Sedici/A Hermes Storie di geopolitica – Europa
Giampiero Gramaglia
Giornalista,
co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e a Bruxelles
Con un’insolita verve polemica Giampiero Gramaglia nel suo pezzo intitolato “Il Mondo le rovina intorno, ma l’Europa s’accontenta di fare cabotaggio sui migranti”! torna sul vertice europeo del 17 ottobre 2024 dominato dalla questione dei migranti dopo l’”apertura dell’hotspot in Albania: esempio, nel contempo, di individuazione della soluzione sbagliata a un problema complesso, quello dei migranti, e di inefficienza, di superficialità e di spreco di risorse pubbliche, oltre che di spregio delle persone. 1
Eppure, la scelta del Governo Meloni di ‘esternalizzare’ il problema dei migranti, proprio mentre mostra tutti i suoi limiti umanitari, giuridici ed economici, attira la pelosa attenzione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la cui indole conservatrice e i cui istinti opportunistici non possono più stupire, e di molti leader di Paesi dell’Unione europea presenti, giovedì 17 ottobre, al Vertice europeo di Bruxelles”. Secondo Gramaglia “l’Unione europea, spettatrice dei guai del Mondo, [rimane] inerte sui migranti”.
25 ottobre 2024
È italiano il primo marchio sulla nuova legislatura delle Istituzioni europee. Un marchio d’infamia, con la vicenda, ai limiti del paradossale, dell’apertura dell’hotspot in Albania: esempio, nel contempo, di individuazione della soluzione sbagliata a un problema complesso, quello dei migranti, e di inefficienza, di superficialità e di spreco di risorse pubbliche, oltre che di spregio delle persone.
Eppure, la scelta del Governo Meloni di ‘esternalizzare’ il problema dei migranti, proprio mentre mostra tutti i suoi limiti umanitari, giuridici ed economici, attira la pelosa attenzione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la cui indole conservatrice e i cui istinti opportunistici non possono più stupire, e di molti leader di Paesi dell’Unione europea presenti, giovedì 17 ottobre, al Vertice europeo di Bruxelles.
Scrive la Repubblica:
“Ci sarà pure una ragione … se i principali investimenti simbolico – politici annunciati dal governo di centrodestra sono la realizzazione dell’hotspot in Albania e del ponte sullo Stretto… Le due opere, nelle intenzioni, sono destinate a lasciare un segno dell’Italia nel Mondo, a edificare strutture dal fortemente propagandiste, a offrire i connotati d’una identità nazionale immediatamente riconoscibile”.
E ci sarà pure una ragione se, nonostante l’avvilente andirivieni delle 16 cavie della Nave Libra tra l’Italia e l’Albania, il tema dei migranti e del ‘modello Meloni’ tiene banco a Bruxelles, dove molti lo criticano e lo ignorano, ma molti lo accolgono con interesse o lo condividono.
La premier italiana Giorgia Meloni e il premier albanese Edi Rama in un sopralluogo ai cantieri dei centri allestiti in Albania per i migranti trasferiti dall’Italia (Fonte: Euronews)
Politico.com, le cui analisi non sono inficiate da punti di vista nazionali europei, fa titoli forti: “Israele uccide Sinwar”, il capo di Hamas, e “l’Ue uccide l’asilo”; o “il Mondo è in crisi e l’Ue non fa nulla”.
Il Mondo le rovina addosso, dall’Ucraina al Medio Oriente, e l’Europa si guarda l’ombelico dei migranti, con governanti che inseguono il consenso delle frange più retrive delle opinioni pubbliche.
Quelli che escono da Bruxelles e dai primi passi della ‘Uvdl 2’ ovvero la seconda Commissione presieduta da Ursula von der Leyen sono atti di chiusura e di paura: oltre all’interesse per la ‘formula Albania’, l’ok alla Polonia per mettere al bando le richieste d’asilo dalla Russia e dalla Bielorussia. Ancora Politico.com titola: “I migranti squassano l’agenda dei leader dell’Ue”, nonostante quanto accade tutt’intorno e i rischi di deflagrazione del conflitto in Medio Oriente; e nonostante la partecipazione al Vertice del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj che sbandiera il suo piano per la Vittoria cui forse non crede neppure lui (l’obiettivo di Kiev è intavolare negoziati con Mosca da posizioni di forza).
Unione europea spettatrice dei guai del Mondo, inerte sui migranti
Ma, se fa da spettatrice ai guai del Mondo, l’Unione europea non prende neppure decisioni sui migranti: se ne parla, ma è sempre “lo stesso caos”: lo scontro su come prevenire l’immigrazione irregolare è delicato, e pure animato, dall’implementazione del Patto per la migrazione e l’asilo – deciso, ma non ancora in vigore – alle continue sospensioni di Schengen sulla libera circolazione.
Giorgia Meloni, che guida il fronte di leader alla ricerca di soluzioni alternative, una delle quali è, o sarebbe, proprio l’esternalizzazione, contava di tornare a casa vittoriosa. Con Olanda e Danimarca, organizza un prevertice sulla migrazione cui interviene von der Leyen cui partecipano altri otto Paesi membri dell’Unione europea, Polonia, Ungheria, Rep. Ceca, Slovacchia, Austria, Grecia, Cipro, Malta. Ne escono richieste di modifiche alla legislazione sui rimpatri e ipotesi d’iniziativa analoghe a quella italo-albanese, l’Olanda pensa al Kossovo, qualcuno ipotizza addirittura l’Uganda.
Ma la mossa del prevertice, cui la Germania non aderisce, e le idee di Meloni incontrano anche freddezza e ostilità: il presidente francese Emmanuel Macron è chiaramente infastidito dell’attivismo italiano; il cancelliere tedesco Olaf Scholz mette il tema fra parentesi, non ne parla presentando al Bundestag l’appuntamento europeo e a Bruxelles minimizza la portata dell’esternalizzazione, che
“può assorbire poche gocce” e “non è una soluzione per un Paese come la Germania”.
E, quasi anticipando l’altolà dei giudici italiani, Scholz ammonisce: c’è bisogno
“di espulsioni conformi al diritto europeo”.
Anche il Belgio prende le distanze da
“soluzioni che la storia ha già dimostrato produrre volumi ridotti e presentare costi elevati”.
L’Italia trova conforto (ammesso che lo sia) nell’Austria – la strategia di Roma
“mostra come innovare” –
e nell’Ungheria (ma, attenzione! le benedizioni del premier ungherese Viktor Orban sono in realtà maledizioni).
Aspettando il voto delle presidenziali negli Stati Uniti, dialogo tra sordi con i Paesi del Golfo
L’impressione è che l’Unione europea, o almeno una fetta di essa, sia ancor meno disposta verso i migranti rispetto agli Stati Uniti, e che potrebbe assumere in qualche modo un atteggiamento più “cattivo” di quello che – in caso di vittoria dell’ex presidente – potrebbero avere gli Stati Uniti di Donald Trump. Ma c’è anche la sensazione che l’Unione europea sia traversata da divisioni lungo i crinali della politica e dell’economia. Ne è conferma – il giorno dopo il vertice europeo – l’incontro a Berlino fra Scholz, Macron e Keir Starmer, premier britannico, con il presidente statunitense Joe Biden, al ‘passo d’addio’ del suo mandato.
I quattro discutono della situazione politica internazionale, dal Medio Oriente e dell’Ucraina, come muoversi ora, ma soprattutto cosa fare se Trump – un ‘babau’ per tutti – dovesse tornare. Meloni non c’è: è in Libano, primo capo di governo occidentale a visitare il Paese dei Cedri dopo l’inizio delle operazioni israeliane in territorio libanese. Ma il mancato invito a Berlino è politicamente motivato: quella è l’Europa anti-Trump; lei sta nell’altro campo, nonostante sfoggi di atlantismo e vicinanze all’Ucraina.
Nel bilancio non esaltante dei primi passi della nuova legislatura europea, che deve ancora passare attraverso l’esame del Parlamento europeo ai nuovi commissari – si farà a novembre -, c’è anche l’incontro dei leader dei 27 con i Paesi del Golfo, mercoledì 16 ottobre: tappeto rosso anche per il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman, mandante acclarato dell’omicidio del suo oppositore Jamal Khasoggi.
Sembra uno scambio di messaggi fra sordi: l’Unione europea chiede ai Paesi del Golfo
“più fermezza contro la Russia”
del presidente Vladimir Putin, come se l’Ucraina fosse affar loro. E i Paesi arabi chiedono all’Unione
di “riconoscere la Palestina”,
mettendo il dito sulla piaga di un’altra divisione europea. Il capo della diplomazia europea Josep Borrell prospetta una revisione dell’accordo di associazione Union europea-Israele, che potrebbe essere avviata unilateralmente perché
“Il diritto umanitario è sepolto sotto le macerie di Gaza”.
- Scritto il 19 ottobre 2024 per Tutti Europa ventitrenta. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/10/21/ue-mondo-cabotaggio-migranti/. ↩︎
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