La grande sala del Palazzo Comunale di Bologna è piena di gente, molti accademici della storica Università Felsinea dove la Professoressa Maria Paola Landini, autrice del libro, due lauree a Bologna, anzi tre con quella honoris causa di Odessa, ha insegnato Virologia per quarant’anni e dove, prima donna in Italia, è stata Preside della Facoltà di Medicina, molto amata e stimata come docente, come manager e come scienziata.
È stata una dei pochi accademici del suo alto livello a non mettere bocca sul Covid nel piccolo schermo; si è tenuta fuori dalla baraonda dei suoi colleghi virologi che hanno occupato tutte le televisioni per due anni spiegando, prevedendo, litigando, eccetera. Ora che il covid volge al termine e che i virologi sono scomparsi dai mass media e ritornati al proprio oscuro lavoro, la Landini controcorrente ha rioccupato per così dire la scena, non con apparizioni televisive, ma con un romanzo, anzi un racconto di fantavirologia nel quale, a saper leggere, si trova anche quello che avrebbe potuto dire nei giorni caldi della pandemia.
A presentare il libro con l’Autrice, sotto gli auspici del Sindaco di Bologna che ha concesso la prestigiosa sala comunale, c’era l’Assessore alla cultura del capoluogo emiliano, l’ex Direttore generale della Asl, la nuova virologa universitaria erede ed allieva della Landini ed io stesso che avevo spinto perchè il racconto proposto per la rubrica Mondo Salute del magazine on line Ilmondonuovo.club, diventasse un libro. E così è stato: quella sera le copie disponibili sono andate a ruba ed il ricavato è finito in beneficenza.
Il Libro affronta l’origine della pandemia, dove, quando, come. Risale in Cina a Whuan dove in quei magnifici laboratori frutto del sostegno economico e tecnologico di più Nazioni, lavoravano ricercatori di tutto il Mondo, anche italiani con lo scopo di provocare mutazioni dei coronavirus dei pipistrelli per trasformarli da patogeni aggressivi in virus innocui utilizzabili per vaccini. I cinesi sono ghiotti di pipistrelli ed il mercato di Wuhan ne ha una grande offerta: da qui, secondo la versione ufficiale, sarebbe partito il virus che ha prodotto la pandemia. Ma ci sono state altre versioni perché quella del mercato non ha convinto molti, dai semplici cittadini ai premi Nobel.
Il racconto della Landini parte da una di queste ipotesi e la ricollega al lavoro di giovani ricercatori di quei laboratori provenienti dagli Stati uniti, dall’Italia, dalla Corea, finiti a Wuhan per la mancanza di stimoli ed occasioni di lavoro nei loro Paesi. A loro è dedicato il libro nell’auspicio che non solo i protagonisti del racconto, ma tanti altri bravissimi giovani possano trovare lo spazio ed il sostegno per le proprie ricerche nei loro Paesi d’origine, Italia compresa.
La fantavirologia è in questo racconto una vicenda appassionante, un giallo nel quale è facile avere non pochi riscontri nella drammatica realtà che ha aggredito il mondo intero. La storia scorre appassionatamente di pagina in pagina articolata su dati scientifici di grande valore e chiarezza che solo la grande cultura della autrice poteva rendere comprensibili. Insomma un libro diverso non fantascienza come Verne o Asimov, né un giallo come Agata Christie o Simenon, ma un racconto realista e dotto molto appassionante capace di indurre curiosità e passione, alla portata di tutti.
Per conoscerne l’intera trama e come va a finire bisogna leggerlo, ossia comprarlo, ma la qualità del racconto ripaga l’investimento…