C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d’antico……
Finalmente …la primavera comincia a sentirsi, a vedersi nei giardini delle case, a diffondersi nell’aria.
Una volta, quando si faceva leva sui sentimenti, con l’arrivo della primavera si parlava anche di cuori che si aprivano alla dolcezza, che invitavano alla pace e alla gioia che trovava nella Pasqua la sua apoteosi. L’occhio, gli occhi, entravano, sospinti dall’incanto della natura, in una dimensione nuova, improvvisa, fatta di colori e mitigata dalle leggere brezze di un diverso soffio di vita.
L’evoluzione della nostra specie ha trasformato quell’umano che parlava alle stelle, che si poneva interrogativi a cui la ragione non sapeva sempre rispondere, che riteneva la felicità una mera illusione e la Natura maligna, in qualcosa di diverso. Oggi, nel primo ventennio del XXI sec, l’uomo ha detronizzato la sensibilità, la stessa che aveva fatto cantare i poeti, perché lo ha reso fragile, troppo fragile proprio di fronte al mondo. Ha dovuto indossare nuovi abiti che gli permettessero di non soffrire, di essere fuori del tempo, di non essere turbato nell’anima. Vuole non soltanto mantenere la giusta distanza dalle umane cose, ma essere imperturbabile di fronte alle stesse, quasi dotato di una intelligenza artificiale che gli permetta di gestire il suo cuore per non soffrire.
Questa , secondo Eschilo, “sarebbe” saggezza…ma questa atarassia, questa imperturbabilità, come si accorda con la sensibilità?
Forse è lo sfogo di chi non ha ancora capito dove stiamo andando, che vede i social gestire la vita anche dei nostri ragazzi, che vede gli adulti tuttologi, perché esperti di tutto, che esprimono pensieri, tanti, ahimè, spesso ovvi e scontati, troppi; pupari che muovono i fili di tante marionette.
In tutto questo, il soffio della vita sembra aver smarritola naturale direzione, la strada, impedendoci la stessa elaborazione dei sogni, e, forse inconsapevolmente, ai nostri giovani abbiamo rubato la possibilità di farlo.
In realtà, penso che ciò che sta succedendo intorno a noi è semplicemente meraviglioso, malgrado le guerre, la fame, le masse di popoli in cerca di stabilità.
E’ meraviglioso, perché è un mondo che cambia, si confonde, si amalgama nonostante le enormi difficoltà, e si integra aldilà delle guerre, delle religioni, dei politici.
La storia si ripete, basta leggerla, basta capire, spogliati delle casacche che abbiamo voluto indossare per tornare, invece, alla saggezza degli antichi, alla politica fatta di confronto fra avversari che, proprio perché tali, meritano tutto il nostro rispetto.
Non la scuola dell’odio, la caccia al nemico. Abbiamo bisogno di “ aequo animo” , di capacità e disinteresse nel giudizio per il bene della nostra πολις. Il linguaggio antico delle cose semplici.
Abbiamo bisogno di liberarci dei preconcetti e dei pregiudizi per metterci seduti intorno ad un tavolo per rendere migliore la vita dei nostri ragazzi, aiutandoli a costruire una società migliore nella diversità.
Che c’entrano le ricette con il mio sfogo? Esse sono un aspetto poetico della vita e non sono solo il necessario per sopravvivere, ma il superfluo per vivere.
E il colore diventa sapore, il profumo si trasforma in piacere, gli occhi, lo strumento della osservazione, le mani quello della trasformazione, il cervello…. l’inevitabile logoritmo del gusto!
Una ricetta facile che sa di freschezza e di primavera e che lascerà in bocca il giusto buon senso di cose nuove e antiche allo stesso tempo:
Il gelo di limone
6 Limoni non trattati
200 gr di zucchero
100 gr di amido di frumento
1 cestino di fragole
Piccoli limoni ancora verdi (per decorare)
1 cucchiaio di pistacchi
Olio di mandorle o di semi
Mettete in una terrina la scorsa dei limoni grattugiata; aggiungete i limoni tagliati a pezzi, versate sul tutto 1 litro di acqua e lasciate riposare fino al giorno successivo, quindi filtrate.
Raccogliete l’amido e lo zucchero in una casseruola, diluiteli con l’acqua al limone e cuocete, mescolando, fino ad ebollizione. Lasciate intiepidire la crema, versatela in uno stampo ad anello leggermente unto di olio e mettetela in frigorifero.
Il giorno dopo sformate il gelo di limoni su un piatto coperto di foglie di limone precedentemente lavate e asciugate. Decorate con pistacchi tritati e guarnite con fragole e piccoli limoni verdi.
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