Le campagne elettorali di Harris e Trump nella seconda decade di ottobre
Sedici/A Hermes Storie di geopolitica – Mondo
Giampiero Gramaglia
Giornalista,
co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e a Bruxelles
Terzo florilegio delle corrispondenze quotidiane dedicate da Giampiero Gramaglia alla campagna elettorale per le presidenziali del 5 novembre negli Stati Uniti d’America. Questa volta raccogliamo l’analisi dell’ex direttore dell’Ansa de”Le campagne elettorali di Harris e Trump nella seconda decade di ottobre”. Si comincia con un pezzo intitolato Per Trump gli uragani votano Harris (il 10 ottobre) e “Obama in campo per Harris, che sente il vento cambiare”m passando per “Trump lancia l’Operazione Aurora, maxi-deportazione dei migranti”, “Harris-Trump, scontro sui certificati medici” prima di analizzare le campagne negli Stati in bilico “Georgia, record di votanti; Trump balla, Harris attacca”, le dichiarazioni di “Kamala Harris su Fox: “Non sono Biden”, l’annuncio che “Trump pensa di usare l’esercito contro il nemico interno”, per finire con tre contributi “Harris-Trump. Una gara a chi non è stanco, Biden in Germania”, “Trump, i facinorosi del 6 gennaio 2021 trattati come nemici di guerra” e, infine, “Il compleanno di Harris tra angosce di guerra e volgarità di Trump”.
29 ottobre 2024
Harris in perdita di velocità nei sondaggi e early voting
11. Per Trump gli uragani votano Harris[1]
L’uragano Milton, la tempesta del secolo – la definizione è della Cnn –, è arrivato, prima del previsto, sulle coste della Florida all’altezza di Sarasota. Una volta toccata terra, come spesso accade, è sceso d’intensità, ma continua a essere seguito minuto per minuto dai media Usa, specie dalle televisioni: è il quinto, in questa stagione, a investire la Florida dal Golfo del Messico.
Milton, dopo Helene, è già divenuto elemento della campagna elettorale, fra affermazioni false o addirittura paradossali e palesemente complottiste. L’ex presidente Donald Trump, un negazionista del cambiamento climatico, accusa l’Amministrazione federale di lesinare gli aiuti alle aree colpite perché prevalentemente repubblicane e d’avere trasferito ai migranti fondi per le catastrofi naturali. E sui social complottisti diffondono mappe per dimostrare che Helene, nel suo percorso, ha insistito sulle circoscrizioni elettorali repubblicane e risparmiato quelle democratiche, come se l’uragano fosse stato così ‘programmato’.
Il presidente Joe Biden, parlando il 9 ottobre in serata dalla Casa Bianca, ha ammonito sull’impatto distruttivo di Milton, ha esortato la popolazione interessata a trovare un rifugio sicuro e ha condannato le bugie e la disinformazione, definite “antiamericane”. Alla domanda sul perché pensa che Trump stia diffondendo disinformazione, Biden ha risposto:
“Non lo so. Semplicemente non lo so. Puoi fare delle ipotesi, ma trovo che sia antiamericano. Non rispecchia chi siamo”.
Sondaggi, Harris in perdita di velocità nella Rust Bell
A 25 giorni dall’Election Day, merita attenzione l’ultimo sondaggio della Quinnipiac University: negli Stati chiave della Rust Belt, che una volta era il Blue Wall, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, c’è un testa a testa serrato tra Kamala Harris e Trump. La democratica è avanti in Pennsylvania (49 per cento a 46 per cento), il magnate guida in Michigan (50 per cento a 47 per cento) e in Wisconsin (48 per cento a 46 per cento).
Nel sondaggio della Quinnipiac di settembre, Harris era in testa nella Pennsylvania e di poco avanti nel Michigan, mentre la corsa era sostanzialmente pari nel Wisconsin.
Ovviamente, Trump a Harris insistono a fare campagna negli Stati in bilico.
L’ex presidente era mercoledì 9 ottobre a Scranton, la città natale del presidente Biden, in Pennsylvania, dove ha insistito sull’importanza dell’estrazione del gas e del petrolio, sostituendo lo slogan “Frack! Frack! Frach!” al già famoso, e letale per l’ambiente: “Drill!, Baby. Drill!”.
Stati in bilico e voto anticipato
Il Partito Repubblicano vorrebbe che le persone votassero presto, come evidenziato dai segnali presenti in alcune manifestazioni di Donald Trump. Ma Trump e altri sostengono spesso che il voto anticipato è pieno di frodi – osserva Michael Swensen per il New York Times
La campagna e l’apertura dei seggi in Arizona, primo degli Stati in bilico
La vicepresidente si trova il 10 ottobre a Phoenix, in Arizona e Trump il 13 ottobre si reca a Prescott Valley, roccaforte repubblicana circa 150 chilometri a nord di Phoenix. Nel 2020, Biden in Arizona sconfisse Trump per soli 10.457 voti: un margine risicato, che ha favorito il nascere e il diffondersi di teorie del complotto e di disinformazione tra quanti non hanno accettato il risultato conseguito.
In Arizona, Kari Lake, una giornalista ‘trumpiana’, candidata al Senato, è indietro nei sondaggi e nella raccolta di fonda rispetto al rivale democratico, il deputato Ruben Gallego: i due si affrontano questo 10 ottobre nel loro unico dibattito televisivo. La corsa al seggio lasciato libero da Kirsten Synema, senatrice indipendente, ma vicina ai democratici, è una di quelle cruciali per determinare i rapporti di forza tra democratici e repubblicani nel nuovo Senato.
Proprio l’Arizona diventa oggi il primo degli Stati in bilico con seggi aperti per il voto anticipato. Pratica su cui, nota il New York Times, i repubblicani danno messaggi contraddittori: in Wisconsin, Trump ha parlato con alle spalle un grande striscione che inneggiava all’early voting; ma gli oratori sul palco hanno poi fatto risaltare che lo Stato scoraggia a farlo. Voto anticipato e voto per posta, tranne quello dei militari in missione all’estero, sono tradizionali ‘serbatoi’ democratici.
5 gennaio 2022, Florence, Arizona: l’ex presidente Donald Trump tiene il raduno Save America al Canyon Moon Ranch di Florence, Arizona. I sostenitori del presidente Trump e i politici repubblicani dell’Arizona che hanno il sostegno di Trump si sono presentati a decine di migliaia in questa città rurale dell’Arizona per vedere la prima manifestazione politica del 2022 dell’ex presidente. Il candidato governatore repubblicano dell’Arizona Kari Lake
Trump, basta dibattiti; Walz, basta Grandi Elettori
Sul suo social Truth, Trump chiude di nuovo la porta a un ‘dibattito rivincita’ con Harris e sfrutta uno ‘scivolone’ della rivale nell’intervista a 60’ sulla Cbs, quando s’è troppo ‘appiattita’ sull’Amministrazione Biden.
“Ho già vinto il primo dibattito con Kamala la bugiarda. Siamo molto avanti nel processo elettorale, il voto è già iniziato: non ci sarà nessuna rivincita! Inoltre, Kamala ha chiaramente detto ieri che non farebbe nulla di diverso da Joe Biden, non c’è nulla da dibattere”.
Trump prosegue:
“Ho vinto gli ultimi due dibattiti, con Joe il corrotto e con Kamala la bugiarda… James David Vance ha facilmente vinto il suo con ‘tampone’ Tim Walz, che si è definito una testa dura! Sono in testa nei sondaggi, con un vantaggio che cresce ogni giorno, e sono in testa negli Stati in bilico… La prima cosa che fa un pugile quando perde un incontro è dire che ‘chiede una rivincita’…, ma non ci sarà nessuna rivincita!”.
Parlando a una raccolta di fondi in California, il candidato vice democratico Walz rompe un tabù e propone che il sistema del collegio elettorale per eleggere i presidenti degli Stati Uniti sia abolito e sostituito con il principio del voto popolare, come avviene nella maggior parte delle democrazie.
I commenti di Walz sono in sintonia con i sentimenti della maggioranza degli elettori statunitensi, ma la campagna di Harris non ha finora preso posizione in merito, nonostante la vicepresidente abbia espresso in precedenza opinioni simili.
“Penso che tutti noi sappiamo che il collegio elettorale deve scomparire. Ci vuole un voto popolare nazionale”,
ha detto Walz, che era nella residenza del governatore della California Gavin Newsom. Walz aveva già fatto osservazioni simili in un altro evento a Seattle, nello Stato di Washington, pur ammettendo che
“non è il mondo in cui viviamo”.
L’abolizione del collegio elettorale mira a correggere l’anomalia democratica per cui può diventare presidente un candidato che ottiene meno suffragi del rivale, come avvenuto a Trump nel 2016 e a Gorge W. Bush nel 2000.
Post-Scriptum
Mitt Romney, ex candidato repubblicano alla Casa Bianca nel 2012 e senatore uscente, non dà l’endorsement a Kamala Harris perché farlo metterebbe a rischio un suo possibile ruolo nell’aiutare a ricostruire il partito repubblicano dopo queste elezioni presidenziali.
“Ho detto chiaramente che non voglio che Donald Trump sia presidente”, spiega. “Ma voglio continuare ad avere una voce nel partito dopo questa elezione e penso che ci siano buone possibilità che debba essere ricostruito”.
Il movimento nazionale propalestinese degli ‘Uncommitted’, che critica l’Amministrazione Biden per l’appoggio a Israele, incoraggia i suoi membri a sostenere Kamala Harris ilo 5 novembre 2024, se non altro perché Donald Trump sarebbe peggio.
“Il premier israeliano Benjamin Netanyahu farà tutto il possibile per far eleggere Trump. Quindi, noi dobbiamo fare tutto il possibile per fermarlo”,
dice Lexi Zeidan, co-fondatore del movimento.
“Come americana-palestinese trovo demoralizzante come l’attuale ministrazione sta gestendo il genocidio, ma il fatto è che potrebbe essere peggio”.
10 ottobre 2024
12.Obama in campo per Harris, che sente il vento cambiare[2]
L’ex presidente Barack Obama parla a una manifestazione per il vicepresidente e candidata presidenziale democratica Kamala Harris alla Fitzgerald Fieldhouse nel quartiere Oakland di Pittsburgh giovedì 10 ottobre 2024
L’irrompere di Barack Obama, l’uomo “che può cambiare le cose” – la definizione è della Cnn – sulla scena della campagna elettorale di Usa 2024 calamita l’attenzione dei media: l’ex presidente, il primo nero alla Casa Bianca, ha iniziato a Pittsburgh, in Pennsylvania, la sua tournée di eventi e di comizi per portare alla vittoria Kamala Harris e impedire il successo di Donald Trump.
Con lui, sul palco di Pittsburgh, c’erano la candidata democratica e il suo vice Tim Walz. Con il coinvolgimento di Obama, annunciato ai primi di ottobre, Harris gioca la sua carta forse migliore per cercare di rovesciare l’inerzia della campagna che è cambiata a cavallo tra settembre e ottobre ed è tornata a essere favorevole a Trump. È quanto, almeno, lasciano trasparire alcuni grandi media, come New York Times e Washington Post, nelle loro analisi.
Harris non stacca Trump nei sondaggi nazionali e resta in parità, o leggermente sotto, nei sondaggi negli Stati in bilico; soprattutto, fatica ad acquisire il sostegno di moderati e indipendenti e finora non riesce a separare la sua immagine da quella di Joe Biden, non positiva agli occhi degli elettori. Passa meglio il messaggio di Trump che Harris è un’estremista di sinistra, nonostante lei cerchi di posizionarsi al centro, che quello di Harris che Trump è un pericolo per la democrazia.
La voce più positiva per Harris resta quella della raccolta di fondi: secondo la Cnn, che, basandosi su fonti della campagna anticipano i dati ufficiali, la vicepresidente ha raccolto un miliardo di dollari da quando è scesa in lizza, il 22 luglio, mentre tra luglio e settembre Trump e i repubblicani ne hanno raccolti meno della metà, 430 milioni, rimando sotto i livelli della raccolta del 2020. I dati saranno ufficialmente consegnati alla Commissione elettorale federale nei prossimi giorni.
L’uragano passa, l’inflazione resta
L’impatto dell’uragano sulla costa della Florida
L’uragano Milton sta passando sulla Florida facendo, fortunatamente, meno danni del previsto, anche se vi sono vittime e milioni di persone sono rimaste senza luce. Gli uragani potrebbero, quindi, non costituire la sorpresa d’ottobre di queste presidenziali, come qualcuno aveva ipotizzato, anche se Milton potrebbe non essere l’ultimo della stagione.
Se l’uragano passa in fretta, l’inflazione rallenta lentamente: a settembre 2024, è stata del 2,4 per cento annuo, vicino al 2 per cento considerato endemico e buono per l’economia. Ma il tema resta predominante nelle preoccupazioni degli elettori, il cui potere d’acquisto è diminuito tra il 2021 e oggi, nonostante gli aumenti dei salari.
La Associated Press ripropone il tema del bacon, la pancetta affumicata, ingrediente fondamentale della colazione di decine di milioni di americani, i cui prezzi continuano a salire, facendo il gioco di Trump, che continua imperterrito a promettere sgravi fiscali senza mai spiegare dove andrà a prendere i soldi per la spesa pubblica (l’ultima idea è di rendere deducibili gli interessi sui prestiti per l’acquisto di un’auto)
Obama, Trump non ha mai cambiato un pannolino né sostituito una gomma a terra
Proprio l’improbabilità delle promesse di Trump è stato uno degli argomenti del discorso di Obama:
“Se volete che i prezzi scendano, votare Trump non è la scelta giusta”,
perché lui dice di avere “un’idea di piano” per l’economia, mentre Harris “ha un vero piano”.
Con un po’ d’orgoglio, Obama sostiene che
“l’economia di Trump pareva buona, ma era la mia”: “Trump è un milionario che si lamenta da nove anni, pensa solo a sé stesso … non ha mai cambiato un pannolino, non ha mai sostituito una gomma a terra” e finge di essere “uno come voi”.
Invece, Walz
“è un veterano, un insegnante, un coach, un cacciatore. Ed è uno che sa aggiustare un camion e farlo ripartire. Trump no”.
Obama paragona il candidato repubblicano a Fidel Castro,
“farfuglia per ore discorsi sconclusionati, vende scarpe da ginnastica e bibbie”.
E dice;
“Siamo pronti per una presidente come Harris, siamo pronti a voltare pagina”.
Parlando allo staff della campagna poco prima di salire sul palco, l’ex presidente ha detto di “essere deluso” da una serie di “ragioni e scuse” avanzate per non votare Harris.
“Le donne nella nostra vita ci hanno protetto per tutto questo tempo. Quando siamo nei guai, loro marciano per noi”,
citando sua madre, la moglie Michelle e le figlie Sasha e Malia.
“Non le voglie deludere”,
ha detto Obama, ricordando di essere cresciuto senza un padre e che la madre gli ha insegnato
“ciò che era giusto e ciò che era sbagliato”.
La morte di Ethel Kennedy, moglie di Robert e madre di Robert Fitzgerald Kennedy jr
Tutti i media statunitensi ricordano Ethel Kennedy, la moglie di Robert Kennedy, morta all’età di 96 anni. Nei necrologi, Ethel vene descritta come “una forza vitale” della dinastia politica dei Kennedy: dopo l’assassinio del marito nel 1968, ucciso mentre stava per ottenere la Nomination democratica, si era dedicata alle cause di giustizia sociale che lui aveva difeso. Considerata un tempo
“la donna più ammirata d’America”,
seppe mantenere unita tutta la numerosa famiglia – lei ebbe 11 figli – nonostante una serie di tragedie.
La decisione di uno dei suoi figli, Robert F. Kennedy jr, di candidarsi da indipendente a Usa 2024 e poi di dare il proprio endorsement a Trump l’aveva profondamente contrariata.
Ethel Kennedy fece una campagna con suo marito, Robert F. Kennedy, nel 1968.
La sua passione per la politica era così consumante che spesso si diceva che fosse “più Kennedy dei Kennedy”.
Post-Scriptum Gaffe di Trump
Mentre stava facendo campagna a Detroit, Trump ha insultato la città stessa definendola
“un casino”.
In caso di vittoria di Harris, ha detto il magnate al Detroit Economic Club,
“tutta l’Unione sarà come Detroit”.
La governatrice del Michigan Gretchen Whitmer, democratica, ha avvertito Trump su X che
“gli abitanti di Detroit non si dimenticheranno questa cosa il 5 novembre”.
Roma, 11 ottobre 2024
13. Trump lancia l’Operazione Aurora, maxi-deportazione migranti[3]
Parlando ad Aurora, un sobborgo di Denver in Colorado, un Donald Trump scatenato ha lanciato l’Operazione Aurora: s’è cioè impegnato a fare, in caso di vittoria il 5 novembre, la più grande deportazione di massa di migranti illegali mai avvenuta.
“L’Operazione Aurora a livello federale accelererà la rimozione di queste gang selvagge”,
ha assicurato, ignorando gli ostacoli giudiziari e le difficoltà pratiche di una simile iniziativa ed evocando il ricorso all’Alien Enemies Act del 1798.
Il candidato presidenziale repubblicano ed ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump tiene una manifestazione al Gaylord Rockies Resort and Convention Center di Aurora, Colorado, Stati Uniti, l’11 ottobre 2024.
“L’invasione – ha aggiunto – verrà fermata. I voli dei migranti termineranno. L’app di Kamala per gli immigrati clandestini verrà chiusa entro 24 ore. Lo stesso giorno inizieremo a scovare e deportare ogni singolo membro di una gang di immigrati clandestini dal nostro Paese. Li faremo uscire”,
impiegando squadre d’élite delle polizie doganale e di frontiera e altre forze dell’ordine federali.
Sul palco di Aurora, dove ha anche accennato passi di danza, tra foto di immigrati criminali, ormai fondale consueto dei suoi comizi, Trump ha riproposto la storia – definita “esagerata” dal sindaco della località, repubblicano – dei palazzi di Aurora occupati da gang di “selvaggi venezuelani” e ha annunciato la pena di morte per gli immigrati che uccidono cittadini americani.
L’ex presidente ha attaccato i ‘giornaloni’ statunitensi, New York Times e Washington Post, perché
“nemici del popolo”
“Non raccontano la verità e i loro profitti vanno a picco”
e ha criticato la Cbs per la gestione dell’intervista alla sua rivale Kamala Harris:
“Dovrebbero ritirarle la licenza”.
Naturalmente Trump ha attaccato Harris:
“Non è la persona giusta”
per guidare gli Stati Uniti né alcun altro Paese;
“Non ha idea di quello che sta accadendo”, mentre “noi renderemo l’America di nuovo grande”.
Riprendendo il nomignolo da lui affibbiato al presidente statunitense ha aggiunto:
“Non sono un fan di ‘Sleepy Joe’, ma almeno lui ha ricevuto migliaia di voti, Kamala nessuno”.
In parallelo al comizio di Aurora, il candidato repubblicano alla vicepresidenza James David Vance si è ripetutamente rifiutato di riconoscere che Trump perse le elezioni del 2020, svicolando più volte. Intervistato dal New York Times, alla domanda
“Ritiene che Trump abbia perso le elezioni 2020?”,
il senatore dell’Ohio ha risposto:
“Io e Trump abbiamo entrambi sollevato una serie di questioni su quel voto, ma siamo concentrati sul futuro … Penso che sia un’ossessione concentrarsi sul 2020”.
Incalzato dalla richiesta di un “sì o no”, Vance ha risposto ponendo a sua volta una domanda:
“È giusto che le grandi aziende tecnologiche abbiano censurato la storia del laptop di Hunter Biden, che secondo analisti indipendenti è costata a Trump milioni di voti?”.
Sondaggio Wall Street Journal, testa a testa nei sette Stati in bilico
È sempre testa a testa tra Harris e Trump nei sette Stati in bilico di queste elezioni presidenziali. Un sondaggio fatto dal Wall Street Journal indica che la vicepresidente ha un leggero vantaggio in Arizona (+2 per cento), Michigan (+2 per cento), Wisconsin (+1 per cento) e Georgia (+1 per cento), mentre l’ex presidente è leggermente avanti in North Carolina (+1 per cento) e Pennsylvania (+1 per cento). Solo in Nevada, lo scarto pro-Trump è più netto (+5 per cento).
Se Harris vincesse negli Stati in cui è in testa nei sondaggi, vincerebbe le elezioni.
Nevada a parte, però, tutti i distacchi sono nei margini di errore del sondaggio e sono quindi statisticamente irrilevanti. Nessuno dei due candidati è finora riuscito a strappare una quota di elettori significativa all’altro: Trump ha il 93 per cento dei repubblicani negli Stati in bilico, idem Harris fra i democratici. Pure gli elettori indipendenti sono equamente divisi: il 40 per cento alla vicepresidente, il 39 per cento all’ex presidente.
Infine, gli elettori dei sette Stati chiave ritengono Trump meglio attrezzato di Harris per gestire l’economia (50 per cento a 40 per cento), la sicurezza dei confini (52 per cento a 36 per cento) e la tutela dei lavoratori americani (47 per cento a 45 per cento), mentre Harris prevale su temi come sostenibilità dei costi abitativi (45 per cento a 42 per cento), sanità (48 per cento a 40 per cento), empatia (46 per cento a 40 per cento).
Vogue, Harris in copertina
La copertina di Vogue con Kamala Harris
Kamala Harris per la seconda volta in copertina sull’edizione americana di Vogue: foto di Annie Leibovitz e titolo che recita
‘La candidata per i nostri tempi’.
Vogue, che aveva già dato il suo endorsement alla candidata democratica, scrive:
“Dopo la decisione del presidente Biden di rinunciare a brigare la rielezione, il mondo ha guardato ad Harris con speranze e dubbi”.
Nel profilo di 8 mila parole, Harris, sulla guerra in Medio Oriente, afferma che intende concentrarsi su “incentivi” per la de-escalation e su un “percorso” per la stabilità”, evocando il
“diritto di Israele a difendersi” ma anche il “diritto alla dignità, alla sicurezza, alla libertà e all’autodeterminazione” dei palestinesi.
La foto di copertina susciterà probabilmente meno polemiche della precedente pubblicata da Vogue tre anni or sono, quando la rivista fu accusata di mancanza di rispetto per avere ritratto Harris, prima donna di colore e di origine asiatiche vicepresidente, in sneakers.
Trump chiede sicurezza militare
Lo staff di Donald Trump ha sollecitato aerei militari per i voli del candidato repubblicano nell’ultima fase della campagna elettorale, una serie di veicoli militari blindati per gli spostamenti a terra, restrizioni di volo estese sulle sue residenze e sui suoi comizi, vetri antiproiettile. Lo scrive il Washington Post. Le richieste sono “senza precedenti” e sono state formulate dopo che lo staff di Trump è stato informato che l’intelligence statunitense ritiene che l’Iran stia ancora complottando per ucciderlo. Il presidente Biden, che pure s’è impegnato a garantire la massima sicurezza al suo predecessore, ha ironicamente commentato la notizia:
“Speriamo non mi chieda gli F15”,
ha scherzato Biden, precisando subito che la sua era una battuta.
12 ottobre 2024
14. Harris – Trump, scontro sui certificati medici[4]
è scontro sui certificati medici, tra i candidati alla Casa Bianca democratico Kamala Harris e repubblicano Donald Trump: la campagna di Harris, 59 anni, ha pubblicato un rapporto dettagliato sulla storia medica della vice-presidente e tutte le informazioni sulla sua salute per dimostrare che “possiede la resilienza fisica e mentale necessaria per adempiere con successo ai compiti richiesti dalla presidenza”; la campagna di Trump, 78 anni, ha reagito sostenendo che il magnate fornisce spesso aggiornamenti sulla sua salute con i bollettini del suo medico e del dottor Ronny Jackson, che lo ha curato dopo il fallito attentato del 13 luglio.
In realtà, Trump è sempre stato reticente a pubblicare notizie dettagliate sulla sua salute, anche quando era presidente, a parte una lettera del suo medico Bruce Aronwald, che l’anno scorso lo descriveva
“in eccellenti condizioni”.
Dal bollettino sulla salute di Harris risultano qualche allergia stagionale curata con antistaminici ed episodi sporadici di orticaria. La candidata democratica
“non fuma, beve poco e si allena regolarmente con esercizi aerobici e muscolari”,
si legge nella lettera del dottor Joshua Simmons, che precisa che l’ultimo check-up approfondito è stato effettuato ad aprile 2024. Harris, inoltre, effettua regolari esami e screening, come tutte le donne della sua età, per prevenire il cancro al seno e al colon, male che ha ucciso sua madre.
La campagna di Trump replica, in una dichiarazione, che tutti i medici che seguono il magnate o l’hanno avuto in cura
“hanno concluso che è in eccellente salute, adeguata ad essere presidente”.
E, poi, lancia una frecciata:
“Trump ha mantenuto un programma elettorale estremamente intenso e attivo, mentre Harris non è stata in grado di stare al passo con le esigenze della campagna elettorale e rivela quotidianamente di non essere del tutto qualificata per essere presidente degli Stati Uniti”.
Harris ha a sua volta replicato di persona, prima di un comizio in North Carolina:
“È chiaro che Trump e la sua squadra non vogliono che il popolo americano sappia veramente se è idoneo a essere presidente”.
Harris ha aggiunto:
“Alle sue manifestazioni nomina personaggi di fantasia e si inventa le cose”;
e a chi le chiedeva se ritenga che le capacità mentali del suo rivale siano calate ha risposto:
“Invito la gente a guardare i suoi comizi e a trarre le conclusioni… La corsa è serrata, ma la scelta è chiara”.
In precedenza, parlando in Arizona, Harris aveva definito “debole” la decisione del rivale di non fare altri dibattiti, dopo quello del 10 settembre.
Il periodico rilevamento di New York Times / Philadelphia Inquirer / Siena College confermava sabato 12 ottobre 2024 che la situazione negli Stati in bilico resta incerta e mutevole. In questo sondaggio, Trump è avanti 51 a 46 per cento in Arizona e Harris 50 a 27 per cento in Pennsylvania. Entrambi i candidati stanno cercando, finora senza successo, di allargare la propria base elettorale.
Trump in California fa l’elogio di Xi Jinping
Pechino, 5 gennaio 2019 Il presidente cinese Xi Jinping incontra il suo omologo statunitense Donald Trump a Buenos Aires il 1° dicembre 2018. Il presidente Xi ha partecipato a una cena di lavoro con il presidente Trump in Argentina.
“Xi Jinping è brillante e intelligente, abbiamo un ottimo rapporto”:
lo ha detto Trump in un comizio a Coachella, in California, riferendosi al presidente cinese. E ha poi aggiunto:
“Non posso dirlo, perché se no i media montano la polemica”.
Protetto sul palco da vetri antiproiettile, Trump ha scelto Coachella per un comizio in uno Stato largamente schierato con Harris, a partire dal governatore Gavin Newsom. L’ex presidente ha però deciso di farvi tappa per tentare di conquistare il voto dei democratici delusi.
“In California oggi ci sono le tasse più alte, il costo della vita più alto, i prezzi della benzina più alti, il numero più alto di senza tetto e migranti – ha detto -… Solo io posso salvarvi dal caos in cui vi hanno gettato: Joe Biden è stato il peggior presidente nella storia del nostro Paese, Harris la peggiore vicepresidente”.
Trump ha confermato l’intenzione di abolire le tasse sulle mance di hotel e ristoranti: una mossa elettorale annunciata in primavera in Nevada, lo Stato in bilico dove è più alta concentrazione di lavoratori nel settore della ristorazione e nell’ospitalità e poi ripresa da Harris. In Nevada, Biden vinse nel 2020, ma ora nei sondaggi verso Usa 2024 è in testa Trump.
Al comizio di Coachella c’era l’attore Dennis Quaid, interprete di Ronald Reagan nel recente film ‘Reagan‘. In un’intervista alla Cnn il mese scorso, Quaid, che ha annunciato il suo appoggio a Trump a maggio, ha detto che
“i principi di Reagan e quelli di Trump sono molto simili”.
Lo speaker della Camera Mike Johnson, repubblicano ha detto:
“Non ho voglia di dare ulteriori finanziamenti all’Ucraina e spero che non siano necessari”.
Lo riferisce l’ANSA, citando a sua volta media statunitensi e ucraini.
“Se Trump vince, credo che possa davvero porre fine al conflitto”,
ha aggiunto Johnson: dopo Usa 2024, chiamerebbe il presidente russo Vladimir Putin e
“gli direbbe che basta”.
“Penso che tutti nel mondo siano stanchi e vogliano che il conflitto venga risolto. Ma se Harris diventasse presidente non credo che la guerra finirebbe: e questo è uno scenario disperato e pericoloso”
Un think tank conservatore vicino alla campagna di Trump ha subito un attacco hacker. Lo riferisce Politico, citando un comunicato dell’America First Policy Institute. L’ente, che sta preparando la transizione del magnate verso la Casa Bianca in caso di vittoria a novembre, non rivela se e quali dati siano stati rubati, come sia avvenuto l’attacco e chi siano gli autori. Se confermato, sarebbe l’ennesimo tentativo d’infiltrazione hacker nella campagna elettorale per Usa 2024.
8 settembre 2022, Renania-Palatinato, Ramstein: Il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin (l) e il generale statunitense Mark Milley, presidente dei capi di stato maggiore congiunti delle forze armate statunitensi, rilasciano una dichiarazione stampa alla base aerea di Ramstein, dopo la fine della conferenza ucraina.
Il generale Mark Milley, capo di Stato Maggiore statunitense per un anno sotto Donald Trump e poi sotto Joe Biden, ha detto che l’ex presidente è un
“fascista fino al midollo” e “la persona più pericolosa per questo Paese”,
stando alle anticipazioni dell’ultimo libro di Bob Woodward ‘War‘, in uscita martedì 15 ottobre. Milley, 66 anni, congedatosi nel settembre 2023 dopo più di 40 anni di servizio nell’esercito, espresse, nel discorso di commiato, timori per un ritorno di Trump alla Casa Bianca:
“Noi non prestiamo giuramento a un re, a un tiranno, a un dittatore”,
disse allora, già pensando al voto di novembre. Il generale, che è stato una delle fonti di un altro libro di Woodward ‘Peril’, è stato minacciato di morte da persone secondo lui vicine ad ambienti trumpiani e ha fatto installare vetri antiproiettile nella sua casa.
13 ottobre 2024
Trump balla, Harris attacca
15. Record di votanti in Georgia[5]
Record di votanti in Georgia, uno degli Stati in bilico, nel giorno in cui lì inizia il voto anticipato: 252 mila elettori si sono già recati alle urne, quasi il doppio dei 136 mila del primo giorno nel 2020, primato precedente. La notizia è sorprendente, perché lo Stato è alle prese coi lutti e le devastazioni dell’uragano Helene. Dal 17 ottobre, si potrà votare nell’altro degli Stati in bilico del Sud, la North Carolina.
I due Stati sono fra i più battuti di questa campagna: nel 2020 Donald Trump vinse in North Carolina e Joe Biden vinse, di strettissima misura, in Georgia. In North Carolina, il candidato governatore repubblicano Mark Robinson, un nero, ha querelato la Cnn per avere scovato suoi post razzisti e sessisti di anni fa sul sito porno Nude Africa.
L’inizio del voto in Georgia coincide con la sentenza di un giudice statale che blocca la decisione che i voti siano contati a mano presa dalla maggiorana ‘trumpiana’ della commissione elettorale statale: per il giudice, il conteggio a mano avrebbe allungato i tempi, aumentato gli errori e condotto a contestazioni.
Sondaggi, distacchi inalterati per Reuters / Ipsos, Harris avanti
Il 15 ottobre i candidati alla presidenza hanno fatto comizi e rilasciato interviste, attaccandosi l’un l’altro. Fronte sondaggi, la Reuters pubblica il suo in collaborazione con Ipsos: a livello azionale, Harris mantiene un vantaggio di tre punti fra gli elettori registrati (45 per cento a 42 per cento) e fra gli elettori probabili (47 per cento a 44 per cento), ma il margine di errore del rilevamento è del 4 per cento. I distacchi sono inalterati, rispetto alla settimana precedente.
Il sondaggio segnala che gli elettori, in particolare i democratici, appaiono più entusiasti quest’anno rispetto a Usa 2020. Il 78 per cento degli elettori registrati, l’86 per cento dei democratici e l’81 per cento dei repubblicani, è “completamente certo” di votare alle elezioni presidenziali. La quota dei sicuri di votare è più alta rispetto al 2020. Harris è preferita per la sanità e per la gestione dell’estremismo politico, mentre Trump è considerato migliore per l’economia.
Fondi, Trump frustrato con i donatori
Fronte raccolta fondi, il comitato di Trump ha comunicato alla Commissione elettorale federale d’aver incassato 145 milioni di dollari nel terzo trimestre, neppure un terzo del mezzo miliardo raccolto da Harris. I 75 milioni di dollari di Elon Musk, di cui dà notizia il Financial Times, giungono a proposito. Secondo il New York Times, l’ex presidente avrebbe atto esplodere la propria rabbia e frustrazione in un incontro a porte chiuse con i suoi donatori. Il magnate, nota il giornale,
“si sente in difficoltà, non apprezzato a sufficienza dai donatori e angosciato da timori per la sicurezza nel rush finale della campagna elettorale”.
Harris e Trump, le interviste contrapposte
Un momento dell’intervista radiofonica a Detroit di Kamala Harris (Fonte: MLive.com)
Harris, invece, sembra avere ritrovato la sua verve, dopo una fase di appannamento mediatico. Intervistata dal programma radiofonico di Detroit The Breakfast Club, la vicepresidente definisce Trump
“debole e inadatto alla presidenza”: “E’ segno di debolezza sminuire le nostre forze armate, è segno di debolezza volere compiacere i dittatori… Lui rappresenta il fascismo… Io vincerò…”.
La candidata democratica ha anche risposto alle accuse di avere perseguito in modo sproporzionato gli afroamericani quand’era procuratore di San Francisco: sostiene di essere stata “uno dei procuratori più progressisti” sui casi di marijuana. Se sarà eletta, lavorerà per depenalizzarla, perché è consapevole di come le politiche passate sulla droga leggera abbiano danneggiato in particolare gli afroamericani.
Trump era intervistato dal direttore di Bloomberg John Micklethwait all’Economic Club di Chicago. L’ex presidente ha nuovamente promesso dazi “terribili” per “riportare” le imprese negli Stati Uniti e ha sostenuto di
“avere il diritto come presidente di dire alla Fed cosa fare coi tassi di interesse” (“non di decidere, ma di dire la mia”, ha precisato).
Sui dazi, ha detto:
“Ai miei occhi, dazio è la parola più bella del dizionario”,
spiegando di volere ridurre “ancora di più” le tasse per le aziende che producono negli Stati Uniti d’America e di voler invece fare pagare alle altre dazi “elevati”.
“Più alti sono i dazi, più è probabile che l’azienda si stabilisca negli Stati Uniti”.
E quando l’intervistatore evocava, numeri alla mano, il rischio di un aumento dei prezzi, ha replicato:
“Un’altra teoria è che quando i dazi sono così alti, così terribili, così odiosi, i produttori arrivano subito”.
Trump ha ripetuto che gli Stati Uniti vengono “truffati” economicamente, specie da alcuni dei loro più stretti alleati, come l’Unione europea e il Giappone. L’ex presidente ha pure imitato altri leader, imitando l’accento francese di Emmanuel Macron e raccontando un aneddoto più volte utilizzato.
Quando gli è stato chiesto se ha avuto colloqui con il presidente russo Vladimir Putin dopo l’uscita dalla Casa Bianca, come affermato nell’ultimo libro di Bob Woodward, Trump ha prima esibito un “No comment”, poi ha aggiunto:
“Ma se l’ho fatto è una cosa intelligente. Se ho un buon rapporto con le persone, è una buona cosa”.
Trump al comizio fa il dj e balla
Donald Trump accenna passi di danza sul palco di un comizio in Pennsylvania. Accanto a lui, Kristi Noem.
Il 14 ottobre, in un evento alla periferia di Filadelfia, un incontro ‘botta e risposta’ con gli elettori, Trump, dopo uno spettatore era stato colto da malore ed era stato soccorso, ha smesso di rispondere alle domande e per mezz’ora ‘ha fatto il dj’ della colonna sonora della sua campagna, accennando sul palco a passi di danza. Harris e il presidente Joe Biden, il 15 ottobre in Pennsylvania per un comizio, lo hanno entrambi criticato per questo.
“Spero che stia bene”
scrive su X Harris commentando un video in cui il magnate appare
“perso, confuso e bloccato sul palco mentre la folla esce anticipatamente”.
Biden, che parlava a lavoratori dell’acciaio, ha commentato:
“È stato sul palco per 30 minuti a ballare. Qual è il suo problema?”.
Ben diverso il racconto repubblicano dell’evento moderato dalla governatrice del South Dakota Kristi Noem. Il video dell’ex presidente che muove i pugni al ritmo di ‘Y.M.C.A’ dei Village People o dondola su un pezzo di Elvis Presley è diventato già virale sui social media, nelle chat su Usa 2024.
Perché ha fatto così? La campagna di Trump risponde:
“Lui è qui per la gente”.
E su Truth Trump scrive:
“Ieri sera ho avuto un town hall in Pennsylvania. È stato fantastico! Le domande e risposte erano quasi finite quando la gente ha iniziato a svenire per l’eccitazione e il caldo. Abbiamo iniziato a sentire musica mentre aspettavamo (che fossero soccorsi, ndr) e abbiamo continuato a farlo. È stato così diverso, ma è finita per essere una grande serata!”.
16 ottobre 2024
Trump s’attribuisce la fecondazione in vitro
16. Harris su Fox, “Non sono Biden”[6]
Negli Stati Uniti, è stata la sera dell’intervista alla Fox di Kamala Harris. La candidata democratica giocava fuori casa: la Fox è la rete ‘all news’ conservatrice, amica del candidato repubblicano Donald Trums, anche se in modo meno spudorato che nel 2016 e nel 2020. Harris ha soprattutto cercato di distinguere una sua futura presidenza da quella attuale di Joe Biden:
“Porterò – ha detto – le mie esperienze e le mie idee… Rappresento una nuova generazione di leader americani…”.
Harris ha anche attaccato il suo rivale, affermando che
“gli americani sono pronti a voltare pagina” rispetto a Trump, che è “instabile” e che preoccupa molti che hanno lavorato con lui presidente e che lo definiscono ora “non adatto” alla Casa Bianca e “pericoloso”.
Harris ha pure parlato di politica estera, del conflitto in Medio Oriente, dell’Ucraina e delle tensioni con la Cina:
“Credo nella politica di una sola Cina e credo che Taiwan abbia diritto di difendersi”.
La Fox ha accolto Harris con un suo sondaggio che, decisamente controcorrente, la dà in svantaggio nel voto popolare nazionale: 50 per cento dei consensi per Trump, 48 per cento per lei.
Trump/Harris, botta e risposta su aborto e fecondazione in vitro
E, nel pomeriggio, Fox aveva mandato in onda un evento elettorale con Trump in Georgia, centrato sui diritti delle donne. Trump vi si è definito
“il padre della fecondazione in vitro”,
affermazione che ha subito suscitato commenti critici e ironici. Non è chiaro che cosa l’ex presidente intendesse esattamente dire, ma il concetto è tornato più volte nelle sue risposte alle elettrici georgiane:
“Siamo il partito della fecondazione in vitro”.
Trump ha anche parlato di aborto:
“Abbiamo riportato la questione agli Stati, che stanno legiferando in materia, alcuni anche in modo liberale”.
Quando gli è stato fatto notare che molti Stati hanno invece imposto divieti o severissime limitazioni, il magnate ha detto:
“Cambieranno”,
senza fornire ulteriori indicazioni.
Harris, che colloca i diritti riproduttivi al centro della sua campagna, replica:
“Trump si è definito ‘il padre della fecondazione in vitro’. Di che cosa sta parlando? I suoi divieti sull’aborto hanno già messo a repentaglio l’accesso alla procedura in diversi Stati e la sua agenda potrebbe porre del tutto fine alla fecondazione in vitro”,
scrive la vicepresidente in un post su X.
Ipotesi pareggio 269 a 269 fra i Grandi Elettori
La mappa dei Grandi Elettori
Il Wall Street Journal prova a fare un pronostico sul voto presidenziale statunitense non guardando al voto popolare, ma facendo la conta dei Grandi Elettori, che sono poi quelli determinanti. Il giornale mette a confronto le valutazioni di tre centri di analisi politica ‘nonpartisan’: Cook Political Report, Inside Elections e Crystal Ball di Larry sabato 12 ottobre presso l’University of Virginia Center for Politics. Il sito 270towin.com fa di per sé la media di 16 sondaggi o previsioni.
Nell’esercizio del Wall Street Journal, Harris è in vantaggio su Trump nel computo dei Grandi Elettori, 225 sicuri a 218 – il sito 270towin.com dice 226 a 219 -, ma ha meno combinazioni possibili per raggiungere la vittoria, per la quale bisogna raggiungere la soglia fatidica di 270 elettori su 538, 93 dei quali sono quelli dei sette Stati in bilico. La vicepresidente ha 25 combinazioni vincenti, l’ex presidente 32, anche se non è proprio chiaro come queste ‘combinazioni’ siano contabilizzate.
E spunta anche la possibilità che finisca in parità, 269 a 269: succede se Harris vince in tutti gli Stati in bilico della Rust Belt, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, e Trump vince tutti gli altri e ottiene pure tutti i Grandi Elettori del Nebraska, uno dei quali dovrebbe invece andare a Harris – Nebraska e Maine sono gli unici Stati a distribuire proporzionalmente i Grandi Elettori -.
In caso di pareggio, il vincitore sarà scelto dalla prossima Camera, anche qui con una procedura non proprio semplice: ogni delegazione statale esprime un voto e bisogna averne almeno 26. C’è solo un precedente e risale al 1800, tra Thomas Jefferson e Aaron Burr.
I media ‘latinos’ danno invece spazio a un sondaggio fra gli elettori ispanici: Harris è ampiamente avanti nei sette Stati in bilico, 56 per cento a 31 per cento. Il 71 per cento degli elettori ispanici afferma di volere andare alle urne, con la maggiore affluenza prevista in Michigan e Pennsylvania.
Fra i tanti voti già espressi in Georgia, dove si vota da martedì 15 ottobre – dal 17 si comincia in North Carolina -, c’è quello dell’ex presidente Jimmy Carter, che ha da poco compiuto cento anni e che ha votato per posta per Harris. L’ex presidente si era augurato di vivere abbastanza a lungo per votare Harris e contribuire alla sconfitta di Trump.
Sull’agenda del 17 ottobre, c’è un comizio del vice di Harris, il governatore del Minnesota Tim Walz, che, a Durham, in North Carolina, sarà affiancato dall’ex presidente Bill Clinton. Lunedì 21 ottobre, invece, a Madiscon, nel Wisconsin, Walz sarà ‘scortato’ da un altro ex presidente, Barack Obama, sempre in coincidenza con il primo giorno di ‘early voting’ in quello Stato per le presidenziali.
Secondo Politico, lo staff di Trump, in vista del possibile ritorno alla Casa Bianca, sta già stilando una sorta di lista di proscrizione delle persone che non devono entrare nella Trump 2. Fra i cattivi, riferisce Politico, ci sono tutti coloro legati alla controversa piattaforma di destra Project 25, da cui Trump ha preso le distanze, ma anche tutti coloro che non sono stati fedeli all’ex presidente. L’esercizio è pilotato dal figlio maggiore del magnate, Donald Jr, che aveva già rivendicato il ruolo parlando con il Wall Street Journal.
17 ottobre 2024
17. Trump pensa di usare l’esercito contro “il nemico dall’interno”[7]
Così il Wall Street Journal illustra le dichiarazioni di Donald Trump sul ricorso all’esercito contro “i nemici dall’interno”
L’idea di ricorrere alla guardia nazionale o all’esercito per combattere “il nemico dall’interno”, se ci saranno rivolte dopo le elezioni del 5 novembre, avanzata da Donald Trump in numerose occasioni e avallata dal suo vice James David Vance, suscita allarme e attira critiche da parte democratica.
“Il nemico dall’interno”, per Trump, sono gli “estremisti lunatici della sinistra radicale”.
Il candidato repubblicano alla Casa Bianca ipotizza che una sua vittoria possa essere contestata, anche con violenza, dai suoi avversari. Quasi un paradosso, visto che fu proprio lui, il 6 gennaio 2021, ad aizzare i suoi sostenitori perché dessero l’assalto al Campidoglio di Washington per indurre il Congresso a rovesciare l’esito del voto. Vance fa sua l’idea:
“Naturalmente” – dice – è giustificabile il ricorso alla guardia nazionale e all’esercito “se si scatenano rivolte o saccheggi”.
In un’analisi, il New York Times osserva che, anche in seguito a queste dichiarazioni, i democratici sono meno riluttanti a definire apertamente Trump “fascista”.
La vice-presidente e candidata democratica Kamala Harris e il presidente Joe Biden sono aspramente critici. Trump – ripete Harris, in diverse circostanze –
“considera coloro che non stanno con lui dei nemici del Paese. Li chiama ‘il nemico dall’interno’. E vuole usare contro di loro l’esercito. Lo sappiamo con chi se la prenderà: giornalisti, funzionari elettorali, giudici. Per questo, un suo secondo mandato sarebbe pericoloso: chi calpesta i nostri valori e viola la Costituzione non può essere presidente, è instabile, squilibrato e in cerca di un potere incontrollato…”.
Un’immagine della manifestazione del 6 gennaio 2021 prima che degenerasse in sommossa (Fonte: Los Angeles Times)
Biden, dal canto suo, partecipando a eventi elettorali accusa Trump di volere
“compiacere più Putin che gli americani”
e di avere una retorica “razzista”:
“Ha le stesse idee sulla razza degli Anni Trenta. Quelle sull’economia sono degli Anni Venti. Quelle sulle donne degli Anni Cinquanta …”.
Quanto ai processi,
“si è candidato per non finire il prigione…”.
Stretta di mano tra i presidenti Volodymyr Zelens’kyj e Donald Trump, quando l’Ucraina non era stata ancora invasa dalla Russia
Una sortita di Trump del 17 ottobre, pare dare ragione a Biden: in un podcast, ha detto che il presidente ucraino Volodymyr Zelen’skyj
“non avrebbe mai dovuto lasciar cominciare la guerra con la Russia”.
Il conflitto scoppiò il 24 febbraio 2022, quando la Russia invase l’Ucraina. Trump non ha smentito di avere mantenuto contatti col presidente russo Vladimir Putin dopo avere lasciato la Casa Bianca e ha detto, nei giorni scorsi, che
“la Russia non ha mai avuto un presidente così rispettato”.
Il presidente Biden considera, invece, normale che Harris dica che
“farà le cose in modo diverso”,
rispetto a lui, se sarà eletta alla Casa Bianca:
“Ogni presidente deve tracciare la propria strada… L’ho fatto anch’io: sono stato fedele a Barack Obama, ma, una volta presidente, ho tracciato la mia strada… E così farà Kamala, che finora è stata leale…”.
Con Harris, Trump tiene aperta la ‘querelle’ sulle condizioni di salute, alterando la realtà. Su Truth scrive che
“il referto medico di Kamala è davvero pessimo. Con tutti i problemi che ha, la domanda è se dovrebbe o meno candidarsi alla presidenza! Il mio certificato è perfetto, nessun problema!”.
In realtà, la vicepresidente ha reso noto il certificato sulle proprie condizioni, definite “eccellenti”, mentre il magnate, divenuto il candidato presidente più anziano della storia statunitense col ritiro di Biden, non l’ha fatto e si rifiuta di farlo.
Trump a New York, evento da milionari
Donald Trump farà campagna e una raccolta di fondi nella sua città, New York, in quella che sarà una “serata speciale” al Madison Square Garden. Il candidato repubblicano sarà nell’arena più famosa al mondo il 27 ottobre: un biglietto Vip costa quasi un milione di dollari, 924.600 precisi. Lo riporta Newsweek citando un post su X del giornalista del New York Times Teddy Schleifer.
Newsweek trova singolare la decisione del magnate di organizzare un comizio a New York, dove ha vissuto fino al 2019, prima di trasferirsi in Florida, alla luce dei sondaggi più recenti, secondo cui Harris ha quasi il 54 per cento dei voti nella metropoli contro meno del 40 per cento di Trump. Negli ultimi anni, inoltre, nella Grande Mela ci sono state numerose proteste anti-Trump, che qui è stato condannato in cause civili e penali.
Michelle in Georgia per Kamala, “andate a votare”
L’ex first lady Michelle Obama inviterà a votare i giovani, i neri e chi alle urne non è mai andato, partecipando ad Atlanta, in Georgia, il 29 ottobre a un evento organizzato da ‘When We All Vote’, suo gruppo di impegno civico fondato nel 2018 per mobilitare al voto persone distanti dalla politica e dalle elezioni.La Georgia è uno degli Stati in bilico e i democratici sperano che Michelle possa fare la differenza per Kamala, così come è già avvenuto alla Convention di Chicago ad agosto. Con l’ex first lady scenderanno in campo campioni del basket e celebrità dello spettacolo come Selena Gomez, Jennifer Lopez e Tom Hanks, tutti schierati nel voto coi democratici. L’ex star di Fox News Geraldo Rivera appoggia Kamala Harris, definendo il suo “ex amico” Donald Trump
“una persona che non sa perdere”.
L’ex conduttore della rete conservatrice accusa su X il magnate di aver diffuso una “grande bugia” sulle elezioni 2020:
“Di Trump, non ci si può fidare per onorare la Costituzione. Ecco perché voterò per Harris…”.
La commissione indipendente che ha analizzato gli errori compiuti dal Secret Service, in occasione del fallito attentato a Donald Trump del 13 luglio 2024 a Butler in Pennsylvania, denuncia carenze nell’organizzazione del servizio e suggerisce di rimpiazzare la struttura di comando con persone che vangano dal settore privato.
18 ottobre 2024
Mentre Biden va in Germania
18. Harris-Trump, una gara a chi non è stanco[8]
“Spossato a chi?”
Sui media statunitensi, i candidati alla Casa Bianca Kamala Harris, democratica, e Donald Trump, repubblicano, si rimpallano a vicenda l’accusa di essere stanchi e di non farcela più. In un evento in Wisconsin, uno degli Stati in bilico, Harris raccoglie voci secondo cui Trump rifiuterebbe dibattiti e interviste perché “si sente stanco”:
“Essere presidente degli Stati Uniti è probabilmente uno dei lavori più duri al mondo – dice Harris ; quindi, dobbiamo chiederci se, essendo esausto per essere stato in campagna elettorale, Trump sia adatto a fare questo lavoro”.
La risposta del magnate sui social è fulminea:
“Ho passato 48 giorni senza un attimo di riposo, Kamala è una perdente che non ha l’energia di un coniglio”.
Chi, venerdì 18 ottobre, ha speso molta dell’energia che ancora gli resta è stato il presidente Joe Biden, protagonista di un ‘blitz’ in Germania, dove ha incontrato i leader di Germania, Francia e Gran Bretagna in quello che è stato una sorta di ‘passo d’addio’.
Fra i minimi comuni denominatori del quartetto, a giustificazione di assenze importanti, come quella della premier italiana Giorgia Meloni, l’ostilità a un ritorno di Trump alla Casa Bianca.
In una nota diramata dalla cancelleria tedesca si legge che Biden, Scholz, Macron e Starmer hanno ribadito
il “pieno sostegno all’Ucraina per una pace giusta e duratura”, che sia “basata sul diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, e sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale”.
I leader hanno anche discusso il piano per la Vittoria presentato dal presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelens’kyj.
Una cena un po’ indigesta per Trump e Fox
Molta attenzione riceve la tradizionale cena annuale di beneficenza Al Smith a New York, che ha l’obiettivo di raccogliere fondi per le organizzazioni cattoliche. Trump c’era, insieme alla moglie Melania; Harris no, ma ha mandato un video-messaggio.
La consuetudine vuole che i discorsi alla cena siano spiritosi: Trump ha cercato, senza molto successo, nel giudizio dei media, di mescolare ironia e propaganda:
“Vorrei sparare delle battute su di me. Ma non ne vedo il motivo, visto che altre persone mi hanno sparato”,
ha detto riferendosi ai tentativi d’assassinarlo che hanno segnato questa campagna. Poi, ha invitato i cattolici a votare per lui:
“Ricordatevi che io sono qui, e lei non c’è”.
La cena ha creato ulteriore tensione tra Trump e la sua rete tv un tempo preferita, Fox News. L’ex presidente ha affermato che alcune sue battute erano state scritte “da un paio di persone” della rete televisiva e che non gli erano piaciute. L’emittente lo ha smentito:
“Nessun nostro dipendente o freelance ha scritto le battute”.
Lo screzio si somma al rifiuto da parte del magnate dell’invito della rete a dibattere con Harris una seconda volta e alle critiche all’anchor Bret Baier, che sarebbe stato troppo tenero nell’intervista alla sua rivale. Trump lamenta pure che Fox abbia diffuso annunci pubblicitari di Harris negativi nei suoi confronti.
Sondaggi sui migranti e fra i neri
Un sondaggio del Public Religion Research Institute insieme alla Brookings Institution indica che un americano su tre concorda con una delle più frequenti affermazioni razziste di Trump sui migranti: il 34 per cento degli intervistati pensa che gli immigrati illegalmente entrati negli Stati Uniti stiano
“avvelenando il sangue del nostro Paese”,
il 63 per cento non è d’accordo. A condividere l’affermazione sono sei repubblicani su 10 (il 61 per cento); la percentuale di condivisione scende, però, al 30 per cento tra gli indipendenti e al 13 per cento tra i democratici. Un altro sondaggio dell’Initiative on Public Opinion della Howard University conferma che Harris è nettamente davanti a Trump tra i probabili elettori neri negli Stati in bilico: l’84 per cento degli intervistati è per la vicepresidente, solo l’8 per cento per l’ex presidente, il resto non si schiera.
Il sondaggio individua le questioni più importanti per gli intervistati: “democrazia / elezioni / diritti di voto” stanno al primo posto, seguite dall’economia e dall’aborto. Quando è stato chiesto agli intervistati che cosa pensassero di Harris, il 61 per cento ha espresso un’opinione “molto favorevole” e solo il 14 per cento ha espresso un’opinione “molto sfavorevole”. Su Trump, il 10 per cento ha un’opinione “molto favorevole”, il 74 per cento una “molto sfavorevole”. Il sostegno di Harris tra i probabili elettori neri è in crescita rispetto all’analogo sondaggio condotto a settembre.
I dati della Cnn mostrano che anche nella North Carolina, dopo che in Georgia, l’apertura, giovedì 17 ottobre, del voto anticipato ha visto un’affluenza alle urne molto alta – oltre 200 mila elettori nel primo giorno -, in linea con i dati del 2020. L’uragano Helene, che ha lasciato lutti e devastazioni, non ha quindi intaccato il desiderio di partecipazione degli elettori dei due Stati in bilico del Sud.
L’hotel di Trump costa più caro, ma apre molto strade
Vista esterna del Trump International Hotel circondato da una barricata il 3 novembre 2020 a Washington D.C. il giorno delle elezioni.
Infine, uno scoop del New York Times ampiamente ripreso dagli altri media: Donald Trump ha fatturato all’Amministrazione per le sistemazioni del Secret Service nei suoi hotel, specie quello di Washington,
“sino al 300 per cento o più delle tariffe giornaliere autorizzate, molto di più rispetto a quanto addebitato ad altri ospiti, tipo la famiglia reale del Qatar e uomini d’affari cinesi”.
Inoltre, l’hotel di Trump avrebbe attirato giudici e ambasciatori in pectore e aspiranti al perdono presidenziale, che avrebbero così portato il loro obolo alle casse del presidente.
Lo denuncia un rapporto di 57 pagine dei membri democratici della commissione di controllo della Camera. I repubblicani contestano il rapporto come “fuorviante” e “datato”. Gli autori del rapporto fanno riferimento a documenti ottenuti tramite provvedimenti giudiziari della ditta Mazars, che curava la contabilità della Trump Organization, la holding dei Trump, e citano i registri degli ospiti dell’hotel Trump International a Washington tra settembre 2017 e agosto 2018. In passato, Eric Trump, uno dei figli del magnate, aveva affermato che la holding di famiglia aveva permesso agli agenti del Secret Service (incaricati di tutelare la loro sicurezza) di
“soggiornare gratuitamente nelle nostre proprietà”.
19 ottobre 2024
19. Trump, i facinorosi del 6 gennaio 2021 trattati come nemici di guerra[9]
Una scena dell’internamento dei giapponesi negli Usa durante la Seconda Guerra Mondiale (Fonte: Britannica)
Destano polemiche, ma non spostano voti, le prese di posizione reiterate di Donald Trump sui facinorosi del 6 gennaio 2021 condannati a centinaia per l’assalto al Campidoglio condotto su istigazione dell’allora presidente per indurre il Congresso riunito in sessione plenaria a rovesciare l’esito delle elezioni del 2020. Nel podcast conservatore di Don Bongino, Trump dice:
“Perché vengono ancora trattenuti?” in carcere, dove scontano le pene detentive loro comminate.
“Nessuno è mai stato trattato così…. Francamente, forse i giapponesi durante la Seconda guerra mondiale: anche loro furono trattenuti”.
Il riferimento è ai residenti di origine giapponese che, durante la Seconda Guerra Mondiale, vennero trasferiti e trattenuti in campi di internamento ai sensi dell’Alien Enemies Act, una legge del 1798 che, peraltro, il magnate intende provare a usare – dice prima del voto presidenziale – per le deportazioni di massa d’immigrati clandestini in caso di ritorno alla Casa Bianca. Analoga sorte toccò ai residenti d’origine italiana.
I riferimenti internazionali caratterizzano le ultime sortite del candidato repubblicano, che, intervistato dal Wall Street Journal, esprime l’intenzione di imporre dazi aggiuntivi alla Cina, se dovesse invadere Taiwan.
“Direi: se andate a Taiwan, mi dispiace farlo, vi tasserò dal 150 per cento al 200 per cento”.
Alla domanda se userà la forza militare in caso di blocco di Taiwan da parte di Pechino, Trump ha risposto che non si arriverà a questo perché il presidente cinese Xi Jinping lo rispetta.
Trump ha anche parlato di nuovo il 19 ottobre con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, la cui casa era stata appena colpita da un drone di Hezbollah. Lo scrive Times of Israel che cita l’ufficio del primo ministro. Netanyahu ha anche parlato con lo speaker della Camera statunitense Mike Johnson.
“Gli ho detto che l’America è forte con Israele e gli ho ribadito il nostro costante impegno a contrastare l’Iran e i suoi alleati terroristici”,
scrive Johnson su X. Trump ha confermato, in un comizio in Pennsylvania, il colloquio con Netanyahu, che – ripete –
“non vuole ascoltare” il presidente statunitense Joe Biden.
L’ex presidente critica il presidente perché dice a Bibi, che comunque non gli dà retta,
“non fare questo, non fare quello”.
Candidati in cerca di spalle per rush finale
La campagna di Trump sta valutando di organizzare un evento con Nikki Haley, l’ex rivale dell’ex presidente nella corsa alla nomination. Un ‘town hall’, cioè un dibattito con i cittadini, con Trump e Haley potrebbe essere moderato da Sean Hannity, giornalista vedette di Fox. L’idea è di cercare di convincere le donne, più inclini a votare Harris, a votare Trump.
Pure la candidata democratica cerca partner eccellenti per l’ultima fase di campagna elettorale e progetta sortite con gli Obama: con l’ex presidente Barack in Georgia giovedì 24 ottobre, e con l’ex first lady Michelle il giorno dopo.
L’ex presidente Barack Obama parla a una manifestazione per il vicepresidente e candidata presidenziale democratica Kamala Harris alla Fitzgerald Fieldhouse nel quartiere Oakland di Pittsburgh giovedì 10 ottobre 2024
In un nuovo video, Barack Obama afferma che Kamala Harris
“ha passato la vita a lottare per le persone che hanno bisogno di una voce e di una chance e continuerà a lottare per te”: “E’ il tipo di persona per cui sono orgoglioso di votare ed è il tipo di presidente di cui abbiamo bisogno”.
L’ex presidente, intervistato da Eva Longoria, una delle Desperate Housewives, definisce Trump
“uno che pensa solo a sé stesso”.
Gli arruolamenti coatti di Taylor Swift e Rupert Murdoch
La superstar pop Taylor Swift ha tre spettacoli a Miami nel penultimo fine settimana di ottobre, ma non ci sono indicazioni che intenda fare dichiarazioni politiche, dopo avere dato l’endorsement a Harris e avere criticato Trump. Il partito democratico della Florida ha tuttavia colto l’occasione per fare campagna elettorale per il voto presidenziale del 5 novembre, collaborando con il gruppo di sensibilizzazione degli elettori ‘Swifties for Kamala’ e organizzando feste, sondaggi e telefonate di volontari agli elettori. Sono stati preparati anche nuovi gadget e streaming live di canzoni a sorpresa di Swift ai suoi spettacoli.
Taylor Swift sulla scena (Fonte: Cnn)
Un servizio di text banking raggiungerà fino a 1,5 milioni elettori della Florida con messaggi come
“Conosco i posti in cui puoi votare” e “Come far eleggere la ragazza”.
I volontari della campagna realizzeranno braccialetti dell’amicizia con perline ormai divenute un distintivo degli spettatori dei concerti di Swift, la maggior parte dei quali sono donne della Generazione Z e Millennial. Il partito democratico ha anche preso cartelloni pubblicitari nell’area dei concerti di Miami, con Harris e messaggi come
“Benvenuti nella vostra era del voto! Andate alle urne e votate per i democratici!”.
Dal canto suo, Trump vuole incontrare Rupert Murdoch e chiedergli di non consentire spot pubblicitari negativi nei suoi confronti negli ultimi giorni di campagna elettorale verso il voto.
“Gli dirò una cosa molto semplice: nessuna pubblicità negativa per 21 giorni”,
ha dichiarato Trump intervistato da Fox, di cui è appunto editore il magnate australiano.
Secondo The Guardian, nell’aprile 2024 Trump aveva sollecitato ai boss dell’industria petrolifera statunitense un miliardo di dollari per la sua campagna, promettendo interventi a favore del settore, anche riduzioni di alcune norme ambientali. Al 31 agosto, avrebbe ricevuto 14,1 milioni di dollari. The Guardian rileva che, comunque, è una somma superiore a quella ricevuta da quei donatori nel 2016 e nel 2020. Il magnate aveva rivolto la sua richiesta ad oltre 20 dirigenti di compagnie come Chevron, Exxon e Occidental, riuniti nella sua residenza di Mar-a-lago.
Chi non lesina sforzi per aiutare Trump è Elon Musk, che ha alzato la ricompensa per chi lo aiuta a sostenere l’ex presidente. Il patron di Tesla offre 100 dollari agli elettori già registrati in Pennsylvania se firmano una petizione a favore dell’ex presidente
“a sostegno della libertà di parola e del diritto di portare armi”.
“Guadagna denaro sostenendo qualcosa in cui credi”,
scrive Musk su X, dove ha oltre 200 milioni di follower. E il ceo di Space X offre altri 47 dollari (47 è il numero del futuro presidente statunitense) per ogni altro elettore registrato che uno segnala per firmare la petizione. L’obiettivo è registrare un milione di elettori negli Stati in bilico per il voto presidenziale del 2024. L’offerta scada lunedì 21 ottobre (ultimo giorno utile per la registrazione degli elettori).
In parallelo, la homepage di America Pac, il comitato elettorale creato da Musk a sostegno dell’ex presidente, sta reclutando persone
“interessate a lavorare per aumentare il numero degli elettori registrati e l’affluenza alle urne”;
la ricompensa è di 30 dollari l’ora, con
“bonus per le prestazioni”.
Per la legge federale, pagare le persone per votare o accettare pagamenti per la registrazione degli elettori o il voto è reato, mentre compensare le persone per avere firmato petizioni e/o per aver convinto altri a firmarle non è vietato.
La denuncia di Vem Miller
Vem Miller, 49 anni, di Las Vegas, l’uomo arrestato sabato 12 ottobre mentre tentava di accedere armato e con falsi documenti al comizio di Donald Trump a Coachella, in California, ha denunciato per diffamazione lo sceriffo di Riverside Chad Bianco, che lo ha arrestato. Miller ha ribadito alla Fox di essere
“un supporter di Trump al 100 per cento”
e che le accuse secondo cui voleva ucciderlo
“sono una totale stronzata”:
lui gira armato per auto-difesa, ma
“non ha mai sparato un colpo”.
Lo sceriffo Bianco aveva presentato l’arresto come
“un altro attentato sventato ai danni dell’ex presidente”,
un’affermazione smentita da Secret Service, Fbi e procura locale, secondo cui Trump
“non è mai stato in pericolo”.
Miller, infatti, non è stato accusato di tentato omicidio, ma solo di detenzione illegale di armi, ed è stato subito rilasciato su cauzione di 5 mila dollari: dovrà presentarsi in tribunale a gennaio 2025.
20 ottobre 2024
20. Il compleanno di Harris tra angosce di guerra e volgarità di Trump
Kamala Harris e Steve Wonder nella New Birth Missionary Baptiste Church di Stonecrest, in Georgia (Fonte: Fortune)
A due settimane dall’Election Day, il 5 novembre 2024, l’angoscia per i conflitti in Medio Oriente e Ucraina e lo spettro del 6 gennaio 2021 aleggiano sul voto, mentre la campagna scivola nel volgare e nel triviale, soprattutto per responsabilità del candidato repubblicano Donald Trump. L’incertezza sull’esito delle presidenziali resta intatta: tutto è appeso agli Stati in bilico, sette, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin nella Rust Belt, North Carolina e Georgia al Sud, Arizona e Nevada all’Ovest.
L’inezia della campagna, una settimana fa favorevole a Trump, sembra essersi riequilibrata: la candidata democratica Kamala Harris trae qualche vantaggio dalle cadute di stile, non infrequenti, del rivale.
Le guerre complicano, però, lo scenario per i democratici, specie quella in Medio Oriente, che Harris sperava s’avviasse alla fine dopo l’uccisione, nella Striscia di Gaza, del leader di Hamas Yahya Sinwar e che invece non s’attenua, con il premier israeliano Benjamin Netanyahu che alimenta l’immagine d’impotenza dell’Amministrazione Biden, pure nell’intento esplicito di favorire Trump.
Domenica 20 ottobre, Kamala Harris, nel giorno del suo 60° compleanno, s’è regalata una giornata di ordinaria campagna, partecipando a una funzione religiosa alla New Birth Missionary Baptist Church di Stonecrest, in Georgia. In chiesa, la candidata democratica ha detto che gli americani, con il loro voto, devono decidere in che Paese vogliono vivere:
uno di “caos, paura e odio”; oppure, uno di “libertà, compassione e giustizia”.
Il sermone di Kamala in chiesa suscita reazioni contrastanti nei fedeli americani. Alcuni, numerosi specie fra i fondamentalisti religiosi, considerano Harris uno “spirito di Jezabel”, un personaggio della Bibbia malvagio, una principessa fenicia moglie di un re d’Israele, che venerava i propri dei e perseguitava i profeti e che per questo fece un’orribile fine. I fondamentalisti danno alla definizione un’eco demoniaca, con implicazioni profondamente razziste e misogine.
Ad Harris, sono arrivati gli auguri del presidente Joe Biden
“Buon compleanno alla mia cara amica, partner e leader straordinaria”.
Il presidente ha postato una foto di loro due nello Studio Ovale. Nella chiesa di Stonecrest, l’happy birthday è stato intonato in chiave gospel prima dal coro e poi da Stevie Wonder.
Harris ha raccontato la parabola del Buon Samaritano, che ci dice che
“non basta predicare i valori del rispetto”: “Dobbiamo chiederci: tutte le persone di fede stanno vivendo quelle parole? Tutte le persone di fede stanno esprimendo quelle parole nelle loro azioni?”,
ha detto tra gli applausi. E ha pure aggiunto:
“Abbiamo leader che capiscono che in uno sconosciuto si deve vedere il prossimo?”,
con un apparente riferimento al suo rivale. Harris ha infine ricordato la ‘Pink Sunday’, la domenica in onore delle donne colpite dal cancro al seno – sua madre faceva ricerca su questo tumore -.
La sua tappa successiva è stata una chiesa a Jonesboro, sempre in Georgia, dove Harris ha ribadito l’appello ad andare a votare in anticipo per le elezioni presidenziali:
“Jimmy Carter ha votato per il suo 100° compleanno. Se può farlo lui, potete farlo voi”.
Trump tra genitali e volgarità
In un certo senso, pure Trump, impegnato nell’ultimo suo comizio in programma in Pennsylvania, ha avuto un pensiero per lei, ma non certo gentile: parlando a Latrobe, l’ha testualmente definita
“una vicepresidente di merda”
e ne ha ripetutamente storpiato il nome. Visitando un McDonald’s, ha poi messo in dubbio che Harris ci abbia mai lavorato, mentre ci sono testimoni che confermano che Kamala, studentessa, fece la commessa in un McDonald’s in California.
Trump “sminuisce” l’ufficio del presidente con il suo uso di un linguaggio volgare in vista del voto, ha commentato Harris. Per il Financial Times, il comizio di Latrobe alimenta dubbi sulla lucidità dell’ex presidente, che ha riservato un lungo tributo ad Arnold Palmer, un campione di golf del passato nato nell’area e cui è intitolato l’aeroporto da dove Trump parlava.
Lo sproloquio di dieci minuti non ha risparmiato un resoconto di come altri atleti reagivano nel vedere i genitali di Palmer, particolarmente dotato, sotto la doccia.
“Arnold Palmer – ha raccontato Trump – era un vero uomo. E lo dico con tutto il rispetto per le donne (e io amo le donne). Ma questo tizio era tutto uomo …, era un vero uomo, forte e tosto. E quando facevano la doccia…, gli altri uscivano da lì e dicevano, ‘Oh mio Dio, è incredibile’”.
Una figlia della leggenda del golf, Peg Palmer Wears, 68 anni, ha definito i riferimenti di Trump ai genitali del padre
“una pessima scelta di approccio” per onorare la sua memoria, pur non sentendosi “veramente turbata”.
L’ex presidente Donald Trump in visita al McDonald’s di Feasterville-Trevose in Pennsylvania (Fonte: Il Post)
Visitando un McDonald’s dell’area di Filadelfia, invece, Trump, che con Barack Obama aveva fatto del ‘birtherismo’, negando che fosse nato negli Stati Uniti d’America, alle Hawaii, ha fatto del ‘burgerismo’, dicendo che Harris mente quando afferma di avere lavorato nella catena di fast-food nella Bay Area, quando era studentessa universitaria. Il New York Times ha scovato testimoni che confermano che Harris era al banco 41 anni fa. Nel McDonald’s di Feasterville-Trevose, nella contea di Bucks in Pennsylvania, dove i sondaggi sono incerti, il magnate ha indossato il grembiule e, dopo essersi fatto spiegare come immergere nell’olio i cestini di patatine fritte, ha iniziato a farlo e ha poi aiutato a riempire sacchetti da asporto.
“Ci vuole una grande competenza, in realtà, per farlo bene e velocemente”,
ha detto con un sorriso. E ha poi improvvisato una conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti attraverso lo sportello drive-thru.
Intanto, il suo sodale Elon Musk ha annunciato che darà un milione di dollari ogni giorno “a caso”, tramite una lotteria, a un elettore della Pennsylvania registrato che abbia firmato una petizione pro – Trump. La lotteria è l’ultima trovata per registrare nuovi elettori disposti a sostenere l’ex presidente nel voto presidenziale del 5 novembre 2024.
[1] Scritto il 10 ottobre 2024 per The Watcher Post Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/10/10/usa-2024-25-uragani-votano/.
[2] Scritto l’11 ottobre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/10/11/usa-2024-24-obama-harris/.
[3] GP News, 12 ottobre 2024. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/10/12/usa-2024-23-maxi-deportazione/.
[4] Scritto il 13 ottobre 2024 per The Watcher Post, Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/10/13/usa-2024-22-certificati/
[5] Scritto il 16 ottobre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/10/16/usa-2024-19-georgia-record/.
[6] Scritto il 17 ottobre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/10/17/usa-2024-18-harris-fox-biden/.
[7] Gp news 18 ottobre 2024. Cr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/10/18/usa-2024-17-trump-esercito/
[8] Scritto il 19 ottobre 2024 per The Watcher Post
[9] Scritto il 20 ottobre 2024 per The Watcher Post. Cfr. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/10/20/usa-2024-15-nemici-di-guerra/.