È cosa strana parlare di “risveglio” in una persona che, pur non essendo perfetta, non dorme mai in quanto a rettitudine e onestà di comportamento. Molte volte quello che viene chiamato “Giusto” agisce in silenzio nella società, compie quello che il suo cuore gli suggerisce, non genera chiasso. Quando gli viene chiesto di fare qualcosa che si ritiene utile al vivere comune e soprattutto donare un colore alla vita in ciò che si sta svolgendo, allora la sua anima è come si elevasse su altri versanti, perché le sembra respirare più ampi spiragli di Luce.
Qui il “Giusto” trova la sua dimora, la sua gioia, la voglia di superare se stesso in un abbraccio universale dell’intera realtà. In questo cammino egli trova una guida nel rispetto dell’Etica, dei valori sostanziali della Persona (Dignità, Rispetto, Ascolto, Giustizia, Aiuto…), nella responsabilità che ciascuno ha o dovrebbe avere verso di sé e tutto ciò da cui si è circondati: Vita, Natura con Piante e Animali, Città e opere d’Arte, giardini e fiori, luoghi di lavoro e di sofferenza, i diversi e gli ultimi di una comunità, Monumenti dedicati alla memoria dei singoli o di un popolo, Centro dove riposa il cuore apparentemente non più visibile di una città dove sembra che solo il silenzio parli ancora a menti che si mostrano attente.
Dove si trovano questi “Giusti”? Essi sono presenti un po’ ovunque, sovente si nascondono perché non amano essere in pubblico, detestano il vuoto apparire, quel non-parlare che nulla di nuovo e di solido può offrire.
Il “Giusto” è paziente, conosce bene l’animo umano, le sue contorsioni ideologiche ed emotive, le sue non poche contraddizioni, spesso il girare su temi e argomenti che hanno unicamente il sapore dell’effimero. La pazienza del “Giusto” possiede anche la consapevolezza del limite, cioè della soglia, oltre la quale l’attesa eccessiva potrebbe mutarsi anche in colpa.
Nel mondo di oggi, attraversato e dominato troppo spesso da false notizie, da eventi immaginari, da letture inappropriate della realtà, il “Giusto” avverte il disagio del vivere e del suo “esserci”, non riesce più a dilatare il Tempo ma come a volerlo affrontare per tentare di fargli imboccare un’altra direzione. Questo non può più essere sciupato in maniera leggera come fosse un qualcosa di futile. Comincia a scattare allora, per così dire, nel suo animo la voglia di leggerlo meglio negli occhi e dirgli: “Basta, con queste sciocche mediocrità, che stanno distruggendo la bellezza dei nostri giorni.” E allora inizia a far udire la sua voce, la sua presenza, ma non per far notare una presunta superiorità, ma come a voler dire: “Smettiamola con questo andazzo che sa di non-senso e di perdita.”
La sua rivolta allora diventa costruttiva o meglio ricostruttiva di come sarebbe dovuto essere. E si muove sulla via delle proposte, delle offerte di idee e di azioni, di lettura di un futuro che potrebbe rivelarsi diverso da quello di come attualmente si presenta. Si allea con i propri “simili”, almeno nei più alti progetti, lavora perché si realizzi il meglio possibile, il decoroso e il più serio da accettare e vedere.
Tale risveglio non a pochi può dare anche fastidio, ma al “Giusto” questo non importa un granché, perché il suo movente interiore è salvare la Vita, la Bellezza e la Gioia di ridisegnare bene le quotidiane giornate.
Alla fine qualcosa otterrà, che poi non sarà altro che l’avvio di un processo di crescita orientata al Bene comune.
In questa ottica, cosciente che si è tutti in cammino e di passaggio, il “Giusto” sente di aver compiuto unicamente il proprio dovere, saggiamente spendendo i personali giorni e lasciando della sua presenza su questa terra una traccia di Luce che forse potrà aiutare altri a rendere più importante la propria permanenza quaggiù. Non ha fatto miracoli, ma solo seminato una briciola di novità che potesse riflettersi come prospettiva positiva nell’indicare un accordo armonico con il bagliore dell’intero Universo.
Il popolo ebraico, traendo il termine da un passo del Talmud, nella sua tradizione ha inteso fissare il “Giorno della Memoria” al 27 gennaio di ogni anno come un momento durante il quale ringraziare ed eternare i “Giusti fra le Nazioni”, quelli cioè che fra rischi e sacrifici hanno inteso salvare innocenti dalla barbarie di una morte crudele. Certamente non è questo che è auspicabile per tutti, perché c’è l’eroismo del Giusto che si esprime nelle piccole cose di ogni giorno: la grandezza esiste anche nel Silenzio delle modeste ma significative e nobili azioni che si compiono per far sorridere un Essere Vivente che ne ha bisogno.
Scriveva l’illuminato Imperatore romano Marco Aurelio (121-180 d. C.) nella sua notissima opera “Colloqui con se stesso: Ricordi e pensieri”: “Se ti accade, al mattino, di svegliarti pigro e indolente, tieni presente questo pensiero: “Mi alzo per riprendere la mia opera di uomo”.
Sì, il coraggio di essere Uomini!
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