EUROPA INGRATA

La nostra premier era arrivata all’appuntamento delle nomine europee in perfetta forma.
Il successo d’immagine del G7 pugliese dove si presentava come unica vincitrice tra i presenti (Macron, Biden, Sunak, Scholz erano tutti morituri o già i fantasmi di se stessi).
In più era il solo capo di governo contemporaneamente presidente di un partito europeo (i “Conservatori” di ECR).
Condizione che sembrava privilegiata per una trattativa favorevole ai colori azzurri.
Ma forse è successo il contrario. Mentre rivendicavi dell’Italia la statura di paese fondatore e il suo euroentusiasmo, dovevi difendere contemporaneamente il ruolo e il premio di nazioni euroscettiche e controverse.
E poi è possibile che sul voto di qualche governo non particolarmente amico abbiano pesato le nostre decisioni controcorrente come la mancata adesione al MES e la melina sugli stabilimenti balneari.

Comunque che bolgia, che confusione ! L’Europa è diventata adulta.
Le elezioni e la scelta dei nuovi vertici hanno dimostrato come i popoli del vecchio continente si sentano ormai coinvolti nei problemi e nelle scelte sovranazionali.
Difficile però seguire e capire le dinamiche frenetiche messe in campo dai partiti dei 27 Paesi per trovare un governo dell’Unione.
La gravità raggiunta dalle criticità che abbiamo di fronte (guerre, epidemie, invasioni migratorie) ha fatto capire a molti che ci si salva insieme o non ci si salva.

Il tema dominante della stagione è l’avanzata della destra un po’ in tutta Europa.
Io soffro a semplificare il dibattito politico con l’uso di due sole parole (destra e sinistra) perché non si riesce a rappresentare le variegate posizioni che ci sono in ciascun schieramento e al centro.
Tant’è vero che ormai tutti usano il plurale: le destre e le sinistre.

Per spiegare l’andamento generale sono necessarie delle sintesi che però sono “mediocri” per definizione. Mai come questa volta è difficile rendere conto delle mille differenziazioni e sfumature che si stanno creando in uno spazio politico certamente in crescita.
Gente espulsa, gente che chiede di iscriversi e non viene accettata, eletti indipendenti corteggiati da più soggetti, nascita di movimenti caratterizzati da un comune territorio oppure dalla storia che si portano alle spalle, come gli “austroungarici” in fase di debutto.
Si chiameranno “patrioti”

Di solito era la sinistra a praticare la moltiplicazione delle sigle
Veniva chiamata la “scissione dell’atomo”. Partitini sempre più piccoli, sempre più personalizzati.

Figli della vanità di un capo in ascesa che, mandando un messaggio ostile, vuole semplicemente aumentare il suo prezzo.

E siccome ogni spazio e’ già occupato, l’ultimo arrivato è costretto a collocarsi all’estrema, ovvero a radicalizzare le proprie posizioni.
Per gli ultimi arrivati -per far parlare di sé- non rimane che polemizzare con gli ex alleati, appena abbandonati.
La sinistra aveva un’idea romantica e retorica dell’Europa: un sogno generoso e altruistico che avrebbe rigenerato le matrici comuni in vista di un futuro condiviso.
C’era l’intesa che la politica corriva e quotidiana, fatta di prepotenza e avidità di potere, si esercitava in ambito nazionale mentre i grandi scenari, le mutazioni epocali si affrontavano a Bruxelles.

La realtà ci ha resi adulti. Smagati e pratici. Ormai Il problema unico di ogni governo è di ottenere dall’Unione Europea più soldi di quanti ne abbia versati.
Ma intanto sta nascendo un nuovo popolo: gli Europei (che sono tutti figli del progetto Erasmus).
Sono trentenni, nati in Italia, hanno studiato a Parigi, trovato lavoro in Germania dove hanno sposato una spagnola. Sono pronti a spostarsi ulteriormente per uno stipendio più interessante.
Crescendo, come verranno definiti e come si percepiranno i loro figli che, per non sbagliare, parleranno quattro lingue?


SEGNALIAMO

  • ANNIVERSARI EUROPEI

    ANNIVERSARI EUROPEI

    Podcast n. 143 di Stefano Rolando La memoria è stimolo. Ma per riprendere ora il cammino servono (insieme) politica, popolo, leadership, analisi, progetto e tensione al futuro. A margine di un convegno sui 40 anni dal Consiglio europeo a Milano nel 1985. Versione a scritta: https://stefanorolando.it/?p=10627 Versione audio:


  • DOVE STA ANDANDO L’ITALIA?

    DOVE STA ANDANDO L’ITALIA?

    di Andrea Attilio Grilli Il 9 maggio 2025 a Kiev si è consumata la disastrosa politica estera del governo Meloni. Eppure, era proprio in politica estera che il governo di centro destra si stava salvando, dopo due anni di gestione della politica interna insapore e incolore. Nel 2022 quando la Russia aveva invaso l’Ucraina il…


  • CIVISMO: UN EXCURSUS DI CONTRIBUTI

    CIVISMO: UN EXCURSUS DI CONTRIBUTI

    di Giorgio Fiorentini La ricerca dei contributi di vari autori sul tema del Civismo è come un viaggio: il paesaggio è abbastanza uniforme cioè quasi tutti gli studiosi caratterizzano il civismo con la partecipazione, la democrazia allargata e stabile, la cittadinanza attiva. Per vedere le piccole e calligrafiche  differenze bisognerebbe fermarsi in ogni cittadina, paese e…


  • I GATTOPARDI DELL’OCCIDENTE

    I GATTOPARDI DELL’OCCIDENTE

    di Mirko Bettozzi La rielezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti ha ridefinito alcuni aspetti della politica mondiale. Dazi, trattative con la Russia per la pace in Ucraina, progetti per trasformare Gaza nella “Riviera del Medio Oriente”, sono i cavalli di battaglia urlati a gran voce da Trump, abile nel trovare slogan utili…


  • GIUSEPPE SARAGAT

    GIUSEPPE SARAGAT

    di Mario Pacelli 28 dicembre 1964: il Parlamento in seduta comune (deputati e senatori: non sono ancora presenti i rappresentanti delle regioni, secondo quanto stabilito dall’art. 83, n. 2, della Costituzione in quanto le regioni non sono ancora state costituite) al ventunesimo scrutinio elegge Giuseppe Saragat Presidente della Repubblica. È stata una battaglia lunga e…


  • CRAXI E IL GOVERNISMO: SIMMATE OD OSSESSIONE DEL PSI?

    CRAXI E IL GOVERNISMO: SIMMATE OD OSSESSIONE DEL PSI?

    di Salvatore Sechi “Saragat aveva ragione, e socialdemocratico non è una parolaccia”. Secondo un protagonista ed un testimone affidabile come Giuliano Amato[1], con questa battuta nel 1978, Bettino Craxi avrebbe inaugurato una notevole e anche inaspettata campagna volta a colpire la storia e la stessa identità dei comunisti italiani. Le analisi, le denunce, le proposte dell’organo teorico del Psi (Mondo…


  • MARK CARNEY E LE NUOVE PROMESSE DI UN CANADA FELIX

    MARK CARNEY E LE NUOVE PROMESSE DI UN CANADA FELIX

    Il Canada felix di Mark Carney “contro” il trumpismo per curare le corrosioni della democrazia nell’era post-globale. Verso nuove Alleanze d’Occidente (ALd’O)? di Luciano Pilotti Il Canada “vira” al centro per proteggere orgogliosamente la propria autonomia, identità e indipendenza e Mark Carney guida la riscossa aiutato dallo “sfascia-carrozze” di Mar-a-Lago che aveva scommesso contro dimostrando…


  • “BASTA CHE SE MAGNA”: DA GRAMSCI AI MAGA

    “BASTA CHE SE MAGNA”: DA GRAMSCI AI MAGA

    Ora è confermata l’attrazione degli ultra-conservatori verso il comunismo. Dopo l’atteggiamento servile del presidente americano Donald Trump verso Vladimir Putin, ecco che il Wall Street Journal propone: “Meet MAGA’s Favorite Communist” (Incontrate il comunista preferito dai MAGA). La sorpresa è che a far apprezzare l’ideologia comunista ai capitalisti ultra-conservatori americani è il filosofo marxista sardo Antonio Gramsci…


  • IL COMUNISMO DI BOLOGNA: DA ROSSO A LEPORINO

    IL COMUNISMO DI BOLOGNA: DA ROSSO A LEPORINO

    A Bologna, nel retro dell’edificio comunale in piazza Maggiore, svettano gigantografie per effigiare stati d’animo inquietanti: Bolognesi dal primo giorno e Dalla parte giusta della storia. Ad un sardo come me accampato qui da quasi mezzo secolo suonano di sapore trogloditico e un po’ vagamente razzistico. Qual’è il disegno del sindaco Matteo Renzi (o forse…


  • LA MORTE DI PAPA FRANCESCO E LA CRISI DEL SACRO

    LA MORTE DI PAPA FRANCESCO E LA CRISI DEL SACRO

    La morte di un Pontefice, un tempo percepita come soglia mistica e momento di intensa partecipazione collettiva, appare oggi svuotata di significato spirituale. La figura del Papa, che rappresentava il vertice della dimensione sacrale nella coscienza occidentale, è stata progressivamente ridotta a un ruolo mediatico, quasi amministrativo, segno della crisi simbolica del nostro tempo. La…