di Mario Pacelli
La carbonara? Inventata dagli americani…
1943, fronte di Anzio: le truppe alleate sbarcate per combattere contro i tedeschi solidamente attestati a sud di Roma, sono bloccate da una resistenza superiore a quella prevista. I combattimenti sono rari mentre i cannoni fanno sentire la loro voce potente ma lontana. I soldati statunitensi hanno una razione di combattimento con bacon e bustine di uova in polvere: vedono gli italiani mangiare, quando possono, spaghetti al sugo di pomodoro ma quel liquido rosso e denso è per loro un mistero.
Perché non provare a sostituirlo con quello di cui dispongono, il bacon e l’uovo in polvere? Nascono gli spaghetti alla carbonara, così definiti nel ricordo degli spaghetti di cui coloro che bruciavano legna per produrre carbone usavano cibarsi: pasta lessata in un pentolino vicino
alla legna condita con un uovo avuto da un contadino della campagna vicina. Arrivati il 4 giugno 1943 gli alleati a Roma, per gli osti romani fu sufficiente utilizzare il guanciale al posto del bacon, l’uovo (questa volta fresco) e il pecorino, il formaggio della tradizione di quando tra
le antiche rovine sotto il Campidoglio pascolavano le pecore.
Nacquero gli spaghetti alla carbonara ed insieme a loro le varie tesi sul momento più opportuno per aggiungere l’uovo evitando che divenga una frittata, con due partiti, una a favore dell’uso del guanciale e l’altro della pancetta. Hanno ragione tutti: ha torto invece chi ritiene che gli spaghetti alla carbonara precotti, surgelati, di solito somministrati agli ignari turisti nei ristoranti a buon mercato, abbiano qualcosa a che vedere con la ricetta nata dallo sbarco alleato ad Anzio.