IL RUOLO DEL MEDITERRANEO

NELLA GEOPOLITICA E NELLA GEOSTRATEGIA Parte III

I diversi fattori di differenziazione nel “Mediterraneo allargato”

Per poter procedere a un’analisi più articolata dei diversi fattori di differenziazione nel “Mediterraneo allargato”, che lo rendono un significativo laboratorio geopolitico e geostrategico, bisogna descrivere, preliminarmente, l’area, che comprende non solo il bacino del Mediterraneo, ma anche i bacini del Mar Nero e del Mar Rosso. Questi tre bacini rappresentano una vasta area che risulta essere, nel contempo, una faglia e una cerniera, entro la quale insistono e si confrontano realtà profondamente distinte. Tale area può essere rappresentata geograficamente come un’ellisse, suddivisibile in due settori principali, Nord e Sud, e in quadranti, a loro volta facenti parte di differenti regioni geopolitiche.

Questa ideale linea di confine tra i due settori Nord-Sud parte da Gibilterra e arriva al Canale di Suez, mediante Malta, il canale di Sicilia e Creta, e separa, come una frontiera, mondi che risultano tra loro storicamente inconciliabili, sul piano culturale e religioso (Cristianesimo e Islam), sul piano etnico (neo-latini, slavi, arabi e turchi) e sul piano politico-istituzionale (democrazia ed autoritarismo). Quasi una barriera che appare insormontabile! Il Mediterraneo, inoltre, costituisce un’immensa “pianura liquida”, contraddistinta da cinque grandi masse peninsulari che insistono su questa pianura acquea: Maghreb, Spagna, Italia, Balcani e Turchia. Seguendo la prima impostazione, più congeniale all’economia di queste brevi riflessioni, va precisato che, all’interno dei due settori Nord-Sud, si evidenziano differenti regioni geopolitiche, così articolate.

1) Nella dimensione Nord: a) il Mediterraneo nord-occidentale (Spagna, Francia e Italia); b) il Mediterraneo nord-orientale (Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia-Montenegro, Albania, Grecia, Bulgaria, Romania e Turchia); c) l’area sud-occidentale della regione eurasiatica (Ucraina, parte della Federazione Russa, Georgia, Armenia, Azerbaijan, Repubbliche dell’Asia Centrale e Afghanistan).

2) Nella dimensione Sud (Grande Medio Oriente): a) il Mediterraneo nordafricano (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Egitto); b) il Corno d’Africa (Sudan, Eritrea, Etiopia e Somalia); c) l’area mediorientale (Israele, Autorità Nazionale Palestinese, Libano, Siria, Giordania, Iraq, Iran e Stati della Penisola Araba).

Agli elementi di instabilità e di contrasto, che hanno, da sempre, caratterizzato i settori Nord e Sud del “Mediterraneo allargato”, si può affermare che, nell’ultimo decennio, questi elementi si siano attenuati o abbiano subito una crescita esponenziale? La domanda (retorica) trova una prima e immediata risposta nella valutazione degli effetti della globalizzazione, che, restringendo il fattore spazio-temporale ed espandendo quello transnazionale, hanno determinato la moltiplicazione delle tensioni tra le diverse regioni geopolitiche, tra gli Stati e all’interno degli Stati, alimentando numerosi focolai di violenza e di crisi. Su questo scenario, in continuo movimento, si possono individuare alcune principali questioni, che hanno un’incidenza, diretta e indiretta, sulla stabilità geopolitica e geostrategica del “Mediterraneo allargato”.

VERSIONE IN INGLESE

The Role of the Mediterranean Sea in Geopolitics and Geostrategy

Part III

The Various Differentiating Factors in the “Enlarged Mediterranean”

by Riccardo Piroddi

To proceed with a more detailed analysis of the various differentiating factors in the “Enlarged Mediterranean,” which make it a significant geopolitical and geostrategic laboratory, it is first necessary to describe the area. This area includes not only the Mediterranean basin but also the Black Sea and Red Sea basins. These three basins represent a vast area that simultaneously serves as a fault line and a hinge, within which profoundly distinct realities coexist and confront each other. This area can be geographically represented as an ellipse, divisible into two main sectors, North and South, and further into quadrants, each part of different geopolitical regions. This ideal dividing line between the North and South sectors starts from Gibraltar and reaches the Suez Canal, passing through Malta, the Strait of Sicily, and Crete, and separates, like a frontier, worlds that are historically irreconcilable on cultural and religious grounds (Christianity and Islam), on ethnic grounds (neo-Latins, Slavs, Arabs, and Turks), and on political-institutional grounds (democracy and authoritarianism). It is almost an insurmountable barrier! Moreover, the Mediterranean constitutes an immense “liquid plain,” characterized by five large peninsular masses that project into this watery plain: Maghreb, Spain, Italy, the Balkans, and Turkey. Following the initial framework, which is more suitable for the scope of these brief reflections, it should be noted that within the two North-South sectors, different geopolitical regions are highlighted as follows.

In the Northern dimension: a) The Northwestern Mediterranean (Spain, France, and Italy); b) The Northeastern Mediterranean (Slovenia, Croatia, Bosnia-Herzegovina, Serbia-Montenegro, Albania, Greece, Bulgaria, Romania, and Turkey); c) The Southwestern Eurasian region (Ukraine, part of the Russian Federation, Georgia, Armenia, Azerbaijan, Central Asian Republics, and Afghanistan). In the Southern dimension (Greater Middle East): a) The North African Mediterranean (Morocco, Algeria, Tunisia, Libya, and Egypt); b) The Horn of Africa (Sudan, Eritrea, Ethiopia, and Somalia); c) The Middle Eastern area (Israel, Palestinian Authority, Lebanon, Syria, Jordan, Iraq, Iran, and the Gulf States).

Regarding the elements of instability and contrast that have always characterized the Northern and Southern sectors of the “Enlarged Mediterranean,” can it be affirmed that these elements have diminished or exponentially increased in the last decade? The (rhetorical) question finds an initial and immediate answer in the evaluation of the effects of globalization, which, by shrinking the space-time factor and expanding the transnational factor, have led to the multiplication of tensions between different geopolitical regions, between States, and within States, fuelling numerous outbreaks of violence and crisis. In this ever-changing scenario, several main issues can be identified that have a direct and indirect impact on the geopolitical and geostrategic stability of the “Enlarged Mediterranean.”


SEGNALIAMO

  • GIUSEPPE SARAGAT

    GIUSEPPE SARAGAT

    di Mario Pacelli 28 dicembre 1964: il Parlamento in seduta comune (deputati e senatori: non sono ancora presenti i rappresentanti delle regioni, secondo quanto stabilito dall’art. 83, n. 2, della Costituzione in quanto le regioni non sono ancora state costituite) al ventunesimo scrutinio elegge Giuseppe Saragat Presidente della Repubblica. È stata una battaglia lunga e…


  • CRAXI E IL GOVERNISMO: SIMMATE OD OSSESSIONE DEL PSI?

    CRAXI E IL GOVERNISMO: SIMMATE OD OSSESSIONE DEL PSI?

    di Salvatore Sechi “Saragat aveva ragione, e socialdemocratico non è una parolaccia”. Secondo un protagonista ed un testimone affidabile come Giuliano Amato[1], con questa battuta nel 1978, Bettino Craxi avrebbe inaugurato una notevole e anche inaspettata campagna volta a colpire la storia e la stessa identità dei comunisti italiani. Le analisi, le denunce, le proposte dell’organo teorico del Psi (Mondo…


  • MARK CARNEY E LE NUOVE PROMESSE DI UN CANADA FELIX

    MARK CARNEY E LE NUOVE PROMESSE DI UN CANADA FELIX

    Il Canada felix di Mark Carney “contro” il trumpismo per curare le corrosioni della democrazia nell’era post-globale. Verso nuove Alleanze d’Occidente (ALd’O)? di Luciano Pilotti Il Canada “vira” al centro per proteggere orgogliosamente la propria autonomia, identità e indipendenza e Mark Carney guida la riscossa aiutato dallo “sfascia-carrozze” di Mar-a-Lago che aveva scommesso contro dimostrando…


  • “BASTA CHE SE MAGNA”: DA GRAMSCI AI MAGA

    “BASTA CHE SE MAGNA”: DA GRAMSCI AI MAGA

    Ora è confermata l’attrazione degli ultra-conservatori verso il comunismo. Dopo l’atteggiamento servile del presidente americano Donald Trump verso Vladimir Putin, ecco che il Wall Street Journal propone: “Meet MAGA’s Favorite Communist” (Incontrate il comunista preferito dai MAGA). La sorpresa è che a far apprezzare l’ideologia comunista ai capitalisti ultra-conservatori americani è il filosofo marxista sardo Antonio Gramsci…


  • IL COMUNISMO DI BOLOGNA: DA ROSSO A LEPORINO

    IL COMUNISMO DI BOLOGNA: DA ROSSO A LEPORINO

    A Bologna, nel retro dell’edificio comunale in piazza Maggiore, svettano gigantografie per effigiare stati d’animo inquietanti: Bolognesi dal primo giorno e Dalla parte giusta della storia. Ad un sardo come me accampato qui da quasi mezzo secolo suonano di sapore trogloditico e un po’ vagamente razzistico. Qual’è il disegno del sindaco Matteo Renzi (o forse…


  • LA MORTE DI PAPA FRANCESCO E LA CRISI DEL SACRO

    LA MORTE DI PAPA FRANCESCO E LA CRISI DEL SACRO

    La morte di un Pontefice, un tempo percepita come soglia mistica e momento di intensa partecipazione collettiva, appare oggi svuotata di significato spirituale. La figura del Papa, che rappresentava il vertice della dimensione sacrale nella coscienza occidentale, è stata progressivamente ridotta a un ruolo mediatico, quasi amministrativo, segno della crisi simbolica del nostro tempo. La…


  • L’AMERICA DI TRUMP SOTTO PRESSIONE

    L’AMERICA DI TRUMP SOTTO PRESSIONE

    Trump ha dovuto iniziare un percorso inverso a quello che ha cominciato in questi primi mesi di mandato e soprattutto in questi ultimi giorni con il caos impresso a tutti i mercati mondiali. Però il rinvio di novanta giorni, i prevedibili contatti ed i possibili accordi che si registreranno in questo periodo non basteranno a…


  • DAZI DA PAZZI SENZA FRIZZI E LAZZI, POI LA RETROMARCIA

    DAZI DA PAZZI SENZA FRIZZI E LAZZI, POI LA RETROMARCIA

    Siamo a “scherzi a parte”? Strategia UE con “minacce credibili” e reciprocità riattivando la forza del WTO con un multilateralismo dinamico che riavvii il commercio mondiale con regole stabili e condivise come motore di pace e antidoto ai nazionalismi nel contrasto agli “(endo)barbari” ai confini dell’Occidente. E’ il Day of Liberation ” – dice Trump (or of…


  • LA SVOLTA PROTEZIONISTA DI TRUMP E IL DECLINO DELL’EUROPA

    LA SVOLTA PROTEZIONISTA DI TRUMP E IL DECLINO DELL’EUROPA

    Oggi, tra globalizzazione e nichilismo Il 2 aprile 2025, nel Rose Garden della Casa Bianca, Donald Trump ha proclamato il “Liberation Day”, annunciando un dazio universale del 10% su tutte le importazioni statunitensi, con aliquote punitive fino al 25% per 60 Paesi accusati di pratiche commerciali sleali. Le misure, entrate in vigore il 5 aprile (e…


  • IL CIVISMO COME NUOVA GRAMMATICA POLITICA

    IL CIVISMO COME NUOVA GRAMMATICA POLITICA

    di Giorgio Del Ghingaro Sindaco di Viareggio Superare la crisi della rappresentanza con partecipazione, responsabilità e concretezza: un orizzonte politico che nasce dai cittadini e ritorna ai territori. Premessa: un nuovo paradigma di partecipazione. Viviamo in un’epoca in cui i modelli tradizionali della politica mostrano segni evidenti di esaurimento. L’astensionismo cresce, la fiducia nelle istituzioni…