“Nei Campi” (parte I)
Il capoccio avea detto: «Odimi, moglie. Senti le rare tremule tirate che fanno i grilli? Cadono le foglie;
e tristi i grilli piangono l’estate. L’altra notte non chiusi occhio, tanto era quel gridìo! – Seminate! Seminate! –
credei sentire. Poi, sentii ier sera passar su casa un lungo rombo d’ale: l’anatre vanno per la notte nera.
C’è sopra il verno. Il primo temporale cova nell’aria. Sai che, per il grano, presto è talora, tardi è sempre male.
Domani voglio il mio marrello(1) in mano; ché chi con l’acqua semina, raccoglie poi col paniere; e cuoce fare in vano
più che non fare. Incalciniamo, o moglie».
Questa è la prima parte di una bellissima poesia di Giovanni Pascoli tratta dalla raccolta PRIMI POEMETTI del 1897 e dedicata alla sorella Maria (Fonte: Fondazione Giovanni Pascoli).
Se avrete la curiosità di leggerla tutta, vi accorgerete quanto amore aveva Giovanni Pascoli per la campagna. In questa poesia rende omaggio alla vita contadina, fatta di duro lavoro nei campi e all’armonia tra la natura e l’uomo che li lavora.
Essere agricoltore significava e significa anche oggi lavoro duro, caparbio e a volte amaro che non prevede riposo.
Spinto dall’amore per la natura e dalla gratitudine per i suoi frutti. Storicamente i contadini hanno tramandato, di generazione in generazione, antichi proverbi e filastrocche con cui trasmettevano, finanche ai bambini, le conoscenze acquisite dai padri e dai nonni per prepararli al futuro lavoro nei campi. Rappresentavano gli strumenti per tramandare le regole e le conoscenze apprese nella pratica agricola.
Naturalmente oggi non è più così, data l’evoluzione tecnologica e delle conoscenze in questo settore, ma essi rappresentano comunque un patrimonio culturale storicamente molto rilevante della tradizione orale contadina, ricreano le emozioni e restano testimonianze storiche preziose.
L’uomo, da sempre, studia le relazioni tra il passare del tempo e come le piante facciano a tenerne conto. Fenomeni, come la fioritura, la maturazione dei frutti o il momento giusto per germogliare. Come fanno le piante a sincronizzare le fioriture come, ad esempio, quella delle lenticchie dell’altopiano di Castelluccio di Norcia? Per noi è semplicemente una delle meraviglie della natura, in realtà le piante sembrano avere una conoscenza del tempo forse anche migliore della nostra. Leggono il tempo e gli alberi perfino lo scrivono. Come sapete, infatti, non solo possiamo identificare l’età di un albero contando i suoi anelli di crescita, ma perfino capire se in alcuni periodi abbia subito qualche stress che ne ha rallentato la crescita.
Siamo a Dicembre, è un mese importante nella pratica agricola. È noto come l’agricoltore fin dalla notte dei tempi, abbia seguito il ritmo delle stagioni, adeguandosi alle diverse condizioni climatiche per ridurre gli impatti negativi sulle colture e sfruttare al meglio le risorse disponibili. Per questo uno dei punti fermi è sempre stato il riconoscimento del ruolo fondamentale che ricopre la particolare condizione astrale nota come solstizio d’inverno.
Questo evento, che segna l’inizio dell’inverno astronomico, cade di solito il 21 dicembre nell’emisfero settentrionale e il 21 giugno in quello meridionale, segna il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno ed ha un impatto significativo sulle piante e sull’agricoltura in generale perché, com’è noto, la luce del sole è necessaria al processo fotosintetico attraverso cui una pianta produce l’energia che le è necessaria. Ecco perché le colture, più che alla temperatura, reagiscono sempre alla lunghezza del periodo di luce (fotoperiodo) e molte entrano nella così detta fase di dormienza.
Si tratta di un periodo di riposo in cui la crescita rallenta o si ferma del tutto per consentire alla pianta di superare le condizioni sfavorevoli del periodo invernale e conservare l’energia necessaria alla crescita primaverile. La dormienza rappresenta per molte piante l’opportunità di concentrare la loro energia sull’apparato radicale così, quando arriverà la primavera, saranno già stabilizzate e forti per una crescita più rigogliosa.
Per gli agricoltori questo è il momento di proteggere le piante dal freddo e dalla poca luce, a tale scopo la pacciamatura è una delle pratiche più comuni. Prevede la copertura del terreno con uno strato di materiale che può essere organico (erbaceo, legnoso) oppure no come i teli pacciamanti. La pacciamatura serve a mantenere l’umidità del terreno, a proteggerlo dall’azione delle forti piogge, evitando la formazione della crosta superficiale e il dilavamento oltre, ovviamente, a ridurre le infestanti. Inoltre, riduce il compattamento del terreno che renderebbe difficile l’assorbimento dell’acqua e dei nutrienti da parte delle radici e, non meno importante, mitiga la temperatura del suolo. Invece, per proteggere e continuare a coltivare le colture più delicate, quelle non propriamente invernali, gli agricoltori usano tunnel o serre che consentono di avere un ambiente controllato con temperature più miti.
Il solstizio d’inverno influenza anche la programmazione delle semine: il frumento, l’orzo, l’avena e le leguminose sono colture invernali e possono essere seminate subito dopo il solstizio perché le temperature più rigide attivano la crescita dell’apparato radicale che sarà pronto per lo sviluppo della pianta in primavera. Inoltre, resistono alla neve e al gelo proteggendo così il terreno dal dilavamento con conseguente perdita di sostanze nutritive.
Dopo il solstizio si dà inizio anche alla raccolta di alcune colture a foglia verde, mentre altre coltivazioni come le mele, devono essere raccolte prima del solstizio per evitare i danni da gelo. Colture tipicamente invernali sono tutte quelle che sopportano un periodo di luce ridotto come l’aglio, la cipolla o gli spinaci, il radicchio e la rucola.
Altra cosa importante per gli agricoltori all’inizio dell’autunno, è fare il punto sulla stagione appena passata: correggere se possibile gli errori commessi, ordinare le sementi, pianificare la rotazione delle colture per evitare il depauperamento del suolo e preparare il terreno (aratura, fresatura, diserbo) per la semina primaverile senza dimenticare di assicurare anche una sufficiente quantità di foraggio per gli animali. In inverno, infatti, il bestiame richiede maggiori quantità di foraggio per mantenere un’adeguata temperatura corporea.
Un altro vantaggio del periodo invernale è che si può concimare il terreno riducendo l’uso dei fertilizzanti chimici e dei pesticidi preferendo soluzioni più sostenibili. I pesticidi industriali utilizzati in agricoltura servono ad eliminare soprattutto insetti, erbe infestanti e patogeni delle piante, purtroppo però possono infiltrarsi nelle falde acquifere e permanere nella catena alimentare. Per queste ragioni, molti di questi sono stati vietati.
D’altro canto, la crescita della popolazione mondiale finora non ha permesso di trovare una soluzione sostenibile a questo problema. I tentativi di introdurre agenti di controllo biologico per far fronte al problema non hanno dato risultati all’altezza delle esigenze, ma una parte considerevole della ricerca nel settore agricolo è concentrata sullo sviluppo di modalità alternative ai fertilizzanti e ai pesticidi di origine chimica e sono certa, che presto avremo delle soluzioni più efficaci e sostenibili.
Tornando al solstizio d’inverno, per la maggior parte di noi passa del tutto inosservato, non più come una volta, quando rappresentava un momento di grande valore culturale e spirituale in molte culture e molti popoli. Alcuni lo celebrano ancora come un tempo di rinnovamento e rinascita chiamato Avvento. È il periodo dell’anno che precede il solstizio d’inverno e significa Attesa. Ma cosa si aspetta? Oggi colleghiamo questa attesa solo al Natale, ma in passato i popoli europei attendevano qualcosa di molto importante cui noi, alle nostre latitudini, diamo poco valore: il ritorno della luce del sole. L’attesa della luce, soprattutto in epoche passate, era vitale. Non si trattava solo di luce, ma anche di calore che confortava e confermava il rinascere della vita sulla terra.
Il solstizio veniva celebrato con rituali, che sono giunti fino a noi sotto forma di tradizioni e feste popolari e voglio credere che il significato simbolico di questa attesa e del ritorno alla vita per molti sia ancora importante. La Natura e l’Universo ogni anno con il solstizio d’inverno ci ricordano questo.
Anche se il lavoro per gli agricoltori in inverno non manca, è pur sempre il periodo in cui si può rallentare un po’, riposarsi e celebrare le feste, natalizie e non, per arrivare ritemprati alla nuova stagione primaverile ed estiva. È un tempo di bilanci, assolutamente necessario per riflettere e provvedere prima della prossima stagione.
Sappiamo che la scienza e la tecnologia hanno migliorato moltissimo sia geneticamente le specie coltivate sia le tecnologie applicate in agricoltura, oggi si parla di piante resistenti alle alte o alle basse temperature, alla siccità o a molte malattie. Anche le tecniche agronomiche sono migliorate moltissimo, dall’agricoltura di precisione, all’agricoltura 4.0 in cui gli interventi vengono scelti e avviati grazie all’analisi dei dati e delle informazioni utili raccolte tramite strumenti e tecnologie avanzate come la robotica, i droni, la biotecnologia, etc.
Tutto questo offre all’agricoltore un supporto molto più preciso sulla base del quale può decidere cosa fare e quando farlo al fine di aumentare la produttività e, parallelamente, mantenere la sostenibilità economica, ambientale e sociale dei processi agricoli.
E allora, in questo clima natalizio, ricordiamoci quanto sia importante che l’agricoltura resti fiorente e vada sostenuta. Ricordiamocelo quando andiamo a comprare i prodotti per preparare le nostre buone ricette, non importa se dal fruttivendolo o al supermercato e ricordiamoci di esprimere un pensiero di gratitudine verso la natura e verso la sapienza e l’impegno dell’agricoltore che, col suo lavoro, ci offre le preziose materie prime per preparare ghiotte prelibatezze da cucinare e gustare nella stagione delle feste.
RIFERIMENTI TELEMATICI
1.
https://www.dizionario-italiano.it/dizionario-italiano.php?lemma=MARRELLO100
2.
https://www.fondazionepascoli.it/poesie/PRIMI_POEMETTI/primipoemetti.pdf
3.
http://www.centrometeo.com/situazione-tempo-reale/posizione-sole/5820-solstizio-inverno-estate-equinozio-autunno-primavera-significato-date
4.
https://www.georgofili.info/contenuti/risultato/28534
5.
https://cordis.europa.eu/article/id/87233-a-natural-alternative-to-chemical-pesticides/it
Commenti
Una risposta a “IL PREZIOSO REGALO NATALIZIO CHE VIENE DAI CAMPI”
Articolo interessante e pieno di spunti e curiosità. Apre con una poesia di Pascoli e chiude con una riflessione sull’importanza degli agricoltori e dell’agricoltura nella società attuale. Nonostante tutto quel che ci circonda sia sempre più tecnologico, l’agricoltura risponde alle leggi della natura (clima, fotoperiodo, risorsa idrica) e all’operosita’ dell’uomo.