articolari;+++++++
Congestione nasale++
Tosse++secca, stizzosa, insistente++ secca e stizzosa
Perdita dell’olfatto++
Mal di testa++++
Perdita o alterazione del gusto++
Nausea diarrea vomito++  
Difficoltà respiratorieraro++  
DurataMolto variabile5-7 gg

Per una diagnosi differenziale certa, è necessario eseguire la ricerca del virus nel materiale respiratorio raccolto tramite  tampone naso-faringeo. Nei laboratori di Microbiologia viene condotta la diagnosi differenziale ricercando nel medesimo materiale sia i virus influenzali che il SARS-cov2. Vi è anche la possibilità attraverso test definiti “multiplex” di verificare la presenza di oltre 20 diversi virus respiratori.

Casi di doppia infezione con due diversi virus respiratori sono stati segnalati, come del resto è sempre avvenuto anche negli anni passati.  In questi casi la sintomatologia e il decorso tendono ad essere più severi.

Oggi  in Italia sono disponibili per tutti gli over 12, due vaccini anti SARScov2, entrambi bivalenti.  Uno contiene il ceppo originario (alfa) e l’ omicron BA1 (vaccini Spikevax  di Moderna e Comirnaty di Pfizer). L’ altro contiene due ceppi omicron, il BA4 e il BA5 ( Comirnaty di Pfizer). Al momento, secondo AIFA,  non ci sono evidenze per poter esprimere un giudizio di uso preferenziale di  uno dei due vaccini disponibili. Entrambi, infatti possono ampliare la protezione.

Il terzo gruppo di virus che destano preoccupazione sono i virus respiratorio-sinciziali (RSV) chiamati così perché l’ infezione causa la fusione tra membrane di cellule adiacenti con la creazione di grossi sincizi multinucleati.

Sono  virus ubiquitari, molto contagiosi e appartengono alla famiglia Paramyxovirus ;
Negli adulti e nei bambini grandi, l’infezione determina, di solito, una malattia lieve, mentre durante la prima infanzia, e negli anziani  determina spesso una polmonite e può coinvolgere le più piccole diramazioni bronchiali (bronchiolite).

La bronchiolite è causata dall’ostruzione delle piccole vie aeree durante l’espirazione e dal collasso del tessuto polmonare distale. Neonati e lattanti sono particolarmente esposti a tale evenienza, a causa delle ridotte dimensioni dei loro bronchioli.
Nella polmonite, il fenomeno è più generalizzato e la necrosi epiteliale può estendersi sia ai bronchi che agli alveoli.
Nei paesi a clima temperato, il periodo di maggiore incidenza di infezioni da RSV  è compreso tra novembre e aprile, con un picco nei mesi di gennaio-marzo.  I dati epidemiologici relativi alla diffusione  del RSV registrati nella stagione epidemica  sia dell’ anno scorso sia di quest’ anno documentano un consistente anticipo del periodo di inizio della stagione epidemica ed anche un aumento del numero dei casi, elemento probabilmente da far risalire al calo dell’ immunità di popolazione dopo i due anni di accorgimenti anti pandemici.

Al momento, in nessuna parte del mondo,  esiste un vaccino approvato contro RSV, ma da poco è terminata,  con buoni risultati,  la sperimentazione  clinica di fase III di un vaccino contenente la glicoproteina F della superficie di RSV  combinato con un adiuvante. Il vaccino è indirizzato alla protezione degli anziani. La protezione dei neonati, invece,  è molto più problematica e dovrebbe coinvolgere l’ immunizzazione della madre durante la gravidanza.


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