FINE PANDEMIA: IMMUNIZZAZIONE NATURALE DI MASSA

Novembre 2023

Pochi mesi fa, aveva attirato l’ attenzione delle autorità sanitarie internazionali la variante EG.5, chiamata ERIS sui social. Nome scelto per motivi sconosciuti ai più o forse, ancora una volta, per tenere alto il livello di preoccupazione.

Eris, nella mitologia greca era la personificazione della discordia, sorella e compagna di Ares, e, secondo Omero, figlia della notte. Era rappresentata come un demone alato.

Questa variante attirò l’attenzione poiché, dopo essere stata segnalata per la prima volta a Febbraio 2023, iniziò a diffondersi velocemente a livello globale (Europa, America, Asia).

Si tratta di una sottovariante appartenente alla grande famiglia Omicron e, in particolare, deriva dalla variante Omicron XBB e ha una spike con lo stesso profilo di quella della variante XBB1.5 (Kraken per i social, il mostro marino leggendario dalle forme di piovra di enormi dimensioni e in grado di attaccare le navi e farle affondare!).

Queste varianti sono considerate di interesse (Variant of interest: VOI) dall’ OMS che, al momento non ritiene ci siano altre varianti circolanti che destino preoccupazione (Variant of concern: VOC).

La variante EG5 risente meno della immunità che la popolazione ha acquisito grazie ai vaccini e alle infezioni naturali degli anni passati. E’ possibile, quindi, che possa diventare dominante a livello globale. Oggi in Italia è responsabile di oltre il 50% dei casi, seguita da XBB 1.5, XBB 1.6 e altre sottovarianti di Omicron.

La maggior capacità diffusiva di EG5 non è accompagnata da un maggior potere patogeno. Infatti non sono stati segnalati cambiamenti nella gravità delle infezioni provocate da questa variante e i pazienti che la contraggono presentano un quadro simile a quello causato dalle precedenti sottovarianti di Omicron e da quelle che sono ancora presenti.

Anche la flash survey dell’Istituto Superiore di Sanità di Ottobre 2023 non evidenzia rischi addizionali per la salute pubblica rispetto alle sottovarianti di Omicron in co-circolazione.

Alcuni sanitari hanno segnalato che il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva per COVID sta aumentando, cosa che, al momento, non deve creare particolare preoccupazione poiché quando aumenta la capacità diffusiva di una variante aumenta molto il numero dei casi e, conseguentemente, anche il numero di coloro che hanno bisogno di cure.

Quindi, come con le precedenti sottovarianti del SARS-Cov2 e come per altri virus respiratori come i virus influenzali (Orthomyxovirus), ci sono alcune fasce di popolazione che dovrebbero continuare a essere particolarmente vigili, come gli individui di età superiore a 65 anni e le persone con condizioni mediche di base che le rendono vulnerabili.

Il vaccino attualmente in distribuzione contiene l’ RNA della spike della variante XBB 1.5, mentre quelli delle precedenti campagne vaccinali contenevano l’ RNA delle spike del ceppo originale, alfa, e di una delle prime varianti omicron (BA1 o BA2). Rispetto ai vaccini precedenti, quindi, quello attuale è più mirato alle varianti virali circolanti.

Nonostante ciò, poche persone stanno aderendo alla campagna vaccinale anti COVID in corso in Italia e in altri Paesi. Sembra, quindi, non funzionare più, a livello di popolazione, la “chiamata” ad una ulteriore vaccinazione di massa rivolta ad una fascia (larga) di popolazione.

Probabilmente è necessario cambiare strategia vaccinale. In questa fase finale della pandemia sembrerebbe più opportuno procedere ad una campagna di vaccinazione personalizzata che solo o principalmente i medici di famiglia sarebbero in grado di fare. Andrebbero, infatti, considerate attentamente le caratteristiche cliniche del paziente comprese la/le eventuali pregresse infezioni naturali contratte, le dosi di vaccino già fatte, la reazione alle stesse ed anche la composizione della famiglia, il ruolo sociale/lavorativo del paziente etc.. Solo con queste conoscenze il medico potrebbe consigliare al paziente se procedere o meno alla vaccinazione. In un prossimo futuro programmi appositi che hanno alla base l’ intelligenza artificiale potrebbero essere di aiuto ai medici e anche ai singoli cittadini nella decisione se procedere o meno alla vaccinazione.

E’ interessante notare che in queste settimane molte migliaia di persone hanno avuto o hanno sintomi che possono essere riconducibili ad una infezione da SARS-cov2: mal di gola, tosse secca, starnuti, congestione o naso che cola, mal di testa, senso di affaticamento etc.. ma sono pochi coloro che si fanno un tampone per accertare l’etiologia. E anche qualora il tampone fosse fatto e desse risultato positivo, sono pochi coloro che lo segnalano alla sanità pubblica per timore di misure restrittive della propria libertà di movimento.

Sembra prevalere, quindi, il comportamento dell’ignorare ciò che da fastidio, con una atteggiamento psicologico positivo del pret a porter .

L’autunno/inverno 2023 sembra, quindi, si caratterizzi per una presa di posizione da parte della popolazione a dimenticare il recente passato. “Passa la nave mia colma d’ oblio” (Petrarca nel Canzoniere).
Si caratterizza anche per una progressiva immunizzazione naturale di massa causata dalle molte infezioni causate delle miti sottovarianti Omicron e dalla decisione della gente di affrontarle senza averne più timore.

Questo nuovo, spontaneo atteggiamento mi sembrerebbe essere quello più idoneo vista la situazione complessiva, ma purtroppo non lo è perché la nave dell’ oblio ha portato via non solo il ricordo del virus e di ciò che abbiamo passato ma anche l’ abitudine a mettere in pratica quelle semplici, banali norme igieniche e sociali di prevenzione (non solo rispetto a SARS-cov 2 ma anche per tutte le infezioni respiratorie) che indicano rispetto nei confronti degli altri e del nostro SSN.

Bisognerebbe continuare a: Starnutire o tossire in un fazzoletto da gettare nel primo contenitore disponibile, oppure farlo nell’ incavo del gomito flesso; Lavare le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 60 secondi, soprattutto dopo aver toccato oggetti e superfici di uso comunitario e prima di portarle al viso, agli occhi e alla bocca.

Qualora non fosse praticabile il lavaggio con acqua e sapone, si dovrebbe continuare ad utilizzare un disinfettante per mani a base di alcool (concentrazione di alcool di almeno il 60%); Indossare la mascherina in situazioni particolari (aerei, treni, autobus, corriere, cinema) e in presenza di molte persone accalcate; Prestare particolare cura nei contatti ravvicinati con persone anziane o fragili.

Purtroppo tutto ciò sembra essere stato rapidamente dimenticato. Oggi, quindi, il problema non è solo sanitario ma, soprattutto, educativo e le scuole di ogni ordine e grado dovrebbero assumersene il carico.


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