Quindici/A Hermes Storie di geopolitica – Mondo
Giampiero Gramaglia
Giornalista,
co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e a Bruxelles
Giampiero Gramaglia in due pezzi scritti il 18 e 19 luglio il primo “Biden con il Covid strappa la scena a Vance alla Convention repubblicana “, il secondo “Trump accetta la nomination mentre Biden è sull’orlo del ritiro”, commenta la terza e quarta giornata della Convention repubblicana caratterizzati dal discorso dai toni populisti di James David Vance e dal discorso di accettazione di Trump. “La forza è stato un segno distintivo della presenza sul palco di Trump, nonostante i suoi 78 anni, e del suo vice James David Vance, che di anni ne ha 39”. Una vera e propria risurrezione quella del Tycoon: “Il discorso finale e tutta la Convention confermano – scrive l’ex direttore dell’Ansa – l’inerzia positiva della candidatura d’un uomo che, meno di quattro anni or sono, lasciava di soppiatto la Casa Bianca come un paria politico, senza assistere all’insediamento del suo successore, oggetto per due volte di un procedimento d’impeachment, dopo avere cercato di rovesciare con una sommossa il risultato delle elezioni; e che, meno di due anni or sono, veniva largamente indicato come il responsabile della sconfitta dei repubblicani nelle elezioni di midterm del 2022. […] All’immagine di forza anche fisica di Trump, si contrappone – aggiunge Gramaglia – quella di debolezza, soprattutto fisica, ma anche politica, del presidente Biden, che si cura dal Covid nella sua casa al mare in Delaware, mentre gli inviti a lasciare la corsa si succedono e si intensificano, dopo una pausa in coincidenza con l’attentato a Trump”.
19 luglio 2024
Un discorso dai toni populisti e divisori
Biden con il Covid strappa la scena a Vance alla Convention repubblicana[1]
Il senatore James David Vance (R-OH) parla ai giornalisti nella sala spin dopo il dibattito presidenziale della CNN tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il candidato presidenziale repubblicano, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, al padiglione McCamish nel campus del Georgia Institute of Technology il 17 giugno 2024 ad Atlanta, Georgia. Il presidente Biden e l’ex presidente Trump si affrontano nel primo dibattito presidenziale della campagna 2024.
Il presidente Joe Biden e i democratici strappano la scena e i titoli mercoledì 17 luglio alla Convention repubblicana, dove il protagonista della terza giornata è il candidato vice-presidente James David Vance, con un discorso dai toni populisti e divisori. Il giorno dopo, 18 luglio, il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump chiuderà la kermesse del partito verso Usa 2024.
Biden, che era a Las Vegas per un evento elettorale, l’annale conferenza degli immigrati ispanici UnidosUs, è risultato positivo al Covid e, su consiglio dei medici, è subito tornato alla casa al mare di Rehoboth Beach, nel Delaware, dove resterà in isolamento e – assicura la Casa Bianca –
“continuerà a svolgere il suo lavoro a distanza”,
come avveniva durante la pandemia.
Il presidente ha solo “lieve sintomi” e le misure sarebbero state prese a titolo precauzionale. Biden ha ricevuto una prima dose d Paxlovid: accusa il naso che cola, la tosse e “un malessere generale”.
Il contagio da Covid esplode mentre il presidente, pur senza fornire segnali di un possibile ritiro dalla corsa alla Casa Bianca, si starebbe mostrando più incline ad ascoltare quanti gli suggeriscono di farsi da parte e ad informarsi sui sondaggi. Biden avrebbe anche fatto domande sulle possibilità di vittoria della sua vice Kamala Harris.
Un rilevamento del Norc della Associated Press, il Center for Public Affairs Reseach, indica che quasi due terzi degli elettori democratici vogliono che il presidente si faccia da parte[2]: un dato che confuta una tesi di Biden secondo cui “gli elettori democratici” sono ancora con lui, nonostante il flop nel dibattito con Trump il 27 giugno, e solo “alcuni pezzi grossi” gli stanno voltando le spalle.
Alla lista di chi lo aveva già fatto, si sono aggiunti nelle ultime ore, secondo indicazioni mediatiche, due ‘pesi massimi’: i capi-gruppo dei democratici alla Camera Hakeem Jeffries e al Senato Charles E. Schumer hanno riferito al presidente che la sua candidatura riduce le possibilità dei democratici di ottenere la maggioranza alla Camera e al Senato.
Incontrando separatamente Biden, i due leader del Congresso hanno esposto le preoccupazioni loro e dei loro colleghi per il voto di novembre. Se i repubblicani dovessero conquistare la presidenza e il Congresso, potrebbero fare avanzare molto più facilmente i provvedimenti legislativi cui tengono.
26 settembre 2019, Washington, Distretto di Columbia, USA: Il rappresentante degli Stati Uniti Adam Schiff (democratico della California), presidente del comitato ristretto permanente sull’intelligence della Camera degli Stati Uniti, a sinistra, esamina i suoi appunti con un membro dello staff non identificato, a destra, prima all’udienza del Vice Ammiraglio Joseph Maguire (Marina degli Stati Uniti in pensione), Direttore ad interim dell’intelligence nazionale, rendere testimonianza davanti alla commissione per la denuncia degli informatori al Campidoglio di Washington, DC, giovedì 26 settembre 2019
Questo argomento avrebbe reso Biden più ricettivo nei confronti delle pressioni che sta ricevendo. Mercoledì 17 luglio in serata il deputato della California Adam Schiff, che punta a un seggio del Senato, ha sollecitato il presidente a farsi da parte, mettendo in dubbio che possa battere Trump.
“E’ il momento che Biden passi la fiaccola”,
ha detto Schiff, che, tra il 2019 e il ‘21, fu protagonista dei due falliti tentativi di ’impeach’ l’allora presidente Trump. La sua sortita rilancia il dibattito dentro il partito, che il fallito attentato a Trump del 13 luglio aveva messo in pausa per qualche giorno.
Resta da vedere in che misura le indiscrezioni di stampa rappresentano esse stesse delle pressioni e sono l’espressione di un auspicio più che di una realtà. In isolamento a Rehoboth Beach, Biden potrà riflettere. I suoi collaboratori riferiscono che il presidente tende a fidarsi più della famiglia che dei consiglieri e sente più volte al giorno il figlio Hunter.
Il dibattito sul ritiro, o meno, del presidente dalla corsa s’intreccia con questioni procedurali, che sono anche politiche. C’è chi vorrebbe anticipare, rispetto alla Convention, la ‘nomination’ di Biden, ‘blindandola’, con il pretesto che i termini per essere sulle schede in Ohio chiudono prima. Ma altri considerano la questione pretestuosa, perché il problema sarebbe facilmente aggirabile.
Convention repubblicana giorno 3, il discordo di Vance
La terza giornata della Convention repubblicana è ruotata tutta intorno al discorso del senatore dell’Ohio James David Vance. Da segnalare gli interventi della moglie di Vance, Usha, e del figlio maggiore di Trump, Donald jr. oltre che dell’ex consigliere economico di Trump Peter Navarro, salutato con un’ovazione perché appena uscito di prigione dopo avere scontato una pena per essersi rifiutato di testimoniare contro l’ex presidente di fronte al Congresso.
Il senatore J.D. Vance, R-Ohio, parla in una conferenza stampa, il 13 maggio 2024, a New York. Il candidato repubblicano alle presidenziali, l’ex presidente Donald Trump, afferma che il senatore dell’Ohio JD Vance sarà la sua scelta alla vicepresidenza. Dice sul suo Truth Social Network che:
“Dopo lunghe riflessioni e riflessioni, e considerando gli straordinari talenti di molti altri, ho deciso che la persona più adatta ad assumere la posizione di Vice Presidente degli Stati Uniti è il Senatore J.D. Vance degli Stati Uniti.”
Vance, candidato vice-presidente, un tempo critico di Trump, ora divenutone uno dei più ferventi sostenitori, ha parlato di una notte di speranza per l’America che “s’è alzata tutta con Trump”, dopo gli spari di sabato che l’hanno lievemente ferito. Il senatore ha raccontato la sua vita come esempio dell’“American dream” e ha additato al pubblico sua madre, “sobria da 10 anni””.
Il senatore ha parlato dei migranti, che devono arrivare “alle nostre condizioni”, ha attaccato la Cina e ha detto che gli alleati degli Stati Uniti d’America dovranno
“condividere l’onere della pace nel Mondo”.
Senza tema del ridicolo, il vice di un candidato miliardario, che ha l’avallo dell’uomo più ricco al Mondo, Elon Musk, e che di lavoro ha fatto il promotore finanziario, ha promesso:
“Basta con Wall Street, ci occuperemo dei lavoratori”.
Attentato a Trump, indagini e polemiche
Nubi sempre più scure sul Secret Service, dopo il fallito attentato all’ex presidente Trump, avvenuto sabato, in Pennsylvania. Lo speaker della Camera a maggioranza repubblicana Mike Johnson crea una ‘task force speciale’ per indagare e dice:
“Andremo a fondo della questione e faremo in fretta”.
Il presidente di una commissione della Camera convoca lunedì 22 luglio, a riferire sull’accaduto, Kimberly Cheatle, direttrice del corpo che si occupa della sicurezza dei presidenti e dei candidati alla Casa Bianca.
Anche l’ispettore generale del Dipartimento della Sicurezza interna fa un’inchiesta sulla gestione della sicurezza in occasione dell’evento. Il Secret Service avrebbe fatto presente, prima dell’evento, di non disporre delle risorse per tenere sotto controllo tutte le postazioni potenzialmente pericolose.
E mentre il movente dello sparatore, Thomas Matthew Crooks, 20 anni, resta misterioso, l’Fbi teme che si manifestino ‘copycats’ o individui che vogliano vendicare Trump e ha diramato un allarme citando messaggi online che incitano alla violenza verso Usa 2024.
Il discorso con toni muscolari di accettazione dell’investitura alla Convention repubblicana
4. Trump accetta la nomination mentre Biden è sull’orlo del ritiro[3]
Donald e Melania Trump si scambiano un bacio di scena sul palco della coinvention repubblicana (Fonte: Sky News)
Sentendosi salvato da Dio, e pericoloso come tutti quelli che credono di essere l’unto del Signore, Donald Trump ha accettato la nomination repubblicana alla Casa Bianca, facendo un discorso che ha chiuso la Convention del partito e ha galvanizzato i suoi sostenitori con toni muscolari.
In contemporanea, crescevano le pressioni dei democratici sul presidente Joe Biden perché rinunci alla sua candidatura. Sui media statunitensi, è diffusa l’attesa che il ritiro sia imminente, dopo gli ultimi sondaggi: come prevedibile, il vantaggio di Trump è aumentato causa il fallito attentato e la coincidenza della Convention.
Un rilevamento CBS News / YouGov dà all’ex presidente il 52 per cento delle preferenze, contro il 47 per cento per il presidente[4]. Se il confronto è con la vice-presidente Kamala Harris, il rapporto è 51 per cento a 48 per cento. Anche se i sondaggi nazionali sono poco significativi, considerato il sistema elettorale statunitense, essi normalmente sono più favorevoli ai democratici che ai repubblicani.
Nelle more delle indagini sull’attentato a Trump, che non hanno ancora accertato né il movente dello sparatore né le cause delle lacune nella sicurezza, lo speaker della Camera Mike Johnson chiede che la direttrice del Secret Service, Kimberly Cheatle, venga licenziata.
Convention repubblicana, il discorso di Trump
Il discorso di Trump ha chiuso una Convention repubblicana che, nel giudizio di molti commentatori europei,
“allinea il partito del ticket Trump – Vance all’estrema destra europea”,
come del resto confermano i commenti, ad esempio, del premier ungherese Viktor Orban.
Nell’accettare la nomination, Trump, che ha parlato per un’ora e mezza, ha iniziato con un appello all’unità e con una ricostruzione dell’attentato del 13 luglio, di cui la benda all’orecchio destro era visibile testimonianza. Ma l’ex presidente ha poi ripreso i toni rancorosi e gli attacchi divisori che hanno sempre segnato le sue campagne, nel 2016 e nel 2020, e che lo avevano caratterizzato fino al giorno dell’attentato.
“Non avrei dovuto essere qui questa sera”,
è stato il suo esordio, accompagnato dall’impegno a non tornare mai più in futuro sul tema dell’attentato perché
“troppo doloroso da rivivere”.
E, certamente, senza quell’episodio, il discorso sarebbe stato ancora più divisivo.
Tutta la Convention è stata improntata al tentativo, riuscito, di mostrare un partito unito dietro il ticket presidenziale. Unico neo, la discrezione della presenza della ex first lady Melania, che, diversamente dal 2016 e dal 2020, non ha voluto prendere la parola. Quando, però, è comparsa, vestita di rosso, è stata salutata da un’ovazione; ed era dietro al marito al momento dell’accettazione della candidatura per Usa 2024.
La forza è stato un segno distintivo della presenza sul palco di Trump, nonostante i suoi 78 anni, e del suo vice James David Vance, che di anni ne ha 39. Una forza simbolizzata dal fatto che, a introdurre Trump, sono stati Kid Rock, Hulk Hogan e il responsabile dell’Ultimate Fighting Championship, lottatori e muscolari:
“It is less a display of political lineage than an unapologetic show of masculine kitsch”, ossia “Non è tanto una dimostrazione di allineamento politico quanto un’esibizione senza pentimenti di kitsch maschile”,
scrive sul New York Times Jess Bidgood. Il discorso finale e tutta la Convention confermano l’inerzia positiva della candidatura d’un uomo che, meno di quattro anni or sono, lasciava di soppiatto la Casa Bianca come un paria politico, senza assistere all’insediamento del suo successore, oggetto per due volte di un procedimento d’impeachment, dopo avere cercato di rovesciare con una sommossa il risultato delle elezioni; e che, meno di due anni or sono, veniva largamente indicato come il responsabile della sconfitta dei repubblicani nelle elezioni di midterm del 2022.
Democratici, crescono le pressioni su Biden perché si ritiri
All’immagine di forza anche fisica di Trump, si contrappone quella di debolezza, soprattutto fisica, ma anche politica, del presidente Biden, che si cura dal Covid nella sua casa al mare in Delaware, mentre gli inviti a lasciare la corsa si succedono e si intensificano, dopo una pausa in coincidenza con l’attentato a Trump.
L’ultimo a esprimersi pubblicamente è stato il senatore del Montana Jon Tester:
“Credo che Biden non debba brigare un secondo mandato”.
L’appello di Tester coincide con un tam tam mediatico insistente e crescente secondo cui il presidente presta sempre più orecchio agli inviti che riceve e potrebbe annunciare una sua decisione nel fine settimana del 20-21 luglio.
L’ex presidente Barack Obama e l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi hanno privatamente espresso preoccupazioni sulla candidatura di Biden, che potrebbe anche compromettere gli sforzi dei democratici di ottenere la maggioranza alla Camera e al Senato – un timore già manifestato anche dai capigruppo democratici Hakeem Jeffries e Chuck Schumer -. C’è il rischio di avere un’Amministrazione totalmente controllata da Trump e dai ‘trumpiani’, con conseguenze negative sulla democrazia e sulle alleanze degli Stati Uniti.
Obama, che ha parlato una sola volta con Biden dopo il dibattito con Trump del 27 giugno, condivide che il presidente debba riflettere sulle possibilità di vittoria e sul rischio di compromettere il suo lascito politico insistendo nel restare in corsa.
[1] 18 luglio 2024. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/07/18/usa-2024-109-biden-covid/.
[2] Most say Biden should withdraw from the Presidential race, The Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research, 17 luglio 2024. Cf. https://apnorc.org/projects/most-say-biden-should-withdraw-from-the-presidential-race/.
[3] 19 luglio 2024. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/07/19/usa-2024-108-trump-ok-biden/
[4] Anthony Salvanto, Jennifer De Pinto, Fred Backus, Kabir Khanna, “Trump’s national lead over Biden grows — CBS News poll”, CBSnews, 18 luglio 2024. https://www.cbsnews.com/news/trump-poll-biden-national-07-18-2024/.
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