IL FESTIVAL DELLA MEMORIA E DEL FUTURO

Il primo evento promosso dalla nostra rivista IL MONDO NUOVO è un Festival dedicato al mondo dell’innovazione. Il tema è “memoria e futuro”: tre giorni a Viterbo, organizzati dall’Università degli Studi della Tuscia e dalla associazione culturale “Memenisse” dal 28 al 30 ottobre.

La memoria è strettamente connessa alla possibilità di costruire il futuro, la storia e le storie passate diventano il terreno in cui affondare le radici di una solida coesione sociale. Dimenticarsene ci rende deboli ed insicuri. Il passaggio che stiamo vivendo non può essere descritto con la parola “crisi”. Questo concetto contiene al suo interno l’idea di una continuità, di un possibile ripristino, della ricerca di un nuovo “equilibrio” all’interno dello schema dato. Al contrario il passaggio storico che viviamo si configura come una vera e propria “rottura sistemica”. Viviamo una fase di Transizione e di metamorfosi.

Il mondo della tecnologia pervaso della forza dei valori dell’uomo può essere un mondo migliore da lasciare in eredità alle generazioni future.

La memoria oggi è uno degli strumenti più potenti di cui possiamo disporre per contrastare la tendenza a ridurre ogni accadimento complesso alla sua semplice narrazione. Senza memoria ogni storia è un racconto che non produce coesione, identità, cultura. Questo festival è dedicato al nostro futuro.

In questo lavoro è essenziale la funzione della scuola e il ruolo determinante delle Università interpretato dal Rettore della Università degli Studi della Tuscia, Stefano Ubertini che aprirà il Festival con la celebrazione dei 45 anni di storia di questo ateneo.

Il progetto si struttura in un palinsesto di iniziative al cui interno ci sono: talk e conferenze con protagonisti del digitale e della cultura umanistica, del giornalismo e della politica; rassegne audiovisive, laboratori per il coinvolgimento delle scuole e per favorire il dialogo e l’interazione fra le generazioni.

Parleremo dell’Italia e di come il nostro paese costruisce il proprio futuro anche attraverso una rassegna cinema a cura di Rossella Catanese e Claudio Siniscalchi e, con la collaborazione del Comune di Viterbo, una rassegna teatrale a cura di Aldo Di Russo.

Dal Risorgimento alla Liberazione: le radici della nostra Costituzione. Memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per costruire il futuro”, ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e a questo si ispirano le due conferenze – con cui si anticipa un progetto in corso per la costruzione di un “Lessico per la Repubblica (1796-2024)”, promosso da Unituscia e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – di Arianna Arisi Rota: “Risorgimento e Costituzione nella nascita dell’Italia unita” e

Maurizio Ridolfi: “Risorgimento e Repubblica immaginata”

IL PRIMO GIORNO IL PROFESSORE ALESSANDRO STERPA, CHE COORDINA I LAVORI DEL FESTIVAL, PRESENTERÀ IL PROGETTO “COSÌ SI FECE L’ITALIA”,

ideato dalla casa editrice Heraion Creative Space di Fabrizia Cusani, condiviso dalla Biblioteca della Camera dei Deputati, approvato dal Ministero della Cultura e finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU con i fondi del PNRR, M1C3, INVESTIMENTO 3.3, “Supporto ai settori culturali e creativi per l’innovazione e la transizione digitale”.

Consiste nel racconto e nella diffusione in forma digitale, realizzato dal regista Mariano Equizzi, del contenuto dei 15 volumi dei resoconti delle discussioni nelle Assemblee parlamentari del Risorgimento, conservati presso la Biblioteca della Camera dei Deputati, documenti che riguardano il periodo storico che va dalla prima metà dell’800 alla nascita della Nazione Italia. Il progetto utilizza un processo di “gamification” di contenuti crossmediali, utilizzando le tecnologie digitali della realtà aumentata che consente agli utenti di esplorare lo spazio virtuale che si implementa per il contributo creativo degli stessi utenti. Non è quindi una “operazione storiografica”, ma si cercherà di restituire ai giovani un frammento di memoria per una riflessione sulle ragioni di essere italiani.

Il Festival è un programma in tre giorni. La memoria è quel filo invisibile ma tenacissimo che tiene unite le comunità. La storia di un popolo non è solo un susseguirsi di date, di vittorie o di sconfitte, è innanzitutto il racconto di una identità, complessa e articolata, fatta di cultura, sensibilità, simboli.

I luoghi della memoria sono luoghi in cui la storia esce dalla sua dimensione temporale e continua ad essere presente e tangibile anche nella contemporaneità del presente. Proprio i luoghi della memoria aiutano a far sì che la dimensione storica continui ad essere vitale in coloro che oggi vi si ispirano per costruire il futuro, rendendola un modello di comportamento e di azione per cambiare il mondo per il bene e il progresso dell’umanità.

In vista dell’80° anniversario della Liberazione, il festival si animerà di seminari, laboratori, incontri, visione di film e rappresentazioni teatrali che, utilizzando le esperienze di Public History e di Civic Education e la conoscenza del patrimonio storico culturale e dei luoghi della memoria, aiuti a ritrovare le memorie collegate al passato della seconda guerra mondiale, dell’antifascismo, della lotta di Liberazione, delle stragi nazi-fasciste in Italia, per ricostruire una memoria condivisa che ci conduce al futuro attraverso il filo conduttore che lega il Risorgimento, la Resistenza e la Carta Costituzionale.

Il secondo giorno a cura di Gianfranco Noferi e Maurizio Ridolfi

su “memoria e presente” articolato in tre seminari con INDIRE – Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa,con DiCultHer- Digital Cultural Heritage (Associazione internazionale per la promozione della cultura digitale), con gli autori del progetto “Guarda che storia!”, con il Laboratorio di Public History dell’Università della Tuscia e l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea a Viterbo e nella Tuscia (ISTORECO VT)

Il primo seminario sul tema “Laboratori didattici tra passato e presente della Resistenza” contempla diverse esperienze laboratoriali. La prima si svolgerà con Pamela Giorgi – Ricercatrice INDIRE- e avrà come oggetto la geolocalizzazione dei luoghi della Resistenza nell’area della Repubblica Partigiana della Val D’Ossola, effettuata nel quadro di una esperienza di didattica della storia che utilizza le fonti storiche e l’interattività digitale per realizzare cicli di laboratori, sperimentazioni didattiche e visite “immersive”.

Una seconda esperienza laboratoriale riguarda il tema “Luoghi di memoria e linguaggi della storia”, con la proiezione di due fonti audiovisive: I martiri di Sutri, di Dino Sanna (Rai Tre, 1993), sull’eccidio degli avieri sardi nel novembre 1943, con Sante Cruciani (Unituscia); Donne rimaste sconosciute. Dalla Resistenza alle migranti di oggi, con Agnese Bertolotti (Unituscia) e Angelica Petruzzelli (Liceo artistico F. Orioli).

Il secondo seminario approfondisce le attività della rete interistituzionale #DICULTHER – The Digital Cultural Heritage, Arts and Humanities School composta da Università, Istituti scolastici, Enti culturali, e sarà presentato in anteprima nazionale il calendario delle attività per l’anno scolastico 2024-2025 dedicate al tema ‘Memoria e Futuro’, il cui obiettivo è quello di raccogliere le migliori esperienze nel settore maturate sia in ambito scolastico, accademico, e della ricerca, sia nell’ambito dei servizi educativi di Biblioteche, Archivi, Musei, Parchi, sia attraverso le esperienze delle organizzazioni culturali operanti sul territorio.

Il terzo seminario a cura di Aldo di Russo e Davide Conti vedrà la presentazione del progetto “Guarda che storia!” che intende trasformare una ricorrenza come l’ottantesimo anniversario dell’occupazione e della liberazione di Roma e Viterbo in una forma innovativa di celebrazione della memoria e di trasmissione della conoscenza storica per i cittadini, i visitatori della città, il mondo della scuola, realizzando un e-book interattivo e multimediale che consente l’accesso a materiali multimediali attraverso una sorta di “viaggio” nel tempo e nello spazio.

A cura di Eva Ponzi

UNA TAVOLA ROTONDA

DAGLI ANNI 62/64

LA SVOLTA ECONOMICA A FAVORE DELL’AUTO E LA FINE DEL PROGETTO INFORMATICO DI ADRIANO OLIVETTI

CON MICHELE MEZZA E UMBERTO DE JULIO.

AGLI ANNI 92/94

LA FINE DELL’IRI E IL PASSAGGIO DALLA PRIMA ALLA “SECONDA REPUBBLICA”

CON FABIO MARTINI E SERGIO CUSANI.

Terzo giorno: Sergio Bellucci e Luisa Carbone dirigono “memoria e digitale”.

L’uomo, dai tempi dello sviluppo del linguaggio, si è posto il tema della conservazione di un contenuto, di un ricordo, di una memoria. Questa necessità – che nel tempo ha contribuito a forgiare la stessa forma delle strutture sociali, a garantire ruoli e interessi, regole e relazioni all’interno delle quali vivere socialmente – ha portato a mettere a punto diverse modalità di “archiviazione”. Dai poemi della fase orale, alle tavolette di argilla, ai papiri, alla carta, arrivando alla stampa, agli archivi elettronici e, infine, quelli digitali. 

Ogni passaggio ha rappresentato un salto non solo nel suo aspetto “quantitativo”, nella capacità di archiviazione di “dati”, ma un vero e proprio “salto” nelle forme sociali del loro utilizzo, nelle modalità di scambio, recupero, uso e generazione. Le stesse modalità legate al loro utilizzo generano un impatto sulla forma delle strutture cognitive della specie umana. 

L’avvento delle tecnologie digitali dispiega l’inizio di una nuova fase della storia umana e, proprio in questa fase, occorre un lavoro di ri/connessione tra le “tecnologie” della memoria per ri/prendere un percorso di consapevole utilizzo delle “memorie”.

Sarà allestito un LABORATORIO per far vivere l’esperienza fisica della “memoria”: una serie di pannelli che ricostruiranno la storia delle varie tecnologie di memorizzazione che sono state messe a punto nella storia umana, dalle tavolette di argilla al cloud. Saranno realizzati dei pannelli sulle tecniche di memorizzazione “mentali” che metteranno a confronto le tecnologie con le tecniche della mente.

Al termine del “percorso” gli studenti avranno a disposizione una vera e propria “officina di smontaggio”. Obiettivo sarà quello di smontare la “magia” degli apparati elettronici (computer, televisioni, cellulari, ecc…) e di indirizzare i cittadini/consumatori di domani al giusto ri/uso, alla ri/generazione.

Seguirà la conferenza“Memoria e tecnologia: dalla mente al cloud” con il fisico quantistico Ignazio Licata autore della “Logica aperta della Mente”: dalla fisiologia biologica alla rete: come “pensa e ricorda” un cervello biologico, come immagazzina una memoria di massa. Dal funzionamento delle reti neurali al funzionamento del web.

Nel pomeriggioilconvegno a cura di Gilda Nicolai sullamemoria nell’era dell’Intelligenza Artificiale Generativa: come ricorderemo nel futuro. Dalla realtà atomica a quella dei bit, dai “fatti” ai “deepfake”.

Su un campione di 200 persone a cui sono state mostrate immagini vere e immagini generate dall’AI la difficoltà di distinguerle è apparsa come difficile. Oggi si generano immagini utilizzando foto esistenti e ricostruendo i contesti in modalità indistinguibili (anche) agli occhi di un esperto, tanto che si stanno sperimentando applicazioni che effettuano il riconoscimento a partire dalla struttura del file anche per scopi giuridici.

Se riavvolgiamo il nastro della storia e andiamo al processo di Norimberga incontriamo la prima volta in cui le immagini fotografiche o filmate furono ammesse come prove a carico. I racconti dei sopravvissuti, infatti, apparivano come surreali e impossibili agli occhi di una giuria. Doccia a gas, sterminio, denutrizione, forni erano cose talmente fuori dell’ordinario anche criminale da essere al confine tra il possibile e il verosimile. Le immagini furono la prova dei racconti. L’Ai ha rotto il confine tra vero e verosimile e marcia verso un rimescolamento cognitivo dove reale, simbolico e immaginario si confondono generando antropologicamente una novità. La memoria dei fatti e l’allineamento tra storia e memoria a cui il Presidente Mattarella si appella, necessita di un approccio diverso e ignoto.


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