Se è vero che con il crollo della natalità in Italia ci sono sempre meno bambini, gli oltre 9 milioni di minori che vivono nel nostro Paese fanno i conti con una evidente disparità nell’accesso agli spazi essenziali per poter crescere, come la casa, la scuola e gli spazi verdi o sociali pubblici fruibili, con disuguaglianze significative tra le diverse regioni e territori, anche all’interno delle grandi città.
Le disparità che riguardano gli spazi essenziali alla crescita per bambini, bambine e adolescenti si concentrano maggiormente all’interno delle 14 città metropolitane, costituite dai maggiori comuni e dal loro hinterland, dove ne vivono circa 3 milioni e 785 mila. Qui la mancanza di spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita e al benessere educativo, fisico e socio-emozionale dei minori si accompagna spesso alla privazione socioeconomica. È quanto emerge dal rapporto di Save
the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, lanciato in occasione della campagna di sensibilizzazione QUI VIVO.
In generale, in Italia, sono quasi 13 mila i minori privi di una casa, per 2 su 5 un’abitazione c’è ma è sovraffollata e mal si presta allo studio, al gioco o alla socializzazione, e tra le famiglie con almeno un figlio minore ci sono quelle che si trovano a vivere in case con strutture danneggiate (9,2%), umidità (13,7%), o scarsa illuminazione (5,4%). Ma è nelle città metropolitane che si concentra il 45% dei provvedimenti di sfratto, quasi 2 minori su 3 sono senza fissa dimora, in particolare a Milano, Napoli e Roma.
Nelle città metropolitane, con le loro sacche di disagio e carenza di servizi, gli edifici scolastici con certificato di agibilità non raggiungono il 30%, contro una media nazionale del 37,2%, e anche la presenza di spazi collettivi, mensa, palestra, aule tecniche o informatiche risulta inferiore rispetto alla media nel Paese.
Mensa e tempo pieno sono riservati rispettivamente al 42% e al 38% delle scuole primarie e al 26,8% e 13,3% delle secondarie di I grado in Italia. In 8 città metropolitane l’accesso al tempo pieno nella primaria è anche significativamente inferiore alla media nazionale (38%), con le punte in negativo di Palermo (6,8%), Catania (9,5%) e Reggio Calabria (13,7%), mentre in quella secondaria di I grado le città sotto la media (13,3%) sono 9, con Bari, Bologna, Venezia, Roma e Napoli che non superano il 5%.
In media, ogni bambino in Italia ha a disposizione 19 metri quadri di spazi verdi fruibili, ma il dato scende a 16 metri quadri nelle città metropolitane.
Le periferie urbane – che oggi sono le vere città dei bambini perchè è lì che vive la maggior parte di loro – spesso non offrono loro stimoli e opportunità. Questi vuoti possono lasciare spazio a isolamento e marginalità, bloccando sul nascere opportunità di sviluppo e di emersione dei talenti
Save the Children lavora in questi luoghi insieme a tanti ragazzi e ragazze, oltre a realtà territoriali, scuole, istituzioni, per valorizzare le esperienze positive che pure esistono in questi territori e contribuire a renderli quartieri in cui crescere. Perché è QUI che i ragazzi vogliono sentirsi vivi.
QUI un quartiere per crescere, è un progetto che l’Organizzazione sta sviluppando in 5 quartieri particolarmente poveri di servizi e opportunità per i minori: Roma (Ostia), Napoli (Pianura), Torino (Porta Palazzo), Prato (Macrolotto Zero), Palermo (Zen2).
Grazie alla Campagna QUI VIVO, sostenuta dalle Reti RAI e Rai per la Sostenibilità – ESG, Save the Children vuole recuperare spazi pubblici educativi, di socialità, di gioco e di incontro.
Aderisci anche tu alla campagna e firma la petizione di Save the Children su www.savethechildren.it/quivivo, per assicurare a tutti i bambini che vivono nelle periferie urbane del nostro Paese educazione di qualità, attività sportive, spazi sicuri in cui crescere e far fiorire i propri talenti.
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