L’estate è quasi finita. Immagino con un grande sospirone di sollievo da parte della nostra cara Giorgia.
Sembrava un’estate di successi! Purtroppo il cambiamento climatico fa brutti scherzi, anche a Giorgia che non si accorge che il clima è cambiato.
Per Giorgia, sempre orgogliosamente sulle prime pagine, sembra sia stata l’estate più sfigata.
Già ha visto uscire dalle elezioni europee, con un indiscutibile successo, un generale, un po’ trombone e presuntuoso, ma votato da circa cinquecentomila fans, che non solo da ordini al Capitano che lo ha scoperto e valorizzato, ma vuole anche mettere insieme un po’ di elettori che si sentono traditi da una Giorgia che va in giro per il mondo e parla una lingua di accordi ed accortezze che loro non capiscono.
Giorgia torna quindi ad occuparsi dell’Italia e subito decide una svolta: dopo tante moine consumate e scambiate negli ultimi due anni decide che non si vota la riconferma di UVL. Però mentre lei ordina ai suoi di non votare la riconferma della Presidente, da rappresentante del Gruppo dei Conservatori Europei si ritrova in pochi passaggi Presidente sostanzialmente di se stessa, mentre l’amico Orban (in combutta con il Capitano) le sfila le adesioni che, dall’uscita di sicurezza di destra si organizzano in un altro gruppo al Parlamento Europeo. Evviva i Patrioti!
Allora Giorgia organizza una gita a Pechino dove in realtà non ha molto da dire e dove comunque non sono in molti a prestare attenzione a quello che dice. Certo, come fanno tutti, si gode il viaggio un po’ esotico accompagnata anche dalla piccola Ginevra. Ma il soggiorno non è come se lo aspettava e torna nel suo Paese con l’amaro in bocca: il tè che le hanno offerto non era particolarmente dolce.
Le settimane afose proseguono e Giorgia non manca di farsi distrarre da una scorretta polemica su Imane Khelifi. Seguendo gli improbabili suggerimenti del suo capo ufficio stampa con testa alta assicura che la Khelifi non è una donna e quindi se vuole continuare a fare sport deve gareggiare con gli uomini. Qualcuno, anzi più di qualcuno più competente e più autorevole, certifica che la Khelifi è una donna. Allora la sua frase si trasforma in un fastidiosissimo sentimento di misoginia.
Per Giorgia, sempre orgogliosamente sulle prime pagine, sembra che questa estate oltre ad essere la più calda sia anche la più sfigata.
Presidente del G7 porta i suoi colleghi Capi di Stato e di Governo in Puglia. Ottima scelta si dirà. Una Regione ricca di natura, cultura, antichità. Per non sbagliare Giorgia però li accoglie nel resort più nuovo costruito nel Salento da meno di dieci anni, non proprio un esempio delle più tradizionali bellezze italiane.
Allora Giorgia sparisce dai radar per qualche giorno, il tempo di rifarsi il trucco e poi torna in Ufficio a Palazzo Chigi, ad attenderla una bella intervista di sua sorella, supplente alla guida della fiamma, che annuncia la formale separazione dal compagno, il noto gaffeur Ministro dell’Agricoltura. La separazione innesca un significativo dibattito: chi tra i coniugi ha aiutato chi? La sorellina il compagno candidandolo a Ministro oppure il Ministro ha agevolato la nomina della compagna a coordinatrice del Partito in sostituzione – temporanea? – di Giorgia? Ma a coprire il tutto ci pensa il famoso direttore Sallusti che dalle pagine del suo Giornale grida al complotto. La classica bufala di ferragosto!
Ma le vere novità non mancano. Nelle afose giornate di questa estate arriva anche Crosetto che, per giustificare il mancato arrivo delle armi promesse a Zelensky per difendersi dai russi, riesce con serenità a sostenere che è colpa delle vacanze estive che bloccano l’attività delle aziende fornitrici di missili e sistemi d’arma vari. Crosetto la dichiarazione la fa all’aperto. Fosse stato al chiuso avrebbe scoperto la forza distruttrice di una risata che lo avrebbe sommerso e spazzato. In parallelo c’è Tajani che pur essendo vistosamente ingrassato non ha perso la capacità di sfilarsi dalle interviste pericolose come appunto quella nella quale il giornalista chiede perché si lasciano gli ucraini a combattere con un braccio bloccato dietro la schiena. Tajani, leggendario, sostiene che le armi consegnate dall’Italia sono tutte armi per difendersi quindi per loro natura incapaci di colpire oltre il confine tra Ucraina e Russia. Anche i missili hanno un DNA.
Poi arriva la fine del mese e Giorgia, dopo aver indicato formalmente Fitto come membro della Commissione Europea, spera di potersi godere un po’ di pace e di frescura.
Ma il cambiamento climatico è in agguato e scatena un altro uragano, così che mentre Lei nella riunione della Direzione del suo Partito declama “stiamo facendo la storia, non possiamo permetterci di sbagliare” il prode Ministro Gennaro, detto Genny, Sangiuliano è al bagno e non sente. Sommerso dal ridicolo, ma consolato ripetutamente a Palazzo Chigi da Giorgia, si appresta a rilasciare in prima serata sul TG1 servizio pubblico una solenne intervista a sua autodifesa rispetto allo scandalo innescato dal traffico di sentimenti in atto al Ministero della Cultura tra il presuntuoso Sangiuliano, l’ammirata Boccia, la moglie -nascosta- del Ministro ed ipotetici ricattatori o ricattatrici. Purtroppo Genny, anche nell’intervista senza contradittorio organizzata, seguendo i premurosi consigli di Palazzo Ghigi, come un insperato regalo da direttore del TG1, continua a rotolarsi nel fango delle mezze verità, delle piccole bugie che si possono scambiare per dimenticanze, dalla imprecisa ricostruzione di fatti ed atti ufficiali, della penosa esaltazione dell’amore per la sua legittima consorte mentre con la mente -e forse anche con la mano- cerca di ripercorrere il suo rapporto con la Boccia. Con l’occasione approfitta di usare sua moglie come possibile suggeritrice alla Boccia di strappare la lettera di incarico firmata dall’incerto Ministro e cancellare le mail.
Le donne vanno usate fino in fondo. Purtroppo il decreto di nomina della Boccia a consulente è stato sottoscritto dall’incauto ma patetico Sangiuliano che però nei giorni successivi ha dimenticato di far registrare il decreto. Poi accortosi della figuraccia cerca di recuperare se non l’immagine, almeno un po’ di coraggio e racconta a tutti che si, dopo aver apprezzato le qualità professionali della Boccia piano a piano ha iniziato ad apprezzare anche le doti sentimentali della consulente. Però, posto di fronte alla scelta tra la legittima consorte e la stimolante Boccia, Lui, il ministro della cultura, tetragono, ma imbelle, sceglie la moglie e non registra il decreto della Boccia. Magari poteva limitarsi a lasciare la Boccia e continuare a servirsi delle sue capacità professionali così da evitare qualsivoglia presunto conflitto di interessi tra l’amore e la professione.
Intanto agosto finisce e letteralmente si porta via il malcapitato Ministro.
Sembra che finalmente la sfiga cambi verso.
I primi giorni di settembre portano Orban a Cernobbio come Presidente del G7 nel semestre in corso. E mentre Giorgia, sempre a testa alta, promette e ripromette fedeltà (sottotraccia) a UVL per ottenere il miglior incarico al neonominato Fitto come membro della nuova Commissione, Orban entra sorridente a Cernobbio e per aiutare Giorgia nelle trattative definisce la Meloni “la mia sorella cristiana, insieme apriremo una nuova fase in Europa”.
Settembre è appena iniziato e forse l’estate (e la sfiga) non è ancora finita.
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