Durante il letargo dei mesi invernali, Stresa appartiene solo ai suoi residenti, poche migliaia di anime. I grandi alberghi sono sigillati e “impacchettati” per il periodico maquillage della stagione morta; il lungolago, le piazzette, i vicoli che risalgono la collina retrostante si fanno deserto.
Con l’allungarsi delle giornate e i primi tepori che anticipano la bella stagione, la perla del lago Maggiore, come ogni anno, da un giorno all’altro, perde il suo volto invernale, spento, triste e assopito per assumere quello gioioso, vivace, ridente, quello delle cartoline o delle foto che i turisti diffondono in tutto il mondo. Per un tocco di bacchetta magica Stresa si risveglia, riaprono i negozi che invadono porzioni di suolo pubblico con souvenir colorati, civettuoli e ingannevoli, che accarezzano la predisposizione naturale dei turisti a legare l’emozione e il ricordo di una gita o di un viaggio a un foulard, a un cappellino dalle fogge civettuole, a un dolce della tradizione locale…
Il lungolago si colora della più varia umanità. I barcaioli, con la divisa da marinaio, allettano stranieri provenienti da ogni dove con la proposta di un’escursione alle isole Borromeo, mentre le scie spumeggianti dei piccoli battelli privati che prendono il largo si incrociano con quelle dei battelli bianchi e imponenti della Navigazione Lago Maggiore. Nugoli di bambini scivolano, dondolano, corrono, leccano un gelato al parco giochi, tra siepi di roselline e lembi di spiaggia. Dai grandi alberghi, allineati lungo la strada del Sempione, ridondanti di orpelli dorati, vasi di fiori, zampilli d’acqua, piscine, escono auto fuori serie alla portata di pochi.
Dai tavolini dei bar, che si alternano a negozi che espongono capi esclusivi delle griffes più famose, si gode il panorama e il brulichio di varia umanità che rivela la fama internazionale di Stresa.
Ora il paese ha assunto un volto del tutto diverso, perché proprio in questi giorni, il 23 e il 24 maggio, ospita un evento istituzionale di rilevanza internazionale: il “G7 Finanze”.
Per motivi di sicurezza, Stresa è stata divisa in zona rossa e zona gialla, in relazione alla vicinanza a luoghi sensibili, presidiata da forze dell’ordine, camionette e auto della polizia; numerose aree di parcheggio sono state vietate; i residenti devono essere muniti di pass per i loro spostamenti in paese. I numerosi agenti in divisa e ufficiali stellati che si muovono con austerità fra i turisti e gli abitanti di Stresa sono inusuali in una cittadina non solo estranea a problemi di ordine pubblico, ma meta ideale per godere degli effetti rilassanti del lago, degli scorci di paesaggio, delle sue emergenze artistiche, delle passeggiate tra le stradine e le piazzette generose di suggestioni.
Il forum “G7 Finanze” riunisce sette potenze economiche mondiali come Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Giappone e Stati Uniti d’America. Alle riunioni partecipano i ministri delle Finanze e i governatori delle Banche Centrali dei Paesi G7, il commissario europeo per gli affari economici e monetari, il presidente dell’Eurogruppo, insieme ai vertici delle principali organizzazioni internazionali.
I lavori sono presieduti, nell’ambito della presidenza italiana, dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta.
Le principali questioni che verranno affrontate nei due giorni del forum riguardano il supporto all’Ucraina e gli asset finanziari russi, l’intelligenza artificiale, l’economia globale, le banche multilaterali di sviluppo, le iniziative su salute e finanza, la tassazione internazionale.
Stresa, con la sua patina retro di fine Ottocento e liberty degli anni Venti e Trenta, evoca quel singolare alone di fascino lasciato dalla presenza di illustri personaggi della cultura, dell’arte, della musica, della politica e della diplomazia a livello internazionale, da Antonio Fogazzaro a Gabriele d’Annunzio; da Ernest Hemingway a Piero Chiara; da Eleonora Duse, la “divina” del primo Novecento alla miliardaria americana, regina del jet set, Norah Docker, a George Clooney, il divo dal fascino inossidabile dei nostri giorni;dalla regina Elena di Savoia ospite nel 1911 alla principessa Margareth d’Inghilterra giunta al Des Iles Borromées nel 1949…
Queste celebrità, insieme a innumerevoli altre, hanno fatto da volano alla fama di Stresa in tutto il mondo.
Anche i luoghi che ospiteranno le riunioni dei Ministri e dei Governatori del G7 come Il Grand Hotel et des Iles Borromées, il Regina Palace, il Palazzo dei Congressi, il Palazzo Borromeo dell’isola Bella, sono pregni di una storia che dalla seconda metà dell’Ottocento giunge fino ai nostri giorni e per questo merita di essere ricordata.
Stresa, fino alla fine dell’Ottocento, era costituita da un piccolo nucleo di casette di pescatori e contadini, alcune coi tetti di paglia, addossate ad un contrafforte della montagna alle pendici del monte Mottarone. La “flotta” peschereccia era costituita da sette barche. Nel censimento del 1702 il console di Stresa aveva contato 176 anime. Solo nel 1812, già annessa alla Francia nel 1800 durante la campagna italiana di Napoeone, ritornò a far parte del Regno d’Italia e, dopo il Congresso di Vienna (1815), del Piemonte sabaudo. Nel 1888 lo storico rosminiano don Vincenzo De Vit, descrivendo il borgo come si presentava nel 1854, puntualizzava che “…in quel tempo Stresa non poteva vantare che la sua ridente posizione e la vista delle sue pittoresche isole. Non vi era casa che potesse dirsi civile al di fuori di quella, ampliata e abbellita più tardi, in cui morì Rosmini”.
Infatti, non lontano dalle barche dei pescatori allineate in secca sulla riva sassosa, in prossimità della chiesa di fine Settecento sorgeva la più antica villa di Stresa, detta “Bolongaro” o “Ducale”, sede della confraternita fondata dal teologo e filosofo Antonio Rosmini, oggi dell’Istituto Internazionale di Studi Rosminiani. In questa villa, chiamata anche “Ducale” perché ospitò la duchessa di Genova, madre della regina d’Italia Margherita, si svolsero i famosi incontri tra Alessandro Manzoni, esule dopo le Cinque giornate di Milano del 1848, nella vicina cittadina di Lesa, e l‘eminente teologo, immortalati ne “Le Stresiane” di Ruggiero Bonghi e da una targa apposta all’ingresso dell’istituto che riporta le parole con cui Antonio Fogazzaro definì l’amicizia dei due più grandi intellettuali dell’Ottocento: “Manzoni – Rosmini, duplice vertice di un’unica fiamma”.
Lo sviluppo di Stresa iniziò con la costruzione e l’inaugurazione del Grand Hotel et des Iles Borromées nel 1863, ad opera dei fratelli Omarini, proprietari dell’albergo Delfino dell’isola Bella, la principale meta e attrattiva anche dei viaggiatori del Grand Tour del Settecento e della prima metà dell’Ottocento: William e Dorothy Wordwort, Flaubert, Stendhal, Thèodophile Gautier, Dumas, John Ruskin…
L’albergo Delfino, sorto all’ombra del secentesco palazzo della nobile famiglia Borromeo con i suoi superbi giardini barocchi su dieci terrazze degradanti verso il cielo, fu immortalato da Antonio Fogazzaro che vi ambientò l’epilogo di “Piccolo mondo Antico” pubblicato nel 1895.
Già nel 1896 il “Des Iles Borromées” viene citato ne “Le guide del Verbano” dall’abate Guido Boniforti di Arona. Due anni dopo la celebre agenzia di viaggi di Thomas Cook apre una filiale, la prima di Stresa e del lago Maggiore, nei pressi del grande albergo, che con una Guida pubblicata nel 1872 dai fratelli Omarini diventa un punto di riferimento per i viaggiatori europei. Nel 1884 viene edificato, sul fianco destro dell’albergo, il primo ufficio del telegrafo del Verbano; nel parco viene aperto il law-tennis. Nel 1895 nasce il Verbano Yacht Club, il primo in Italia, che nel 1897 organizza le prime regate che partono dalle acque di fronte all’albergo.
Con l’apertura del tunnel ferroviario del Sempione nel 1906 e la sosta a Stresa del Trans Europe Express, che con i convogli di estremo lusso della “belle époque” collega il vecchio continente fino al Bosforo, l’afflusso di viaggiatori, turisti e imprenditori si fa sempre più rilevante.
Alle poche ville di fine Settecento e a quelle neoclassiche dell’Ottocento, si affiancano in gran misura le ville liberty, con le pareti istoriate di fregi affrescati, con cancellate e ringhiere di ferro battuto dalle forme floreali che recingono balconi e terrazze e da torrette che svettano verso il cielo; mentre lussuose ville panoramiche nel nuovo stile arricchiscono anche la collina soprastante, sulla costa compaiono, pensati per i turisti, gazebo e pensiline dagli eleganti e leggeri profili metallici, rivolti verso lo scenario del lago.
Stresa e il Grand Hotel et des iles Borromées assumono una fama mondiale grazie ad “Addio alle armi”, il romanzo in gran parte autobiografico di Ernest Hemingwy pubblicato nel 1929, ma in Italia solo nel 1945 perché ritenuto lesivo delle forze armate dalla dittatura fascista. Lo scrittore americano, premio Nobel per la letteratura nel 1954, ambientò il tragico epilogo della storia dei protagonisti, il tenente Frederic Henry disertore dopo Caporetto e l’infermiera Catherine Barkley, a Stresa e al Grand Hotel et des Iles Borromées, dove lui stesso, tenente dell’esercito americano in forze a Fossalta di Piave, nell’autunno del 1918 aveva trascorso dieci giorni di convalescenza, dopo una ferita alla gamba riportata sul fronte italo-austriaco. I ricordi legati a questa esperienza al grand Hotel di Stresa si fanno racconto nel romanzo.
Hemingway rivive le emozioni legate a un’avventura di pesca in barca insieme al portiere dell’albergo intorno all’isola Bella; decanta la lussuosità dell’albergo, che in una lettera “To Hamingway Family, 29 Settembre 1918”, definisce “ottimo come il Chicago Beach nel South Side”.
“L’albergo era molto lussuoso. Attraversai i lunghi corridoi, le larghe scale, i saloni fino al bar (…) Scendemmo a far colazione con la Ferguson. Era molto impressionata dall’albergo e dall’elegnza della sala da pranzo. Ci servirono una buona colazione con un paio di bottiglie di Capri bianco… L’albergo era enorme e imponente e vuoto ma il cibo era buono e il vino molto piacevole e alla fine il vino ci fece sentire bene.” (“Addio alle armi”, Mondadori, 2016, cap. XXXIV, Libro Quarto, p. 228).
Ricorda il panorama che si apriva ogni giorno dinnanzi a sé al suo risveglio:
“Ricordo quando mi svegliai quel mattino. Catherine dormiva ancora e la luce del sole entrava dalla finestra. Non pioveva più e scesi dal letto e attraversai la stanza fino alla finestra. Giù c’erano i giardini, ora spogli ma regolari e belli, i sentieri di ghiaia, gli alberi, il muro di pietra sul lago e il lago nella luce del sole con le montagne in fondo. Rimasi alla finestra a guardare fuori…” (“Addio alle armi”, op. cit., p. 221)
Con la straordinaria diffusione del romanzo, Stresa e il suo grande albergo assurgono a una fama internazionale, che viene riaccesa quando, nel 1948 Hemingway vi ritorna, sulla sua Buick rosa, la quarta moglie e l’autista. Alloggia nella suite 105, oggi “suite Hemingway”, di superlusso, contesa dai vip del cinema, regnanti e capi di stato, per presenziare alla prima “Elezione di Miss Italia” presieduta da Totò, che si svolge al grand Hotel Regina. Anche questo albergo di Stresa, a cinque stelle, è sorto negli anni immediatamente successivi alla costruzione del “Des Iles Borromées”, insieme ad altri analoghi in diverse località del lago Maggiore per offrire una accoglienza altamente qualificata a un turismo sempre crescente.
ll forum “G7 Finanze” che vede riunite a Stresa le sette potenze economiche mondiali, arricchisce la storia dei due alberghi Borromé e Regina, quella del Palazzo dei Congressi, inaugurato nel 1956 e voluto dagli albergatori per promuovere anche un turismo congressuale e quella del Palazzo Borromeo dell’isola Bella, famosa per le ricchezze artistiche che contiene, ma anche per aver ospitato Napoleone Bonaparte, al rientro dalla campagna d’Italia.
Queste stesse sedi tra l’11 e il 14 aprile 1935, ospitarono gli incontri e le autorità partecipanti al “Congresso di Stresa”. Lo storico incontro fra il ministro degli esteri francese Pierre Leval, il primo ministro britannico Ramsay MacDonald ed il capo del governo italiano Benito Mussolini, si concluse con un accordo che perseguiva l’obiettivo, rivelatosi vano, di evitare il rischio della seconda guerra mondiale. Una sua copia è ancora esposta nella sala della musica del Palazzo Borromeo dell’isola Bella.
Concluso il “G7 Finanze”, il 26 maggio, da Stresa spariranno le auto e le camionette della polizia, le zone blindate e presidiate, gli agenti con la pistola nella fondina e i generali in divisa nera, con gli alamari d’argento su fondo rosso.
Tornerà la vita di sempre, quella di una cittadina che sembra vivere solo nei mesi in cui il lago e le montagne risplendono al sole; di nuovo sarà invasa da una massa variopinta di turisti che vagano come formichine fameliche per le stradine interne, tra i tavolini dei caffè ricolmi di coppe gelato e bibite nei bicchieri appannati da cubetti di ghiaccio e i ristorantini più appartati e romantici, tra vasi di ortensie, azale e gerani che spandono nell’aria i loro profumi.
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Una risposta a “IL TERZO VOLTO DI STRESA PER IL “G7 FINANZE””
Ritratto perfetto e suggestivo di Stresa, come tutti quelli dipinti con le parole da Valeria Biraghi! La seguo con vero piacere