A parte i corsi e i ricorsi storici di vichiana memoria, la realtà dice che nella Storia tutto è sempre andato incontro a continue mutazioni un po’ per necessità, un po’ per interna evoluzione delle cose, altre volte per la comparsa nel teatro del vivere di intelligenze geniali che hanno creato e costruito novità. C’è, però, da notare che, nonostante gli innegabili progressi materiali, nei comportamenti individuali e sociali sostanzialmente non è cambiato niente o ben poco, perché gli egoismi sono rimasti gli stessi, passando magari dalla primitiva rozzezza a una più raffinata manifestazione dei vari interessi individuali o di gruppi. L’Identico sotto altre forme e con altri aspetti ritorna sempre con il suo volto eventualmente ripulito, ma nella sostanza rimanendo comunque lo stesso. Se si osserva l’avvicendarsi degli eventi con questa visione distaccata è sempre stato così e sin dall’antichità.
Nelle varie civiltà susseguitesi nel corso dei secoli nelle diverse aree geografiche questi Identici sono perlopiù risultati immutati. Al Tempo lineare è sovente seguito quello ciclico, come, per esempio, presso i Maya con il Lungo Computo (ogni 5.125 anni), per l’Egitto a ogni cambio di dinastia di Faraoni, per la Grecia dalla sua centralità (Atene) alla dispersione nelle aree periferiche (Magna Graecia), per Roma (dalla Repubblica alla Dittatura, all’Impero e alla sua decadenza con le invasioni barbariche e la successiva scissione in quello d’Oriente), per il Medioevo (con la prevalenza in sequenza dei popoli nordici come i Longobardi, i Franchi e la costituzione del Sacro Romano Impero con Carlo Magno, i Normanni, gli Svevi e poi gli Angioini e gli Aragonesi unitamente a Sud con gli Arabi), per la Chiesa (fra potere temporale, scismi vari, inquisizioni e caccia alle streghe, roghi per dissenzienti e Albigesi e di personaggi scomodi da Gerolamo Savonarola nel 1498 a Giordano Bruno nel 1600, guerre di religione con le varie crociate, ma anche la nascita di primi Ordini monastici poi smembratisi in gruppi più ridotti…: nella sostanza poco è variato negli anni), nella Modernità europea (dalle Monarchie assolute alle Monarchie costituzionali, poi agli Imperi, alle Repubbliche, alle Dittature sciagurate di diverso colore, ai Terrorismi di ogni genere ed estrazione, ai Presidenzialismi…).
A parlare di Eterno Ritorno dell’Identico aveva già scritto Friedrich Nietzsche (1844-1900) in “Così parlò Zarathustra”. Sul piano psicoanalitico Sigmund Freud (1856-1939) in “Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi” identificava questo processo come una forma nevrotica di “Coazione a ripetere” la stessa azione.
Ė vero che ogni tanto sono sorte delle voci alternative che hanno tentato di parlare un linguaggio lontano dal consueto. Di esempi relativi a tali voci solitarie se ne possono indicare alcune, fra le quali certamente Eraclito (6°-5° sec. a.C.) con il suo “Panta rei” (Tutto scorre), Pitagora con la visione matematica della realtà (580-495 a.C.), Socrate con la difesa dell’intellettualismo etico e l’affermazione del processo formativo con la Maieutica (470-399 a.C.), Platone e le sue originali intuizioni metafisiche (428-347 a.C.), Aristotele e la difesa della razionalità (384-322 a.C.), Seneca e la centralità della Saggezza (4 a.C.-65 d.C.), Sant’Agostino e l’elogio della Mistica (354-430), Gioacchino da Fiore e le sue profezie per il futuro (1130-1202), San Francesco d’Assisi e il recupero del messaggio della Povertà (1181-1226), Leonardo da Vinci con le sue geniali intuizioni sia artistiche che sulla Meccanica (1452-1519), Michelangelo Buonarroti e la sua Arte divina (1475-1564), Galileo Galilei e la rivoluzione in Astronomia (1564-1642), Charles Darwin con l’Evoluzionismo guidato dalla selezione naturale (1809-1882), Louis Pasteur con l’identificazione del sistema immunitario e la fondazione della microbiologia (1822-1895), Max Planck con la Meccanica Quantistica (1958-1947), Albert Einstein con la Relatività Generale (1879-1955), Alexander Fleming con la scoperta della penicillina (1881-1955)…
Ci sarebbe da chiedere: simili personaggi quale fine hanno fatto o sono stati costretti a subire? Certamente il loro pensiero è rimasto e sotto molti aspetti oggi è ancora vivo, ma la loro visione di vita non sempre e non da tutti è stata in ogni tempo ben colta, accettata e seguita con la dovuta correttezza come era nelle intenzioni dei suoi Autori.
Il fatto è che “Sub Jove nihil novi”, nonostante tuti i sussulti che possano essere prodotti, perché comunque sempre tali permangono nel lungo termine. Ci si chiede allora: perché mai tutto questo? Le ragioni possono essere tante: di natura biologica, esistenziale, psicologica, di gruppo…Si tratta di una sorta di “autodifesa” per salvaguardare magari la sopravvivenza personale o di particolari ceti sociali, un darwinismo riferito all’uomo? Chissà!
Sul piano biologico. L’evoluzione fisica produce frequenti mutazioni a tutti i livelli, a partire dal patrimonio genetico. Nonostante questa, però, ogni individuo in un certo periodo ritorna a riprendere quanto ha appreso nel tempo, a cominciare dall’infanzia. Ė l’Identità che si fa ancora viva con i suoi pregi e i suoi limiti.
Sul piano esistenziale. L’esperienza impone vari momenti e stadi di confronto, ma troppo spesso non si guarda sempre a ciò che segue, ma a ciò che si è vissuti in precedenza, attivando meccanismi di continui ripescaggi di esperienze passate senza una critica riflessione sulla loro validità. Ė come una oscillazione esistenziale per ciò che si è stati, si è e ciò che si vorrebbe essere, ma in sostanza si ritorna quasi sempre al più sicuro trascorso. L’esperienza, purtroppo, questo insegna.
Sul piano psicologico. Anche qui, secondo Jean Piaget (1896-1980), lo sviluppo avviene seguendo vari stadi che non sempre o almeno non in tutti casi si presentano lineari: spesso si assiste a delle autentiche regressioni in direzione del vissuto passato e negli schemi mentali che ne avevano caratterizzato il percorso. Se “tutto” psicologicamente si evolve, lo stesso “tutto” spesso si ripiega sulla memoria pregressa, reiterandone azioni ed emozioni.
Sul piano di gruppo. Qui le variabili e i cambiamenti sono all’ordine del giorno e in tutti i settori del vivere (famiglia, sentimenti, politica, gruppi associativi di ogni connotazione ideologica…). Non si nota quasi mai una assoluta continuità, ma si costruisce l’agire sociale nella più completa disarmonia. Solo pochi soggetti si lasciano guidare dal principio della “coerenza”. Il resto? Spesso si è come tante canne che a ogni spirare del vento si girano da tutte le parti o, per dirla con Luigi Pirandello (1867-1936), si diventa “Uno, nessuno e centomila”. “Experientia docet” in quanto a trasformismi, a camaleontici opportunismi e a frequenti inversioni di rotta senza alcun rispetto per nessuna regola morale e spesso neanche per se stessi e la personale dignità.
Ma si è proprio destinati a essere sempre così? Con le tante rivoluzioni vissute e subite nei secoli, la lotta e l’avvicendamento fra le varie civiltà con il prevalere peraltro solo temporaneo di alcune di esse, le tante guerre fratricide, due guerre mondiali scoppiate proprio nella nostra cosiddetta Europa Cristiana, la nascita ma anche le interne contraddizioni di tante ideologie fatte passare per messianismi risolutivi di problemi e poi puntualmente tramontate spesso nel sangue (assolutismi vari di qualunque colore: bianco, rosso, nero…: avventure culturali con la fondazione di “Scuole” transitorie, crolli economici in sistemi liberisti diretti troppo spesso da pochi …): in tutto questo incessante susseguirsi di Umanità “a tempo e a scadenza definiti” cosa è destinato a rimanere? Già oggi se ne prevedono le conseguenze: un diffuso relativismo con un troppo frequente lassismo etico nell’agire, una politica spesso praticata da incompetenti e più di conquista del potere che di potere del servizio, un esasperato sfruttamento della Natura con le conseguenze di disastrosi cambiamenti climatici a tutti ben manifesti, la concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi che tendono a decidere su ogni cosa e per tutti, le disuguaglianze divenute spesso normalità, un malinteso uso della libertà a scapito del rispetto per la persona, una vita non più ritenuta un valore da difendere e tutelare ma un qualcosa da trattare come un qualunque oggetto…Insomma in teoria si sarebbe chiamati a dare “ciò che si è”, nei fatti si offre semmai solo “quello che si ha”. Ma non sempre è così, anzi molto raramente. Al dire del notissimo filosofo-sociologo polacco Zygmunt Bauman (1925-2017) la moderna “Società liquida” come egli definisce il presente vivere sarà pure tale, ma l’acqua che l’attraversa non è che la circolazione della medesima in serbatoi-stagno riciclati.
Ma deve essere sempre così o c’è un qualcosa che può modificare l’andamento dell’esistenza su questo pianeta? Sarà la tecnologia a salvarlo? Non sembra, anzi: basta osservare come si stanno creando a tutti i livelli di età nuove schiavitù. Sarà la buona volontà di Pochi Esseri Maturi a eliminare il ritorno dell’Identico? Lo speriamo veramente tanto. Ma molto probabilmente ci vorranno dei secoli con ancora possibili fallimenti, tante sofferenze e forse anche improvvise e sempre augurabili illuminazioni interiori in alcuni a far capire che occorre imboccare una strada diversa da quella generalmente seguita, guidata maggiormente dalla Saggezza, dall’Equilibrio, dalla ricerca della Giustizia, dalla pratica di un Rìspettoso Reciproco Amore Fraterno. Il Nuovo Umanesimo sarà il frutto e il risultato di un insieme di esperienze di dolore, dal quale si capirà che con il negativo o l’esercizio degli interessi privati rinchiusi nei personali limiti non si perverrà mai a nulla di positivo. Un autocontrollo nelle pulsioni distruttive forse potrebbe essere il primo segnale di un cambiamento di rotta. Ma sarà così? Quanto tempo occorrerà? Probabilmente molto e ciò fino a quando l’ossessiva smania di grandezza o di possesso nevrotico non avranno avuto un loro epilogo. Ma francamente non so se ciò si verificherà su “questa attuale” Terra così come si è andata organizzando nel corso dei secoli. Solo se un simile ipotetico cambiamento si verificherà, allora l’Identico non ritornerebbe più e si potrebbe finalmente sperare nella nascita di un Nuovo Uomo capace di generare in futuro una auspicabile, progressiva e libera Creatività.
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