Un aggiornamento a un mese dal voto sul complesso quadro dei gruppi politici in seno al Parlamento europeo
Bruno Somalvico
Direttore editoriale di Democrazia futura
A una settimana dall’insediamento ufficiale della decima legislatura del Parlamento europeo Democrazia futura in collaborazione con IF Italia del Futuro, promuove mercoledì 10 luglio dalle 15.30 alle 18 un webinar sul tema Prospettive europee dopo il voto e le elezioni politiche in Francia e nel Regno Unito, con la partecipazione di Gianfranco Pasquino, Carmen Lasorella, Donald Sassoon e Alberto Toscano. Conclude i lavori Giampiero Gramaglia.
Qui di seguito il programma dei lavori seguito da una presentazione su I nuovi rapporti di forza in seno all’Unione europea Parlamento europeo, aggiornamento di Bruno Somalvico a un mese dal voto sul complesso quadro dei gruppi politici in seno al Parlamento europeo.
Programma dei lavori
- 15.30 introduce Bruno Somalvico Le lezioni da trarre dagli scrutini del 2024
- 15.40 Il voto, il cambio politico nel Regno Unito e le loro conseguenze geopolitiche (Donald Sassoon)
- 16.00 Europee Il voto Italiano, Verso un nuovo bipartitismo imperfetto? (Gianfranco Pasquino)
- 16.20 Europee il voto tedesco. Esiste un’alternativa alla coalizione semaforo? (Carmen Lasorella)
- 16.40 Il doppio voto in Francia e gli effetti della “disciplina repubblicana” (Alberto Toscano)
- 17,00 Dopo il voto quali rapporti di forza nel Parlamento europeo? (Giampiero Gramaglia)
- 17.20 USA 2024: les jeux sont faits? Trump e il destino di Biden (Gianpiero Gramaglia)
- 17.40 Repliche e conclusioni
L’accesso al webinar è gratuito. Chi intenda seguire il webinar può farlo, previa iscrizione, collegandosi al seguente link https://streamyard.com/watch/YjfuAfNPNVQf)
09 luglio 2024
Cresce l’estrema destra ma non dappertutto. I Patrioti per l’Europa eredi dei nazionalisti sovranisti e xenofobi di Identità e Democrazia, diventano la terza forza parlamentare al Parlamento europeo precedendo I Conservatori e riformisti di Giorgia Meloni, che salgono al quarto posto, precedendo i liberali e i verdi scesi rispettivamente al quinto e al sesto posto e che risultano i principali sconfitti dal voto. In lieve crescita anche la sinistra critica he romane la settimana formazione a Startsburgo.
In queste elezioni europee cresce l’estrema destra, ma non ovunque.
- In Germania, dietro alla CDU-CSU (in leggera crescita), l’AFD (con il 16,5 per cento) diventa il secondo partito e supera i socialisti;
- in Austria il Partito della Libertà Austriaco FPOe è al 25,4 per cento
- in Francia il Rassemblement National ha battuto ogni record con quasi il 31,4 per cento mentre il partito di Emmanuel Macron ha ottenuto meno della metà di quello di Marine Le Pen
- In Italia, al contrario, sebbene al governo da quasi due anni, i post fascisti di Fratelli d’Italia rimangono di gran lunga il primo partito nonostante la crescita delle sinistre.
Sale anche l’estrema destra fiamminga mentre subiscono un arretramento altre formazioni di estrema destra come Vox in Spagna (in calo rispetto alle politiche al 9.6 per cento) e come Fidesz, il partito di Viktor Orban in calo di otto punti al 44,8 per cento in Ungheria, e Diritto e Giustizia (PiS) che, con il 36,2 per cento, anche questa volta è preceduto in Polonia dalla Coalizione Civica al 37,1 per cento. Ma – come ha scritto Giampiero Gramaglia – l’Europa tiene la barra al centro e i rapporti di forza fra i diversi gruppi in seno al Parlamento europeo subiscono variazioni minime.
Un quadro parlamentare stabile a Strasburgo. L’incognita di Marine Le Pen
Considerando il voto complessivo nei 27 Paesi dell’Unione questi sono i nuovi rapporti di forza che escono dal voto europeo
- Il gruppo del Partito Popolare europeo si consolida al primo posto con 188 seggi (ne aveva 176), guadagnandone 12
- Il gruppo dei socialisti e democratici, con il 18,75 per cento e 136 seggi, pur perdendo tre seggi, rimane largamente la seconda forza politica europea
- I Patrioti per l’Europa il gruppo ideato da Viktor Orban che ha praticamente assorbito il gruppo dei partiti nazionalisti sovranisti e xenofobi di estrema destra di Identità e Democrazia che disponeva nella scorsa legislatura di 64 seggi (erede, a sua volta, del Movimento per un’Europa delle Nazioni e della Libertà), pur scontando l’espulsione dei 15 parlamentari tedeschi eletti da Alternative für Deutschland diventano la terza formazione nel parlamento europeo con ben 84 deputati. E’ costituito, oltre agli 11 rappresentanti ungheresi di Fidesz, dai 30 deputati conquistati alle elezioni europee dal Rassemblement National di Marine Le Pen, dagli 8 eletti della Lega di Matteo Salvini, i 7 dupatati di Azione dei Cittadini Insoddisfatti (Repubblica Ceca) i 6 deputati conquistati dalla spagnola Vox, dal Partito della Libertà Austriaco (FPOe) e dal Partito della Libertà (PVV) in Olanda, unitamente ai 3 deputati di Interesse Fiammingo (Vlaams Belang), i 2 del portoghese Basta! (Chega) e a quelli di altre formazioni.
- ECR il gruppo del Partito dei conservatori e dei riformisti europei di cui è presidente Giorgia Meloni), con 78 seggi, supera anch’essa i liberali, ponendosi al quarto posto come rappresentanza parlamentare guadagnando 9 seggi (ne aveva 69). È composta dai 24 deputati di Fratelli d’Italia, i 20 eletti in Polonia da Diritto e Giustizia (PIS) oltre ai Democratici svedesi, la Nuova Alleanza fiamminga (N-Va), il Partito Civico Democraatico ceco (ODS), e quattro dei cinque eletti in Francia da Reconquête, poi espulsi dalla formazione francese Eric Zemmour e pronti a fondare un nuovo partito, e altre ancora.
- Renew Europe, ovvero le forze liberali e democratiche europeiste, è la principale sconfitta dal voto subendo una secca perdita in virtù anche – ma non solo . della disfatta subita in Francia alle elezioni europee dai macroniani: con soli 77 seggi i liberali scendono come consistenza parlamentare al quinto posto perdendo ben 22 seggi.
- I verdi per parte loro scendono al sesto posto subendo anch’essi una sconfitta con solo 53 seggi, perdendone 19.
- Per parte sua The Left, il gruppo della Sinistra (eurocritica) rimane al settimo posto ma vede la sua rappresentanza crescere a 46 seggi (ne aveva 37) grazie a nuovi arrivi, fra i quali spiccano gli esponenti eletti in Italia dal Movimento5Stelle.
- Infine si è costituita all’estrema destra una terza formazione l’Europa delle Nazioni Sovrane all’ottavo posto con 25 deputati in otto Paesi. Si tratta di un collettore di partiti ultranazionalisti, euroscettici e filorussi, promosso dai 14 deputati tedeschi di Alternative fuer Deutschland, unitamente ai 3 bulgari di Rinascita, i tre polacchi della Confederazione Libertà e Indipendenza (KWiN) la quinta eletta dalla francese Reconquête che ha aderito ufficialmente alla nuova formazione lasciando ECR, e singoli esponenti eletti da altre formazioni: Libertà e Democrazia Diretta (SPD) in Cechia, Movimento Nostra Patria in Ungheria, Republika in Slovacchia, e Unione Popolare e Giustizia in Lituania.
- Vi sono infine un numero sempre più ridotto sia di esponenti di altre piccole formazioni non affiliati a nessun gruppo sia di non iscritti (complessivamente erano più di n centinaio nella legislatura precedente).
La probabile riconferma della maggioranza politica tra popolari socialisti e liberali
Rimane molto probabile confermata l’attuale maggioranza fra le tre formazioni europeiste principali (popolari, socialisti e liberali) ed è plausibile che l’alleanza che aveva portato Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea rimanga decisiva nei futuri assetti delle istituzioni europee.
Difficile ipotizzare che essa si allarghi organicamente accogliendo al proprio interno il Partito dei Conservatori e dei Riformisti europei (ECR) divenuto la quarta forza politica nel Parlamento europeo, e nemmeno i verdi, scesi al sesto posto, ma è plausibile che la Presidente della Commissione, qualora confermata con i voti di entrambe queste formazioni, cercherà accordi di volta in volta con l’una o con l’altra formazione.
Certo l’arrivo recente al potere dopo l’Ungheria e i Paesi di Visegrad, di nuovi esecutivi dominata da forze sovraniste come in Italia, e, da ultimo, in Olanda, il successo dei populisti in Austria, costringeranno questa maggioranza tripartita a fare i conti con i capi di Stato e di governo in seno al Consiglio europeo, l’organismo cui spetta – come ben ricordato da Gramaglia – la designazione dei rappresentanti della Commissione oltre che il Presidente del Consiglio europeo e dell’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione.
Seguendo norme non scritte adottate in Europa da una sorta di manuale Cencelli dell’Unione, è plausibile che tali nomine ottengano il gradimento di una più ampia maggioranza come già avvenuto in passato con il sostegno in particolare del gruppo dei verdi alla formula Ursula, in questo caso attraverso intese con Giorgia Meloni in Italia, e forse anche con le formazioni populiste alla guida del nuovo governo dei Paesi Bassi. Ma certamente, Giorgia Meloni, nella sua veste di leader dei Conservatori e Riformisti, dopo la costituzione alla sua destra dei Patrioti per l’Europa di Viktor, Orban (divenuto il terzo gruppo parlamentare) e ancora più a destra, dell’Europa delle Nazioni Sovrane, potrà ricoprire un importante ruolo di cerniera fra la vecchia maggioranza popolari socialisti e liberali e queste nuove formazioni in seno al Parlamento europeo
Potremmo insomma avere due maggioranze diverse per cosi dire “a geometria variabile” a Strasburgo in seno al Parlamento europeo e a Bruxelles in seno al Consiglio dei Ministri che rappresenta. I governi dei 27 Paesi membri dell’Unione.
Le ipoteche del voto sul rilancio delle riforme dell’Unione
Quel che è molto probabile invece è che l’indebolimento dei due governi della locomotiva dell’Unione europea, quello tedesco e quello francese, impedirà alla nuova legislatura di assicurare un valore costituente verso un consolidamento politico dell’Europea, rafforzando, se non il potere di veto dei singoli Paesi, perlomeno quello del Consiglio europeo formato dai governi dei Paesi membri dell’Unione.
Solo una conversione europeista in senso churchilliano come forse vorrebbe apparire Fratelli d’Italia – che oggi appare ancora del tutto improbabile – da parte di forze conservatrici capaci di smentire in qualche modo loro stesse, dando vita ad una sorta di Partito della nazione europea, e la creazione di una quinta gamba europeista a destra in grado di affiancarsi unitamente a quella che è stata de facto la quarta gamba verde, alla maggioranza tripartita europeista tradizionale, potrebbe smentire questa nostra facile previsione. Molto più probabile la tentazione di giocare di sponda da parte dell’ECR con il Gruppo dei patrioti per l’Europa presieduto dal francese Bardella dopo la sua disfatta al secondo turno delle elezioni francesi e dal generale leghista Vannacci – tanto più dopo l’espulsione di AFD – che intende presentarsi come il principale gruppo parlamentare chiaramente collocato all’opposizione contro qualsiasi maggioranza a Bruxelles come a Strasburgo.
In Italia il mancato ingresso al Parlamento europeo di due forze convintamente europeiste come Azione e come la coalizione per gli Stati Uniti d’Europa a fronte dei buoni risultati ottenuti da Forza Italia rendono del tutto imprevedibile il futuro delle forze centriste nella nostra Penisola. Ciò spinge chi ha a cuore il futuro politico dell’Europa a guardare verso le due donne protagoniste del nuovo bipolarismo che va delineandosi in Italia intorno alla nostra premier Giorgia Meloni e alla leader del Partito Democratico Elly Schlein, entrambe uscite consolidate dal voto.
Anzio, 11 giugno 2024 (con aggiornamenti il 9 e l’11 luglio)
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