di Diego Castagno
Si parla molto, ma se ne scrive poco, di due convegni in programma per il prossimo sabato e della nuova stagione di confronto che potrebbe cambiare almeno in parte leadership e fisionomia del Partito democratico e del centro sinistra in Italia. Ad Orvieto c’è Paolo Gentiloni con Enrico Morando e a Milano ci sono Ernesto Ruffini con Graziano Del Rio e Romano Prodi da remoto.
Ci sono poi un terzo e un quarto appuntamento. Sempre sabato e ancora in Lombardia, questa volta a Brescia, “Qualcosa di sinistra” con Bersani e Orlando, evento di cui si parla meno ma che racconta molto di come a sinistra si stia vivendo il momento politico e sociale in Italia e non solo.
Il quarto appuntamento ci è già stato qualche giorno fa a Viareggio: la rete delle associazioni civiche della toscana si sta riorganizzando intorno a tre figure molto popolari nella regione, il sindaco di Viareggio Giorgio del Ghingaro, l’ex parlamentare Marco Donati di Arezzo e Cecilia del Re, ex vice sindaco di Firenze. Un progetto originale che attraversa in modo trasversale le tradizionali formazioni politiche e si candida a rinnovare la classe dirigente della regione.
Per chi ha seguito e segue le vicende politiche nostrane questa coincidenza è abbastanza inedita. Le correnti ci sono sempre state in tutti i partiti. Quando poi le correnti sono state capaci di sintesi e proposte a guadagnarci sono stati i partiti e la politica nel suo complesso. Quindi viva i quattro convegni e viva se ci sarà una nuova stagione di dibattiti e di confronto delle idee, piuttosto che la stancante polemica a cui ci hanno abituato i talk show televisivi.
Se però guardiamo alla narrazione che se ne sta facendo qualche perplessità viene. O meglio, constatare che dopo i tanti anni trascorsi si parli ancora di ex PCI e di ex Popolari onestamente stona, con buona pace della segretaria venuta dal nulla e dei suoi sforzi per creare una identità nuova al partito di Bersani e compagni.
L’Italia post moderna, post industriale e post ideologica sembra essere capace di sdoganare praticamente tutto, memoria compresa, rimuovendo ogni progetto sul futuro.
Eppure a 40anni dalla cosiddetta seconda repubblica ed in attesa di una terza di cui si sente parlare senza sapere cosa sia, nei momenti di incertezza, di crisi del pensiero, come quella che stiamo vivendo, torna di moda tutto quello che si è provato a rimuovere alla fine del ‘900: identità, ideologie, paradigmi e narrazioni, sempre efficaci in mancanza di meglio e di un nuovo che se c’è non avanza.
A destra come a sinistra, solo che a sinistra questa difficoltà a comprendere che il 900 è finito, da ormai 25 anni, e che il mondo è cambiato e cambia ad una velocità mai vista prima nella storia dell’uomo sapiens sapiens forse appare più evidente.
Il partito democratico purtroppo resta una fusione fredda tra anime che faticano ancora oggi a convivere, che in una fase politicamente molto difficile si aggrappano alle vecchie identità.
Detto questo, le iniziative in agenda sabato prossimo, comunque la si voglia pensare, potrebbero essere una prova di vitalità del Pd, oggi in cerca di idee, di autori e di progetti. Una nota a parte meriterebbero il compleanno di Matteo Renzi e la sua riscoperta del centro, il prossimo congresso di Azione e la rinascita del Partito Liberale di Marattin.
Ma sarebbe quanto meno superficiale ignorare che a Milano, al convegno di Comunità Democratica, c’è Francesco Russo, da Trieste, classe 69, ex Senatore della Repubblica, e oggi vicepresidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia. Russo è l’animatore del “La Rete di Trieste”, nata in occasione dell’appuntamento delle “settimane sociali” del luglio scorso in cui il mondo cattolico si è confrontato sulle prospettive dell’impegno dei cattolici in politica. La rete è fatta di amministratori locali, società civile ed associazionismo cattolico, e prova ad uscire dalla logica dello schieramento bipolare e partitico tradizionale. Per certi versi somiglia alle numerose esperienze civiche che in questi anni sono apparse sulla scena della politica e del governo locale. La rete di Trieste, benedetta da Monsignor Renna, in questi mesi ha saputo creare una piattaforma di idee capace di raccogliere adesioni in tutta Italia e di organizzare eventi in molti territori.
La rete di Trieste rivendica una sua solida matrice culturale e guarda al centro, lo spazio tra i due poli che esiste nella società più che nella politica del XXI secolo.
Il peso del cosiddetto centro come spazio elettorale e politico si avverte più per i tanti che pretendono di occuparlo piuttosto che essere il luogo in cui far nascere un soggetto politico nuovo da contrapporre ai due poli opposti di destra e sinistra. In definitiva uno stanco gioco dei quattro cantoni che certamente non aiuta ad uscire da un discorso pubblico in cui ciò che si manifesta è la mancanza di idee. Sarebbe ora, ad esempio, di smettere di confondere il centro con il moderatismo o il pragmatismo, o di farlo coincidere con l’impegno dei cattolici in politica e tanto meno il rifugio di tutti quelli che non superano la soglia del 2% nei sondaggi.
Conquistare il centro, in una sana democrazia, è l’obiettivo che si pone legittimamente ogni formazione politica che si candida a governare il Paese ma per fare questo bisogna avere progetti, idee, narrazioni, visioni. Serve la Politica, insomma.
Ed è quello che manca sia a destra che a sinistra. Ed è quello che rende oggi debole la nostra democrazia, di cui l’astensione dal voto è soltanto la punta che emerge in un mare di scontento e di malessere della nostra comunità. Rispetto a questo l’Assemblea di Libertà Eguale con Enrico Morando e Paolo Gentiloni, piuttosto che i convegni dei cattolici in cerca d’autore appaiono la stanca ripetizione di riti antichi, addirittura inutili se confrontati con le “novità” che arrivano da oltre oceano.
PS.
Una curiosa coincidenza: il 18 gennaio è il giorno in cui venne lanciato l’appello ai liberi e forti, ispirato e redatto da Luigi Sturzo. Il 18 Gennaio 1919 è il giorno in cui fu fondata la democrazia cristiana. Esattamente 106 anni fa. Solo una coincidenza naturalmente.
Lascia un commento