JEAN BAPTISTE LULLY 1632 – 1687

Lully è un furbacchione. Ottimo musicista e ballerino, comunque un furbacchione. In più fortunato. D’altra parte non è una novità che il talento non sempre va sottobraccio con la rispettabilità. Anzi.

Giovanni Battista Lulli nasce italiano, a Firenze, da un coltivatore di nocciole e da una mugnaia.

Nel 1646 il duca Ruggero di Lorena, arriva in Italia e, durante il carnevale, gli cade l’occhio su un ragazzino il quale, mascherato da Arlecchino con il violino al braccio diverte la folla. Siccome è in cerca per la nipote Maria Luisa d’Orleans di un piccolo italiano con cui lei possa giocare e conversare nella lingua che sta studiando, ecco come comincia l’avventura di Giovanni Battista, perché quel ragazzino è proprio lui.

Detto fatto, il piccolo saltimbanco è arruolato dal duca e lo segue a Parigi, dove per cinque anni è paggio della ragazza, studia composizione, si fa un nome come ballerino, violinista e chitarrista e soprattutto entra in contatto con tutto il gruppo di compositori che frequentano i palcoscenici della città più importante dell’epoca.

La fortuna gli fa di nuovo l’occhiolino nel ’53 in occasione del “Ballet royal de la nuit”, quando Luigi XIV, ancora ragazzo anche lui, ma già provetto ballerino, debutta interpretando la parte, appunto, del Re Sole. In quella circostanza si esibisce in travolgenti piroette anche Lully, facendo colpo sul re che lo onora del suo immediato favore. Grazie al suo indiscutibile talento e ancora di più al suo spirito intrigante e spregiudicato, un paio di mesi dopo è già Compositore Reale per la musica strumentale, poi Sovrintendente e finalmente Maestro della Famiglia Reale.

Naso grande, bocca ben formata, piccoli occhi miopi e figura che col tempo diventerà robusta, si naturalizza francese, sposa una francese figlia del maggiore musicista di corte, diventa Jean Baptiste de Lully e dichiara di essere il rampollo di un nobile fiorentino, esagerando un bel po’ il livello sociale di papà, il contadino che raccoglieva nocciole.

Con la concessione, resa vitalizia e addirittura ereditabile da Luigi XIV, del privilegio che consente di far pagare l’ingresso al pubblico (concessione appena perduta per fallimento da Pierre Perrin e da lui catturata con diabolico tempismo) Lully diventa il padrone dell’Opera Royale.

Qui, per quindici anni, mette in scena una serie formidabile di produzioni, mantenendo ben saldo il favore del re e sfruttando questo lucrosissimo monopolio. Ai suoi spettacoli fa pagare poco i posti in piedi per i poveri (30 soldi) ma carissimi quelli a sedere per i ricchi (1 luigi d’oro).

Purtroppo questo favore, con la morte della regina madre e il matrimonio segreto del re con Madame de Maintenon, comincia a impallidire, represso dalla nuova atmosfera di devozione e conformismo della corte.

Luigi XIV perde interesse per l’opera e comincia a dimostrarsi tanto seccato dalla vita dissoluta del suo una volta amatissimo musicista e dalle sue frequentazioni di una combriccola di noti omosessuali (il Duca di Vendome, il Conte di Tallard, e il Duca di Gramont) che, quando spunta addirittura una sua relazione intima con un paggio, gli nega l’autorizzazione a mettere in scena l’Armida a Versailles e lo allontana come “musicista geniale ma riottoso a disciplinare in pubblico il proprio modo d’essere”.

Nel periodo del suo successo a corte, Lully era riuscito a sfruttare molto abilmente le sue qualità di musicista, istrione, ballerino. Insomma di bello spirito. Era entrato nella Grande Bande des Violons du Roy, la migliore orchestra del momento, aveva collaborato con il sommo Moliere, e soprattutto aveva instaurato un ferreo (e all’epoca inconsueto) regime di disciplina nel suo lavoro: prove su prove e una inflessibile attenzione alla qualità delle esecuzioni.

Ma non aveva saputo calibrare la misura del suo successo. Era diventato ricchissimo, potentissimo e molto odiato. Un tiranno in grado di soffocare per anni la concorrenza delle altre compagnie. Ciliegina sulla torta, grazie a un altro privilegio del re era riuscito a intascare anche l’incasso della vendita dei libretti d’opera e addirittura della sua musica stampata (in un’epoca ancora senza il diritto d’autore). Troppo. E non si sa come sarebbe andata a finire, se non che…

L’otto gennaio 1687 sta dirigendo il suo Te Deum in onore del re. Allora l’orchestra la si conduceva battendo il tempo sulle tavole del palcoscenico con un pesante bastone di ottone.

Distrazione, entusiasmo? Fatto sta che la punta del bastone colpisce l’alluce del maestro. Presto la ferita si infetta, l’infezione diventa cancrena; si rischia il peggio. Per salvarlo i medici prescrivono l’amputazione. Lully rifiuta, forse perché un ballerino provetto come lui non può rimanere senza una gamba, forse perché spera comunque di guarire.

Invece, dopo due mesi di sofferenze è bell’e morto.

Curiosità. All’epoca di Lully il LA era a 392 Herz, (invece dei 440 di oggi: praticamente un tono più basso, cioè un SOL). Siamo sicuri che questo sarebbe piaciuto agli amici fissati con la teoria delle vibrazioni e del benessere che ne deriva, secondo loro, al corpo umano, organismo strutturato anch’esso, sempre secondo loro, sulle vibrazioni.

Ascoltando la musica proposta da strumenti con questa accordatura, le onde sonore modificano la pressione sanguigna, la respirazione, il battito cardiaco, la resistenza elettrica della pelle, la sudorazione, la risposta neuroendocrina e le onde cerebrali stimolando il rilassamento della mente e il riequilibrio psicofisico”.

Una magia, altro che musica. Sarà vero?

SCOPRI DI PIÚ


SEGNALIAMO

  • IL MERITO, IL BISOGNO E IL GRANDE TUMULTO

    IL MERITO, IL BISOGNO E IL GRANDE TUMULTO

    Martedì 22 aprile c’è stata a Viterbo la presentazione del libro di Claudio Martelli “Il merito, il bisogno e il grande tumulto” che ricorda un intervento di questo esponente socialista ad un convegno del suo partito all’inizio degli anni Ottanta. Si trattava di una conferenza programmatica alla vigilia delle elezioni politiche e, come al solito,…


  • IL MONDO NUOVO PRESENTA L’ULTIMO LIBRO DI CLAUDIO MARTELLI

    IL MONDO NUOVO PRESENTA L’ULTIMO LIBRO DI CLAUDIO MARTELLI

    A me tocca il compito di dirvi perché Il Mondo Nuovo ha scelto di presentare questo libro di Claudio Martelli. Il Mondo Nuovo è nato tre anni fa come magazine digitale a cui abbiamo voluto aggiungere una versione stampata e distribuita in edicola ogni tre mesi per dare maggiore concretezza all’impegno che avevamo assunto all’inizio…


  • MICROBIOGRAFIE IRRISPETTOSE   

    MICROBIOGRAFIE IRRISPETTOSE   

    HENRY PURCELL 1659 – 1695 Era una notte buia e tempestosa a Londra; lui stava tornando a casa dopo aver fatto bisboccia alla taverna. Trovò la porta sprangata: la moglie l’aveva chiuso fuori. Polmonite galoppante, dopo due settimane era bell’e morto. (Altre fonti parlano di tubercolosi; meno pittoresco, forse più probabile). Ed ecco a voi…


  • RIVELATRICI CONTRADDIZIONI

    RIVELATRICI CONTRADDIZIONI

    Nel nostro mondo è vietato trasmettere in televisione gli incontri di boxe. Per quanto essi siano regolati da ferree regole di comportamento, prevedano la necessità di un medico a bordo ring e una riconciliazione finale con riconoscimento del vittorioso da parte dello sconfitto si ritiene pericoloso per la società presentare al consumo pubblico quei contenuti.…


  • GUERRE E PACI

    GUERRE E PACI

    La IX edizione di Biennale Democrazia, tenutasi dal 26 al 30 marzo a Torino, si è focalizzata sul tema della guerra, o meglio delle guerre e delle paci: una lettura attenta sui conflitti che attraversano le nostre comunità, in uno scenario mondiale che cambia con grade velocità, e alla violenza che prende la forma bellica…


  • A TEATRO CON I SEI PERSONAGGI

    A TEATRO CON I SEI PERSONAGGI

    Che il teatro sia in crisi non è cosa nuova o dei nostri giorni; infatti, ne aveva preso coscienza anche Pirandello nel 1921 e cioè nel primo ventennio del secolo scorso. Nei “Sei Personaggi in cerca di autore”, si pone il problema del teatro che ha bisogno di rinnovarsi continuamente e che non sempre è…


  • SEGNALI DI ALLARME

    SEGNALI DI ALLARME

    Sul numero 5 di Mondo Nuovo, attualmente in edicola, ho pubblicato un articolo su questo stesso tema, che ritengo utile riproporre. Nella nostra società i campanelli (d’allarme) suonano spesso, ma nessuno sembra ascoltarli. O peggio, chi dovrebbe farlo finge di non sentire. In Italia, quasi due milioni di giovani soffrono di problemi di salute mentale:…


  • CROWDFUNDING CIVICO

    Giorgio Fiorentini Una premessa: per declinare il modello operativo del Civismo non è sufficiente aggiungere l’aggettivo civico agli strumenti gestionali tradizionali, ma bisogna spiegare quanto e come le caratteristiche dello strumento gestionale “fittano” e collimano con quelle del Civismo. Un esempio è il crowdfunding che necessita di partecipazione dei finanziatori, di relazioni sociali che sviluppano…


  • TRA MEMORIA PERSONALE E STORIA COLLETTIVA

    Giancarlo Governi e gli amici di una vita di Giuseppe Costigliola Metti di trovarti una sera davanti a un focolare, con il ceppo che arde lento, irraggiando calore e una luce discreta. Seduto accanto a te l’amato nonno, che nel racconto pacato della sua vita evoca un mondo popolato di figure storiche, artisti, politici e…


  • GIACOMO BONI. UN ARCHEOLOGO IN LOTTA CONTRO IL VINO

    di Paolo Nencini Figura 1: Così recitava la didascalia: “Il diametro dei tondini è proporzionato alla estensione delle singole osterie già in esercizio. Altri trentadue osti hanno chiesto al Municipio di aprire nuovi spacci di vino, ma non trovano più locali disponibili.” Probabilmente, al di fuori della cerchia specialistica dei beni culturali e dell’archeologia, non…