Il fronte ucraino torna al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica
Tredici/A Hermes Storie di geopolitica – Mondo
Giampiero Gramaglia
Giornalista,
co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e a Bruxelles
Il fronte ucraino, rimasto in ombra negli ultimi mesi dall’escalation della crisi medio orientale dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2013, torna al centro delle strategie geopolitiche delle Cancellerie non solo dell’Occidente dopo le dichiarazioni di Emmanuel Macron e di David Cameron e le repliche della portavoce di Putin. È altresì uno dei punti al centro dei colloqui di Sergio Mattarella con il segretario Generale dell’Onu Guterres e della visita in Francia del presidente Xi Jinping su cui ritorneremo1. Con due corrispondenze di Giampiero Gramaglia scritte il 21 aprile e il 1° maggio cerchiamo intanto di capire quale sarà l’impatto del provvedimento da parte della Camera dei Rappresentanti che ha sbloccato gli aiuti all’Ucraina – a parere dell’autore non del tutto chiaro – ma che sembra sul fronte interno ucraino “ravvivare le speranze di vittoria” malgrado la crescente avanzata russa nel Dombass. Rimane dunque valido in assenza di intese diplomatiche per i cessate-il-fuoco anche su questo fronte l’interrogativo contenuto nel titolo: “Gli aiuti statunitensi saranno sufficienti per aiutare e difendere l’Ucraina?”
07 maggio 2024
Ma l’impatto del provvedimento non è chiaro
1. La Camera dei Rappresentanti sblocca aiuti all’Ucraina e altre misure2
Il voto della Camera sugli aiuti all’Ucraina ieri a Washington (Fonte: YouTube)
Si muove qualcosa nella politica statunitense, ma non è chiaro che cosa ciò significhi e che cosa stia avvenendo in chiave Elezioni presidenziali Usa 2024. E’, invece, chiaro che la Camera dei Rappresentanti ha sbloccato, dopo mesi di stallo, un pacchetto d’aiuti internazionali e altri provvedimenti. Le misure prevedono 95 miliardi di aiuti per l’Ucraina (oltre 60), Israele (26, di cui nove per aiuti umanitari) e Taiwan e l’Indo-Pacifico (8,1), proposti a novembre 2023 dall’Amministrazione Biden e tenuti fermo dall’opposizione repubblicana. Lo speaker della Camera, il repubblicano e ‘trumpiano’ Mike Johnson ha avuto sostegno bipartisan sul pacchetto, che ha ‘contentini’ sia per i democratici che per i repubblicani, nonostante l’ostilità di alcuni esponenti ‘ultra-trumpiani’ del suo partito, che adesso minacciano di sfiduciarlo.
Johnson era stato, a metà aprile, a Mar-a-lago a ‘prendere ordini’ da Donald Trump, che gli aveva dato il suo avallo. Appare improbabile che abbia ora agito senza l’accordo del magnate, che potrebbe preferire dare via libera agli aiuti piuttosto che correre il rischio di apparire responsabile d’una disfatta dell’Ucraina che, a corto di munizioni e difese anti-aeree, sta subendo devastanti attacchi notturni russi su postazioni militari e infrastrutture energetiche e industriali. Il direttore della Cia Bill Burns ha recentemente affermato che senza il sostegno militare degli Stati Uniti l’Ucraina potrebbe perdere il conflitto con la Russia entro fine 2024. Ma, a questo punto, non è chiaro l’impatto sulle elezioni presidenziali Usa 2024 di quanto avvenuto il 20 aprile alla Camera.
I provvedimenti approvati
Fra i provvedimenti varati dalla Camera dei Rappresentanti, insieme al pacchetto degli aiuti, c’è una legge che mira a imporre entro nove mesi la vendita di TikTok, attualmente di proprietà cinese, perché possa continuare a operare negli Stati Uniti – un contentino ai repubblicani: una misura del genere era già stata approvata a marzo dalla Camera e affossata dal Senato – e l’estensione per due anni dell’autorizzazione a controverse pratiche anti-spionaggio cui gli apparati di sicurezza tengono molto, ma che, secondo i critici di destra e di sinistra, compromettono la privacy dei cittadini. Vi sono pure disposizioni per utilizzare in funzione pro-Ucraina gli asset russi congelati e per imporre nuove sanzioni a Mosca, Teheran e Pechino.
Si aspetta in tempi molto stretti l’ok del Senato, scontato, ai nuovi provvedimenti e la firma, assicurata, del presidente Joe Biden. Ma il Pentagono s’è già messo in moto per accelerare gli invii di materiale all’Ucraina: non ci sono dettagli in merito, ma diverse fonti mediatiche indicano munizioni per artiglieria e sistemi di difesa anti-aerea, fra cui i Patriots. Sui missili a lungo raggio Atacms, c’è una clausola che permette al presidente di escluderli se ritiene che possano “danneggiare gli interessi nazionali americani”.
Lo speaker Johnson ha sfidato il rischio di sfiducia alla fronda ‘trumpiana’ e ha messo ai voti il maxi pacchetto di aiuti esteri già approvato dal Senato nel mese di febbraio 2024, ma scorporato in quattro distinte misure. La mossa – sostenuta dalla Casa Bianca – consentiva a tutti di esprimere il proprio dissenso (i repubblicani sugli aiuti all’Ucraina, i progressisti su quelli a Israele), senza però compromettere l’esito finale con maggioranze bipartisan garantite dall’appoggio determinante dei democratici. Come nel test sul voto di procedura di venerdì 19 aprile: 316 a 94, con 165 sì democratici e 151 repubblicani.
“Oggi i deputati di entrambi i partiti alla Camera hanno votato per promuovere i nostri interessi di sicurezza nazionale e per inviare un messaggio chiaro sulla potenza della leadership americana sulla scena mondiale”,
ha commentato un soddisfatto Biden.
Durante il dibattito alla Camera, sul Campidoglio di Washington c’erano manifestazioni pro Ucraina e pro Palestina. La deputata ‘ultra-trumpiana’ Marjorie Taylor-Greene ha introdotto senza successo un emendamento per azzerare i finanziamenti a Kiev. Taylor-Greene aveva annunciato un’iniziativa per sfiduciare Johnson, ma non l’ha ancora avviata. […]
2. In Ucraina gli aiuti statunitensi ravvivano le speranze di vittoria3
Un momento della controffensiva ucraina (Fonte: Hetty images, via Cnbc)
A Kiev, è tornato in visita il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, forse per l’ultima volta – sta per lasciare l’incarico –. In una conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino Volodymyr Zelen’skyj, Stoltenberg ha ammesso che
“seri ritardi nell’invio di aiuti hanno comportato serie conseguenze” per la difesa ucraina. Ma, ha aggiunto, “non è troppo tardi perché l’Ucraina vinca”,
ora che gli Stati Uniti hanno sbloccato i loro aiuti e i Paesi europei fanno ulteriori sforzi.
“Gli alleati hanno ascoltato il tuo appello”,
ha detto Stoltenberg rivolto a Zelen’skyj, anticipando “annunci di nuovi aiuti’ da parte degli alleati atlantici. Per Zelen’skyj,
“È importante che la consegna degli aiuti sia più rapida… Sappiamo che cosa i nostri partner possono offrirci, ma più veloce sarà l’invio di aiuti prima potremo stabilizzare l’Ucraina”.
Dove la situazione è ancora “peggiorata”, secondo il comandante in capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky, che ammette che l’esercito russo ha ottenuto dei “successi tattici”. Mosca ha infatti annunciato di avere preso il controllo dell’insediamento di Novobakhmutovka, nel Donetsk, una decina di chilometri da Avdiivka. È la terza località a cadere in poche settimane; ed è in atto un’avanzata russa nella regione settentrionale di Kharkiv, su cui i bombardamenti sono particolarmente intensi.
“Il terrore russo è efficace perché abbiamo capacità di difesa inferiori alle capacità di distruzione russe”,
commenta Zelen’skyj. Che incassa dal capo della diplomazia europea Josep Borrell promesse di sostegno “fino alla fine delle ostilità”: più delle parole, e delle visite, Kiev, però, aspetta armi ed aiuti.
Del resto, non sempre la armi attese sortiscono gli effetti voluti. Se i sistemi anti-aerei sono efficaci nel ridurre l’impatto degli attacchi russi con droni e missili e se i missili statunitensi Atacm recentemente forniti consentono di colpire in profondità le riserve, la logistica e le basi russe, non altrettanto si può dire dei carri statunitensi Abrams M1A1. L’Ucraina ha dovuto ritirarli dalla prima linea perché sono vulnerabili alla minaccia dei droni. Lo rivela l’Associated Press, citando fonti militari statunitensi.
Nel gennaio 2023, Washington aveva concordato l’invio a Kiev di 31 carri Abrams, del valore di 10 milioni di dollari l’uno, ritenendoli vitali per la capacità degli ucraini di sfondare le linee russe nell’offensiva di primavera che allora si preparava e che si sarebbe poi rivelata un flop. Ma errori nell’utilizzo dei carri da parte degli ucraini – è la versione statunitense – hanno reso quei carri esposti al nemico e poco utili. Adesso, stazionano nelle retrovie e militari americani e ucraini lavorano insieme a migliorarne l’impiego.
L’Ucraina, intanto, è a corto di soldati e i maschi adulti residenti all’estero possono ormai essere richiamati. Fino al 18 maggio saranno sospesi i servizi consolari, una misura che può riguardare, solo nei Paesi dell’Unione europea, 860 mila uomini. La data coincide con l’entrata in vigore della nuova legge sulla mobilitazione, che prevede l’obbligo per tutti gli uomini in età militare di contattare gli uffici di leva per aggiornare i propri dati, a distanza o di persona, entro sessanta giorni. Gli adulti che abitano all’estero dovranno farlo per continuare a ricevere servizi di base: dal rinnovo dei documenti d’identità ai certificati di matrimonio.
Da Mosca, vengono notizie che imbarazzano il regime, tipo la storia di Timur Ivanov, vice-ministro della Difesa, destituito perché accusato di tradimento: avrebbe utilizzato i fondi per la ricostruzione di Mariupol a fini personali.
- Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/05/04/mattarella-a-new-york/. ↩︎
- Scritto il 21 aprile 2024 per The Watcher Post. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/04/21/usa-2024-197aiuti-ucraina/. ↩︎
- Seconda parte di un articolo scritto per The Watcher Post, 2 maggio 2024. Vedilo integralmente nel sito dell’ex direttore dell’Ansa. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/05/01/guerre-mo-barlume-ucraina/. ↩︎
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