Agosto è il mese del meeting di CL,
che per gli addetti ai lavori è l’evento che apre la stagione della politica e dell’amministrazione. Normalmente vado a Rimini a sentire che aria tira. Questa volta invece ho deciso di andare a Campobello di Licata, ad una iniziativa che si chiama “questa è la mia terra e io la difendo” sottotitolo “Festival per il diritto a restare” e il meeting lo ho sentito in streaming.
Confesso che sono andato a Campobello sperando di trovare qualcosa di nuovo e di differente da quello che ho visto negli eventi cui ho partecipato in questi ultimi anni, molta forma e pochi contenuti.
Il tema poi, il sud, è, o almeno dovrebbe essere la grande sfida e assieme l’opportunità più preziosa per crescere e diventare un grande paese, e quindi la madre di tutte le battaglie per la politica italiana.
Tina Anselmi, primo ministro donna della Repubblica Italiana sceglie di arruolarsi tra le fila dei partigiani come staffetta, perché voleva fare parte del cambiamento. Il suo “Per cambiare il mondo bisogna esserci” oggi suona attuale come non mai. Dopodiché non basta esserci, ma bisogna organizzarsi e costruire un’idea che tenga assieme le persone, senza aspettare chissà quali autorizzazioni o benedizioni, terrene o ultraterrene.
A Campobello ho trovato tanti giovani e qualche meno giovane che avevano una gran voglia di raccontare e di raccontarsi. Bello il metodo e molto bella la forma, ad essere sinceri una formula già vista, per carità, ma giù è un’altra cosa. Uso sapiente del simbolico e della retorica nella narrazione, necessaria per raccogliere 11 mila euro su una piattaforma di crowdfunding per sostenere le spese dell’iniziativa. E grande capacità di tenere la barra dritta verso azioni concrete e misurabili. Quando poi ci sarà anche il manifesto per il diritto a restare che gli organizzatori hanno promesso allora saremo due volte contenti, perché oltre alla forma ci sarà il pensiero ed il pensiero è quello che conta.
Nel frattempo a Rimini veniva presentato “Piano B” un manifesto-progetto che punta a mettere assieme i pezzi del pensiero cattolico più interessante di questi ultimi anni. I firmatari sono persone che provengono dall’associazionismo e dall’università, ci sono due ex ministri di peso, la Cartabia e Giovannini, e soprattutto i tre economisti che anche in tempi non sospetti hanno definito modelli di crescita alternativi a quelli del pensiero unico degli ultimi 30 anni, Leonardo Becchetti, Mauro Magatti e Luigino Bruni. Se oggi si parla di economia civile, o generativa, o di sviluppo sostenibile è anche grazie al lavoro di Becchetti e di Magatti, che oltre a fare ricerca non hanno mai smesso di metterci la faccia e allargare il campo, cercando di dare profondità e concretezza al loro lavoro.
Piano B è un progetto “politico”, per la stessa ammissione dei firmatari, il fatto che sia stato presentato al meeting ad 80 anni dalla fondazione della DC sarà un caso, ma ha un suo fascino. Una nuova Camaldoli, luogo che per il mondo cattolico ha un fascino assoluto, che si richiama al civismo e alla società civile, lo spazio da cui si riparte per ricostruire la partecipazione e la comunità. Punto di partenza però, lo spazio dove oggi ci sono le persone che servono per far ripartire il paese. Insomma credo che questo “progetto” sia il fatto politicante più interessante e rilevante tra quelli capitatati al meeting di quest’anno. Idem come per i ragazzi di Campobello: attendiamo il manifesto che leggeremo con grandissima attenzione….
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