EDILIZIA SOSTENIBILE: il “cavallo di Troia” finanziario

In Italia la relazione fra il” comparto edilizia e costruzioni “e banche pesa il 50% degli investimenti fissi lordi di capitale. Però il settore delle costruzioni edili (dagli edifici alle grandi opere)rappresenta anche il processo industriale che influisce maggiormente sul carico inquinante dell’ambiente.
Di conseguenza le azioni intraprese in edilizia assumono una rilevanza significativa per la sostenibilità ambientale dell’ecosistema che si integra con quella sociale e di governance.  

A fronte della Conferenza delle parti  di Parigi sui cambiamenti climatici(COP21) ,della definizione dell’agenda UN 2030 (a questo proposito si ricorda il set delle 5P dello sviluppo sostenibile proposto dall’agenda 2030 – persone,pianeta, prosperità, pace,partnership ) e dei Sustainable Development Goals SDGs la comunità internazionale evidenziò la necessità di coinvolgere i capitali privati ,ma questi non hanno dato risultati concreti, solo promesse vane.  

Per poter attuare le politiche per i cambiamenti climatici ,sociali e di governace e  per fornire risorse necessarie al raggiungimento di questi obiettivila la UE ha coinvolto il sistema finanziario ed ha imposto “in progress” delle regole di riferimento.Il mondo finanziario come “cavallo di Troia”per conquistare la sostenibilità dell’edilizia.  

Opportunamente  si è affidata la funzione di attivazione e sviluppo del processo di sostenibilità alle organizzazioni-aziende finanziarie(“partecipanti ai mercati finanziari”-“financial market participants”: si definisce “partecipante al mercato finanziario” un’azienda che crea prodotti finanziari o, in generale, una società di investimento: si tratta di banche, assicurazioni, gestori di fondi di tutti i tipi nonché servizi di fideiussoni assicurative e bancaridei.)che sono snodo importante e poco conosciuto  per cui glii attori finanziari hanno l’obbligo  di presentare il Green Asset Ratio (GAR) come cartina di tornasole della loro responsabilità ambientale e di conseguenza della filiera delle imprese finanziate.Ovviamente anche per l’edilizia.  

Nello specifico, l’Atto Delegato Europeo 4987 di luglio 2021, definisce e dà linee guida per il calcolo del Green Asset Ratio (GAR), ovvero, gli asset finanziari considerati “green”.
L’EBA (European Banking Authority,)ha emanato standard vincolanti per l’informativa del Terzo Pilastro sui rischi ESG, pubblicata a Gennaio 2022.
E’ la disclosure che garantisce, prevalentemente gli investitori ,sulle esposizioni, i rischi e le strategie ESG degli istituti finanziari per  prendere decisioni su basi informative correlate a indicatori e KPIs utili per un benchmark  

Il Green Asset Ratio (GAR) e il Banking Book Taxonomy Alignment ratio -BTAR( che prevede per le imprese, senza obbligo della “dichirazione non finanziaria“ annuale la stessa metodologia di calcolo del GAR), come strumento per mostrare come gli Istituti sono sostenibili nella loro gestione del rischio.  

Quindi il GAR è  un indicatore mediante il quale le istituzioni finanziarie europee, primariamente le Banche, dovranno comunicare quanta parte del proprio portfolio  è green o ‘verde’ per attuare gli Accordi di Parigi.  

Quindi base informativa  per la compilazione degli esercizi normativi utili per avviare la valutazione e gli impatti dei rischi ESG e necessari al calcolo del Green Asset Ratio e del BTAR.
Il GAR mitiga il greenwashing delle performance ambientali delle imprese in portfolio delle banche.
In modo omogeneo e rigoroso, dando visibilità alle più performanti e allineate alla Tassonomia Ue e consentendo un maggior flusso di capitali di investimento sostenibile verso progetti sostenibili e innovativi del pilastro ambientale dei criteri ESG.  

E’ importante il ruolo del binomio accounting reporting per misurare e comunicare facilmente le prestazioni in tema di sostenibilità di progetti e organizzazioni che con gli anni 90 si erano posti sotto il modello di gestione aziendale del Triple Bottom Line -TBL.  

Questo modello si è sviluppato ed oltre al naturale riferimento all’ambiente(Planet) ed al profitto relativo(Profit) si è aggiunto un orientamento specifico sulle risorse umane interne ed esterne all’impresa(People).Inoltre si è evoluto inquadrando il concetto di governance e declinando i vari fattori di sostenibilità che dovranno essere riconoscibili nei progetti edili che devono accedere alle fonti delle risorse finanziarie.Esse sono  distribuite in relazione ai principi di sostenibilità.  

Oggi, per esempio, i parametri TBL per un edificio residenziale potrebbero differire in modo significativo da quelli di un edificio commerciale o di una organizzazione non profit.

Quindi questo consente alle parti interessate di valutare l’impatto completo dell’edificio da una prospettiva a lungo termine a una progettazione “qui ed ora” sostenibile.  

È abbastanza evidente che oggi gli edifici sostenibili rappresentano il futuro dell’edilizia.  

La sostenibilità può essere raggiunta con l’integrazione operativa fra gli appaltatori e  gli architetti.

Questo vuol dire massimizzare l’efficienza dei materiali e delle risorse energetiche riducendo l’impatto ambientale negativo dell’opera e dell’edificio.

L’industria edile o comunque quella delle costruzioni al pari del ciclo dell’allevamento di animali, è sempre stato uno degli elementi primari della civiltà quindi si tratta di una industria che ha un impatto significativo sul clima globale e sull’ambiente.  

Secondo un rapporto della Global Statistics del World GBC gli edifici e  le costruzioni rappresentano quasi il 36% del consumo energetico globale quindiil  40% delle emissioni totale di carbonio nel mondo.  

E per questo che si è orientati a ad avere edifici e opere sostenibili.  

Certamente questo approccio può essere un approccio marginale anzi da dimenticare qualora si pensi che il contesto non avrà alcuna possibilità di controllare.  

Nel contempo giudicare con la logica del mercato si traduce in  azioni che sono da premiare con gli acquisti o da punire con il non acquisto.  

Edifici ed opere sostenibili hanno alcuni principi fondamentali :  

1- i dintorni e la posizione cioè la posizione e l’orientamento e le considerazioni geografiche dell’edificio svolgono un ruolo cruciale nel decidere la massima sostenibilità che può essere raggiunta.  

2- ottimizzazione delle risorse naturali esistenti  

Tutto questo vuol dire collaborare e entrare in sintonia con la natura piuttosto che andare contro ad essa e  ridurre al minimo l’uso di energia esterna massimizzando l’uso delle risorse naturali  

3- rispetto dei principi ambientali; la domanda che ci si pone in una progettazione in primis di un edificio sostenibile e di un’opera sostenibile è  quali sono le caratteristiche non necessaria che potrebbero portare allo spreco di risorse?  

E’ evidente che  questo approccio si applica anche all’industria delle costruzioni .  

È sempre più importante  quindi il fatto che la comunità europea ha deciso di rendere tali comunicazioni obbligatorie con la direttiva 2014 /95/ Eu che sottolinea l’importanza per cui le imprese divulgano informazioni sulla sostenibilità come fattore sociale e ambientale per identificare i rischi per la sostenibilità ma anche per la gestione aumentando quindi la fiducia di investitori e consumatori.  

 Chi investe in costruzioni deve adottare sistemi di reporting ESG e sono stati sviluppati questi sistemi come GRI G4 Construction and Real State Sector Disclosure  come sistemi appositamente pensati per l’industria delle costruzioni (GRESB Real Estate)  

La commissione europea ha definito raccomandazioni nell’ambito del mercato con il  regolamento.eu 2020/852 -Tassonomia delle attività ecocompatibili- che si  propone  come strumento per aiutare investitori ,società emittenti, promotori di progetti a navigare nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente ed efficiente sotto il profilo delle risorse   

Abbastanza evidente che tutto questo potrebbe sembrare semplicemente una narrativa di tipo teorico-convegnistico, ma il dato di fatto è che si strutturano questi regolamenti, direttive a livello UE e  con continuità pongono dei paletti alle imprese che chiedono finanziamenti.  

La EU Taxonomy definisce criteri per valutare la sostenibilità delle attività economiche e poi un’altra condizione per  dare un contributo   sostanziale ad uno di questi obiettivi: ambientali, mitigazione, indicazione del cambiamento climatico, adattamento ai cambiamenti climatici,sostenibile e protezione dell’acqua e delle risorse marine ,transizioni verso l’economia circolare , prevenzione e controllo dell’inquinamento , protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.  

Una “ condizione”  è non arrecare danni significativi agli obiettivi precedenti e si  sostanzia nel claim (“Do not significant harm”- DNASH) del “non arrecare un danno significativo” all’ambiente  nasce per coniugare crescita economica e tutela dell’ecosistema, garantendo che gli investimenti siano realizzati senza pregiudicare le risorse ambientali e  per non asseverare la distopia del contesto.  

Queste prescrizioni sono diventate molto significative per i progettisti e quando i committenti o le imprese di costruzione dovranno accedere ai finanziamenti si dovra’ dimostrare la sostenibilità della supply chain collegata all’impresa di costruzione come capo filiera  delle costruzioni ed inoltre la generazione degli impatti positivi durante tutte le fasi del ciclo di vita  di un’opera edilizia e di costruzione.  


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