POLIS NOVARA
Lo scandalo risiede nelle stragi di civili a Gaza e nell’attentato, non nel presepe di Luvol. L’artista fa giustamente il suo mestiere. E lo fa molto bene dal momento che l’installazione con il gesuita ucciso dalle pallottole viene rimossa in poche ore. Non è infatti un caso che tutta la città ne abbia poi parlato.
A Novara, in piena atmosfera natalizia, nella notte della Vigilia appare un presepe che riporta la mente all’attuale conflitto israelo-palestinese. In una delle principali piazze del centro città viene allestita una particolare raffigurazione della Sacra Famiglia: le vesti di Maria e Giuseppe sono macchiate di sangue e il corpo del Bambin Gesù, interamente coperto da un lenzuolo bianco, lascia intravedere la traccia rossa di due proiettili letali. L’immagine è certamente d’impatto, così come la scritta di accompagnamento: “Jesus is Palestinian“. Sulla vetrina del negozio, accanto al medesimo presepe, il rosso della vernice rimanda al sangue che oggi continua a riversarsi sul suolo palestinese.
L’installazione è opera di un artista appassionato di “stencil art”, tecnica che permette di realizzare graffiti e murales, volti e situazioni in breve tempo e su qualsiasi superficie. Il messaggio è chiaro: Gesù “si è fatto uomo” per essere ucciso dai bombardamenti su Gaza.
Federico Vullo, in arte Luvol, è il nome del photo stencil artist novarese che ha ideato e riprodotto questo presepio. Luvol sperimenta l’arte urbana come veicolo per lasciare un messaggio preciso. Il suo intervento artistico spazia geograficamente e tematicamente: Siria e Turchia sono i luoghi politicamente più caldi in cui le sue opere hanno visto realizzazione. La street art, che Luvol sposa, è un’evoluzione del graffitismo: mentre quest’ultimo si focalizza principalmente su autoaffermazione e creatività, la prima risponde invece a una forte esigenza espressiva legata al contesto urbano e sociopolitico.
La provocazione riesce in pieno, l’installazione a pochi passi dal Duomo alle 11 della mattina di Natale viene rimossa in pochi minuti da due privati cittadini, convinti, dicono, che sia un loro dovere eliminare la scritta e far sparire le statue.
A Gaza sono morte 22.185 persone, di cui oltre 6000 bambini. L’attentato brutale di Hamas ha segnato le coscienze degli occidentali per la sua ferocia. Il 2024 si preannuncia l’anno della guerra continua e dello showdown. All’artista però non è possibile chiedere un’analisi rispettosa della complessità dei fenomeni, ma una semplificazione ed una rappresentazione. La censura appartiene ai secoli scorsi, oggi è semplicemente una pratica anacronistica.
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Commenti
Una risposta a “JESUS IS PALESTINIAN”
Peccato dimenticare che Hamas usa i civili come scudi e gode nel mostrare le conseguenze di questo SUO comportamento, così come l’occidente oscura gli sgozzamenti di Hamas ma mostra quelli che muoiono per causa sua, addebitandoli ovviamentre alla volontà di Israele. Hamas (cioè Islam) aveva come suo obiettivo di uccidere e straziare i civili, Israele NO, ma questa differenza non si ricorda: c’è il rischio di fare informazione! Peccato, di nuovo, non ricordare che fu nel 1948-49 che gli Stati Islamici dell’area OCCUPARONO le terre assegnate ai Palestinesi (per inciso il termine Palestina fu coniato dai Romani per definire gli Ebrei che vivevano da quelle parti) prendendo in giro gli stessi palestinesi con la promessa di distruggere in un attimo Israele (che pure era alleato dei vincitori della II WW mentre il gran Muftì di Gerusalemme era alleato di un certo Hitler). Peccato, di nuovo, non ricordare che da allora innumerevoli tentativi di pace sono SEMPRE stati gettati a mare dai Palestino-Islamici, in modo diretto o indiretto, cioè ammazzando capi di stato e altri mediatori … Peccato non ricordare, di nuovo, i TESTI della religione Islamica che raccomandano come obiettivo di VITA ai loro fedeli di conquistare il mondo intero, con la forza e con gli sgozzamenti, la stessa violenza brutale che usò Maometto come primo atto della sua esistenza politico-religiosa contro gli Ebrei … Peccato, troppi peccato, per un articolo che vorrebbe spiegare a chi lo legge come stanno le cose … Peccato!