Il ruolo del Mediterraneo nella geopolitica e nella geostrategia Parte V
La geopolitica dell’immigrazione, collegata direttamente alle dinamiche demografiche, rappresenta, nel “Mediterraneo allargato”, un altro elemento, non secondario, di instabilità. Studi delle Nazioni Unite hanno messo a raffronto le dinamiche demografiche dei Paesi mediterranei della sponda nord (Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Grecia) con quelle dei Paesi mediterranei della sponda sud (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, oltre a Libano, Israele, Giordania e Turchia). Risulta evidente che la popolazione dei primi è in netta caduta, mentre quella dei secondi cresce nel tempo. Il divario raggiungerà, secondo le proiezioni, il 75% entro il 2024, capovolgendo i dati del 1975.
Considerando il differenziale economico tra i Paesi di origine e i paesi di destinazione, che si affacciano sul bacino mediterraneo, il flusso emigratorio sarà sempre più elevato e non subirà, a breve, alcun rallentamento, anche per la quasi assenza, nonostante le proposte italiane, di una politica unitaria europea dell’immigrazione. La spinta a emigrare nasce dall’aspirazione a migliorare le proprie condizioni di vita, quando non si tratta di fuga dalla fame, dalla povertà e, non di rado, da guerre e da persecuzioni etnico-religiose. Un aspetto di complicazione riguarda la provenienza da Paesi musulmani della maggior parte degli immigrati.
Quanto premesso lascia prevedere che il “Mediterraneo allargato”, nei prossimi decenni, sarà interessato da grandi trasformazioni degli assetti politici, economici, demografici e culturali, con una prevalenza della sponda Sud, caratterizzato da una vera esplosione demografica e delle classi giovanili, su quella Nord, dominante per secoli, caratterizzata da un invecchiamento progressivo della popolazione, a causa del basso numero delle nascite e dall’allungamento della durata media della vita.
Sul piano geostrategico, gli effetti sono prevedibili: sulla sponda Nord, trasformazione progressiva della composizione etnica delle popolazioni degli Stati europei ed annacquamento delle vecchie identità nazionali; continue tensioni, a carattere socio-culturale e etnico-religioso, nelle realtà urbane europee e nelle periferie delle stesse e fenomeni di destabilizzazione politica; sulla sponda Sud, fenomeni di destabilizzazione politica, disoccupazione giovanile, urbanizzazione, contestazioni, carenza alimentare e scarsità di risorse idriche.
VERSIONE IN INGLESSE
The Role of the Mediterranean Sea in Geopolitics and Geostrategy
Part V
The Mediterranean Sea and the Geopolitics of Immigration
The geopolitics of immigration, directly linked to demographic dynamics, represents another significant element of instability in the “broader Mediterranean.” United Nations studies have compared the demographic trends of Mediterranean countries on the northern shore (Portugal, Spain, France, Italy, and Greece) with those on the southern shore (Morocco, Algeria, Tunisia, Egypt, as well as Lebanon, Israel, Jordan, and Turkey). It is evident that the population of the former is sharply declining, while that of the latter is increasing over time. According to projections, the gap will reach 75% by 2024, reversing the figures of 1975. Considering the economic differential between the countries of origin and the destination countries around the Mediterranean basin, the emigration flow will be increasingly high and will not slow down shortly, also due to the almost complete absence, despite Italian proposals, of a unified European immigration policy. The push to emigrate arises from the aspiration to improve living conditions, if not from escaping hunger, poverty, and, not infrequently, wars and ethnic-religious persecutions. A complicating aspect concerns the predominantly Muslim origins of most immigrants.
Given these premises, it is foreseeable that the “broader Mediterranean” will undergo significant transformations in political, economic, demographic, and cultural structures in the coming decades. The southern shore, characterized by a demographic explosion and a surge in the youth population, will predominate over the northern shore, which has been dominant for centuries but is now characterized by a progressively aging population due to low birth rates and increased life expectancy. On the geostrategic level, the effects are predictable: on the northern shore, there will be a gradual transformation of the ethnic composition of European state populations and a dilution of old national identities; ongoing socio-cultural and ethnic-religious tensions in European urban areas and their outskirts; and political destabilization phenomena. On the southern shore, political destabilization, youth unemployment, urbanization, protests, food shortages, and water scarcity will prevail.
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